Registi intercambiabili
In ogni convegno sul futuro dell'informazione si dice che il quotidiano del futuro dovrà essere sintetico, evitando informazioni e soprattutto dichiarazioni inutili. Ma questo è purtroppo solo il futuro. Il presente è pieno di frasi di Jonathan Zebina, che dopo l'incredibile impresa del Franchi, con un Siena in ciabatte infradito battuto tre a zero da una Juventus all'inseguimento della Champions, ha spiegato la differenza fra Ferrara e Ranieri. In favore di Ciro il Grande, ovviamente: ''Ferrara ci ha fatto dei discorsi giusti, che ci hanno caricato. A dire la verità, non ha parlato molto, ma ha usato le parole chiave, quelle che un giocatore della Juve non si deve mai dimenticare. E, stando ad ascoltarlo, si è capito che lui è stato un calciatore, si è vista la differenza con il passato''. Capito? Ranieri (tredici anni da professionista fra Roma, Catanzaro, Catania e Palermo: come difensore meglio di Zebina) non è stato un calciatore e non sapeva dire le parole giuste. Tanto valeva ingaggiare Livio Sgarbi, il motivatore trash del Cervia. Con questo non vogliamo dire che Ranieri sia il migliore allenatore del mondo, ma che una qualunque persona di calcio calata in una società forte vale come qualunque altra: Ferrara come Ranieri come Conte come Lippi come Wenger (dato per aspirante alla panchina bianconera: prova che Jim Morrison è vivo e fa il giornalista). Orlandi avrebbe fatto giocare l'Inter peggio di Mourinho? Poi tutti noi siamo affascinati dall'allenatore-guru, dall'educatore integerrimo che plasma la materia grezza: ma in uno sport professionistico basato su potere di condizionamento, forza, corruzione, abilità e fortuna di spazio per coach Reeves (l'allenatore di 'The White Shadow', Time Out nell'Italia Uno del decennio d'oro) non ce n'è tantissimo. Nella critica cinematografica italiana si è convinti che il successo di un film dipenda principalmente dal regista (definito autore se fa parte del giro giusto e le trame sono tristi, con ex brigatisti tormentati o ereditiere in analisi), mentre gli attori sono intercambiabili, lo sceneggiatore un impiegato ed il produttore un ricco scemo che deve ripianare i conti. Ecco, nel calcio funziona un po' così: peccato che in entrambi i mondi quasi tutto dipenda dal produttore.
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88 commenti:
Direttore, a parte la discutibile opinione cinematografica (ok, il produttore conta, dato che il cinema è un industria, e questo lo ha sempre detto, tra gli altri, Mario Monicelli, non proprio un bischero), l'allusione a Jim Morrison è da applausi, come il senso dell'articolo.
Sì, ma non mi pare siano state svelate verità inenarrabili.
Non ho mai sentito i discorsi di Ranieri allo spogliatoio, ma basta ascoltare le interviste per capire che Ranieri, bravo quanto si voglia, abbia la mentalità di un perdente.
Ricordo quando era al Chelsea e diceva i microfoni: "We try..."
Macchè "try", questa è mentalità da provinciale, devi dire "We go there to win".
Mi sono spiegato?
Vero Luigi, ma dal discorso di Zebina si capisce come Ranieri fosse considerato da giocatori e società.
@Luigi: hai ragione, Ranieri è un perdente ed è tutta colpa del Try...
@Igor: io che son del mestiere, credo invece che il parallelo col cinema del Direttore sia azzeccatissimo. Non per sminuire la figura del regista (che tanto in Italia non ce n'è più...), ma in Italia il regista è un nome-esca, che ha almeno 3 o 4 registi che fanno "il negro" dietro le quinte e mandano in porto il progetto (però gli applusi son tutti per il regista).
Non penserete mica che Ligabue abbia diretto "Radiofreccia"?!...
@Jeremy: Milan sempre più terzo...
Davvero, Dane. Hanno barattato quella poca dignità rimasta per un secondo posto........Mi sa che la perdenza parte dalla testa, altro che Ranieri....
Perché, Ligabue è un regista?
;-D
Vero è che in Italia si conoscono per lo più i nomi dei registi e non, per esempio, quello dei direttori della fotografia (e ne abbiamo avuto di importanti e geniali), ma quello che personalmente mi fa venire l'orticaria è la banalizzazione di certi passaggi extracalcistici.
Come se in altri stati, cinematograficamente più importanti del nostro, il concetto di "autore" fosse sconosciuto.
