Kraft, ragionamenti buoni dal mondo

di Roberto Gotta
Il sistema dello sport professionistico americano presenta qualche difettuccio, ma nel suo complesso è perfetto, se si ama lo sport in sé e non si è solo tifosi. Come noto, tutto è strutturato in modo che ci sia uguaglianza competitiva e di mezzi tra le squadre, lasciando che siano gli uomini con le loro decisioni, non i soldi, a fare la differenza (il baseball è messo un pochino peggio, ma la filosofia di base è quella). Ovvero, se hai dirigenti capaci crei grandi squadre, altrimenti diventi patetico, come lo sono da anni alcuni club. Ci si deve mettere alla prova, come del resto è naturale in una nazione in cui esistono furbi, delinquenti (vedi Bernie Madoff) e raccomandati, ma in una misura anche inferiore rispetto ad altre. Il calcio europeo è invece sempre stato libero, ingiusto, non competitivo: da un giorno all'altro arriva lo sceicco (caso Manchester City) o un suo simile e può spendere 200 milioni di euro, perché non esiste un tetto salariale né alle spese. Una situazione da Vecchio Continente, senza regole, senza rispetto per lo spirito dello sport. E qualcuno comincia non solo ad accorgersene, ma anche a prendere decisioni di conseguenza: durante una curiosa conferenza sullo sport e business al MIT, il Msssachusetts Institute of Technology, è emerso che Jonathan Kraft, figlio di Robert e dunque esponente della famiglia che dopo avere acquisito i New England Patriots li ha amministrati benissimo conquistando tre Super Bowl, si era interessato all'acquisto di una squadra di calcio europea, ma ha lasciato perdere dopo avere studiato bene la situazione. Ed avere compreso che non è possibile gestire bene un club quando non sai mai esattamente quali saranno le spese e le entrate. Troppo rischioso sfidare "gli oligarchi russi", così li ha definiti, se non puoi gestire la tua società in maniera sensata, con un budget definito e ragionato. Nello sport europeo, invece, succede questo: uno spende, spende, spende fin che ne ha, magari vince un trofeo o due nel disprezzo dello spirito sportivo, poi scopre di non potercela più fare e si defila. Uno spettacolo triste, e rituale.
(per gentile concessione dell'autore, fonte: Vecchio23)

70 commenti:

spike ha detto...

Vero. Infatti vogliono fare la superlega :( !

Simone ha detto...

Questo eccellente articolo dovrebbe essere postato sul Muro del Calcio.
Ma,tra l'esegesi di Mourihno e quelli-che-il-gol-di-turone-era-regolare,molti non lo comprenderebbero appieno.

spike ha detto...

@Simone.
L'esegesi di Mou m'ha ammazzato!

jeremy ha detto...

Simone non è una questione calcistica: è una questione di cultura economica. Comunque condivido appieno la visione di Kraft: abituato al modello pro USA chiunque rimarrebbe lontano anni luce dal modello europeo basato sul nulla manageriale.

Italo Muti ha detto...

Però, volete mettere lo charme dell'acquisto escatologico di un Viudez tendente a - infinito? Poi ci pensa Lagrange
Italo

spike ha detto...

"lo charme dell'acquisto escatologico di un Viudez tendente a - infinito" :D

Simone ha detto...

@Jeremy:lo so,ma il calcio riesce sempre a scavare:verso l'infinito abisso...
@Spike:trent'anni fa il Nottingham Forest vinse la sua prima Coppa Campioni. Non è forse nemmeno più lo stesso gioco;si è trasformato in altro...
Un notissimo dirigente pallonaro,qualche anno fa, acquistò durante l'intervallo di un preliminare di Coppa un giocatore della squadra avversaria.
Siamo oltre il dadaismo...

jeremy ha detto...

Simone faccio fatica a trovare qualcuno che avrebbe paragonato il calcio al dadaismo. Sei un fenomeno!!

Simone ha detto...

"L'arte funziona in maniera diversa dal calcio:è dalla posizione di fuorigioco che si segna la maggior parte dei gol."
Salvador Dalì
p.s. Evvai col surrealismo!

