Avete presente gli infortuni del sabato pomeriggio, le famose contratturine, oppure quel crack sentito proprio tirando l'ultimo rigore prima della doccia? Peccato per quel forfait della vigilia, ci sarà sotto un caso? Magari una discussione con l'allenatore sulla posizione in campo...Si tratta in molti casi di doping, o più spesso di droga assunta per piacere-vizio, rilevato da un controllo medico interno e come tale da far sfuggire ai controlli. Con un tasso di disidratazione normale basta smettere di sniffare coca, per fare un esempio caro a molti calciatori (anche padri di famiglia con foto posata sul settimanale complice), al giovedì per risultare puliti la domenica. Per questo siamo restii a crocifiggere quei pochi che pagano per tutti, anche se proprio questa sarebbe la logica della crocifissione.
Premessa per dire che ci dispiace che le carriere e le vite di Daniele Mannini e Davide Possanzini vengano rovinate da questa sentenza del Tas: un anno di squalifica per essersi presentati in ritardo a un test antidoping dopo la partita del Brescia (dove all'epoca giocavano entrambi, adesso Mannini è al Napoli) con il Chievo del dicembre 2007. Possiamo dirlo? Ci sembra di notare uno strano accanimento, lo diciamo da non tifosi di Mannini, Possanzini, del Napoli o del Brescia. La Figc aveva assolto infatti i due, per un comportamento sicuramente grave (in teoria, perché in pratica i due erano nello spogliatoio con il resto della squadra) ma non diverso da quello di tanti campioni graziati in circostanze analoghe, poi il Coni a cui gli atti erano stati trasmessi aveva chiuso la vicenda con un buffetto (15 giorni di squalifica). A questo punto la Wada, cioé l'agenzia mondiale antidoping, ha fatto ricorso, chiedendo due anni di squalifica, ed adesso è arrivata la decisiona di Losanna. Comunque la si veda, l'equiparazione di un'ingenuità (magari anche dolosa, mettiamo per ipotesi che Mannini e Possanzini siano davvero 'cattivi') a quella del reato vero e proprio, cioè quello di essersi dopati.
Non vogliamo essere innocentisti a prescindere, pur vedendo il caos che regna nelle zone intorno agli spogliatoi dopo le partite, ma solo dire che il caso di Mannini e Possanzini ricorda solo vagamente quello di Rino Gattuso (rifiutò un prelievo di sangue dopo un Roma-Milan, che comunque non era obbligatorio, con spiegazioni per tifosi di bocca buona: 'Il mio doping è il peperoncino') ed invece moltissimo quello di Francesco Totti: un ritardo di circa un quarto d'ora nel presentarsi al test antidoping obbligatorio (quello sulle urine, insomma) dopo Roma-Torino del maggio 2007 giustificato in maniera risibile (''Mi faceva male la caviglia''). La cosa curiosa è che nell'occasione non è che ci fu un giudizio morbido, ma non ci fu proprio giudizio. La procura antidoping della Figc nemmeno segnalò la cosa al Coni e nell'ottobre dello stesso anno la Corte di Giustizia (sempre Figc) archiviò tutto, cioè niente. Il circuito Coni-Wada-Tas-Eccetera in quell'occasione non si attivò.
stefano@indiscreto.it
Premessa per dire che ci dispiace che le carriere e le vite di Daniele Mannini e Davide Possanzini vengano rovinate da questa sentenza del Tas: un anno di squalifica per essersi presentati in ritardo a un test antidoping dopo la partita del Brescia (dove all'epoca giocavano entrambi, adesso Mannini è al Napoli) con il Chievo del dicembre 2007. Possiamo dirlo? Ci sembra di notare uno strano accanimento, lo diciamo da non tifosi di Mannini, Possanzini, del Napoli o del Brescia. La Figc aveva assolto infatti i due, per un comportamento sicuramente grave (in teoria, perché in pratica i due erano nello spogliatoio con il resto della squadra) ma non diverso da quello di tanti campioni graziati in circostanze analoghe, poi il Coni a cui gli atti erano stati trasmessi aveva chiuso la vicenda con un buffetto (15 giorni di squalifica). A questo punto la Wada, cioé l'agenzia mondiale antidoping, ha fatto ricorso, chiedendo due anni di squalifica, ed adesso è arrivata la decisiona di Losanna. Comunque la si veda, l'equiparazione di un'ingenuità (magari anche dolosa, mettiamo per ipotesi che Mannini e Possanzini siano davvero 'cattivi') a quella del reato vero e proprio, cioè quello di essersi dopati.
