Più puliti dell'Italia
Il ciclismo non è meno credibile del calcio o del tennis, discipline in cui l'antidoping è molto selettivo (nel senso che quasi mai tocca seriamente il campione all'apice, perchè i club sono un 'bene sociale' e simili porcherie da deputato tifoso) e gli sponsor leggermente più potenti del piastrellista che si è fatto da sè ma che per fortuna esiste. Per questo da sabato cederemo alle due ore di nulla pomeridiano, per niente turbate da un lavoro che non necessita di concentrazione alla Uri Geller (e si vede). Partiremo addirittura con 'Si gira', dalle 11.30 su RaiSport Più e dalle 12.30 in simulcast su Raitre: l'Italia attraversata dal Giro, conduce Alessandro Fabretti: temibile la sfilata di assessori, di sindaci cantori delle 'eccellenze' (il solito vino 'inimitabile', in genere, salvo scoprire che in California lo fanno meglio), di ragazze in costume tipico (uguale identico da Goteborg a Locri) e di personaggi 'curiosi' che sarebbero stati scartati anche da Portobello, ma terremo acceso. Le interviste saranno di Alessandra De Stefano, mentre il punto tecnico sarà affidato a Silvio Martinello e Marino Bartoletti. Paolo Bettini sarà su una delle moto e poi al Processo (condotto da Andrea Fusco) insieme a Sgarbozza. Bulbarelli e Cassani telecronisti, come al solito: non il festival della novità, come si vede, ma con quello che si sente in altri sport, anche pay, risulta incomprensibile perché Aldo Grasso ce l'abbia con loro. Il ciclismo non ci emoziona più da anni, senza un vero motivo, ma la sua Italia è sempre più pulita di quella reale. E la gente che aspetta per ore il passaggio di un gruppo di semisconosciuti ci ricorda, nel bene, quella che qualche decennio fa si stupiva del passaggio di un aereo. Parafrasando i quasi defunti Pooh, se il mondo assomiglia a loro non siamo in pericolo.
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10 commenti:
Non seguo il Giro nella sua interezza (con tutti i collateral degni del miglior Sereno Variabile)da anni. E francamente invidio un po' chi riesce a godersi appieno il circo al seguito. Con annesso diario di bordo del texano più amato dagli italiani. Ha intenzione di fare un resoconto quotidiano, Diretto?
Sul piano tecnico non sono all'altezza, ma su quello mediatico...perché no? Il meglio del peggio si trova proprio nelle trasmissioni di contorno...roba da far rimpiangere le canzoni di Zandegù...
Ottimo, prendo la sua risposta come un si, Diretto! Grazie mille!:-)
per ovvi motivi di lavoro non vedo il giro tutti i giorni ma ogni tanto si e non sarei così negativo. la tv spazzatura è altro ed all'estero le trasmissioni non sono tutte film di bergman. l'anno scorso ero in vacanza in francia e alla vigilia del tour nella città di partenza hanno fatto uno show con cantanti, ospiti vari etc... Sarà stato perchè pioveva e faceva freddo, o perchè non conoscevo nessuno degli ospiti ma ti assicuro che la sensazione non era meno strapaesana. come dici tu, i costuni tipici sono gli stessi da goteborg a locri e i grandifratelli, pacchisorpresa e xfactor non li ha mica inventati mediaset.
oddio, sul fatto che il vino in California lo facciano magari meglio sono in disaccordo a prescindere, sono stato da poco nella Napa Valley ed è veramente sconfortante ed irritante, nella forma e nella sostanza.
Cassani lo ritengo il miglior commentatore tecnico italiano in qualsiasi sport, Bulbarelli in effetti si lascia andare con grande facilità, anche le sue descrizioni da cartolina dei luoghi del Giro nel loro essere sopra le righe ispirano simpatia
Concordo con l'idea che il Giro e il ciclismo,malgrado tutto,rappresentino un'Italia più pulita dell'altra,cialtrona a livelli pantagruelici.
SON APPARSO A GINO BARTALI
Un solo episodio per spiegare il fascino della carovana rosa:1990, spettatore interessato di una crono importante,m'affiancò in auto una sagoma inconfondibile...
"Giiinoooo!"
Era il Bartali che osservava,da una posizione privilegiata,i girini nella cosiddetta prova della verità.
Ginettaccio mi caricò sulla macchina e l'accompagnai per una dozzina di chilometri lungo il percorso.
Mi sembrò,per un attimo,di viaggiare con la Madonna Pellegrina:lo riconobbero anche i neonati..
Tutto ciò per ricordare anche,a 9 anni dalla sua ultima fuga,uno che scrisse la storia dello sport.
Mai la cronaca.
P.s.La citazione del titolo, doverosa,è di Carmelo Bene.
Bellissimo pezzo, vorrei sottolineare lo stupendo passaggio "in costume tipico (uguale identico da Goteborg a Locri)". D'accordo su tutto, sul ciclismo che non appassiona più ma rimane associato a un'immagine pubblica più pulita, comunque più simpatica di altri sport percepiti come "cool". Sì, il ciclismo non perderà mai quella patina vintage che manca altrove. La bici è forse l'unica disciplina la cui ragion d'essere "è" vintage, mentre per tutti gli altri sport (calcio, atletica, formula 1 -se è uno sport-, etc.) giustamente solo il passato è velato di toni nostalgici. Per la bici no, il suo presente è e dev'essere nostalgico in sé. Se vedo la maglia rosa penso a Coppi sgraziato, a Merckx con le basette da André the Giant, a Moser e Saronni col cappellino da Bombolo (o Jimmy il Fenomeno), a Bugno con quella pettinatura da impiegato alla Regione, e a tutti quegli "umili" sponsor tipo gelati Sammontana, Vini Caldirola, Selle Italia, Chateau d'Ax... che sanno di Nord - Nord Est opulento ma operaio, e tutte queste immagini sotto un'unica prospettiva di immobilità antropologica: il ciclismo non cambierà mai, nonostante persino i Rebellin si facciano beccare con le mani nella marmellata... (e i Merckx? pure loro).
Scusate lo sproloquio.
Giro d'Italia, creazione milanese di un giornale milanese e tradizionalmente concludente a Milano. E' il Giro del Centenario, e per l'occasione, non si sa perchè, l'arrivo sarà a Roma.
A sto punto mi aspetto spostino a Roma anche le finali dei play-off di Hockey su ghiaccio.....
Dane, perchè l'inno nazionale italiano dovrebbe essere, a scelta: o "La terra dei cachi" o "In Italia" di Fabri Fibra.......
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