Pierfrancesco ha detto...

a me, al netto degli eccessi e degli sceicchi, non dispiace affatto il modello europeo; non è il migliore dei mondi possibili, ma non c'è venuto addosso dal cielo, fa parte della nostra tradizione, culturale, economica ed anche sportiva.
Noi non abbiamo la mentalità da franchigia, che ha i suoi pro indubbiamente (vedi il tetto salariale e la possibilità teorica di far partire tutte le squadre alla pari da un punto di vista tecnico, oltre che economico) e i suoi contro (ditemi quello che vi pare, ma io le leghe chiuse, i blocchi delle retrocessioni e l'impossibilità per le piccole di accedere nell'Olimpo li vedo come fumo negli occhi: sarà che tifo Cosenza e non Milan).
Quando mai, con un sistema americano, avremmo visto lo scudetto del Verona, il Catanzaro che fu e la Reggina odierna in serie A (vabbè, quello Dio poteva evitarmelo), la serie A di un quartiere (Chievo, e sempre a spese del Cosenza, i ricordi sono masochistici), il Vicenza di Paolo Rossi, eccetera?
Resto sempre dell'idea che lo spettacolo del calcio non sia nei colpi di tacco o nelle giocate meravigliose dei grandi fuoriclasse, ma nella passione che i popoli riversano nel meraviglioso gioco della Palla Che Rotola. In Europa, alla faccia delle franchigie, quella passione abita in provincia come e più che nelle metropoli. Una passione che unisce in comunità le città medie, grandi, enormi, ed i paesini, che alla domenica affollano la tribunetta del campetto di Prima Categoria per tifare per i fucsia-lilla del cuore.

Sono pronto a scendere in piazza e a dare battaglia ogni volta che salta fuori l'idea di una super-lega d'Europa, ogni volta che un Berlusconi (che quando non si qualifica per la Champions pretende una wild card perché "noi siamo il Milan"...) o un De Laurentiis parlano di Serie A accessibile solo a chi può garantire tot spettatori, ogni volta che si parla (o si è parlato) di "Napoli grande piazza che DEVE essere ripescata, non può stare in serie B", eccetera.
Ci sarebbe anche il discorso inverso, è vero: parità di basi di partenza che permetterebbe alle "piccole" di spendere quanto le grandi e di poter arrivare ai giocatori migliori, lasciando alla bravura dei talent scouts, e non alla capacità delle tasche, il risultato finale. Ma qualcosa mi dice che quelle "piccole", si fa per dire, per restare in Italia al massimo si chiamerebbero Napoli, Fiorentina, magari Palermo... e forse -potrebbe non essere così peregrino il timore- "Città di Roma" e "Città di Genova", Roma/Lazio e Genoa/Samp unificate perché non ci sarebbe spazio per le entità storiche dei singoli club, e per la tradizione.
E sarebbero comunque queste le "piccole": altro che Cosenza, Reggina e Chievo, rischieremmo di giocarci perfino l'Udinese europea.

Lo so che gli eccessi nel nostro sistema ci sono. Lo so che se domani arriva uno sceicco, come è successo al City, spariglia le carte e si muovono soldi e campioni alterando i valori tecnici in campo. Ma se questo è un eccesso e andrebbe arginato, il calciomercato non lo è, fa parte della nostra cultura, al contrario del rating, della prima scelta.

Roberto Gotta ha detto...

Lo scudetto del Verona è il titolo NCAA di Villanova o della Milan High School nel torneo dell'Indiana, loro hanno entrambi i mondi, quello raffinato e quello èpiù ruspante. Guarda caso a livello di college si verificano situazioni come da noi i tifosi del Parma che in trasferta offrivano i panini con il culatello ai proprio giocatori. Credo di avere più volte scritto che la realtà sportiva italiana è molto più simile a quella universitaria che non a quella professionistica, o meglio da noi si pretende sempre di avere il meglio dell'una (stanzialità di un club) e dell'altra. Non per nulla là ogni piccola città ha la scuola superiore per cui tifa e può avere un college che per i residenti vale più di qualsiasi squadra NFL o NBA, la passione è la medesima. Due modelli diversi e inconciliabili, per questo il signor Kraft se n'è rimasto là. Mai pensato che qui si possa trapiantare un metodo che non è nostro, però mi piacerebbe assai (e io nel calcio tifo per una "grande", la mia squadra ci rimetterebbe pure, ma pazienza) vedere come se la caverebbero certi tromboni del calciomercato con un tetto salariale. Poi, tornando agli americani, un Randy Lerner ci mette soldi suoi e gestisce bene l'Aston Villa (penso che tutti conosciate la storia del generale Krulak) mentre i Gillett e Hicks in pratica ipotecano il Liverpool per poterselo pagare, due approcci completamente diversi.

Dane ha detto...

@Jeremy: è anche una questione culturale. Il calcio europeo è fatto di identificazione, quello americano di intrattenimento.
p.s.: poi certo, riempeindo la squadra del quartierino di stranieri, il calcio europeo si è imbastardito ed è andato a male...

@Simone, d'accordo su tutto però tutto questo tuo snobismo nei confronti del Muro non è molto elegante...