Non vogliamo essere innocentisti a prescindere, pur vedendo il caos che regna nelle zone intorno agli spogliatoi dopo le partite, ma solo dire che il caso di Mannini e Possanzini ricorda solo vagamente quello di Rino Gattuso (rifiutò un prelievo di sangue dopo un Roma-Milan, che comunque non era obbligatorio, con spiegazioni per tifosi di bocca buona: 'Il mio doping è il peperoncino') ed invece moltissimo quello di Francesco Totti: un ritardo di circa un quarto d'ora nel presentarsi al test antidoping obbligatorio (quello sulle urine, insomma) dopo Roma-Torino del maggio 2007 giustificato in maniera risibile (''Mi faceva male la caviglia''). La cosa curiosa è che nell'occasione non è che ci fu un giudizio morbido, ma non ci fu proprio giudizio. La procura antidoping della Figc nemmeno segnalò la cosa al Coni e nell'ottobre dello stesso anno la Corte di Giustizia (sempre Figc) archiviò tutto, cioè niente. Il circuito Coni-Wada-Tas-Eccetera in quell'occasione non si attivò.
stefano@indiscreto.it
25 commenti:
E' bello che ci sia qualcuno che ricorda certe "stranezze". Senza dimenticare che Agricola è sempre lì.
Articolo PERFETTO, veramente. A quanto quotano i bookmaker la possibilita' che un articolo del genere finisca sulla stampa sportiva?
La stagione dell'atletica e del ciclismo non è ancora cominciata:quindi per i media il doping non deve inquinare il gossip che viene spacciato per giornalismo sportivo. Soprattutto quello pallonaro.Ora e sempre Cialtronia.
Rudi, no! non nominare quel nome che se ti legge qualcuno ricominciamo con la solita tiritera...
P.s.: Stefano ma non ci dovrebbero esser controlli a sorpresa per i calciatori, come accade in altri sport?
perchè i controlli non si eliminano del tutto invece?..
tanto..
Direttore, vorrei mi chiarisse una cosa:
1) Cosa c'entrano le finte contratturine dell'ultimo minuto ci ritardi all'antidoping?! Così dicendo pare che lei insinui che certi giocatori arrivino in ritardo all'antidoping per........appunto, per che cosa?! Per risciacquarsi vene e uretra?!...
2) Perchè Gattuso poteva rifiutare l'antidoping e Totti, Mannini e Possanzini sarebbero passibili di squalifica solo per essersi presentati in ritardo?! Son cambiate le regole di stagione in stagione?!....
Gattuso non ha rifiutato l'antidoping, ma la non obbligatoria analisi del sangue.
Le finte contratturine (o gli infortuni alla spalla, o l'influenza, si può scegliere: tanto i giornalisti copiano i comunicati dell'ufficio stampa) sono gli infortuni del sabato inventati per giustificare un'esclusione dalla rosa in chiave antidoping. Non c'è una statistica, ma ad occhio gli infortuni nell'allenamento della vigilia sono più numerosi di quelli in partita.
io voglio capire.qui.senza girare tra gazzetta.it o altri siti.
1)quanto è stato il ritardo?10min. 1 ora? 1 giorno?
2)se hanno ritardato diciamo un'ora non è questo lasso di tempo ininfluente ai fini del risultato delle analisi?
potremmo chiamarli infortuni alla borriello? milanesi dovreste saperne qualcosa...
saluti a tutti ovviamente, scrivevo sporadicamente anche sulla settimana sportiva
complimenti stefano per il sito
Direttore, ho capito il discorso degli infortuni della vigilia, mi chiedevo cosa c'entrassero coi ritardi all'antidoping. Mi collego alla domanda di Zoleddu: i ritardi nascondono qualcosa?! Che ne so, una "dialisi" detergente...
Direttore, giochino troppo divertente, temo che si possa andare avanti per mesi. Peccato la limitazione agli ultimi 10 anni, per quelli della mia generazione la curiosità è sapere che fine hanno fatto i giocatori delle nostre fugurine Panini. Faccio un solo nome e mi trattengo: Tazio Roversi, terzino del Bologna...Mi adeguo e parto con qualche nome più attuale. I brasiliani Vampeta e Denilson (quello titolare ai mondiali del'98 che si divertiva a dribblare anche le formiche...); lo spagnolo Mendieta (secondo me il più grosso flop della storia del calcio nel rapporto costo-prestazioni). Poi qualche italiano al volo: il portiere Mondini (dodicesimo in tante buone squadre, non era male), Berrettoni (ex promessa laziale), Ametrano (di passaggio anche alla Juve, un Gattuso figlio di un dio minore).....
