Non si può dire che quelli di Channel Four non siano fortunati. La televisione commerciale inglese che, come solitamente si fa in Italia con Retequattro, corrisponde al canale numero quattro del telecomando, è stata la prima a portare in Gran Bretagna il quiz “Countdown” oltre a una moltitudine di altre serie e telefilm che hanno fatto la fortuna dell’emittente. Nel 1992 Channel Four decise anche di puntare sul calcio. Non in maniera scriteriata come avrebbero fatto successivamente quelli di ITV - puntando ad acquisire i diritti della Premier League e creando anche una piattaforma digitale che sarebbe fallita di lì a poco -, ma decidendo di puntare sul calcio italiano di Serie A, che mai prima era stato trasmesso in diretta nel Regno Unito.
L’estate del 1992 fu anche quella dell’arrivo in Italia, e più precisamente alla Lazio, di Paul Gascoigne, il mitico “Gazza”, che nel 1990 proprio nel Belpaese aveva trascinato i Leoni inglesi alle porte di una finale mondiale. La scelta di trasmettere il calcio nostrano fu certamente influenzata dall’arrivo a Roma dell’estroso Paul, tant'è che la prima partita teletrasmessa fu Sampdoria-Lazio, giocata il 6 settembre 1992 e valevole per la prima giornata di Serie A 1992/93. Fortuna, dicevamo all’inizio. Così abbiamo voluto chiamare la scelta da parte di Channel Four di essere con le telecamere a Genova quel giorno per testimoniare l’esordio di Paul Gascoigne nel campionato italiano. Ebbene, quel giorno Gazza non giocò, ma il pubblico inglese si godette uno spettacolare 3 a 3 con un immenso grazie sia agli uomini di Eriksson (allenatore della Samp anche se in panchina quel giorno c’era Santarini) che a quelli di Dino Zoff.
Tutte quelle discussioni riguardo al calcio italiano catenacciaro, a quegli squallidi 0 a 0 , al prima non prenderle, sembravano svanite in un caldissimo pomeriggio genovese di inizio settembre.
Il successo fu immediato. Agli inglesi veniva offerto gratuitamente calcio in diretta alla domenica pomeriggio: senza concorrenza, quindi, visto che all’inizio degli anni ’90 non vi era ancora lo “spezzatino” di partite odierno.
Dallo studio il primo conduttore di Football Italia fu James Richardson, che al sabato mattina conduceva anche un programma intitolato Gazzetta e che aveva il compito di dare un’occhiata alla giornata che si sarebbe giocata nella penisola il giorno seguente (i posticipi Sky sarebbero iniziati, con Lazio-Foggia, a fine agosto 1993). Uno dei primi telecronisti delle partite domenicali fu invece il mitico Kenneth Wolstenholme: sì, proprio quello della finale mondiale del 1966, quello del “They think it’s all over over. It is now!”, urlato al microfono proprio nel momento nel quale Geoff Hurst aveva scaraventato nella rete tedesca il quarto gol inglese.
Quasi contemporaneamente alla nascita del programma televisivo, venne ideata anche una rivista dedicata al calcio italiano e che riprendeva il nome proprio dal contenitore di Channel Four. Uno dei principai ideatori della rivista fu John D. Taylor, che dal primo numero dell’ottobre 1992 è rimasto direttore fino a qualche settimana fa. Insieme a lui una serie di giornalisti che hanno amato e tuttora amano il calcio italiano, come Giancarlo Rinaldi, Antonio Labbate, Susy Campanale, Serafino Ingardia e - forse il più conosciuto dal pubblico di Indiscreto - Dominique Antognoni. Il primo numero uscì nell’ottobre del 1992 e nei primi anni non ebbe una cadenza fissa. Dal maggio 1996 a tutt’oggi la rivista ha avuto invece una cadenza mensile.
L’estate del 1992 fu anche quella dell’arrivo in Italia, e più precisamente alla Lazio, di Paul Gascoigne, il mitico “Gazza”, che nel 1990 proprio nel Belpaese aveva trascinato i Leoni inglesi alle porte di una finale mondiale. La scelta di trasmettere il calcio nostrano fu certamente influenzata dall’arrivo a Roma dell’estroso Paul, tant'è che la prima partita teletrasmessa fu Sampdoria-Lazio, giocata il 6 settembre 1992 e valevole per la prima giornata di Serie A 1992/93. Fortuna, dicevamo all’inizio. Così abbiamo voluto chiamare la scelta da parte di Channel Four di essere con le telecamere a Genova quel giorno per testimoniare l’esordio di Paul Gascoigne nel campionato italiano. Ebbene, quel giorno Gazza non giocò, ma il pubblico inglese si godette uno spettacolare 3 a 3 con un immenso grazie sia agli uomini di Eriksson (allenatore della Samp anche se in panchina quel giorno c’era Santarini) che a quelli di Dino Zoff.