E allora giù con allusioni e minchiate simili:
sìssì, Melissa P. (che conosco e ho letto) e Faletti sono meglio di Scerbanenco, e Sandro Bondi (che tesse amoroso le lodi d'un vincente) di quello sfigato (sarà mica stato comunista?) che fu Dino Campana...
Dane, non ce l'ho con te, sia chiaro, né col Direttore (che amo, come lui sa), ma con certe leggerezze diffuse.
Mah, non li credo così pezzenti, secondo me è il contrario: avendo perso la dignità devono arrivare per forza secondi. Avessero tenuto Ranieri, secondo o terzo posto non avrebbe cambiato niente, ma avendo fatto quel popò di figura di merda devono per forza dimostrare di aver fatto bene: "Con Ranieri eravamo terzi, con Ferrara siamo arrivati secondi!..."
Zebina dimostra che il discorso non fa una grinza...
In una vita precedente (ho anche visto la Doppia vita di Veronica in polacco con i sottotitoli in francese, giuro su Panatta)sono stato ad un dibattito sulla dicotomia fra Autore ed Attore...in pratica, bignamizzo, si diceva che i paesi pro attore sono di destra e quelli pro autore di sinistra...mi ha ricordato il dibattito su Tex...
Premetto che non ho letto l'articolo (di Tuttosport?), ma al di là delle dichiarazioni di Zebina che valgono quanto tutte quelle rese in genere dai calciatori (0,00), il giornalista che ne raccoglie l'affermazione ("Si capisce che Ferrara ha giocato a calcio, si vede la differenza col passato") senza precisare che in realtà a calcio ci ha giocato, per tanti anni e a livelli medio-alti, pure l'odiato Ranieri, quale professionalità ha?
Charlie, ti cito per rispondere: 0,00%.... :-)))
Direttore, Bignami a parte, si dovrebbe capire il senso della questione...
Difficile parlare di sinistra/destra per dinamiche performative protratte per secoli e originate in epoche in cui la dicotomia politica attuale manco esisteva. Però non è che tutto ciò che sia specialistico dev'essere per forza manustuprazione mentale, o forse sì, ma allora qualsiasi specializzazione lo è, anche quella che salva (più direttamente, semplicistico dire che l'arte non lo faccia) le vite.
Igor, non voglio sminuire l'importanza dell'autore, quelo vero però: quando gli italiani intervistando Spieleberg lo chiamano "maestro" lui si mette a ridere, in Italia c'è gente che nemmeno dovrebbe apparire nei titoli e si fa chiamare maestro.
Qui non si tratta di sminuire la figura del regista, ma di certo (sopratutto nei filmetti prodotti in Italia) il peso di una buona sceneggiatura e di un cast di rispetto contano sicuramente di più.
Poi è chiaro che il grande regista ti aggiunge quel quid in più, ma il regista bravo è solo quello che non fa danni riuscendo a sfruttare al meglio le risorse: con una sceneggiatura scritta da Miller e De Niro e Al Pacino come attori il regista lo può fare chiuqnue, anche Ligabue o Aldo,Giovanni&Giacomo.
Esattamente come con Van Basten e Baresi e quel popò di proprietà (che significa dirigenza ed organizzazione) puoi affidare la panchina ad un smeisconosciuto allenatore di serie B che non è riuscito nemmeno ad esser promosso in serie A... ;-)
mi chiedo anche come mai nessuno ribatta una roba tipo: "ma un professionista di serie A, per capire che è pagato per correre, giocare e cercare di vincere le partite, ha bisogno che qualcuno gli trovi le parole chiave"?
Il punto secondo me è: chi, fra i vari personaggi del calcio (lasciamo stare il cinema per un momento), ha più degli altri una visione generale di questo mondo? Credo un manager all'inglese o un presidente con passato in panchina (Pat Riley?) o in campo. Quando le figure sono specialistiche bisogna scegliere: per me Galliani, nel bene e nel male, influisce sui risultati del Milan più di Ancelotti.
di registi molto bravi ce n'è in Italia, mi vine in mente un Sorrentino per esempio, ma se ne potrebbe citare una decina di ottimo livello. Che poi non siano paragonabili ai Coen, Tarantino, PT Anderson, W Anderson, Payne, Zwigoff ecc... e vabbè sono daccordo.