@Pierfrancesco: al contrario, col sistema americano il tuo Cosenza, una volta avuti i requisiti per entrare nel campionato, avrebbe le stesse possibilità di vincere di Inter e Juve. Sputaci sopra...

Tani ha detto...

Roberto: Chapeau. E proprio quel sistema, non perfetto, ma ottimo, che permette agli Ducks di vincere la Stanley Cup o ai Leafs, che non vincono da 40 anni, di avere i bilanci sanissimi. Pero è troppo facile per i Galliani di turno dare la colpa agli stadi di proprieta. Per stare al calcio, "tanto caro" a Simone, provate a immaginarvi un Joe Dumars o un Mitch Kupchak contemporaneamente GM dei Pistons o dei Lakers e NBA Commissioner...Stavo per rispondere a Pierfrancesco, ma vedo che hai risposto benissimo.

Simone ha detto...
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Simone ha detto...

@Dane:dai che è divertente. Poi sul Muro dello Sport non è ancora arrivato il pirata francese della Nuova Orleans.
You know what I mean,dude...

Dane ha detto...

Simone, sarà divertente per te, ma sentir dire che chi perde tempo a parlare di Mourinho non ha l'intelletto per capire un bel pezzo di Gotta non mi pare esattamente un complimento.
Tu parli sempre e solo di fisica quantistica, massimi sistemi, poetica romanticistica, record dell'ora di Merx e schemi di Phil Jackson?!... ;-)

Calvin ha detto...

schemi di phil jackson? quali schemi?:D

Pierfrancesco ha detto...

restano però due considerazioni di fondo: la prima è che lo sport "ruspante" e quello pro in America sono due mondi lontanissimi e chiusi a tenuta stagna. Correggetemi se sbaglio, ogni cittadina ha la sua scuola o il suo college che vale ciò che sono i Lupi perm Cosenza e provincia (e questo lo sappiamo, lo abbiamo imparato da mille film americani, teenageriali e non): però hai voglia che la High School di un paesino dell'Arkansas (di quelli graziosi fatti tutti di villette a schiera, bowling e viali alberati) vinca ogni possibile partita da qui all'eternità, non c'è verso di poter entrare nella NBA.
Giusto?
Campione regionale, campione di contea, campione di stato, il quarterback (passando al football) si tromba la capo-cheerleader, che è la solita biondazza dietro cui tutta la scuola sbava, c'è il classico serial killer che uccide le studentesse del college e poi si scopre che è l'affascinante professore di filosofia o la studentessa traumatizzata da uno stupro (scusate, mò stavo seguendo la trama del film teenageriale del tipo thiller-horror), eccetera eccetera... possono diventare Campioni di Tutto ma la NBA del basket o la NFL del football a livello di squadra (e paesino) se la sognano.
Al limite in NFL ci va il quarterback, se è scampato al massacro del serial killer (anzi, di solito l'assassino lo scopre lui).

La seconda considerazione è legata alla prima, perdonate la logorrea: voi dite che con questo sistema il Cosenza potrebbe competere con Inter e Juve per lo scudetto, per il tetto salariale e la possibilità della prima scelta eccetera. Scusate, ma avevo già considerato questa possibilità anche nel precedente post. Resto però dell'idea che il Cosenza manco ce lo farebbero avvicinare, al supertorneo che dovrebbe assegnare lo scudetto.
Perché va da sé che se accettiamo il tetto salariale ed il rating, dobbiamo accettare anche l'altra faccia della medaglia, ovverosia il blocco delle retrocessioni e l'impossibilità di accesso all'olimpo mediante vittoria del campionato di categoria inferiore.
Quante squadre ci vogliamo in questa Lega? Sedici, magari con playoff e finale?
E li sappiamo benissimo i sedici nomi delle sedici città che sarebbero ammesse (manco "sedici squadre": sedici città. Scordatevi Roma e Lazio, parteciperebbe un "Città di Roma" e basta).
Dane dice che al Cosenza basterebbe "avere i requisiti". Per me, bliancio sano a parte, gli unici requisiti necessari per andare in serie A dovrebbero essere uno stadio a norma (con capienza decente: ed il San Vito va benissimo, coi suoi 24/30mila posti a seconda delle norme) e la vittoria del campionato di serie B. Per chi vagheggia Superleghe e franchigie americane, ci sarebbero ben altri requisiti da soddisfare, e li immaginiamo benissimo.
Al sud, ad esempio, non dovresti chiamarti Cosenza, ma Napoli, o al più Palermo o Bari.
Per il Cosenza, con la sua maglia a bande rossoblu forse non abbastanza telegenica, coi suoi appena duecentomila abitanti considerando l'area urbana, col suo scarso appeal per le poche Coppe dei Campioni vinte e col suo apporto di spettatori che si assesta sui ventimila o venticinquemila al massimo, c'è pronta una bella Lega B da giochicchiarsi con Messina, Como (no, Como no, meglio non rischiare di distogliere spettatori da San Siro in lega A), Piacenza e simili.
Beh, no, grazie. Lo scudetto non lo vincerò mai e chissà se mai salirò in serie A (ah, maledetto quel palo con l'Udinese alla penultima giornata del campionato 88-89...!), ma al sogno di riuscirci proprio non so rinunciare.
Forza Lupi!

