La maglia di Buffone
Lippi testimonial contro la contraffazione? Non delle convocazioni in Nazionale, almeno per il momento, ma delle magliette. ''Zambrutta, Buffone, Poni, Grasso'': i nomi storpiati degli azzurri sono lo slogan partorito dal creativo (vieni avanti, creativo) della situazione per la campagna contro la contraffazione che ha come testimonial proprio l'uomo che non deve spiegare perché convoca Pepe e non Cassano. Una campagna che fra poco il Ministero dello Sviluppo economico, in collaborazione con la Federcalcio, avvierà su stampa, radio e tv per trasmettere il concetto che la contraffazione danneggia tutti i cittadini. Al di là dello scherzo e della solidarietà umana verso l'ultimo anello della catena che è costretto a vivere di espedienti (nessuno sogna di camminare 12 ore sotto il sole trasportando 100 chili di borse false), si tratta di un crimine. Che toglie allo stato almeno un quinto dell'Iva teoricamente incassabile e costringe le aziende oneste a chiudere. Tutto giusto, ma discutibile avere come testimonial la mitica 'azienda calcio': che fuori dai suoi stadi, e a volte anche dentro, tollera la vendita di prodotti contraffatti e quando proprio vuole rispettare la legge si inventa porcate come il merchandising 'ufficioso', cioè prodotto su licenza (sarebbe meglio dire tolleranza) ma senza il marchio dello sponsor tecnico. Con tanti saluti a Nike, Adidas ed Erario.
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88 commenti:
A me è sempre sembrato incredibile che le aziende che fabbricano maglie false venute sulle bancarelle fuori dallo stadio siano regolari aziende (snc, srl e quel cazzo che è...) alla luce del sole (conoscevo una figlia di uno di questi "imprenditori"...).
Vuoi mettere i petardi fabricati negli scantinati di Napoli?!.....
Io capisco il problema fiscale della faccenda (si potrebbe far pagare le tasse anche a chi tarocca comunque), ma a me quello della contraffazione, specie delle firme "prestigiose", è sempre sembrato un reato piuttosto buffo.
Cioè fatemi capire: chi è il danneggiato? L'acquirente? No di certo: lui sa che compra i tarocchi per risparmiare.
La Nike o l'Armani di turno? Chissà perchè ma non piango.
E poi alla base di tutto sta l'idiozia del comprarsi borse, vestiti od occhiali a prezzi folli solo perchè sono di moda. In pratica è un mercato per babbioni che badano al lato più superficiale della vita. Cioè gente che disprezzo abbastanza.
Il bello è che, per l'abbigliamento alla moda, chi produce il "vero" spesso produce anche il "falso" (Report docet)...
Si narra tra i paesini campani di un taroccatore di borse di una marca prestigiosissima salita sull'altare della moda per delle originalissime borse di plastica. Ebbene il taroccatore di cui sopra, chiamato in giudizio, si difese più o meno così: "Spiegatemi una cosa giudice: tutti e due vendiamo borse di plastica. Io a 10mila lira e lui a 350mila lire. E il truffatore sarei io?"
Al di là del simpatico aneddoto però, dag, il danneggiato è proprio la Nike o l'Armani di turno.
Il fatto che tu non pianga perchè li ritenga ricchi abbastanza o -più verosimilmente- per l'innata invidia verso il talento di un Armani o le capacità manageriali dei vertici Nike, che gli hanno permesso di diventare quello che sono, non sposta di una virgola il problema.
Da una parte c'è gente che si fa un mazzo così da 40 anni per ottenere una posizione di prestigio, dall'altro chi sfrutta questa posizione per fare affari illeciti.
Che il secondo faccia fatica a mangiare la sera e il primo vive nell'oro, non fa altro che sottolineare una volta di più le diverse capacità dei due.
E scusate il politically uncorrect.
E scusate anche la violenza alla lingua italiana! :D
Io ho la stessa identica opinione del truffatore napoletano. Sono Nike e Armani i veri truffatori. Anche se va detto che i truffati si fanno truffare con gioia immensa, quindi nessuna vittima.
Ecco forse il loro talento (l'unico che gli riconosco) è il fatto metterlo nel culo alla gente mentre quest'ultima è assai felice di riceverlo nel deretano.
Sulle capacità manageriali (cioè fare più grano possibile con ogni mezzo) ti potrei dire che i Casalesi sono persin più bravi della Nike...eh sì sono invidioso dei Casalesi e delle loro capacità manageriali, lo ammetto.
E poi c'è quello che dice Massimo, l'industria del "vero" e del "falso" spesso coincidono.
Ricordo un gustoso sketch delle Iene in cui si facevano vedere dei vestiti falsi e tarocchi ad Armani e lui doveva riconoscerli. Vi lascio immaginare le figure di merda a raffica del bronzeo Giorgio!
...
Ladies and gentleman, welcome to middle ages!
Tolti cibo, acqua, casa e assistenza medica tutto il resto è superfluo: noi abbonati di Sky non siamo più intelligenti di chi compra un jeans di Diesel. Il non marginale problema è che il simpatico parrucchiere che non dà la ricevuta, il simpatico consulente finanziario che vende prodotti ancorati a non so che indice, il simpatico senegalese che deve fare il venditore di cinture per conto di un camorrista, fanno più danni alla convivenza (statisticamente parlando) civile di uno che ti punta un coltello alla gola per prenderti il portafoglio. Lo stilista che paga le tasse truffa chi vuole essere truffato, mentre la vostra banca lo fa con chi non vuole essere truffato.
Ma infatti avevo fatto un distinguo sul discorso fiscale. Per me si potrebbe liberilazzare il tarocco e far così pagare le tasse anche su quel (gigantesco) mercato.
Tanto Armani se pensa che i suoi prodotti siano comunque meglio, che cos'ha da temere?
Se invece pensa di subire la concorrenza, ammette implicitamente che i suoi avversari sono meglio di lui.
Voglio dire: questi quattro buffoni super abbronzati sono gli unici ad avere il monopolio dei fessi modaioli?
Sul discorso del superfluo hai pienamente ragione Stefano. Infatti a livello personale sto proprio andando in quella direzione, domandandomi ogni volta se ho davvero bisogno di "quella cosa". Facile indovinare che la risposta è (quasi) sempre no.
Grazie Director...ora che l'ha scritto Lei saranno tutti più ragionevoli.
