La grande rinuncia


La memoria storica non esiste, tantomeno nel calcio dove giustamente conta solo il presente. E il Berlusconi intervistato dal QS ha ribadito il suo condivisibile pensiero di qualche anno fa, secondo cui l'uomo medio ha l'intelligenza, il senso critico ed i meccanismi mentali di un ragazzino di dodici anni. Oggi lo ha detto con altre parole, dicendosi felice per 'avere rinunciato' ai 120 milioni offerti dal Manchester City per Kakà, con tanto di esaltazione delle bandiere e ricordi rossoneri d'infanzia (interista, stando al suo ex giocatore nell'Edilnord Giovanni Ticozzi, e davvero milanista secondo quanto ci risulta: al di là del tentativo realmente fatto di comprare l'Inter da Fraizzoli, in due diversi momenti). Pensavamo avesse detto di no Kakà, soprattutto lo pensa Kakà, e che il Milan lo avesse già stravenduto con Adriano Galliani che diceva a tutti di avere in cassaforte l'offerta ufficiale degli inglesi. Con effetti comici, visto che lo schema del mercenario questa volta era stato applicato in maniera goffa e senza fare i conti con la volontà del presunto mercenario. Fra un omaggio al popolo bue e l'altro (ieri sera inspiegabile spottone del Tg5 su un'iniziativa benefica a Milanello, con protagonista ovviamente Kakà: sempre meglio di 'Gusto', comunque), adesso il nuovo nemico della casa è AS. Che non sarà credibile come la Gazzetta e Tuttosport ma che ogni giorno si 'inventa' una dichiarazione in direzione Real di qualcuno: Emerson, Ancelotti, oggi lo stesso figlio dell'ingegner Bosco. Che a leggere il pezzo di AS non dice poi proprio nulla, a parte che il Real è un grande club: la notizia, ma a ben vedere è una non notizia, è che sotto casa sia stato intercettato dall'inviato di un quotidiano spagnolo e non da quelli di uno italiano.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

5 commenti:

Pierfrancesco ha detto...

ah... quindi solo io videoregistro "Gusto" per provare a rifare dal vivo quelle ricette?

L'accenno al tentativo berlusconiano di prelevare l'Inter da Fraizzoli mi ha ricordato di quando ad un noto imprenditore rapirono la figlia, e lui dovette sborsare i soldi del riscatto e non potè comprarsi l'Inter come sognava.
La figlia, per giunta, del rapitore si innamorò pure: del resto, era "il bel René" Vallanzasca.
Calcio, imprendtoria spregiudicata, cronaca nera, l'Italia degli anni Settanta: ce n'è per tutti i "Gusto"! Una volta sì che c'era materiale.
...Altro che i noiosi tormentoni odierni, di dove va Kakà o se resta...

Stefano Olivari ha detto...

Fra una pubblicità e l'altra in effetti ci sono anche le ricette...ma faresti prima a registrare la Clerici (ora Isoardi)!

Dane ha detto...

Pierfrancesco, ti prego: dimmi che non intendevi insinuare che il rapimento della figlia dell'imprenditore sia stato organizzato da Berlusconi per eliminare un concorrente, perchè sennò chiamo Kalz e gli dico di tenermi da parte una tessera di Forza Italia...

p.s.: Direttore, a me una persona molto vicina (a livello di famiglia) al Berlusca mi ha confermato sia la fede rossonera che il doppio tentativo di prendere l'Inter (che avrebbe avuto sulle maglie il marchio Edilnord...). Però non ho mai capito il perchè di questo assalto all'Inter, visto che il Milan (al di là della fede del Presidente) sarebbe stato un obiettivo più naturale vista la proprietà meno "solida"...

Pierfrancesco ha detto...

Credo, ma potrei anche sbagliare, che in quegli anni Settanta in cui imperversava il bel René e rapiva ragazze facoltose che si innamoravano di lui, Sua Emittenza fosse ancora sulla nave da crociera a fare piano bar. Dovrei riverificare le date, ma sono abbastanza certo che vallanzasca i "colpi" li segnasse per sé, e non per conto terzi...

Dane ha detto...

Pier, la mia era una battuta per ironizzare su una certa ossessione degli italiani nei confronti di Berlusconi...