Il 4% che non fa Skyfo


La vicenda dell'IVA di Sky, con i sostenitori del miliardario australiano contro quelli del miliardario italiano, ha visto i giornali schierarsi con Murdoch per motivi tutt'altro che nobili: qualcuno al mondo non è ancora al corrente che su Sky sta andando in onda la serie di Romanzo Criminale? Insomma, la corruzione non è solo quella delle valigette alla Preziosi. Ma c'è anche un piccolo particolare che induce la carta stampata a tenere in piedi l'anti-europeo (professori a libro paga, il libro dei temi sull'Europa dov'è finito?) regime di IVA agevolata per servizi superflui come la lavagna tattica di Vialli, la ricetta del coniglio in agrodolce ed i telefilm pieni di sgozzamenti: questo particolare si chiama IVA al 4%, prima cugina dell'IVA al 10% di Sky. Un regime, quello del 4%, che si applica a beni considerati di prima necessità come la prima casa, gli alimentari e, rullo di tamburi, la stampa. Sì, il diritto all'informazione (ma allora perché un computer ed una connessione web viaggiano al 20%?), la sacralità del giornalismo, la democrazia, eccetera: cose che sappiamo tutti. Noto a molti ma non a tutti è invece che il regime del 4% si applichi anche ai prodotti collaterali al giornale: il dvd di Paprika, allegato a Panorama, ha l'IVA al 4%, così come le posate di Tuttosport con i nomi di Pulici e Claudio Sala, le monete della Gazzetta con l'effigie di Materazzi o la zuppiera unita a Massaia Oggi. Il padrone della stampa non è il lettore, ma pubblicità finta elargita da centri media finti che rubano soldi ad aziende vere con lavoro vero, unita ai prima citati collateral che sfruttando grandi (sempre meno) numeri, Iva agevolata e la distribuzione capillare delle edicole fanno concorrenza sleale ai commercianti 'puri' dei beni allegati. Ecco perché non leggerete tanti editoriali sui ridicoli spot di Sky (di peggio solo quelli Mediaset dei bei tempi, con il 'Vietato vietare' riciclato da Costanzo), né tantomeno loro prese in giro. Gene Gnocchi sulla Gazzetta, ma anche su Sky, può fare di meglio.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

19 commenti:

jeffbuckley ha detto...

Stefano, l'IVA al 4% mi sembra il meno. Quanti giornali di partito, di area o anche solo di amici finanziamo senza nemmeno sapere che esistono? Peraltro ieri in radio ho sentito che tra gli argomenti di Sky c'è che ci sono decine di prodotti che godono di IVA agevolata, tra i quali le uova di struzzo... Immagino che mr. B sia partito da Sky perchè è quella che garantirà l'introito maggiore e immediato ma certamente sistemerà anche le altre anomalie. O no?

Stefano Olivari ha detto...

L'hai detto. Qualunque persona è in grado di comprendere che Sky non sia un bene di prima necessità, il problema è che Berlusconi ha iniziato da Sky solo perché questa mossa è funzionale agli affari suoi. Ma siccome è in buonafede, ci mancherebbe altro, sicuramente porterà al 20% anche i giornali...

Roberto ha detto...

@Stefano: come la penso sulle agevolazioni fiscali – soprattutto sulle ridicole agevolazioni fiscali italiane che premiano le iniziative e i contenuti più stravaganti, oltre alla indecente carta stampata: in questo siamo totalmente d’accordo – l’ho già detto. Per quel che mi riguarda, via per tutti. Detto questo, è tendenzioso definire tout court “antieuropeo” il regime di Iva agevolato per Sky. Per la UE, infatti, il tema non è l’esistenza di un’agevolazione fiscale di per sè, ma quello della disparità di trattamento fiscale tra attività omogenee (o considerate tali dalla Commissione alla Fiscalità dell’Unione Europea). Detto semplice, l’UE ci obbligava solo a scegliere se portare digitale terrestre e satellite entrambi al 20% o al 10% di aliquota Iva, peraltro suggerendo di portarla in entrambi i casi al 10%. Quindi, a questa stregua, altrettanto “antieuropea” si potrebbe definire l’Iva al 20% sul DTT Mediaset, battaglia che però nessuno si è mai sognato di fare per il motivo che segue. Il Governo infatti ha scelto di portare entrambi al 20%, ma la “pétite difference”, come dicono i francesi, è che il provvedimento si applica agli abbonamenti, notoriamente residuali per il digitale terrestre Mediaset. Inutile dire che tra scegliere se avere un piccolo beneficio per sé (portando l’Iva al 10%), con un aggravio numericamente ridicolo per l’Erario, o portare un grande danno a un concorrente (portando l’Iva al 20%), fatto strategicamente molto più importante per le aziende di sua proprietà che una mancia fiscale, il presidente del Consiglio ha scelto la seconda ipotesi. Come dicono - cialtronescamente - proprio su Sky "giudicate voi"...
Ciò detto, la cosa più paradossale di tutta la vicenda è trovarmi a fare la figura del difensore – che non sono - di un monopolista (Murdoch) perché in circolazione c’è un altro monopolista ancor più bandito di lui, che tiene il coltello del potere legislativo dalla parte del manico e che soprattutto vuol motivare questa misura - di per sè non giusta, ma sacrosanta - con ragioni di equità. Oltre a non sopportare il racket di Sky sull’emittenza satellitare, trovo gli spot in onda in questi giorni di una cialtroneria senza pari. Ma se non è possibile che tutte le parti in causa la raccontino giusta, facciamolo almeno tra di noi. Senza polemiche. Ma anche senza tifo.