Non le resta che chiarire che non si trattava affatto di un discorso puramente fiscale, anzi.
(Armani "ha da temere" uno sputtanamento del marchio. Marchio il cui solo disegnino costa svariate migliaia di euro, e che acquista valore giorno dopo giorno di presenza sul mercato, ora dopo ora di lavoro di stilisti di altissimo livello -che, va da sè, hanno studiato e si sono fatti un mazzo così per diventare tali-, euro dopo euro di investimenti fatti e di ricavi ai quali si è rinunciato per costruirsi una certa reputazione. Il solo marchio "Armani" ha un ipotetico valore commerciale di svariati milioni di euro.
Ti rigiro la domanda: se i vestiti tarocchi sono migliori o allo stesso livello, che bisogno c'è di metterci il marchio Armani sopra?
E' ovvio e palese, dag, che i prodotti taroccati non sono qualitativamente uguali a quelli originali..ma il problema non è affatto di qualità)
per me (ad esempio) una borsa tarocca contiene gli oggetti tanto quanto una borsa firmata. Svolgono lo stesso banalissimo compito. La tarocca si rompe prima? Sti cazzi, in rapporto al prezzo allora quella di Gucci mi deve durare alcune ere geologiche. Ma non servirebbe: il babbione modaiolo la deve cambiare ogni anno!
Perchè è quello forse che sfugge: una borsa deve contenere oggetti, una giacca deve riparare dal freddo, un paio di pantaloni servono a coprire le gambe, ecc.
Se i tanto decantati stilisti hanno trovato un modo geniale per spacciare queste banalissime cose per qualcos altro, bravi loro a gettare fumo negli occhi, ma io li considero ne più ne meno che dei truffatori (senza vittime ribadisco).
Ti consiglio di rileggere la favoletta del re nudo, sempre molto istruttiva.
La risposta alla tua domanda è facile: perchè i babbioni vogliono il marchio Armani (o D&G, o Gucci...) per farlo vedere in giro e sentirsi importanti. Altrimenti troverebbero la loro squallida esistenza meno completa. È vero non è un discorso di qualità, ma solo d'immagine.
Uno sputtanamento del marchio? MAGARI!!!! Purtroppo però non andrà così...
Sono basito.
Stupido io ad aver tentato per la seconda volta di intavolare un discorso serio.
serio = della tua stessa opinione?
Io non la penso come te, ma non credo che ciò che dici sia delegittimato per qualche motivo.
Nick, non essere cosi basito. Se leggi tra le righe sconvolt di dag puoi trovare degli spunti interessanti. La visione del marchio come simbolo di se stesso è interessante, anche perche spesso vera. A parità di confezionamento, ore lavorate, esperienza applicata, qualità dei materiali perche un abito sartoriale firmato da una griffe mondilae viene a costare intorno ai 7000 euro mentre da un sarto rinomato ma senza un brand globale costa meno della metà (e resta una follia, ma paghi il lavoro totalmente artigianale)? Ok la logica del brand, ma è una logica dell'apparire con contenuti replicabili abbastanza facilmente: stiamo parlando di tecnologiei avanzate (nessuno ti fara mai una macchina come la Ferrari o un IWC). Ovvio che se si parla di pezzo unico si entra nell'ottica dell'arte sartoriale.
Errata corrige: NON stiamo parlando di tecnologie avanzate.
Jeremy, io i motivi per cui a parità di lavoro l'abito firmato dalla casa di moda costa il doppio ho imparato a conoscerli abbastanza bene...e non hanno niente a che fare con l'idiozia della massa (che pure è idiota assai, intendiamoci!). Quegli spunti sono interessanti ma già totalmente sviscerati (il brand simbolo di sè stesso è un argomento di cui si dibatte molto, per esempio...ma a conti fatti non c'è proprio niente di sbagliato in questa autoreferenzialità) e comunque c'entrano poco con il punto del discorso.
Sarà un limite mio, ma io "fra le righe" vedo solo una sconvolgente mancanza di rispetto per il lavoro delle persone.
Il fatto che si portino a casa qualche decina di migliaia di euro al mese (gli stilisti che lavorano per Armani, per esempio) o anche qualche centinaio di milioni al mese (Armani stesso) non li rende automaticamente dei truffatori o dei privilegiati.
E' solo gente che sa fare bene il proprio lavoro e che, per imparare a farlo così bene, ha investito anni e anni della propria vita.
Se magari anche qualcun altro avesse fatto lo stesso in passato, oggi non si troverebbe a smerciare prodotti contraffatti.
Così come -magari- saprebbe bene quanto costa creare un marchio conosciuto in tutto il mondo. In termini di soldi, di lavoro e di sacrifici.
Ma guarda te oh...il moralismo lo sanno fare solo con chi non è stato capace di combinare un tubo nella usa vita?
Mi piace la definizione "sconvolt"...
Ma poi dai... l'industria della moda è una delle più moralmente brutte esistenti (non sto nemmeno a specificare gli evidenti motivi). Hanno generato dei guasti nelle teste delle persone che la punizione adeguata sarebbe ben altro che lo "sputtanamento del marchio"...
Ribadisco: se questi gridano come maiali allo scannatoio che vogliono tenersi il monopolio dei fessi, io non posso che subissarli di pernacchie. È più forte di me, lo reputo un insulto all'intelligenza umana.
Poi magari io sono troppo radicale e non considererò tanti aspetti importanti, ma di pancia reagisco così.
PS: i "contenuti" replicabili abbastanza facilmente sono tali solo una volta che esiste l'originale.
A copiare un abito di Armani è brava qualsiasi sartina. A disegnarne uno con lo stesso stile magari no. E' (anche) questo che si paga.
Quello che è facilmente identificabile come "tecnologia" in un prodotto complesso -come ad esempio una Ferrari- esiste anche in prodotti più semplici. E' più facilmente replicabile, certo...ma REPLICABILE, appunto.
Questo punto è molto simile al diritto d'autore.
A chi verrebbe in mente di copiare parola per parola un libro di Ken Follett, venderlo con il proprio nome e chiedere "che c'è di male?"
Però quella del copyright è una concezione tutta occidentale. Non è un valore universale: ai cinesi questa cosa fa alternativamente ridere o incazzare (più la prima a giudicare dai risultati).