Dane ha detto...
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Dane ha detto...

Pierfrancesco, il bacino d'utenza non è l'unico requisito nello sport americano. Poi, il tuo discorso lo capisco benissimo, ma un Lecce come quello di Corvino poteva strappare benissimo il posto del Napoli. Magari anche il Cosenza ci riuscirebbe con una gestione oculata, senza aspettare il mafioso di turno che ti porti in A prima di farti fallire...

Pierfrancesco ha detto...

eh he he, Dane, lasciando stare la battuta che mi verrebbe sul mafioso di turno e sul fallimento senza manco passare dalla A (mmmpppffhhhh...!!!), il tuo esempio Napoli / Lecce ci starebbe in un mondo perfetto.
Ora sintonizzati su Cialtronia e immagina il Napoli estromesso dalla SuperLega A perché Il Lecce, non so, ha i bilanci più in regola (e garantisce ALMENO la metà degli spettatori del Napoli): cosa succederebbe dieci secondi dopo?

...Guarda, i napoletani, in piazza a migliaia o forse a decine di migliaia, a bruciare i cassonetti e le auto in sosta, e a marciare verso la sede della FIGC o della Lega, sarebbero persino preferibili (e di gran lunga) ai giornalai medioservi che dandogli corda comincerebbero a urlare "vergogna, scandalo, furto" e a strepitare sul "meraviglioso e appassionato pubblico di Napoli".
NO, dico, Dane, ma tu saresti in grado di reggere con lo stomaco un servizio di Studio Aperto (!!!) sulle "nuove cinque giornate di Napoli"? Saresti in grado di reggere le venti puntate che ne tirerebbe fuori Biscardi redivivo? Ed il Corriere dello Sport, ma pure la Gazzetta, riesci ad immaginarteli?
"Estromessa Napoli dal calcio che conta", saremmo ad un passo dal trasformare il Quirinale in una nuova Bastiglia da assaltare "...se non si rimette tutto a posto, giù le mani dal glorioso Napoli".
Ma se hanno cavalcato a lungo persino l'idea del ripescaggio in serie A "di diritto" di Napoli solo perché... era Napoli!!!

E qualcuno prenderebbe in considerazione Cosenza ed il Cosenza per questa FantaLega, qdunque?
No, no, per carità. Promozioni, retrocessioni, la serie A legata ad un gol o ad un palo (ah, la tauromachia!)... mi tengo il caro vecchio modello europeo... e pazienza se gli sceicchi portano Robinho e quasi Kakà al City, e in Champions vanno avanti solo le inglesi...

Dane ha detto...

Pier, ma infatti io non ho mai detto che il modello italiano sia fattibile in Italia! :-D
Penso solo che sia migliore da un punto di vista sportivo...

p.s.: poi dal punto di vista culturale possono esserci delle riserve, il tuo atteggiamento lo dimostra... ;-)

Simone ha detto...

"Il triangolo no/Non l'avevo considerato..."
@Dane:Ricordi di famiglia.Pensa che nel cassetto ho una foto con l'avvocato Prisco. Avevo 6-7 anni e la bandierina del Milan(!);il Peppino mi rimproverava per la scelta di vita sciagurata(!!).
E rideva...
Posso dichiararmi schifato e/o inorridito dal calcio post-Heysel in poi?
E' un'opinione personale,da amante tradito e snob...
@Pierfrancesco:Green Bay nel Wisconsin fa 100000 abitanti,con l'intera contea saranno 250000.
I Packers sono una delle franchigie simbolo della Nfl e tra le più vincenti:c è SEMPRE il sold out allo stadio e la lista d'attesa per un abbonamento può durare 35 anni!Non c è paragone con la realtà europea,che è deflagrata nel corso degli anni ottanta...e non solo nel calcio.

Dane ha detto...