Ivan.fab ha detto...

Fondamentalmente la cosa che fa arrabbiare di più la gente è la vicenda Rete4 che si trascina da anni con fior di sentenze europee e quel fantamatico terzo polo (Europa7 si chiama? non ricordo) che non può avere le frequenze che gli spettano. Chiaro che poi la gente si innervosisca a sentir dire che l'aumento dell'Iva è un obbligo europeo che va aldilà del governo. Ed in effetti se c'è un azienda che ha dato un minimo di vitalità al consumo di tecnologia in Italia è Sky coi suoi decoder vari e variopinti e con l'alta definizione (TVHD). Non che perda il sonno per le finanze di un super miliardario. Anzi le mie a dirla tutta visto che la maggiorazione la pagherò io abbonato...

Gabriele Porri ha detto...

scusate ma la riduzione iva deve valere solo per beni di prima necessità? il fatto stesso che ci siano 3 aliquote mi farebbe rispondere che ci possono essere anche altri criteri per avere un'agevolazione, che possono essere utilizzati per favorire alcuni settori che non sono di prima necessità ma che vanno aiutati per n motivi. certo, l'iva al 4, quella sì andrebbe usata per i beni di prima necessità, ma il 10 forse non è scandalosa per l'editoria (escludendo ovviamente le posate)

Roberto ha detto...

@Gabriele: a rendere scandalose le agevolazioni fiscali italiane, a mio avviso, è il fatto che è nostro costume infilare, dietro il paravento di una singola buona causa, una miriade di mirabolanti privilegi. Privilegi.
Certo che, di per sè, non sono uno scandalo le agevolazioni alla carta stampata: la questione è che, da noi, un principio in sè condivisibile viene utilizzato SOPRATTUTTO per finanziare i grandi gruppi editoriali. Repubblica-L'espresso, RCS, Mondadori, Il Sole24Ore (no, dico, il Sole 24Ore, che beffa per dei liberisti vivere di sovvenzioni dello Stato...): vogliamo davvero pensare che senza agevolazioni non pubblicherebbero più quotidiani? Se fosse davvero così, provocatoriamente mi vien da dire che sarebbe giusto chiudessero baracca, perchè se il "mercato" (quel mercato cui si appellano ogni due per tre quando gli torna comodo) li punisce evidentemente fanno prodotti vecchi, senza appeal, illeggibili, non credibili, non autorevoli. In realtà sono convinto che invece, se gli si togliesse la greppia statale, proverebbero a farli meglio. E magari a non usarli solo per rincoglionire la gente con l'ultimo scoop su Anna Falchi...

jeremy ha detto...

Concordo con Roberto sui giornali. Mi ricordo molto bene la puntata di Report sull'argomento. Fatta la tara per tutte le pubblicazioni condominiali sovvenzionate dallo stato (singolarmente spesso per poche migliaia di euro ma globalmente significavano decine di milioni) spiccavano gli "oboli" a RCS, Espresso etc: cifre a 7 zeri. Ora ben venga addirittura l'esenzione IVA se puo portare all'annullamento delle sovvenzioni (ovviamente solo sul cartaceo e sulle inserzioni, i DVD e le posate al 20%+pornotax applicata, cosi imparano!!!). Cosi forse vedremmo qualcosa di piu "attraente" da leggere. Magari nemmeno pagandola.

Roberto ha detto...

@Jeremy: pax, fratello... :-)
Io ci andrei giù ancor più pesante sui collateral: non si mettono, punto. Non vedo motivo alcuno per essere costretto ad acquistare qualcosa che non ho chiesto, per giunta secondo un meccanismo che - come osserva giustamente il Diretur - penalizza il produttore/distributore primario dell'oggetto allegato.
Tra parentesi, ricordo tempi - che sembrano lontani, ma non lo sono - in cui i collateral erano al massimo numeri speciali (non a base di articoli riciclati!) in cui fior di penne si facevano il culo per renderli qualcosa di davvero speciale. Da conservare. Davvero.
E pensare che Longanesi ai suoi tempi diceva "Un giornale! Ah, se avessi un giornale!"... chissà che scriverebbe ora...

spike ha detto...