Non lo so Nick, abbiamo evidentemente visioni diametralmente opposte sulla questione. Per me un vestito non dovrebbe rappresentare un bel nulla, sono altre le cose che ritengo importanti.
Però posso accettare il fatto che per te gli stilisti facciano qualcosa di bello e importante. Per me è solo industria dell'inutile.
Ma cosa bello e importante dag? Ma chissenefrega degli stilisti e chissenefrega di avere qualcosa di firmato addosso.
Fra maglione, maglietta e jeans in questo momento avrò addosso 30€ di roba...anzi, forse per arrivare a 30 devo considerare anche calze e mutande.
Non è questo il punto.
Il punto è che utile o inutile, bello o brutto, costruttivo o distruttivo quello che fanno è LAVORO. Esattamente uguale a quello mio e tuo. Lo fanno solo a un altro livello, o magari sono solo più bravi...ma per arrivarci, a quel livello, si sono dovuti spaccare il culo (letteralmente nel caso specifico, se mi passate la battutaccia! :D) per anni.
E sono interessi che vanno tutelati esattamente come quelli del lavoratore in catena di montaggio.
Magari a lui diamo la precedenza, per ovvi motivi...ma non è che degli altri ce ne sbattiamo e, anzi, ci auguriamo che vadano falliti.
Attenzione:
io non credo che ci sia, da parte dei produttori la reale volontà di eliminare i falsi.
Pensateci: i falsi SERVONO per alimentare il desiderio degli originali in chi è disposto a comprarli (e può permettersi di farlo).
Le campagne publicitarie che vengono organizzate, in realtà servono solo a RICORDARCI CHE I FALSI ESITONO e per essere "un vero figo" devi comprare l'originale.
Se non ci fossero i falsi ma SOPRATTUTTO le persone che li comprano, per "sentirsi parte di un gruppo" senza poterselo permettere, chi compra gli originale farebbe più fatica a vantarsene... e forse si sentirebbe stupido...
Il problema di cui alcuni interventi parlano, è solo un problema culturale. Se tutti quelli che non possono permettersi il capo firmato cominciassero DAVVERO a fottersene, e andassero in giro con abiti anonimi ma comunque decenti... i clandestini non sarebbero più sfruttati
(almeno non su questo mercato) e forse "il gruppo" stesso sparirebbe (o meglio ancora ne nascerebbe un altro alternativo).
verissimo alex, infatti come si diceva più in alto, spesso sono le stesse industrie "ufficiali" a produrre i falsi.
Nick, ci sono lavori che mi stanno più sulle palle di altri, ci sono industrie che mi stanno più sulle palle di altre. Ma fin qui potrei ancora fottermene, il problema è quando si mettono a strillare per ricordarci quanto li danneggiano i tarocchi e quanto ciò danneggerebbe l'Italia tutta.... È lì che mi scatta la mosca al naso e mi vien voglia di vaffanculeggiarli e di sperare che vadano gambe all'aria.
Dag, il tuo discorso fila solo se viene proposto come "provocazione alla Dane". Il problema non è solo fiscale e non può risolversi in qualche slogan no-global.
Anch'io non piango se qualcuno tarocca un paio di Nike (che fan cagare ed hanno la suola incollata esattamente come quelle Made in Taiwan. Chi come me è abbastanza vecchio per aver giocato su un paio di Bellotti, Barbagrigia o Pantofola d'Oro sa cosa intendo, purtroppo anni fa venne a Milano un centravanti con scarpe da calcio Nike e da allora cominciò la deriva che ha strozzato gli splendidi artigiani italiani. Una birra a chi indovina il nome del centravanti...) o un capo Armani (che da anni prende per il culo il pubblico presentando intere collezioni uomo che si reggono sempre sulle solite t-shirt attillate a costine anche se i giornali non lo scrivono: difendere il Made in Italy, soprattutto se ti arriva la borsa in omaggio in redazione...) perchè certe industrie se le cercano: una volta la firma costava perchè aveva la qualità, ormai ha solo il nome (la manifattura è meno paradisiaca di come la racconta Nick...) ed è per quello che viene spazzata via dai cinesi e dai tarocchi.
Ma non può esistere una legge che distingua tra diritto d'autore del povero e diritto d'autore dello sniffatore di coca frocio e miliardario, abbi pazienza. Conosco un grafico peone che si è visto scippare un disegno da un grosso marchio di moda (di quelli che si atteggiano a mecenati dello sport, fa niente se la loro squadra è zeppa di stranieri di scarto e sta ammazzando un movimento...), ha dovuto far causa e grazie alle leggi ha vinto ed ha visto tutelato il suo diritto d'autore (di povero peones che per trovare un idea nuova si scervella nel suo studio, che poi è la mansarda di casa sua) che la multinazionale squalo pretendeva di sbranare impunita (senza fare un cazzo di più che guardare fuori della finestra e copiare).
Con una legge "anarchica" (abbi pazienza, ma il liberalismo è altra cosa...) come la tua, quel grafico avrebbe visto il frutto del suo lavoro aumentare il conto in banca del solito furbo. E sti cazzi!
In un paese democratico l'individuo ha il diritto di buttare via soldi in oggetti inutili, a patto che quei soldi vadano in tasca del vero autore di quell'oggetto inutile.
La legge che tutela Armani e Nike serve a tutelare chiunque sia autore di qualcosa, anche tu magari!...
p.s.: non è che i quadri di Van Gogh o Egon Schiele rappresentino qualcosa di "utile", ma se domani presentassi ad una mostra "Iris blu" o "Il crollo del vecchio mulino" mi riderebbero in faccia...
Ecco, appunto...se è una provocazione va bene, abbiamo riso e siamo anche d'accordo...ma se è una cosa seria chiudiamola qui perchè mi sembra che non ci siano proprio le basi per affrontare un discorso serio (=che tenga in considerazione la realtà dei fatti senza basarsi su due slogan populisti).
Alex, quello che dici sarebbe vero se gli acquirenti del tarocco fossero gli stessi dell'originale....ma non è affatto così.
beh non si discute certo su questo blog per risolvere i problemi del mondo...
Anche se andrebbe capito perchè i miei slogan populisti valgano meno dei tuoi.
Quali sarebbero i miei? Il rispetto del lavoro delle persone?
Beh...mi sembra che abbia poco di populista visto che sto parlando di multimiliardari...
