Ventisette anni da Liedholm


La partita di papà. Roma-Milan significa anche Nils Liedholm: il Barone, scomparso nel 2007, visse 27 stagioni in rossonero e 12 in giallorosso. Il figlio Carlo, 50 anni, custodisce molti ricordi. Quali sentimenti legarono suo padre a Roma e Milan? «Con il Milan c' era un rapporto famigliare. La Roma gli diede le maggiori soddisfazioni. Diceva "Roma è una grande città, non capisco perché non possa avere una grande squadra". La più grande delusione? «La sconfitta nella finale di Coppa dei Campioni. Gli era già sfuggita da giocatore e sperava di rifarsi da allenatore». È vero che fu lei a consigliare Ancelotti a suo padre? «Da giovane seguivo il calcio di C. Gli segnalai questo ragazzo e andammo insieme a vederlo, prima a Parma, poi nello spareggio-promozione per la B. Carlo segnò due gol e la Roma poco dopo lo acquistò». Suo padre stimava l' Ancelotti allenatore? «Il Milan di Ancelotti gli ricordava la sua Roma». Nils Liedholm e Berlusconi? «Le incomprensioni furono solo calcistiche. Berlusconi guardava al futuro e papà aveva le sue idee. Ma due Bilance ascendente Bilancia s' intendono e Berlusconi si è comportato da signore con papà». Nils Liedholm e Dino Viola? «Coppia straordinaria. Il presidente della Roma aveva senso dell' humour. C' era intesa». Un grande dolore di papà? «La morte di Di Bartolomei» Carlo Liedholm tifa per? «La Roma».
(Fonte: Stefano Boldrini, Gazzetta dello Sport dell'11 gennaio)
L'AUTOREVOLE COMMENTO DI INDISCRETO: se per 'signore' si intende che l'ha pagato e che non ne ha mai parlato male, cosa che nel calcio anche di serie A non è scontata, il ricordo di Carlo Liedholm è senz'altro realistico. Ma il 'badante' e nelle ultime partite direttamente supplente (ottimi risultati, vista la qualificazione Uefa ottenuta nello spareggio con la Sampdoria) Capello del 1987 non fu certo un attestato di stima.

5 commenti:

kalz ha detto...

Sul rapporto Liedholm-Berlusconi credo dica bene il figlio Carlo: avevano idee differenti. Il tutto comunque è stato gestito in modo molto civile da entrambi. Come dimostra tutta la sua vita nel calcio, Liedholm non era un rancoroso e non è andato in acido neanche in questa occasione, come invece è capitato a Rivera.
Da milanista, penso che lo scudetto della stella sia un capolavoro di Lieddholm, che aveva in mano una squadra mediocre a voler essere generosi. Vedi alla voce Stefano Chiodi... ho detto tutto.

Dane ha detto...

D'accordo sul capolavoro di Liedholm nello scudetto della stella, anche se contò molto anche la fortuna (come spesso succede in quegli scudetti particolari, vedi Zaccheroni...) di rivali che quell'anno fecero tutte cilecca contemporaneamente (se secondo arrivò il Perugia...).
A proposito di buone maniere ed attestati di stima, ricordo che Berlusconi il primo anno di Sacchi dichiarò entusiasta "questo sì che è calcio spettacolo, non capisco come facesse la gente a venire allo stadio, prima...", così come fu memorabile una frecciata di Liedholm ("...bèh, il Presidente sì che è un intenditore di calcio....d'altronde ha allenato l'Edilnord...").
Quindi, pur senza scudiscio alla Rivera, anche Liedholm provvide a cantargliele, anche se onestamente va detto che l'ultimo Liedholm era un po' un "ruminatore" stanco...

kalz ha detto...

Credo che qui nessuno di noi abbia visto dal vivo Liedholm giocatore, quindi vale la pena consigliare di andarsi a rivedere il filmato del primo gol nella finale del Mondiale del 1958. Un Liedholm 36enne che dopo un paio di dribling brasiliani segna con una rasoiata a pelo d'erba. Anni fa, ospite in una trasmissione, davanti a quel filmato e ai commenti entusiasti dei presenti, Liddas si limitò a un "Sì, bono jocatore". :-)

Ale ha detto...

Liedholm era bravo e furbo. Non a caso ha costruito gli scudetti 78-79 (Milan) e 82-83 (Roma) con partenze lanciate negli anni post-mondiale quando gli juventini, che costituivano l’ossatura della nazionale, dovevano smaltire le fatiche argentine e spagnole. In quanto al rapporto con Berlusconi, non per essere salomonico ma avete detto cose condivisibili entrambi. La flemma del barone era distante anni luce dal culto dell’immagine berlusconiano ed allo stesso tempo il carisma ed il sacro fuoco dello svedese si stavano affievolendo in maniera sensibile. Una delle cose che mi ha sempre colpito di Liedholm era l’imperturbabilità in panchina, a prescindere da qualunque episodio. Un po’ come Borg, mai visto protestare o contestare su un punto. Cultura sportiva nordica o caratteristiche individuali ?

Dane ha detto...

Ma, viste le continue risse negli spogliatoi svedesi direi caratteristiche individuali!... :-D