Faccio i complimenti a Stefano. Questo sito conferma di avere una marcia in più. Ditemi dove altro si può discutere di normative europee, Lehman Bros., bilanci e dell'ultimo rigore dato al Milan.


P.s.: dopo questa sviolinata mi devi una birra Stefano :)

spike ha detto...

... e ora passo al commento. Fermo restando che tutto quel che è scrito nel post è condivisibile al 100%, qualcuno sa spiegarmi perchè le direttive europee vanno bene solo quando fa comodo? perchè il buon Tremonti non riesce a fare un provvedimento che è uno senza nascondersi dietro il paravento dell'UE (o è colpa dell'UE o ce lo chiede l'UE)?

P.s.: appalusi a Roberto, ha spiegato alla grande un concetto sfuggito a molti

Tani ha detto...

Stefano: mi sa che con Questa versione del Indiscreto farai la fine di De Magistris e della Forleo... Sei troppo 'politically incorrect'. Se ti serve un rifugio all'estero io sai come contattarmi...:)

jeremy ha detto...

Spike, perche i provvedimenti si fanno quando ci fa comodo (poi se sono giusti bene cosi), perche mettendo in mezzo la UE (che da ragione al provvedimento di uniformità senza imporre il 20%) ha calmato un po le acque e ha edulcorato la questione conflitto d'interessi.

jeffbuckley ha detto...

"Inutile dire che tra scegliere se avere un piccolo beneficio per sé (portando l’Iva al 10%), con un aggravio numericamente ridicolo per l’Erario, o portare un grande danno a un concorrente (portando l’Iva al 20%), fatto strategicamente molto più importante per le aziende di sua proprietà che una mancia fiscale, il presidente del Consiglio ha scelto la seconda ipotesi." Roberto, mr. B è indifendibile in molti casi ma in questo non credi che la molla primaria sia stata che l'aumento dell'IVA a Sky garantisce immediatamente una ventina di milioni al mese di entrate in più mentre la riduzione del'IVA Mediaset avrebbe comportato nessuna nuova entrata e critiche ancora più feroci? I commenti a questa vicenda dovrebbero essere rimandati a dicembre 2009, a quel punto vediamo quanti abbonamenti avrà perso Sky. Io dico nessuno.

jeffbuckley ha detto...

20 milioni al mese in più per l'erario ovviamente, ragazzi, questi stanno grattando il fondo del barile.

mizio71 ha detto...

Concordo con i Vostri post. credo però che più o meno abbiamo già detto tutto sull'argomento. Il vero problema è la caratteristica della politica italiano (di tutte le latitudini) di parlare per comparti stagni .... non è tanto scandalosa l'IVA al 4% anche per i gadget dei giornali (anche perchè pare che siano proprio quelli a far mantere decenti i bilanci dei supegiornalisti ...), ma che a questa agevolazione si aggiunga quella dei superbonus statali .... e questo non solo per giornali che creano almeno occupazione e opinione (che sia poi a noi aderente o meno), ma anche - come avete fatto notare - per riviste ed iniziative inesistenti .... Così come è scadaloso che ciò avvenga per "sanare" le storture della legge Gasparri !!! Il vero problema è: come uscirne? gli italiani continuano a non confermare i precedenti governi, ma non riescono a trovare alternative vere !!!

jeremy ha detto...

Jeff, io sono per grattare il fondo del barile. Perche di barili come le paytv ce ne sono migliaia, tra agevolazioni, privilegi, fondi elargiti a cazzo, enti locali inutili e inutilizzati. Fai un recupero da paura, sicuramente nell'ordine dei miliardi di euro. Il problema è che nessuno avra mai il coraggio di grattarli tutti. Oggi giustamente si riprende il discorso provincie: posso essere d'accordo con Tremonti che dice "è gia tanto che non ne nascono di nuove" ma metterci mano in maniera drastica è un dovere assoluto. Questo governo si gioca molta della sua credibilità su questo punto.

Nick ha detto...

Fra tutte le cose dette in questi giorni, la posizione più ridicola è quella che accusa il governo di aver livellato al 20% e non al 10%.
Queste stesse persone avrebbero fatto una rivoluzione con critiche ancora più feroci se invece di alzare l'IVA a Sky Silvio B. avesse abbassato quella a Mediaset.

Gabriele Porri ha detto...

Nick, e se il governo di centrosinistra avesse raddoppiato l'IVA di mediaset?

io gratterei il fondo del barile se non ci avessero già fregato con alitalia e altro (se poi cominciassero a raschiare dal parlamento?)

Nick ha detto...

Raddoppiare l'IVA di Mediaset?
Gabriè...portarla al 40%? :D
Il problema è che questo discorso dell'allineamento dell'IVA per un verso o per l'altro sarebbe andato sempre a favore di Mediaset...e quindi, pur essendo giudicato da tutti legittimissimo, ha scatenato un putiferio.