Dag, nessuno scrive qua per risolvere i problemi del mondo, ma i problemi del mondo possiamo risolverli con quello che facciamo nel quotidiano (dal chiedere lo scontrino al lasciare l'auto nel box a favore della bicicletta) e quello che facciamo nel quotidiano dipende dai nostri valori e dai nostri principi.
Perchè le battaglie di principio vanno fatte appunto sui principi: la pioggia di Perugia ha derubato la Juve di Moggi di uno scudetto, e il fatto che il furto sia stato commesso ai danni della Juve di
Moggi non cancella il furto in sè.
Col sistema onesto che tutti sogniamo il furto di Perugia non ci sarebbe stato ma questo non va a guadagno di Moggi, bensì delle sue vittime: in un sistema onesto ipotetico Moggi non sarebbe esistito se non come mero Re del Mercato (con Esnaider e Athirson diamanti sulla corona, ma questo è un altro discorso...).
Vale per Moggi, così come per le scarpe della Nike, le t-shirt di Armani, i dischi di Zucchero, il Parmigiano Reggiano, il Brunello di Montalcino e i telai di Dario Pegoretti...
@Dane : Mark Hateley, ho nitidissima l'immagine nella mia mente mentre svetta sulla testa di Collovati al derby. Corona con fetta di lime grazie...
Marattroni, vada per la Corona ma per la fetta di lime non se ne parla: mi rifiuto di cadere nell'idiozia degli italiani che mettono la fetta di limone nella Corona senza sapere il perchè i messicani abbiano questa abitudine...
Nick sei troppo modaiolo. Soprattutto sulla moda uomo le griffe mettono solo ed esclusivamente la firma, lo stile è sempre lo stesso. Da un paio di anni sono tornati ai due bottoni: mi vorrai dire che lo hanno inventato loro??? O vogliamo dire che il cappotto da marinaio è un invezione del Quadrilatero della moda??? Siamo seri. Si paga un brand super pubblicizzato in ogni dove, ma la qualità per quanto elevata non giustifica quei prezzi. E il mio discorso sul sarto rinomato non è quello di replicare un abito Armani, ma di farne uno che segua i canoni dello stile uomo, con originalità. Solo che il sarto non investe il 50% del budget annuale in campagna pubblicitaria e in sponsorizzazioni e resta un poveraccio che si compra i palazzi in Corso Venezia......
Dane
c'è gente che usando il limone pensa di ammazzare germi eventualmente presenti nel carpaccio, germi tra l'altro capaci di resistere ai succhi gastrici....
Se si parla di vendetta di montezuma invece... almeno stringere il limone stringe. O no?
Cecco, anche funzionasse come disinfettante è ridicolo vederlo fare in Italia (paese della Federazione Europea, che ha messo fuori legge la ricotta e punta alla pizza...), visto che i messicani lo fanno perchè non hanno acqua potabile con la quale risciacquare le bottiglie prima di servirle...
caro Dag Nasty, sovente su MTV (e dove sennò?) fanno vedere dossier speciali sulla vita dei giovani VIP, in special modo ereditiere figlie di ricchissimi stilisti o tycoons, o in ogni caso di miliardari.
Tutte descritte bellissime (anche le cesse, io per esempio Paris Hilton la restituirei alla cicogna), e tutte descritte, nel dettaglio, anche le loro "spese folli" (io sono all'antica e le chiamo spese criminali), oltre che le spese sostenute dagli abbientissimi genitori quando le fanciulle erano bambine (giocattoli tempestati di diamanti e cose così).
Questa è la gente che bada al marchio.
Non mi turba che Armani guadagni centiania di milioni di euro al mese o all'anno. Quando farò la mia rivoluzione, saranno piuttosto i suoi clienti, che io decapiterò sulle ghigliottine.
Attenzione bis (x Nick):
Chi compra i falsi, NON SONO le stesse persone che comprano gli originali. SONO ALTRE PERSONE, CHE PERO' RAGIONANO NELLO STESSO MODO di chi può permettersi gli originali (e li compra!). Voglio dire: così come io, credo che non spenderei per un capo firmato oltre una certa cifra, anche se potessi farlo (preferisco altre forme di superfluo). Allo stesso modo c'è chi vuole a tutti i costi il marchio sul vestito, e se non può permettersi l'originale compra il tarocco. Questa è la questione culturale di cui parlo.
E vai, si riparla di calcio :D
Di grazia, come mai "la pioggia di Perugia ha derubato la Juve di Moggi di uno scudetto"?
Non è solo x Dane, ma anche x gli Juventini.
Da quel che ricordo io:
1) prima dell'inizio del secondo tempo molti della Juve pressavano Collina x giocare (pensate gli scandali che sarebbero scaturiti se la rinviavano e la giuve vinceva il giorno dopo), mentre quelli del perugia no.
2) Pioveva sia x il Perugia che per la giuve, nn ci si può attaccare all'acquazzone.
3)Lo schema che ha portato Calori (difensore centrale) al tiro è un mezzo miracolo del calcio (che ca**o ci faceva lì Calori?)
4)Inzaghi si è letteralmente mangiato almeno 2 gol, forse anche 3, faceva parte del complotto?
5)Se il complotto c'è stato, veniva da MOLTO in alto, infatti, nn credo esista un congegno x far piovere solo in una città (quel giorno in Italia splendeva il sole ovunque, tranne che a Perugia x un ora).
Scusate, prima ero io, ma ero loggato con l'account della mia ragazza e nn me ne sono accorto.
Tasaril, oltre alla tua argomentazione fastidiosa (formalmente è condivisibile quello che dici, ma Collina decise "autonomamente"(?!?!?) e sapendo che a Roma c'erano 100.000 laziali pronti a fare le guerra...), ci hai fatto credere che una donna potesse frequentare questo blog. Guarda: puoi decidere come morire..... :-)))
@Jeremy, potreste attaccarlo dietro alle bici quando farete la Milano-Treviglio, poi lo finirei io passandogli sopra, tanto come ho già scritto io vi seguirei in macchina :). Comunque una donna c'era già stata, poco dopo la nascita del muro, ma per un motivo o per l'altro l'abbiamo fatta scappare, mi pare si chiamasse Daniela e fosse di Biella.
@Jeremy: (battuta) che c'entrano le donne col calcio? (e con lo sport in generale?)