Da profano delle cose interne al cinema, io preferisco gli attori ai registi. Nel senso che un Toni Servillo farebbe un figurone anche diretto da Muccino (a scelta, uno dei due...). Poi è chiaro che David Lynch o Stanley Kubrik saprebbero valorizzare anche una chiavica di attore come me (sono un grande attore ma faccio il modesto, come si usa nell'ambiente.....). Ma valorizzarlo, non farlo diventare Lawrence Olivier.. Che poi spesso si confondano i meriti del regista con quelli dello sceneggiatore e del soggettista è un dato di fatto.
Direttore, il discorso della "produzione" calcistica regge, soprattutto se applicato ai club di vertice: allo stesso modo, infatti, l'incompetenza dell'attuale dirigenza juventina ha influito sui risultati ben più di Ranieri (ma hanno chiuso questo benedetto contratto con Diego, a proposito?); lo stesso Mourinho - al di là delle chiacchiere e delle provocazioni - non ha potuto fare altro che riproporre il modello tecnico preesistente. Altro esempio emblematico - a livelli più bassi - può essere quello del Napoli, società guidata proprio da un produttore cinematografico, però molto a digiuno di calcio: ebbene, i quadri societari inadeguati - col solo Marino impiegato quasi quasi anche nelle pulizie - avrebbero bruciato molti altri allenatori. Altro esempio di "produzione" vincente è quello del Barcellona, dove il "marchio" e l'identità contano più di tutto. Diverso, come ben evidenzi tu, è il discorso dei manager "all'inglese" come Wenger e Ferguson: loro sì realmente influenti sulle rispettive società, anche per i tanti anni nei quali hanno potuto portare avanti il loro lavoro e dare la loro netta impronta alle rispettive società.
Eltopo: mistero o faccia di culo? Per me tutte e due....
Diretto, chi comanda e decide la mission e la strategia aziendale conta sempre piu degli altri. In ogni campo e per ogni dimensione. Poi è chiaro che la singola mansione conta tantissimo nella funzionalità aziendale, ma se Galliani sceglie Dane come allenatore, me come regista e Igor come DS, pagandoci magari 50 milioni a testa, è comunque merito o colpa di chi ci ha scelto, quindi di Galliani.
nel cinema americano anni '40/'50/'60 il produttore era il nome più importante e il regista considerato un semplice mestierante (anche se in realtà non era sempre così).
Poi ci sono state varie svolte, penso al cinema indipendente americano dove il produttore è passato decisamente in secondo piano (se penso ai low budget poi...)
Jeremy, gli attori sono sì importanti, ma vanno diretti. DeNiro è un grande ma fa solo film di merda da tempo immemorabile (l'ultimo è Jackie Brown?)
Il regista è fondamentale, anche perchè un buon sceneggiatore è ovviamente più attirato da un regista che sappia valorizzare al massimo il suo testo.
Igor, pero Wenger e Ferguson, per quanto bravissimi nella loro mansione, sono comunque succubi del budget. Quindi della proprietà e del top management.
...farebbe un figurone anche diretto da Muccino (a scelta, uno dei due...)...mi hai regalato una risata!
Dag, ok sono d'accordo.
Teg, infatti ho messo Toni Servillo. Gia un Favino rischia di naufragare con uno dei Muccino Bros..... :-)))
Il bello del cinema (al contrario del calcio) è che con due soldi puoi fare un film 100 volte più bello di Titanic o Il Signore degli anelli (e sai che ci vuole direte voi...).
Clerks costò 28mila dollari...
Dag, perche? Pensa a quante squadre fanno cagare buttando decine di milioni dalla finestra mentre ci sono società che con molto meno fanno dei capolavori. Certo Clerks è un gran bel film (poi paragonato al Titanic non c'è partita.....)ma resta un "piccolo" capolavoro, non uno dei film più belli della storia del cinema....
No infatti non è certo un capolavoro, ma era per fare il paragone con certi pallosissimi blockbuster.
Poi è verissimo che anche nel calcio si possono apprezzare i "successi" di chi usa bene i pochi soldi a disposizione, con competenza e passione.
Le metafore, o i paragoni, son buoni se e quando funzionano...
Servillo, oltre che un ottimo attore e un'ottima persona, è pure un regista (teatrale) bravissimo. Anche perché il regista, tout court, non è equiparabile all'allenatore calcistico, come funzione: ci sono ottimi registi, diciamo a loro modo "indiscutibili", che non sono grandi direttori di attori (Argento, per esempio), ma bravissimi in altri "dettagli", per usare un eufemismo, che un produttore, uno sceneggiatore, una direttore della fotografia non avrà.