Simone, puoi far tutto quello che vuoi e ne hai ben donde. Non puoi denigrare chi invece continua a seguire il calcio, visto che potrebbe dire le stesse cose sul tuo basket o sul tuo ciclismo... ;-)
Anch'io rimpiango lo sport di una volta, per questo scado spesso nel ricordo dei Di Stefano e dei Sindelar e preferirei parlare di caratteristiche tecniche delle diverse scuole o di tecnica per calciare (diversa tra Europa e Sudamerica). Qua l'unica cosa che conta invece è la moviola e il calciomercato, e se tenti una digressione arriva il cretino che ti dice che i ruoli non esistono più.
Ma non mi sento un demente perchè accetto di parlare di Mourinho, ecco...

jeremy ha detto...

SImone idem piu o meno a Buffalo, dove pero ogni due per tre si deve smentire il passaggio di franchigia altrove. Ps a proposito Roberto (seguo sempre il tuo blog ma mi risulta complicato chiederti qualcosa): novità sul trasferimento dei Bills? Il mio era un discorso legato a Kraft, che da manager di un impero multinazionale trova orride le regole dell'investimento nello sport pro Europeo e se ne tiene alla larga.

jeremy ha detto...
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jeremy ha detto...

Dane, guarda per me Simone puo sparare merda sul calcio per il resto dei suoi giorni. A prescindere che un suo diritto in quanto essere umano pensante, ma la sua preparazione su basket ciclismo e quant'altro mi fa perdonare il suo snobbismo colla puzza ar naso per il vile pallone a esagoni e pentagoni....Certo basta che non esageri e ci tratti tutti come trogloditi....

Dane ha detto...

Jeremy, il problema non è se tratta con la puzza sotto il naso il calcio, il problema è se tratta con la puzza sotto il naso chi segue il calcio.
Se Simone dice che il delinquente da curva che rovescia i cassonetti quando la sua squadra perde è troppo decerebrato per capire il pezzo di Gotta lo posso accettare, che dica la stessa cosa di chiunque parli di Mourinho sul Muro no...

Simone ha detto...

@Dane e Jeremy:E il "mio" biathlon?
"Mi sono imposto di contraddirmi per evitare di confermare il mio gusto personale."(Marcel Duchamp)
Tempo fa si parlava delle imbarazzanti contese pallonare in gonnella.
Avete mai visto giocare Marta Vieira da Silva?
La signorina ci sa fare...

Tani ha detto...

Giocare una partita intera no, ma visti i highlights, sei sicuro che il testosterone non c'entra niente?

Simone ha detto...

@Tani:il mio o quello della signora Marta?:-D

Tani ha detto...

hahaha. Vista la sua provenienza, e l'agilità, rarissima per una donna, mi sono venuti dei dubbi se le tette della signora sono frutto di madre natura o padre testosterone. I hope you use your level of testoterone for somthing better than the soccer lady...

Simone ha detto...
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Simone ha detto...

@Tani:Oh yeah,much better than soccer lady...
Tra le regole d'oro blatteriane c è l'eliminazione dell'antidoping.
Adesso è il festival del Dhea,un preormone che incrementa massa muscolare e recupero.
E poi c è tutto il resto...

Roberto Gotta ha detto...

Niente ancora di sicuro, sui Bills, ma ora con l'arrivo di Terrell Owens contano di dare il cosiddetto segnale forte. Non lo hanno preso per vendere biglietti perché da quel punto di vista con qualche accorgimento intelligente (ovvero avere partite casalinghe perlopiù prima del gelido dicembre, e in quel mese solo New England ed un'altra di richiamo) sono a posto, ma per far capire che vogliono fare qualcosa per elevare il loro grado di competitività in una division cresciuta molto. Lo so che risulta complicato chiedermi qualcosa se uno si basa sul blog, ma per come sono fatto, starei a rispondere dettagliatamente a qualsiasi osservazione, positiva o negativa, e non lavorerei più, ecco il motivo dei non-commenti. Mi conosco troppo bene.

eltopo1971 ha detto...

i buffalo bills dei primi anni 90 hanno il privilegio di avermi causato più mal di fegati dell'inter..
e ce ne vuole..

jeremy ha detto...

Grazie Roberto e non ti preoccupare per le domande: è anche colpa mia che mi rompo a mandarti un'email quando vorrei chiederti qualcosa sui tuoi articoli del blog!! :-))))

jeremy ha detto...

Eltopo, mi sembra normale: pensa se l'Inter avesse perso 4 finali di Champions consecutive....