Tranne decidere chi è + bello tra Maldini e Toni?
Una donna in questo blog è un ossimoro che farebbe collassare l'universo :D
Io eviterei, per la tua incolumità, di esprimere giudizi cosi trancianti, anche se in forma di battuta: Marzia potrebbe incazzarsi di brutto e punirti nelle maniere piu subdole possibili.... :-)))
Angius, sei un sadico: mi piace da impazzire la tua tortura!! :-))
Veramente ho chiesto a lei i nomi di 2 calciatori carini :D :D :D
(ed ovviamente le ho chiesto il permesso di mandare il post precedente :( )
Ecco, da coraggioso maschilista sei diventato uomo-zerbino!! :-)))))
Ti capisco: sono con te, tasaril. Resistere, resistere, resistere: se penso che la mia ragazza mi ha proibito di seguire dal vivo le classiche belghe ho paura di guardarmi allo specchio e vedere la scritta "Welcome" sulla mia fronte..... :-))))))
discussione su moda/brand: come al solito vedo che i talebani non mancano mai... limitiamoci a pretendere che si combattano lavoro in nero ed evasione/elusione fiscale, poi lasciamo che ognuno spenda i suoi soldi come cazzo vuole...? limone sulla corona: io sapevo che era per tenere lontane le mosche....
Due delle persone con le quali ho parlato più piacevolmente di calcio sono state una compagna d'accademia milanista e la cugina interista di una mia ex: competenti e per nulla talebane, nonostante il tifo sfegatato.
Chiaro poi che i luoghi comuni hanno un fondamento (penso alle tifose di Cabrini...) ma non è coerente lamentarsi delle generalizzazioni e poi cedere alle battute da osteria (per carità, poi una battuta ci può stare...).
Mi rendo conto di essere un caso particolare (per anni son passato per frocio perchè mi circondavo di compagnie più femminili che maschili, adoravo fare shopping e non sopportavo le barzellette sporche), però poi non bisogna offendersi se l'altra metà del cielo fatica a distinguere i maschi dai gorilla.
La mia ragazza non è un'appassionata di calcio ma segue volentieri lo sport e si incuriosisce a tutto. Da un paio d'anni son riuscita a farla salire su una bici da pista (a scatto fisso....) e da quando è arrivato il tandem sta studiando la differenza tra una serie sterzo integrata e una filetta da un pollice. Durante il 6 Nazioni son riuscita a farle capire durante la mischia "perchè uno non prende la palla e va" più facilmente di quanto mi riesca con gli uomini.
Poi certo, il commento sulla bellezza di qualche giocatore (che incontra per lavoro) esce tranquillamente, però intanto ha capito meglio di Crudeli e Pellegatti perchè Dinho e Kakà non possono convivere e meglio di Gianlucarossi e Scarpini perchè Ibra non è da Champions...
p.s.: Jeff, già il fatto che circoli più di una leggenda metropolitana dà l'idea dell'idiozia d'importazione, in ogni caso le mosche non fuggono per nulla il dolciastro degli agrumi, anzi... ;-)
"...la scorsa notte,ho fatto un sogno in cui chiavavo ragazze di cartapesta. Stamane,al Patty Winters Show hanno parlato di ginnastica aerobica.
Indosso un completo a due bottoni di Luciano Soprani,con pantaloni plissettati,camicia di cotone dei Brooks Brothers e cravatta di seta Armani. McDermott,che porta un vestito Lubiam,camicia Ralph Lauren,fazzoletto Ashear Bros,cravatta Dior,si accinge a lanciare una monetina per decidere a chi tocca andare dabbasso a procacciare un pò di "polvere boliviana",indispensabile dal momento che,con queste tre ragazze,non sappiamo di che cosa parlare:scoparle sì,ma conversarci no,è praticamente impossibile,non hanno assolutamente niente da dire."
Bret Easton Ellis,1991
P.S."Un oltraggio recato alla natura umana del materialismo economico."(Norman Mailer)
@Jeremy, perdindirindello: non è (solo) la qualità migliore a giustificare il prezzo più elevato, ma il brand stesso, che di per sè è fonte e contenuto di valore. Valore economico, valore reale, valore "vero": non è solo un disegnino messo in un angolo
Uno schizzo di Van Gogh ha valore in quanto "di Van Gogh", indipendentemente dalla sua bellezza o compiutezza.
@Alex, intendevo dire che alle "firme" non frega un tubo di alimentare o "pubblicizzare" i tarocchi, semplicemente perchè si rivolgono a target differenti e quasi mai in comunicazione tra loro.
Borges in uno dei suoi tardi racconti ("Utopia di un uomo che è stanco") ironizzava sul vivere in un tempo in cui le persone comprano oggetti le cui qualità vengono decantate dagli stessi che li producono
@Axel Shut:grande citazione,complimenti...
Nick, perbaccotabaccoevenereriduconoluomoincenere: il brand è frutto di marketing massiccio. Potrei dirti che dopo Armani e Versace, veri "pionieri" di un modo di fare contenuto moda, c'è il nulla pneumatico a livello "artistico". Un Van Gogh è un Van Gogh per la peculiarità della sua arte e per il fatto di essere stato il precursore di un movimento di pensiero artistico, molto probabilmente neanche sapendolo: un genio. Armani nel migliore dei casi è uno che ha saputo mantenere un vantaggio competitivo nel tempo, caricando il brand di contenuti extraprodotto. Niente di più di un Barilla o di una Marlboro qualsiasi.
@Simone: la migliore confutazione del capitalismo mai sentita (almeno da me), fatta da un conservatore (mica un marxista) in una riga e contenuta in un racconto che parla di tutt'altro
una grande verità detta così, quasi fosse una nota a margine
Jeremy, appunto: il marketing costa, il marketing crea valore...valore che si deposita del brand.
Paradossalmente è proprio l'immaterialità del bene che, in una società fortemente orientata verso il consumismo "materiale" lo rende di difficile comprensione: un cane che si morde la coda, insomma.
O meglio ancora: chi è causa del suo mal...
@Dane: Non vale, scrivo un papiro (per i miei standard) su Perugia-Giuve e tu rispondi ad una battuta che era messa li en passant.