Il discorso sul cinema (che è un'industria, su questo non ci piove, e quindi necessariamente il frutto di un lavoro collettivo, dove se si è tutti bravi è sempre meglio) sarebbe lungo e fuori luogo (infatti sono, io per primo, OT), ma mi chiedo se sia per forza necessario, anche quando si parla di tutt'altro, il vittimismo antigramsciano ormai imperante: ah, questi comunisti cattivi che hanno monopolizzato la cultura, la sQuola, la musica, brutti, noiosi, sfigati e chissà cos'altro.
Ah, certo, Muccino gioca in NBA e Moretti (che non amo politicamente) è da LegaDue...
Letto del ritorno sulle scene del mitico Danilo Di Tommaso?
quoto (e molto) la seconda parte di Igor
Hytok, sono sempre i peggiori che non se ne vanno....
Igor, non sei te che può decidere quando una metafora funziona. Questo blog ha certificato che io non capisco un cazzo di calcio, sulla regia credo di poter dire qualcosa e per me la metafora del Direttore funziona perfettamente (gli esempi di Sorrentino e Muccino sono emblematici: il secondo non sarebbe degno nemmeno di fare l'assistente al primo, ma con le produzioni giuste ha fatto un figurone conquistando l'Amerika...).
Anche il Direttore d'Orchestra conta, ma quando Muti litigò con la Scala finì per andarsene lui (perchè è un po' più facile trovare un bravo direttore d'orchestra piuttosto che ingaggiare 110 orchestrali di primo livello selezionati nel corso degli anni dal più importante teatro lirico internazionale).
E perfettamente funziona anche il discorso sulla retorica parruccona e melensa della Kultura dell'intellighenzia di sinistra italiana che hanno creato, loro sì, un vero regime ideologico: Moretti come regista vale lo zio che riprende il battesimo del nipote e Guccini è uno sganascia maroni, ma è vietato dirlo perchè se no si passa per fascisti.
De Andrè e Monicelli sono di un altro pianeta, e denunciano la più grande infamia compiuta dall'egemonia culturale della sinistra: confondere la serietà con la seriosità.
E' inutile che fai l'offesino facendoci la "lezioncina" (scusa, ma la covavo... :-D ), perchè al vittimismo antigramsciano stai opponendo il solito manicheismo di maniera della sinistra.
Non tratto l'articolo, grazie...
Il discorso su una certa sinistra "padrona" della cultura italiana è molto vasto e non banale. Se parlo di "compromesso storico" qualcuno mi crede? Se parlo di un compromesso tra DC e PCI per "spartirsi" il potere in Italia (io mi prendo il potere politico, tu il potere culturale) mi credete?
Concordo con Dag: l'importanza del regista nel cinema dipende dalla tradizione e dal contesto storico in cui si opera. Hollywood anni 30 e 40 e' un conto; anni 70 e' un altro. Ma per me non c'e' dubbio che i grandi film della storia appartengono al regista, e gli attori sono di seconda importanza (mentre il produttore sta li' per mettersi di mezzo).
Nel calcio sono molto piu' importanti gli attori. Un mestierante che svolge il compitino (Ranieri, ma anche Zaccheroni o Bigon), con degli attori mediocri fara' un campionato mediocre, mentre con dei grandissimi interpreti puo' sperare di vincere il camionato.
p.s. Kieslowski (dopo Bertolucci) e' il regista/autore piu' sopravvalutato della storia. Si puo' dire?
ruben, altrove rischieresti il linciaggio per il tuo ps....Anche se a me Kieslowsky non dispiace anche se un pochino pesante.
Io offesino?
Minchia, detto da uno che parla di sé ogni tre per due e si ritira sull'Aventino (tanto per citare metafore della mentula).
Ma mi facci il piacere...
Poi, oh, son opinioni.
Si può dire tutto e il contrario di tutto, persino che Faletti è uno scrittore.
Tondelli invece no, è un'invenzione dei komunisti kattivi (e pure un po' rikkioni, dato il caso).
Oddio no, la storia delle tot dittature no...
Io penso che fare il regista non significhi solo dirigere come un vigile attori e cameramen. Fare il regista significa preparare un film per mesi, pensare ai colori, al montaggio, alle riprese, ai campi lunghi o corti, al significato morale di una ripresa in primo piano o dal basso verso l'alto, alla suspence o alla sorpresa, pensare ai dialoghi e ad un altro migliaio di cose che servono tutte al successo del prodotto finale. Ed il regista e' nella maggior parte dei casi e' fondamentale in ognuna di queste tappe.