Tutte quelle discussioni riguardo al calcio italiano catenacciaro, a quegli squallidi 0 a 0 , al prima non prenderle, sembravano svanite in un caldissimo pomeriggio genovese di inizio settembre.
Il successo fu immediato. Agli inglesi veniva offerto gratuitamente calcio in diretta alla domenica pomeriggio: senza concorrenza, quindi, visto che all’inizio degli anni ’90 non vi era ancora lo “spezzatino” di partite odierno.
Dallo studio il primo conduttore di Football Italia fu James Richardson, che al sabato mattina conduceva anche un programma intitolato Gazzetta e che aveva il compito di dare un’occhiata alla giornata che si sarebbe giocata nella penisola il giorno seguente (i posticipi Sky sarebbero iniziati, con Lazio-Foggia, a fine agosto 1993). Uno dei primi telecronisti delle partite domenicali fu invece il mitico Kenneth Wolstenholme: sì, proprio quello della finale mondiale del 1966, quello del “They think it’s all over over. It is now!”, urlato al microfono proprio nel momento nel quale Geoff Hurst aveva scaraventato nella rete tedesca il quarto gol inglese.
Quasi contemporaneamente alla nascita del programma televisivo, venne ideata anche una rivista dedicata al calcio italiano e che riprendeva il nome proprio dal contenitore di Channel Four. Uno dei principai ideatori della rivista fu John D. Taylor, che dal primo numero dell’ottobre 1992 è rimasto direttore fino a qualche settimana fa. Insieme a lui una serie di giornalisti che hanno amato e tuttora amano il calcio italiano, come Giancarlo Rinaldi, Antonio Labbate, Susy Campanale, Serafino Ingardia e - forse il più conosciuto dal pubblico di Indiscreto - Dominique Antognoni. Il primo numero uscì nell’ottobre del 1992 e nei primi anni non ebbe una cadenza fissa. Dal maggio 1996 a tutt’oggi la rivista ha avuto invece una cadenza mensile.
A dire la verità prima di Football Italia vi erano state altre iniziative editoriali britanniche dedicate al calcio italiano. La più famosa fu senz’altro la fanzine/rivista “Rigore!” ideata da Giancarlo Rinaldi: giornalista di BBC Scotland, contributor di “Calcio Italia” e, giusto segnalarlo, tifosissimo del Queen of the South. Rigore! uscirà fino a metà degli anni ’90 e contribuirà a far conoscere il nostro calcio a 360 gradi. Non solo Serie A, infatti, ma anche tanta B e C, oltre ad analisi dettagliate delle partite e rivisitazioni storiche di incontri e curiosità legate alle squadre italiane.
Tornando al programma televisivo, la seconda partita teletrasmessa fu ancora un match riguardante la Lazio e stavolta si riuscì finalmente a testimoniare l’esordio di Paul Gascoigne in Serie A. Fu un Lazio-Fiorentina e anche questa volta si consumò un festival dei gol, 2 a 2.
La terza, dal punto di vista delle reti segnate anche se non dello spettacolo vero e proprio, fu ancor più un successo con la gara del Franchi dove i Viola sconfissero il neopromosso Ancona con un inequivocabile 7 a 1. Football Italia, programma televisivo e rivista, andarono di pari passo e a braccetto fino all’inizio della stagione 2002/03, quando la rivista, in seguito al disimpegno da parte di Channel Four, decise di cambiare a quel punto il nome della testa nell’attuale “Calcio Italia”.
Per il calcio italiano in Gran Bretagna inizierà così un periodo tribolato. Gli anni d’oro dei primi ’90 sono andati e non ci sono più molti Gullit, Van Basten, Zola e Baggio da mostrare nelle case inglesi. La serie A comincerà così a pagare la sua perdita di appeal a livello internazionale, a vantaggio di campionati come la Premier League inglese e la Liga che televisivamente si vendono meglio. Dopo Channel Four quindi si fa avanti British Eurosport che oltre la partita della domenica pomeriggio deciderà di puntare anche sui posticipi, dato che Milan, Inter e Juve giocano, come oggi d’altronde, quasi sempre alla sera. L’esperimento, che sarà fatto con meno convinzione rispetto a Channel Four, durerà circa un paio di stagioni. Siamo ormai entrati nell’era di Calciopoli e il calcio italiano perderà anche quella poca credibilità che le era rimasta. In Gran Bretagna la serie A va a finire sul canale Bravo, che fa parte del pacchetto di Sky UK ma, per fare un paragone con l’Italia, è come se il massimo campionato inglese venisse trasmesso da FX.