Calvin ha detto...

simone uno con la tua cultura non mi puo' mettere la triangle post offense tra gli schemi di jackson, altrimenti che facciamo? mettiamo la princeton offence tra gli schemi di adelman? poi bella forza fare il triangolo con Jordan, Pippen, Harper, Rodman, Shaq, Kobe, Horry, Fisher, etc. etc. etc.

Simone ha detto...

@Vincenzo:infatti è il parto di quel genio di Tex Winter.E la Princeton del senor Pete Carril. Ma anch'io sono dell'idea che con Jordan e Pippen in squadra si sarebbe vinto anche con la ruota di Gomelski...

Calvin ha detto...

ecco adesso si', senno' poi quei burini che seguono il calcio pensano che noi appassionati di nba siamo altrettanto superficiali :D

jeremy ha detto...

Vincenzo dopo gli elogi altrove ti sei guadagnato un va a cagher bello fresco!!

Simone ha detto...

...è vevamente inconcepibile tutta questa passione nazionalpopolave pev un gioco che si espvime coi piedi. Adesso mi consolo viguavdando per la tventesima volta Stalkev di Tavkosky...:-)

jeremy ha detto...

Simone, ora ti insulto pesantemente: te lo meriti il ritorno di Armstrong, te lo meriti....

Simone ha detto...

No,la kriptonite no...
Pensa al santino di Zomegnam.
Yoghi e Bubu in diretta Rai che ne cantano le virtù.
Lenzarmstro di qui,lenzarmstro di là.
Devo appassionarmi al cricket...

jeremy ha detto...

Mancano solo due giorni. hai due alternative: o lo guardi e resisti almeno alle immagini ma senza sonoro oppure non lo guardi e ti perdi la Milan-Saint Paddle (come faro io, porcaccia). Pero l'apologia di Lenzarmstronz sara sicuramente da antologia....

Simone ha detto...

Anch'io sarò via,quindi la vedrò in differita. Vent'anni fa ero sul Poggio e passò per primo Fignon con il viso infangato;sembra ieri..

dag_nasty ha detto...

Concordo con le osservazioni di Pierfrancesco, il modello americano sarà anche le perfezione etico-manageriale, ma non mi sembra più romantico o capace di raccontare storie di sport più belle di quello europeo.
Del resto io sono un appassionato, non sono il contabile della Lega Calcio o il ministro dello sport (in quel caso probabilmente avrei opinioni vicine a quelle di Gotta). Cosa me ne frega se il Liverpool compra i giocatori ipotecando se stesso? Io guardo le partite, punto.
Ed è verissimo che un Chievo in America non ce lo facevano manco entrare nello sport che conta, con il bacino che si ritrova.
Gotta dice che quella parte ruspante dello sport USA sta all'università? Ma scusate quello, per quanto affascinante possa essere, rimane un campionato giovanile, con contenuti tecnici ovviamente più bassi dello sport di vertice.
Per dire: uno del livello di Pellissier sarebbe un fior di professionista in USA, mica un imberbe ragazzino viziato che ascolta rap con le braghe fino alle caviglie.
Insomma io voglio un po' di sport ruspante, ma con in campo i campioni. E l'America questo proprio non ce l'ha.

Dane ha detto...

Dag, come ho detto è un fatto di cultura: noi siamo epr l'dientificazione gli americani per l'intrattenimento. Il punto è che, siccome anche in Europa non esiste più l'identificazione (spiegami perchè, a parità di stranieri, un ragazzo di Treviglio dovrebbe tifare Atalanta o uno di Carate Brianza Monza invece che Inter...) e si rincorre lo spettacolo, allora tanto vale agognare un sistema più sano come quello americano: invece di fare come in Europa, dove formalmente ci si absa sul merito ma alla fine fanno vicnere il più "bello" perchè così vogliono gli sponsor.
Non sono d'accordo sul valore dello sport universitario che in Europa confondiamo erroneamente col livello Campionato Primavera: il campionato NCAA è spettacolo puro, poche palle...

p.s.: negli USA forse no, ma nella vecchia Germania dell'Est il Chievo ce l'avrebbero fatto entrare eccome!... :-D

Calvin ha detto...

jevemy cavo che modi! cazzo mi e' caduto il monocolo :D

noticina: ero in texas un paio di mesi fa, vi assicuro che lo sport del college procede in parallelo con le leghe pro, sono proprio due cose diverse, e la maggior parte delle partite di college sono piu' sentite della media partita di regular. per capirci, ad austin c'erano piu' bandiere e striscioni per la partita contro bell state di quante ce ne fossero a San Antonio per il derby texano con in Mavs. insomma, il college non e' la serie B delle leghe pro, e' semplicemente un'altra cosa...

dag_nasty ha detto...