Quindi, mi pare facile dire che "chiunque sarebbe capace di allenare e vincere con l'Inter".
Ranieri e' sempre stato un allenatore mediocre (preso in se' e senza considerare i giocatori che aveva) buono per le promozioni del "vediamo se ce la facciamo" e inadeguato per il "vincere e vinceremo". A causa di questo suo essere perdente non aspettavano altro che l'occasione giusta per mandarlo a casa, occasione che si e' finalmente materializzata, anche grazie all'aiuto di giocatori accondiscendenti, nelle ultime giornate.
Cio' non significa che Ferrara vincera' il campionato, ma che probabilmente Ranieri all'Inter neanche lo vincerebbe.
@Luigi: concordo pienamente.
@Ruben: non hai torto, ma è sempre una questione di casi e di cosa si stia giudicando...
Ci sono film "bruttini" (o anche peggio), ma esemplari per la bravura di uno o più attori (pensiamo a Totò).
I gusti personali, poi, sono tali e basati su inclinazioni personali che, chi ha uno straccio d'onestà intellettuale, sarebbe opportuno contestualizzare.
A me non piace Fellini, ma sarei un cretino se dicessi che è un regista sopravvalutato.
Jeremy, mi piace vivere pericolosamente. "La doppia vita" l'ho trovato borioso. Molto poetico nelle imagini, ma sotto il vestito poco o niente.
Sono un Hitchcockiano convinto; poi adoro il noir anni 40 e la paranoia Hollywoodiana anni 70.
Sul monopolio culturale della sinistra in Italia ho poco da dire (non conoscendo bene la materia). Domanda ingenua: Visconti e Antognoni di che colore sono? Fra gli "autori" italiani sono i miei preferiti (ma e' come ammettere la grandezza del Brasile '58 e '70). Apparte loro due, mi piace molto Scola (la domanda ingenua vale anche per lui).
I noir anni 40 sono dei capolavori. Tra l'altro credo che il bianco e nero sia una caratteristica fondamentale. Immagino solo "Il grande sonno" a colori e mi vengono i conati....
Tutti in area Pci, all'epoca.
Chi più chi meno a sinistra.
Però hanno fatto pheelms perché raccomandati e hanno la responsabilità storica (assieme a quello stalinista di Fellini) d'aver compromesso la carriera di un grande come Squitieri.
[sono ironico]
Leggo ora il post di Igor. Sono d'accordissimo (anche su Fellini). Sono opinioni stra-personali e non mi passa per la testa di presentarle come verita' assolute. Anzi mi permetto di parlare con convinzione proprio perche' sto solo esprimendo una preferenza personale.
Scusate l'OT, ma visto che si è accennato al ritorno di Danilo Di Tommaso (brividi...), chi non torna è invece Domenico Morace, che fino a metà anni Novanta è stato uno dei giornalisti più presenzialisti a livello televisivo, e poi di punto in bianco è sparito nel nulla. Non ho trovato notizie fresche nemmeno su internet, qualcuno sa che fine abbia fatto?
Questo dico Igor. Possibile che ogni artista di livello fosse in orbita PCI o comunque vicino? E se fosse stata per molti una convenienza e non una reale convinzione? Certo non è che il PCI fosse un organo sovietico, però farsi timbrare non è mai bello.
@Luigi: è evidente che il regista non è un vigile urbano (ma nemmeno un allenatore lo è) e nessuno ha detto che non conti un cazzo: ma con la sceneggiatura e la produzione giusta puoi metterci lì anche un prestanome. La stessa cosa succede nel calcio, basti vedere Juve, Real Madrid e Milan, che hanno sempre dato all'allenatore un importanza marginale ottenendo ugualmente grandi risultati: pensa ai risultati ottenuti da Trapattoni (vice allenatore del Milan...), Del Bosque (allenatore della Primavera) o Sacchi (nemmeno promosso in serie A).
Il problema è far passare come "artisti" gente che ha la tessera giusta e grazie a 4 "negri" che lavorano per lui riesce a mettere in piedi il film, film che normalmente servono solo a coprire e giustificare le porcherie dei "compagni che sbagliano".
Capirai che in quel caso, a sentir parlare di "autori" per gente che non sa nemmeno compilare un piano inquadrature, girano un po' le palle.....
@Jeremy: non è stato un compromesso, ognuno ha approfittato dell'assenza altrui. Comunque i risultati sono quelli che hai detto...