Appunto, Nick. Quindi cosa c'entra il discorso su qualità, stilisti, contenuti moda, innovazione, trick track, botte a muro, cani e gatti che vivono insieme, folle isteriche (cit.cinema)? E' una questione di marketing: se valutiamo il prodotto per quello che è (comunque un pezzo di pregevole fattura nel 90% dei casi, sia chiaro)non vale la metà del suo prezzo. Il resto è fuffa markettara (il termine marketing non deriva dell'inglese market, ma dall'italiano marchetta....).
@Axel Shut:la grandezza di Borges stava nella sua incredibile capacità di includere tutto il pensiero umano.
Una biblioteca scrivente,il cui unico orizzonte possibile era l'infinito.
E dai Jeremy...ho infarcito il discorso di "anche" e "non solo"...è tutte queste cose insieme.
Ma è quel "fuffa markettara" che proprio non sta in piedi. Non avete idea dei costi che ci sono dietro quella "fuffa"....costi che, come hai dimostrato di sapere bene, devono necessariamente portare (e portano) dei ricavi...
Figurati se non so quanti costi ci sono dietro: ti ho parlato di 50% di budget destinato solo al marketing. Comunque ora ti seguo di piu. Per la cronaca C. Ronaldo ha fatto un golazo anche se il Man U non mi sta piacendo moltissimo.
Dane, Dane, Dane.... che s'ha a metter ni mezzo Freud?
Questo lo hai scritto te:
....(per anni son passato per frocio perchè mi circondavo di compagnie più femminili che maschili, adoravo fare shopping e non sopportavo le barzellette sporche)...
E QUESTO PURE:
......Da un paio d'anni son riuscita a farla salire su una bici da pista (a scatto fisso....)
Ai ai ai... riuscita? e non è un tarocco....
@Simone: ti assicuro che un abito di Luciano Soprani è uno dei pochi esempi di Made in Italy per cui valga la pena spendere...
@Axel: sono d'accordo con Borges e il discorso vale per tutto (anche per le mie amate biciclette: faccio ancora fatica a spiegare ai profani perchè ho prefrito acquistare una Umberto Dei del 53 pagandola 1200€ invece che acquistarla allo stesso prezzo nuova in negozio...), ma il punto di principio suggerito dal pezzo del direttore è un altro: la legalità e il diritto d'autore.
Se non partiamo da questi principi e ci abbassiamo al "chissneefrega di quel frocio di Armani" poi non ci si può lamentare delle leggi ad personam, perchè se no domani va al governo Armani e decide che i tarocchi di Amani son fuori legge mentre i libri scritti dalla coppia Axel&Dag possono essere copiati e vaffanculo...
@Tasaril: la mia risposta non era tanto alla tua ma alla deriva che (complice l'opportunista Jeremy...) temevo prendesse la discussione.
Per quanto riguarda Perugia, non posso dilungarmi oltre perchè attirerei i talebani come il miele le mosche. Posso solo dirti che, leggendo il regolamento, si evince come questo sia stato stuprato da Collina, punto.
La pioggia, Calori, Inzaghi, etc., non c'entrano nulla: doveva essere posticipata Verona-Milan del 73 (e non fu fatto per interesse di "qualcuno"...) e doveva essere rinviata Perugia-Juve (e non fu fatto per interesse di "qualcun'altro"...),
ça suffit...
@Ceccotoccami: parlavo di battute da osteria...
Il lapsus riguarda il fatto che inizialmente volevo scrivere "è riuscita" poi corretto per render l'idea del mio catechismo ed ho fatto un casino. E' un periodaccio tragico, quindi scrivo poco e di corsa...
p.s.: "Ai ai ai" senza acca?!...
@Nick: fin'ora son stato d'accordo con te, però calma: la stessa location per un evento (tipo il Salone del mobile) mi costa 3000€ al giorno, per una sfilata durante la stagione della Moda (MilanoCollezioni, tanto per capirci...) 18000€ al giorno. E questo è solo un esempio.
Se devo pagare il cachemire e il design ok, ma se devo pagare la cocaina della lesbica che ereditato un impero dal fratello ha mandato l'azienda in amministrazione controllata perchè con 4 ville a Miami preferiva abitare una suite da 15000€ al giorno hai voglia a dover generare ricavi....ma sti cazzi!...
p.s.: poi il discorso vale per tante altre cose: pagavo 20000 lire per vedere Van Basten e Mattheus, adesso pago 40€ per vedere Inzaghi e Stankovic. Perchè in realtà non mi fan pagare il posto numerato ma la cocaina del brasiliano di turno. Intanto il Sivas, con una squadra di giovinotti, è prima in classifica...
@Dane
Ai Ai Ai è Ai Ai Ai
al limite se proprio vuoi l'h si può scrivere:
Aih Aih Aih.. riuscita?
dove riuscita è il lapsus per cui ho (con l'h) scomodato Freud. Tutto ciò fermo restando nei limiti del ruzzare ed, in ogni caso, senza nessuna omofobia nell'eventualità di una situazione da novello Kevin Kline in In & Out. Tra l'altro mi domando: - In quest'ultimo caso si tratterebbe di tarocco? -
@cecco: Al massimo "Ahi ahi ahi" (a voler esser precisi), per il resto, ripeto: volevo scrivere "è riuscita a salire" poi mi son corretto mentalmente con "sono riuscito a farla salire" ed è venuta fuori la via di mezzo "sono riuscita a farla salire".
Freud non c'entrava ma non fa niente, hai vinto tu: sì, sono un frocio. Adesso il problema sarà spiegarlo alla mia ragazza...
p.s.:
@Dane
non per essere petulante sapendo di esserlo, ma visto che hai gentilmente abdicato nella discussione su presunte tendenze sessuali, voglio strafare e, pur ammettendo che la forma da te usata sia correttissima e diffusa, portare a modello un inconfutabile esempio di uso dell'aih aih aih, e quindi spezzare una lancia in mio favore nella disputa linguistica:
Cecki! Cecki!...Aih! - canzone vincitrice Zecchino d'Oro 1978
Testo: Tradizionale (Beretta)
Musica: Rielab. Martelli
Canta: Ágnes Szabó
Le sottane della Cecki sono tre...
Una è rossa, una è bianca, una è blè...
È cambiando di colore che la Cecki cambia umore... aih! aih! aih!
Quando è rossa la sottana, dalla Cecki stai lontana... aih! aih! aih!
Le sottane della bionda Cecki sono tre! - Aih!
Una è rossa, una è bianca e la terza è blè! - Aih!
