Se il diavolo ha un cuore


Non leggiamo quasi mai cose che riguardino i motori, limitandoci a gioire quando la Ferrari va male, ma forse un romanzo ci renderà più digeribile la materia. Mercoledì esce infatti 'Se il diavolo ha un cuore' (editore Aliberti), scritto dall'inviato sulla Formula Uno (e non solo) Benny Casadei Lucchi, ambientato proprio nel circus che fa dormire il nonnino e lo zio dopo il tris di primi, il brasato e il limoncello. Di Casadei Lucchi non possiamo valutare la competenza motoristica (siamo a livello patente B) ma leggendola per caso abbiamo apprezzato il tono di una sua intervista a Flavio Briatore: spiritoso ma non strafottente come quello di suoi colleghi professorini frustrati, che esaltano i figli di papà cocainomani ma non chi come Briatore ha avuto successo per meriti propri. Tornando al libro, va detto che lo schema è molto interessante: tutti i personaggi, a parte i protagonisti, sono veri, come vere sono le vicende di contorno, ambientate durante il Mondiale 2007 (quello vinto da Raikkonen). Un meccanismo alla Ellroy di American Tabloid, almeno nelle intenzioni. Intrighi, spionaggio, giornalisti corrotti e attentati di fondamentalisti islamici: nella trama c'è di tutto e di più, ma noi ovviamente siamo curiosi di veder raccontato l'ambiente della Formula Uno senza obblighi di...scuderia, è proprio il caso di dirlo, e con la possibilità data dai romanzi di tratteggiare i caratteri delle persone meglio di quanto sarebbe possibile per un quotidiano o in televisione.

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

2 commenti:

cydella ha detto...

"Briatore ha avuto successo per meriti propri"...e dei Benetton, aggiungerei. Che poi Briatore abbia delle doti organizzative straordinarie, concordo. Ma non dimentichiamo la componente stomaco-foderato-con-uno-zerbino, che e' sempre necessaria per entrare nel "giro giusto"... a meno che non sei figlio di papa'.

dag_nasty ha detto...

Grandissimo Stefano "il circus che fa dormire il nonnino e lo zio..." è incredibilmente vero, ma non solo loro... più sicuro della pennica dopo una ventina di giri di Mazzoni/Capelli ci sono solo le tasse e la morte...