NCAA spettacolare per tutto quello che rappresenta, per quello che ci sta intorno, per le storie incredibili, ecc., ma sono giocatori giovani e ovviamente ancora non sono forti e preparati come saranno qualche anno dopo. Negli sport di squadra con gli anni si cresce a livello mentale e di esperienza e questo genera i fuoriclasse. E lo spettacolo inarrivabile che ne consegue.
È un campionato "di leva": io voglio tutti i più forti di qualunque età messi insieme: questo io lo chiamo spettacolo.

Poi alla fine sono gusti: visto che ci faccio il dirigente, io trovo il campionato di calcio di 4a lega ticinese appasionante e bellissimo...

jeremy ha detto...

Che pirlone che sei Vincenzo!!:-)) Comunque concordo: come senso d'appartenenza i miei cugini sono piu legati all'high school e al college rispetto ai Buffalo Bills o ai Sabres.

Dane ha detto...

Dag, non so di cosa tu stia parlando: io a vedere una partita di NCAA mi diverto più che a veder la finale del campionato di A1 italiano...

dag_nasty ha detto...

Stavo semplicemente parlando del fatto che un campionato giovanile (perchè questo è: se mi dimostri il contrario birra offerta!) non può avere al suo interno i fuoriclasse (quantità e qualità) che ha un campionato "all ages" di vertice.
Discorso capzioso e inintelleggibile, lo so, ma che ci vuoi fare sono davvero strano e talvolta oscuro.

Poi come ti dicevo sono gusti: in Holly e Benji i ragazzini riempivano gli stadi e non è nemmeno detto che uno guardi lo sport per gustarsi i fuoriclasse, c'era chi adorava Sacchi...

Calvin ha detto...

beh per tifare non hai bisogno di fuoriclasse ma di identificazione, e tra comunità e scuole c'e' una fortissima identificazione.

spettacolo e intrattenimento invece richiedono le superstar. ed e' quello che offrono le leghe pro. ma sono due cose totalmente diverse! se hai visto un evento sportivo negli states scommetto che anche tu ti sei stupito a vedere quanta gente si assenta per quarti d'ora interi a prendere da bere, da mangiare, a chiacchierare al bar con gli amici ecc.

dag_nasty ha detto...

Hai pienamente ragione Vin, io semplicemente dicevo che negli States o c'è l'intrattenimento di altissimo livello (NBA) o c'è la super-passione (NCAA), ma senza gli atleti di punta. In Europa abbiamo la fortuna di veder le due cose coincidere e non mi pare poco. Ovvio che bisogna scendere a quelche compromesso e turarsi il naso di fronte agli oligarchi.

Dane ha detto...

Dag, parli del campionato NCAA come se fosse il campionato Primavera di calcio: non è così, il livello è molto più alto e molto più vicino ai Pro. Questo sto cercando di farti capire.
Il campionato NCAA è come vedere un torneo fatto da Pato, Balotelli, Bojan, Walcott, Santon, etc...
Schifo?!...

dag_nasty ha detto...

No, anzi visto così è una figata. Ma allora perchè nel mondo seguiamo tutti l'NBA quando abbiamo il basket universitario che è molto meglio?

jeremy ha detto...

Dag, ma infatti la March Madness è seguita in tutto il mondo e negli USA è una stilla sotto le finali degli sport Pro (credo che sia superiore anche alle finali di Stanley Cup)....

Simone ha detto...

@Dag Nasty:perchè gli attori dell'Nba sono il meglio espresso da quel mondo,del quale l'Ncaa è serbatoio.
Se non tifi per qualcuno vai a cercare il gesto tecnico e lo spettacolo:la lega di Stern è costruita su questi parametri. Poi c è il marketing che infiocchetta il prodotto.
Difficilmente potrai confondere un assolo di Kobe con quello di un sophomore di USC.

dag_nasty ha detto...

jeremy, vorrei andare a chiedere i nomi dei giocatori delle squadre finaliste NCAA a 100 appassionati di basket in giro per il mondo e poi fare lo stesso con la finale NBA. Secondo te dove se la cavano meglio?

Sulla popolarità negli States invece è verissimo, probabilmente sta sopra anche alla finale NBA.

Straw61 ha detto...

il basket NCAA è seguitissimo perchè è sport scolastico e dunque molto più sentito dalle singole comunità, la passione è enorme e nemmeno lontanamente paragonabile ad un discorso di "tifo" NBA...per il discorso livello di gioco, anche se l'NBA non è certo quella dei decenni scorsi, siamo ad anni luce di distanza...ci sono sì i Pato, Balotelli, Walcott etc., ma appunto solo quelli, cioè un manipolo di potenziali fuoriclasse in un mare magnum di mediocri e pipponi...

jeremy ha detto...

dag, parlavo di evento March Madness poi è chiaro che conosciamo molto di piu la NBA.

dag_nasty ha detto...