Cecki Cecki Cecki Cecki - Cecki Cecki Aih! - Aih!
Cecki Cecki Cecki Cecki - Cecki Cecki Aih! - Aih!
@cecco, non per essere petulante sapendo di esserlo, ma gli italiani usano il congiuntivo perfetto in luogo dell'imperativo terza persona (che semmai collima col presente, se proprio congiuntivo deve essere: "andassero" a studiare sti cazzo di coatti...) ed hanno sdoganato l' "a prescindere" (che necessiterebbe del "dativo") di Totò sostituendolo al più corretto "a priori".
Se poi devo imparare l'italiano da una canzone dello Zecchino d'Oro (in cui tra l'altro si usa il francese venetizzato "blè" invece dell'italiano "blu"...), allora preferisco restare in compagnia dei parrucconi come Dante, Manzoni, Palazzeschi e Montanelli.
Al solo nome di Augusto Martelli mi vien l'orticaria, in ogni caso da te (a cui l'acqua dell'Arno, in cui sciacquare i panni, non dovrebbe mancare...) mi sento tradito...
Mamma mia, siamo su Indiscreto o su accademiadellacrusca.ebasta? Mi fate sentire una merdaccia, ora recupero il DVD della Potemkin e me lo guardo a ciclo continuo tutta la notte. :))
Dane, è un po' che voglio chiedertelo, ma hai davvero 34 anni (mi sembra di ricordare così) o hai dimenticato un 1 davanti? Sei ferrato in talmente tanti argomenti che il dubbio mi viene.
Non sto sviolinando ma, per fare un esempio, quel giorno che hai parlato delle tue esperienze musicali coi grandi del blues, se ricordo bene, io stavo uscendo per andare al concerto di Guccini, volevo nascondermi sotto il letto a piangere!
Angius, con la storia di Guccini e della Potemkin (da anticomunista viscerale, dovetti pure farci un esame in Accademia...) mi hai fatto rotolare dal ridere!... :-D
Diomio, spero non ci sia bisogno dell'Accademia della Crusca per usare "a priori" al posto di "a prescindere"!...
Per quanto riguarda l'essere ferrato in tanti argomenti, me lo dicono spesso ma la cosa in realtà è molto più "umana": sono curioso di natura e questo mi porta a leggere di tutto dall'Eniclopedia degli Animali alle riviste femminili, per il mestiere che faccio sono costretto a spaziare tra tanti argomenti (soprattutto in questo paese di merda, dove il mio mestiere te lo devi reinventare ogni settimana), vengo da una famiglia di sangue misto il che mi ha portato in dote un bagaglio culturale già assortito (tra cui un padre musicista che mi ha consentito la frequentazione di certi ambienti...).
Poi diciamo che io parlo solo se conosco un argomento, quindi resta impressa l'immagine del "ferrato" e passano in silenzio le tante lacune (non parlo praticamente mai di tennis ad esempio, e resto ancora convinto che Ewing sia stato più grande di Olajuwon... :-P ).
Insomma, c'è sempre un trucco dietro... :-D
p.s.: a parte il fatto che erano grandi del jazz e non del blues, preciso di averli incontrati in epoche recenti: non vorrei che qualcuno pensasse ch'io millantassi di aver conosciuto Brubeck all'epoca del Grammy! :-D
In realtà venne alla Bocconi (era il 2000, se non ricordo male) per una conferenza, invitato da un amico carissimo, insegnante della Bocconi e grande giornalista esperto di jazz: dopo la conferenza approfittai del fatto che Brubeck restò a disposizione per due chiacchiere informali, anche se la maggior parte dei presenti non sembrava interessata ad andare oltre il solito autografo (su un disco magari mai ascoltato...) oppure non se l'aspettava (abituati ai "divi" italiani...).
Già, è vero, era il Jazz. Ahi ahi, l'andropausa in agguato!
@Dane: tranquillo che sulle leggi ad personam sono molto attento
sul marketing: Naomi Klein in "No logo" spiegava con cifre e bilanci che dall'inizio degli anni '90 le multinazionali hanno aumentato esponenzialmente il budget del settore marketing (che si è anche sviluppato in forme virali ocme piace dire a Lapo) e contemporaneamente magari licenziavano migliaia di dipendenti per delocalizzare
quando poi la Klein andava nell'Est asiatico e spiegava ai poveracci pagati una miseria che le scarpe da loro prodotte (che valgono 5 dollari) da noi vengono vendute a 150 ti lascio immaginare le reazioni di quegli schiavi
molto di quel salto da 5 a 150 deriva dal brand e dalla pubblicità necessaria ad esso (a me personalmente sembra spropositato che io debba pagare 100 dollari SOLO per il marchio ma io sarò un comunista)
"un operaio deve con il suo stipendio poter comprare il prodotto del suo lavoro" l'ha detto un no-global sovversivo? no, Henry Ford
ammazza che discussioni serie su 'sto sito
Naomi Klien è una cazzara.
E scusate il francesismo.
Per quanto riguarda il discorso di Ford, è giustissimo.
Quindi un operaio che monta i gruppi ottici di una Ferrari dev'essere pagato 200mila €/mese?
Sul ponte sventola bandiera bianca
Che cazzo c'entra l'operaio Ferrari che costruisce un capolavoro artigianale, con un operaio Ford o Fiat o uno schiavo della Nike che costruisce in economia di scala?????
Jeremy, solo perchè Ford è il papà della catena di montaggio...e fa un po' ridere che sia stato proprio lui a sostenere una tesi del genere.
Altro che gruppi ottici...i suoi operai avvitavano bulloni. E non potevano certo permettersi una T.
(Te lo dice uno che è cresciuto considerando Henry Ford un gradino sotto Dio, eh...sorvolo sui termini in cui ho sentito parlare di Lui per la prima volta perchè potrebbero risultare vagamente blasfemi!! :D)
Nick, stai ciurlando nel manico: te ne rendi conto almeno???
Axel, senza arrivare agli eccessi di Nick (comunque molta letteratura no-global è demagogia pura...) l'esempio di Ford non mi apre azzeccato: secondo quel postulato, un operaio che fabbrica un prodotto di merda ma molto costoso per il nome dovrebbe guadagnare di più di un onesto operaio che fabbrica un ottimo prodotto a basso prezzo.