Il canale è ovviamente a pagamento, chi lo guarda cerca altre cose e gli ascolti della serie A crollano. Tanto che Bravo decide di non aspettare nemmeno la fine della stagione e nel dicembre 2006 decide di non trasmettere più nessuna partita italiana. Nell’estate 2007 si fa avanti l’emittente in chiaro Five, con un progetto concreto e con un entusiasmo che sembra simile a quello mostrato qualche anno prima dal quarto canale. A condurre il programma c’è Mark Chapman, affiancato da Laura Esposto, modella nota al pubblico italiano per aver lavorato a Milan Channel. La trasmissione non è male: c’è passione e competenza, ma alla fine dell’anno si decide di non proseguire con il rinnovo del contratto.
La terza, dal punto di vista delle reti segnate anche se non dello spettacolo vero e proprio, fu ancor più un successo con la gara del Franchi dove i Viola sconfissero il neopromosso Ancona con un inequivocabile 7 a 1. Football Italia, programma televisivo e rivista, andarono di pari passo e a braccetto fino all’inizio della stagione 2002/03, quando la rivista, in seguito al disimpegno da parte di Channel Four, decise di cambiare a quel punto il nome della testa nell’attuale “Calcio Italia”.
Per il calcio italiano in Gran Bretagna inizierà così un periodo tribolato. Gli anni d’oro dei primi ’90 sono andati e non ci sono più molti Gullit, Van Basten, Zola e Baggio da mostrare nelle case inglesi. La serie A comincerà così a pagare la sua perdita di appeal a livello internazionale, a vantaggio di campionati come la Premier League inglese e la Liga che televisivamente si vendono meglio. Dopo Channel Four quindi si fa avanti British Eurosport che oltre la partita della domenica pomeriggio deciderà di puntare anche sui posticipi, dato che Milan, Inter e Juve giocano, come oggi d’altronde, quasi sempre alla sera. L’esperimento, che sarà fatto con meno convinzione rispetto a Channel Four, durerà circa un paio di stagioni. Siamo ormai entrati nell’era di Calciopoli e il calcio italiano perderà anche quella poca credibilità che le era rimasta. In Gran Bretagna la serie A va a finire sul canale Bravo, che fa parte del pacchetto di Sky UK ma, per fare un paragone con l’Italia, è come se il massimo campionato inglese venisse trasmesso da FX.
Il canale è ovviamente a pagamento, chi lo guarda cerca altre cose e gli ascolti della serie A crollano. Tanto che Bravo decide di non aspettare nemmeno la fine della stagione e nel dicembre 2006 decide di non trasmettere più nessuna partita italiana. Nell’estate 2007 si fa avanti l’emittente in chiaro Five, con un progetto concreto e con un entusiasmo che sembra simile a quello mostrato qualche anno prima dal quarto canale. A condurre il programma c’è Mark Chapman, affiancato da Laura Esposto, modella nota al pubblico italiano per aver lavorato a Milan Channel. La trasmissione non è male: c’è passione e competenza, ma alla fine dell’anno si decide di non proseguire con il rinnovo del contratto.
La Serie A 2008/09 non è su alcuno schermo di emittenti britanniche. Sky Uk preferisce trasmettere la Liga spagnola, ritenuta più spettacolare e in alcuni casi anche bacino di reclutamento per la ancora più ricca Premier League. L’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, più volte si è lamentato della mancanza d’appeal della Serie A all’estero. Forse questo è un caso esemplare.
3 commenti:
Altri tempi, quando si vedeva la Serie A su Channel 4. Mi hanno detto che il prezzo per i diritti quest'anno era troppo alto. Comunque, mi ha stupito che dopo l'arrivo di Beckham nessuno ha pensato di fare vedere almeno le partite del Milan in Gran Bretagna.
si effettivamente Beckham sarebbe d'appeal per la televisione inglese.
Se nella prossima stagione dovvesse vestire ancora il rossonero, qualcuno da quelle parti ci penserà senz'altro.
Ragazzi, gli inglesi non hanno l'anello al naso: qualcuno in Italia comprò le partite del campionato svizzero quando ci andarono a giocare Tardelli e Antognoni?!...
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