Esattissimo Straw!
Io continuo a pensare che smettere di tifare quando arriva il bello (cioè quando avresti a disposizione tutti quelli bravi assieme) è una stranezza tutta americana. Ovviamente capisco il motivo: l'appartenenza. La franchigia è un circo itinerante mentre la squadra universitaria resta nei cuori. Ma non posso che restare perplesso.
Come dice Dane è questione di cultura diversa.

Dane ha detto...

Straw, la NBA è ad anni luce, quando vedo una partita di calcio campionato Primavera mi rompo i coglioni, una partita Ncaa invece se la vedi con la TV sfocata fai fatica a distingerla immediatamente dall'NBA...
La differenza c'è, ma il campionato NCAA è molto più guardabile di un Olimpia-Montepaschi, abbi pazienza...

Roberto Gotta ha detto...

Arrivo tardi perché ero in viaggio, già altri hanno risposto adeguatamente all'osservazione secondo la quale gli americani sono per l'intrattenimento e noi per l'identificazione: questa unione americano=intrattenimento può valere per non-sport quali alcune discipline che si vedono su ESPN2, ma è invece proprio l'identificazione che sul puro piano della passione rende ad esempio il torneo di high school dell'Illinois l'avvenimento di cui si parla di più a Chicago, in questi giorni, assieme al torneo NCAA. I Bulls passano in secondo piano, l'attenzione è per lo sport universitario e scolastico, se ne fregano se non si tratta di giocatori che tra due anni vedremo nella NBA, a loro basta che rappresentino il college, la comunità. Identificazione, appunto. Due anni fa la finale del torneo di high school dell'Illinois finì 31-29 dopo un supplementare, con il point man della squadra vincitrice (Derrick Rose!), a tenere la palla stretta tra le braccia per un tempo infinito, senza muoversi, prima di partire per l'azione decisiva. Dal nostro punto di vista uno spettacolo inguardabile. Secondo il criterio americani=intrattenimento a partite del genere non dovrebbe assistere nessuno, invece il Civic Center di Peoria era pieno così. E ricordano solo che i ragazzi della Simeon HS hanno vinto il titolo, non che il 90% di loro non vale nemmeno il livello NCAA. Ora scusate se non potrò rispondere ad altre osservazioni ma ho di fronte 3-4 giorni in cui le residue energie mentali devo dedicarle al lavoro. Ciao a tutti

Italo Muti ha detto...

@Dane
Una volta non era così. Non vedevamo l'NBA, ma Ignis, Mobilquattro, Virtus Bologna, Simmenthal, ci bastavano e avanzavano. Morse, Jura, Menghin,Recalcati etc, etc, avevamo l'identificazione e anche l'intrattenimento. C'erano anche più campioni, decisamente un livello maggiore. Finisco qui, altrimenti il direttore, sull'onda della malinconia dei tempi andati potrebbe fare un gesto inconsulto.
Italo

dag_nasty ha detto...

Roberto si diceva infatti intrattenimento a livello pro (una marea di gente che va li soprattutto per mangiare e mostrare cartelli), non a livello scolastico dove tutti si accorgono che c'è la passione vera e il tifo.

E ribadisco che a disgiungere passione e valori tecnici in campo ci perdono loro, a mio avviso.

Simone ha detto...

Non esageriamo con la "mancanza" di tifo delle franchigie americane!
Il Lambeau Field è l'inferno sulla terra per gli avversari dei Packers,il Rose Garden a Portland è il sesto uomo dei Blazers.
Ci son esempi che coniugano perfettamente passione sportiva e salute finanziaria.
E gli esempi positivi che si fanno per il soccer(!?) sono ormai passato remoto:oggi vincono solamente quelli che spendono,spandono e fottono il giocattolo.
Ieri sera ascoltavo Platini su Sky: ha mandato un gruppo di studio negli uffici dell'Nba per tentare di "copiare" i meccanismi del tetto salariale.
Ha definito ingiusta e antisportiva la prassi del presidente riccastro che mette soldi freschi per ripianare le gestioni allegre...
Se lo dice il presidente dell'Uefa!

Dane ha detto...

@Italo Muti: hai talmente ragione che tutto quello che hai scritto dopo "una volta" è assolutamente superfluo. Io andavo al Palalido a vedere McAdoo che non dico sia come vedere Michael Jordan al Forum di Assago ma quasi... ;-)