Praticamente il mio calzolaio che mi fa le scarpette da calcio e da ciclismo su misura dovrebbe guadagnare meno dell'operaio che fa le Nike, il mio telaista che mi fa la bici su misura dovrebbe guadagnare meno dell'operaio Decathlon e così via......
Jerry, è il discorso che è degenerato. Siamo partiti da Armani e siamo finiti ai bambini cinesi...
@Dane: Ford quella cosa l'ha detta nei primi decenni del '900 quando concetti come brand e marketing non erano nemmeno delle ipotesi (e se oggi il valore di un prodotto è dato più dal marchio che dalla cosa in sè è un problema nostro, non suo)
a me sembra una cosa di buon senso, io che materialmente fabbrico una cosa devo, se voglio, potermela comprare, risparmiando 1, 2, 3 anni, aprendo un mutuo se serve
io comunque mi riferivo in particolare agli schiavi asiatici della Nike, pagati 5 dollari al mese per fare scarpe che a noi vendono a 150 (e ne producono decine al giorno), la sperequazione è eccessiva (al di là dei diritti umani non rispettati)
Vogliamo tornare all'assunto di base? Ok. Fiscalmente Armani è un grande contribuente (sia come persona fisica che come persona giuridica), magari vendendo fuffa markettara ma nelle logiche del mercato e della legalità. Quindi lo Stato dovrebbe tutelare questo gettito fiscale importante, proteggendo lo svilimento del marchio almeno nel mercato interno e quindi perseguendo chi vende riproduzioni contraffatte piu o meno perfette esteticamente (qualitativamente è difficile, ma ho visto e toccato falsi portati dalla Cina praticamente uguali anche nelle rifiniture piu piccole: il dubbio ti viene che provengano dallo stesso tavolo di lavoro del "vero"....). Non credo ci siano margini di discussione su questa cosa. Io parlavo di altro, ma sapete come sono fatto ed è colpa vostra che mi date corda.....
"..mica sei venuto qui per pensare,ma per fare i gesti che ti ordineranno di eseguire... Non abbiamo bisogno di creativi nella nostra fabbrica. E' di scimpanzè che abbiamo bisogno ... Ancora un consiglio. Non parlare mai più della tua intelligenza! Penseremo noi per te amico!"
Louis-Ferdinand Celine(1932)
Axel, messa così è già più ragionevole, è che come era stata messa prima sembrava quasi creare una sorta di classifica tra operai: l'operaio della Fiat fa le stesse cose dell'operaio Mercedes, ma l'operaio Mercedes deve guadagnare di più perchè così può permettersi di comprare il frutto del suo lavoro. Allo stesso modo il commesso dello store di Armani deve esser pagato più del commesso dello store di Luciano Soprani, etc...
Ecco, così non mi tornava molto, poi sul fatto che oggi qualsiasi articolo in commercio viene venduto a 100 volte il suo vero valore siamo d'accordo...
Simone, se non avessi messo la firma di Celine avrei pensato fosse un passo della Controriforma antiluterana...
Jeremy, sublime. Quanto si vedono le differenti competenze fra le persone (segno che, almeno su questo muro, delle competenze ci sono): sei riuscito a giustificare la cosa da un punto di vista completamente diverso e altrettanto valido.
Ora abbiamo la giustificazione aziendale e quella gestionale.
Per quella morale magari sarà un po' più difficile attrezzarsi, ma insomma...:D
@Dane:effettivamente ci potrebbe stare...
La frase di quel genio controverso "timbra" un paio di secoli di sviluppo industriale.
Mi rimbalzò in testa durante un colloquio di lavoro,anni fa,quando un capetto mi parlò della "..necessità di mentalizzarsi sull'obiettivo."
Il sottosritto,capendo che mai avrei potuto lavorare assieme,rispose che mentalizzarsi era un buon slogan per un dentifricio all'aroma della menta...
@Simone: e la parte iniziale di "Tempi moderni" di Chaplin?
@Jeremy: e se davvero veri e falsi venissero dallo stesso tavolo? e se davvero Armani accettasse la presenza di un tot di falsi in giro pur di far circolare il suo marchio (cosa che innescherebbe un circolo vizioso)?
insomma, se fosse lui a dare i "tarocchi" a chi poi li vende?
in quel caso Armani non avrebbe perdite ma solo minori guadagni
@Axel Shut:è riso amarissimo.Sarà moderna anche tra un secolo.
Axel, ancora a questo complottone non credo. Certo che chi produce direttamente il vero è fortemente indiziato di produrre il falso di qualità (non quello per strada ma magari quello della boutique di provincia si....), magari tollerato dalle griffe per il quieto vivere e per convenienza economica (trovare un fornitore a basso costo e di qualità è ancora abbastanza raro, anche nel sudest asiatico), piu che per strategia di marketing. Leggendo Gomorra si viene a conoscenza di parecchie cose, anche se romanzate.
Perdonate, state forse facendo un po' di confusione fra falso e falso.
Mi spiego. Una cosa è il falso che tarocca il marchio: prodotto di (spesso) infima qualità con un marchio simile o identico all'originale e che pretende di spacciarsi per originale.
Altra cosa è il "falso" che proviene dalle stesse fabbriche dell'originale ma che NON è marchiato: un prodotto IDENTICO all'originale ma che costa la metà della metà...in quanto non marchiato, appunto. E' la logica dei discount, che spesso si applica anche a altri prodotti (non credo alle boutique onestamente, ma potrebbe anche essere) con lo scopo di creare una migliore "allocazione dei ricavi" (termine orribile, ma in sostanza sarebbe un metodo per invadere una fascia di mercato più bassa a costi comunque più bassi dei concorrenti, grazie alle economie di scala congiunte con il prodotto "marchiato") o, in altri casi, di smerciare i prodotti difettati
Nick, non parlo di logica del "discount": produttori della marca (che spesso non sono la marca: molte multinazionali gestiscono solo il sales e il brand, per la produzione si affidano ad esterni controllandone lo standard di produzione)che producono anche prodotti da discount, spesso qualitativamente identici. Parlo dello stesso produttore che produce assieme al lotto griffato ufficiale anche un altro che piazzera per cavoli suoi, griffandolo da se (facilissimo) e smerciandolo nei canali illegali. E ci sono casi di negozi normalissimi che hanno venduto lotti "taroccati", senza o con dolo.
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