Alenar, mi spieghi come fai a scrivere sempre il post giusto nel topic sbagliato?!...è una manovra abbastanza articolata già a farla apposta!... :-D
In effetti la situazione border-line che si verifica a Roma darebbe da scrivere, e molto : dalla metà anni 90 ad oggi non si sono fatti mancare nulla,senza peraltro avere il minimo danno sportivo. Ma tanto siamo in Italia e i giornali preferiranno parlare di come è bravo Lotito con i calciatori in leasing, del grande cuore Roma e della fedeltà di Mexes . Le porcate è sempre meglio tenerle sotto il tappeto....il lettore non deve sapere.Mai.
D’accordissimo col direttore su quanto scritto e d’altronde la storia del potente che la sfanga e del “poveraccio” che paga per tutti è una costante mondiale, non solo italiana. Vorrei fare tuttavia altre considerazioni sulla sentenza del TAS: 1) in tutto il mondo hanno capito che i controlli antidoping in Italia sono una farsa. Dal laboratorio dell’Acqua Acetosa alle squalifiche estive per i casi conclamati di nandrolone anche uno coi paraocchi potrebbe arguire che la gestione della faccenda è piuttosto discutibile. Forse anche per questo al TAS hanno voluto darci una lezione. 2) E’ patetico che Campana, Corioni e compagnia cantante vogliano inscenare proteste al limite dello sciopero per le squalifiche. Sarebbero molto più credibili se volessero inserire dei controlli a sorpresa, magari durante la preparazione o in giornate infrasettimanali. O bisogna difendere il calciatore a prescindere ? 3) Mannini e Possanzini hanno ritardato il controllo antidoping ? Se sì è giusta la squalifica, magari meno pesante, ma le regole vanno rispettate. Lo scandalo vero è il non rispetto da parte degli altri, a partire dai Totti e i Gattuso. Perché Campana non chiede alla Federcalcio di riaprire i casi passati in cavalleria ? Perché Abete piange lacrime di coccodrillo ?
Mi sembra che il vero comune denominatore fra tutte le componenti del calcio siano l’omertà e l’ipocrisia e gli stessi soggetti danneggiati anziché chiamare alla correità i protagonisti di episodi analoghi, preferiscano chiedere loro una difesa d’ufficio, in base all’immancabile logica corporativa.
@Ale: riflettendoci a mente fredda, anch'io ho pensato a una sorta di "avvertimento" da parte del Tas alle autorità calcistiche italiane per la mollezza (eufemismo) con cui viene affrontato il problema doping. Ma ci sono due "ma": se volevano darci una lezione, stanno ottenendo l'effetto opposto, ossia compattare ancor di più il movimento calcistico nostrano, e non era difficile prevederlo stante comunque l'eccessiva pesantezza della condanna; se è vero che il calcio italiano sorvola disinvoltamente sul problema doping, non mi pare che gli altri principali movimenti calcistici europei e mondiali stiano facendo di più e di meglio... o sbaglio?
charlie non sbagli. Per questo mi chiedo, non dovrebbero esser fatti controlli a sorpesa?
@ Charlie Probabilmente non sbagli ma quel che dà fastidio è la cialtroneria italiana. Magari all’estero i controlli non li fanno neanche. Il fatto è che da noi si enunciano regole ferree che poi diventano flessibili e quando uno viene beccato, dopo una serie interminabile di gradi di giudizio, non sconta praticamente nulla. Meglio soprassedere che inscenare ogni volta una commedia. Stavolta la Wada ha smascherato la farsa degli sconti: se una regola non viene rispettata 15 giorni di sospensione cosa sono se non una presa in giro ? Sono convinto che con una sanzione di 3 mesi di squalifica (la butto là) la Wada se ne sarebbe stata buona.
@ Spike Giustissimo, magari durante la preparazione o a metà settimana. Ma il sistema calcio non li chiede mai....
domanda cretina: e se del piero non fosse andato a udine per questo?
altra domanda cretina, che fine ha fatto il centrocampista dell'inter CINETTI?
Carlo: l'attuale dinamismo di Delpiero porterebbe a considerazioni opposte, semmai....
stefano non so se hai visto sportitalia ora speciale sul caso mannini/possanzini...beh sono uscite fuori delle chicche che non conoscevo assolutamente..roba interessante.peccato non abbiano nemmeno accennato alle analogie con il "non caso" totti
Non riesco a capire perchè la giustificazione di Totti "mi faceva male la caviglia" sia risibile. Non dormì la notte, a causa della nascita della figlia, fu una giornata molto particolare ed in effetti soffriva continui acciacchi. E comunque, al contrario di Mannini e Possanzini, è stato seguito nel tragitto.
Kick, quando scrivi certe cose precisalo che son battute. Qualcuno potrebbe prenderti sul serio.....
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