Come ragiona il bookmaker

Comprendere il modo in cui ragiona un bookmaker è fondamentale per scegliere certe giocate e soprattutto per evitarne certe altre. Come ragionano quindi i quotisti delle principali case? La base di tutto è la valutazione sportiva dell'evento, mettiamo Inter-Panathinaikos di stasera, dopo aver considerato tutte le informazioni a disposizione (stato di forma, infortunati, condizionamenti esterni, voci di eventuali tarocchi). Diciamo che per noi la squadra di Mourinho ha il 70% di possibilità di vincere, il che significa che la quota tecnica della vittoria nerazzurra dovrebbe essere 1,42 (100/70), il 20 % di pareggiare (quota 5,00) ed il 10% di perdere (10,00 quindi la quota tecnica dei greci). E' evidente che non troveremo da nessuna parte un book di questo tipo: 1,42, 5 e 10 sono quote che metterebbero sullo stesso piano il singolo bookmaker ed il singolo scommettitore, ma a parte il piccolo particolare che non ci sarebbe nessun aggio per il banco (la somma delle probabilità ribaltate, 100/1,42, 100/5 e 100/10 darebbe esattamente 100), il singolo bookmaker 'gioca' contro la massa degli scommettitori e non contro un singolo. Traduzione: al di là del fatto che il Pana non sia favorito, la Snai della situazione non gradirebbe che tutti li scommettitori puntassero sulla vittoria di Ten Cate, situazione che in linea teorica potrebbe portare allo sbancamento. Il sogno di questa Snai molto ipotetica (come abbiamo detto, la somma delle probabilità ribaltate deve essere superiore a 100 se no i bookmaker non potrebbero esistere) è che il 70% del volume di gioco vada sull'Inter, il 20% dul pareggio ed il 10% sulla vittoria greca. Con tutti e tre i risultati la vincita netta sarebbe uguale a zero, ma fra poco faremo scendere in campo aggio ed allibraggio per avvicinarci a realtà più concrete, che rendono quasi una discussione da bar la previsione tecnica sulla partita. La grandezza del bookmaking ben fatto è proprio questa: di quello che giochiamo al bravo banco importa meno di di niente. Non è un caso che campionati e partite truccati dai bookmaker siano stati nella storia infinitamente meno di quelli truccati da scommettitori o attori stessi dello spettacolo.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

12 commenti:

Mat ha detto...

Il valori percentuale
70% di possibilità di vincere
implica
70% del volume di gioco

I due valori devono essere sempre gli stessi ?

Nick ha detto...

Mat, i termini dell'uguaglianza sarebbero 3: possibilità di vincere=quota=volume di gioco. Ma questa è una "condizione ideale" del banco, che (come vedremo nelle prossime puntate, immagino) alla fine va a modificare le quote per far tornare l'uguaglianza SOLO fra il primo e l'ultimo termine. Andando a guadagnare sulla disuguaglianza centrale, ovviamente. (e ovviamente ragionando sui tre risultati 1X2, non solo su uno alla volta)

tasaril ha detto...

Certo che se paragoniamo quest'articolo a questi:

Martedì (Non esiste più il link diretto dal sito della gazzetta, forse x la vergogna)
http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/2008/11/25/scommesse.shtml

Mercoledì:
http://www.gazzetta.it/Calcio/Primo_Piano/2008/11/26/scommesse.shtml

Senza parole...

Stefano Olivari ha detto...

Tasaril, qual era il tema Gazzetta, visto che il link non funziona? Cerco di leggere tutto quello che riguarda le scommesse...

jeremy ha detto...

Articoli su pronostici di Champions con valutazioni sulla situazione dei gironi, con quote di vari bookmaker. Insomma niente di tecnico ma solo opinioni, tipo quello deve vincere o deve pareggiare per passare il turno.

Lbrt ha detto...

Stefano, i link adesso funzionano. Se serve ho salvato il testo, ad imperitura memoria. Mi associo ai commenti sulla qualità del contenuto fatti da Jeremy e Tasaril.

Stefano Olivari ha detto...

Letti anche io adesso...direi che l'aspetto pubblicitario prevale.

jeremy ha detto...

Vabbe ma potevano fare pubblicità facendo un discorso meno ovvio e semplicemente inutile per il lettore/scommettitore medio che conosce gia le quote e la situazione dei gironi.

Nick ha detto...

Ehm...non è che fanno un discorso COSI' ovvio non per lo scommettitore medio ma, per esempio, per il lettore non-scommettitore? Per esmpio per fargli venire la voglia di scommettere e, sempre per esempio, per favorire uno sponsor? :D
Che poi con i capitali di cui dispone il piccolo scommettitore il discorso della Gazza vale quello del Diretto, visto che questo qui premia alla lunga (e magari uno con pochi capitali "alla lunga" non ci arriva..)

vitarob ha detto...

Stefano,di quello che pensano i quotisti poco mi importa.Sono più interessato a come"lavorano".Da un minimo di 104 ad un massimo di 108 per me è grasso che cola.Non so adesso ma qualche anno fa gli ispettori che dovevano vigilare sulle quote di noti picchettari milanesi che lavoravano al 180% se ne stavano comodi nell'accogliente sala del peso.

Nick ha detto...

..vitarob? Grande vecchia troncia! :D
In effetti il margine che si lasciano (i picchi in cui mi sono imbattutto erano di 110, ma immagino che più in là non si possano spingere) sono fin troppo onesti...

Stefano Olivari ha detto...

Vitarob, quello che pensano i quotisti coincide con il modo in cui lavorano. Più il mercato è carente di informazioni e di possibilità di confronto, più l'aggio vola. L'ippica 'fisica' presenta situazioni vergognose, in termini di margini, ma tutto comunque si basa su noi che giochiamo.