Siamo tutti statali

Il principale sogno di ogni editore Italiano e quello di molti giornalisti è il seguente: farsi mantenere, direttamente o indirettamente, dallo Stato o da qualche ente pubblico giocando al lobbista con i soldi dei cittadini (l'editore) e al piccolo intellettuale incompreso (il giornalista). Per questo ogni convegno ed ogni analisi sui media si trasformano rapidamente in un piagnisteo del genere 'Invece in Francia, invece Zapatero...': come se fosse socialmente utile tenere in vita artificialmente organi di partito (a volte mascherati) o manganelli mediatici di capitalisti che vivono di concessioni pubbliche o di aree con buone possibilità di diventare edificabili. Le cose vanno male, in estrema sintesi. Nel 2007-2008 il mercato dell’editoria giornalistica ha registrato un crollo della pubblicità spaventoso, come spiegato ieri dalla non disinteressata (agli aiuti pubblici) Federazione italiana editori giornali nel consueto studio annuale. I quotidiano hanno registrato un meno 2% di vendite, un meno 6% di ricavi pubblicitari ed un meno 30% degli utili. Profondo rosso anche per i periodici: meno 4,4% di ricavi da vendita e meno 5% di pubblicità, con l'interessante distinguo fra settori, In pratica target molto specifici hanno addirittura aumentato gli introiti da pubblicità: più 5,2% i motori (lieve rumorosità, linea grintosa), più 15,7 la salute (bere molto e mangiare frutta e verdura). La nostra personalissima opinione è che i ricavi pubblicitari stiano all'editoria come i diritti tivù al calcio: grandi cifre, soldi apparentemente facili e svincolati dai risultati, ma fondamenta di sabbia ed un lettore che conta poco. Attualmente l'incidenza sui ricavi totali in Italia è del 49,4%. Conclusione: l'informazione è quasi sempre un lusso.

9 commenti:

Italo Muti ha detto...

@Direttore
Il tuo ragionamento non fa un a grinza. Se i giornali si dovessero preoccupare dei lettori, forse potrebbero essere migliori, qualche giornalista emergerebbe, sarebbero sicuramente di meno.
Togliamo i finaziamenti opubblici e vediamo chi resta in piedi da solo.
In Italia si legge poco, pochissimo. Internet è veloce sulla notizia cruda, troppo veloce, più veloce del quotidiano che viene comprato per altri motivi. Il commento, la fede, l'abitudine. Tutto vero, ma allora perchè l'Oioshi Shimbum vende 10 milioni di copie al giorno?
Abbiamo così bisogno di tanti giornalisti che non sanno parlare o , peggio, non fare domande?
Cui prodest?
Italo

Dane ha detto...

Italo, va anche detto che Internet è un alibi che regge fino ad un certo punto: gli italiani leggevano poco anche prima di Internet, perchè sono ignoranti (ed orgogliosi di esserlo) e basta... ;-)

Stefano Olivari ha detto...

Al di là dei discorsi sulla sacralità della carta (per me rimane insuperabile), andrebbe benissimo anche il web...ma chi dovrebbe pagare il giornalista web? A fare i dilettanti siamo capaci (quasi) tutti...

Nonno ha detto...

la colpa è certo degli italiani, peró probabilmente anche il prodotto giornale non è poi realizzato cosí bene, voglio dire se la gazzetta regalasse 1 kg di patate invece dei soliti collateral venderebbe ma moolto di piú!

jeremy ha detto...

DrSpot, andrebbero incontro al problema della quarta settimana delle famiglie.....Comunque nulla potra sostituire il vecchio caro quotidiano: provateci voi ad ammazzare le mosche con il monitor del PC (ho aggiornato la barzelletta.....)!!!

Nick ha detto...

Per rilanciare la carta stampata ci vorrebbe una rivoluzione, un'idea geniale.
Per esempio far scrivere gli articoli a dei giornalisti. Che dite, potrebbe funzionare?

jeremy ha detto...

Nick, sei un sovversivo!!!

Carlo Calabrò ha detto...

Nick, dipende cosa intendi per "giornalisti". Voglio dire che purtroppo anche molti di quelli che imbrattano le pagine dei giornali d'oggigiorno sono "giornalisti", nel senso di regolarmente iscritti all'Ordine.

marcopress ha detto...

nei giornali (di provincia) ci sono più capi che giornalisti. poi ci sono due-tre collaboratori che sono più bravi esperti professionali (perché escono hanno voglia si sbattono) di tutti quello che tengono il c. sulla sedia e altre decine di collaboratori ics che completano il giornale. funziona così, purtroppo.