@Ruben: no, non si può dire: se no passi per fascista...
@Igor: vedi che sei tu che sfoci in certi toni?! Io non sto nè a destra nè a sinistra, quindi non ho chiese da difendere. Il che non significa che io abbia più ragione degli altri, ma di certo sono più libero da condizionamenti di chi difende una bandiera.
Come dici tu i gusti sono gusti ma il valore intrinseco dell'opera non c'entra: io ascolto più volentieri i Sex Pistol rispetto a Mozart ma non mi sognerei di paragonare il livello artistico delle due differenti produzioni.
In Italia invece l'etichetta è tutto. Le regie di Zeffirelli (parlo di opere liriche, a livello di cinema è insopportabile) sono superiori a quelle del suo maestro ma è vietato dirlo nell'ambiente perchè il suo maestro aveva la tessera giusta: quella comunista (così comunista che licenziò il suo maggiordomo perchè si dimenticò di spazzolare i due gatti persiani, vabbè...).
Ma se urli che il Re è nudo ti dicono "eh, ma tu non puoi capire...".
Chi ha visto la scena dell'uscita dal cinema de "La patata bollente"?! Lo sfogo della Fenech è una mirabile ghigliottinata a certa intellighenzia da piadina e lambrusco...
mi pare che molti qui confondano la politica con l'estetica
si può essere di sinistra e aver fatto dei bei film, così come essere di destra e aver fatto dei bei film
ripeto, se uno ha idee diverse dalle mie non può aver fatto cose belle?
"Tutti in area Pci, all'epoca.
Chi più chi meno a sinistra."
Eccolo, ero qua che l'aspettavo! Ce lo sapevo ce lo! :-D
"La superiorità della cultura di sinistra". Ero qua che ti aspettavo.
Fatevi raccontare da "qualcuno che c'era" perchè avevano tutti qulla tessera, chè se no non li facevano lavorare...
p.s.: ve lo vorrei raccontare io, ma sarei costretto a citare testimonianze che mi son state fatte direttamente e mi accuserebbero di parlare sempre di me...
Axel, allora non hai capito niente! :-D
"Tutti in area Pci, all'epoca.
Chi più chi meno a sinistra..."
Serve dire altro?!... ;-)
p.s.: Picasso?! Un genio. Boccioni?! Un imbrattatele guerrafondaio...
Axel, perfettamente d'accordo. Ed è proprio questo il punto....
"...Tutti in area Pci, all'epoca.
Chi più chi meno a sinistra..."
Dane, ma stai facendo training autogeno???? Mi sembri Moretti quando sul vogatore ripeteva all'infinito "colpirne uno per educarne cento".... Non è una bella cosa sai?!
Tutti con la tessera PCI nel cinema, sennò non lavoravi...per esempio chi? Boh! De Sica era del PCI? Oppure Totò? Olmi? Sordi? Non mi pare proprio. Rosi, Damiani,Pontecorvo, Scola etc. hanno fatto i film che hanno fatto non perchè gleli ha imposti il Comintern, ma perchè evidentemente volevano farli. L'unico che è stato citato come presunto discriminato è Zeffirelli, ma ha fatto tutti i film (brutti) che ha voluto. Se si dice che Visconti era meglio di lui è proprio perchè è vero.
buran, sei un comunista. e sencondo me anche un ultrà.
Buran, Visconti era meglio di Zeffirelli al cinema, a teatro no. Come diceva Montanelli "Pasolini ha scritto alcune tra le pagine più belle del dopoguerra ma ce le ha fatte pagare caro con dei film inguardabili..."
Però per l'intellettualoide con giacca di velluto marrone e montatura in bachelite nera Pasolini è un grandissimo scrittore e un gradissimo regista, senza se e senza ma.
Hai ragione, De Sica è diventato De Sica anche senza essere comunista, esattamente come Paolo Maldini è diventato Paolo Maldini senza far parte della Gea.
Poi certo, Grabbi non aveva personalità, Sculli invece un fuoriclasse...
p.s.: a leggere il nome di Ettore Scola son caduto dalla sedia dal ridere.....
"a leggere il nome di Ettore Scola son caduto dalla sedia dal ridere....."
Dane, in che senso?
una cosa però non la capisco: gli artisti stavano col PCI per convenienza? e certo, grande convenienza a restare col partito sempre all'opposizione
nessuno pensa che stavano di là solo perché avevano ben presente l'alternativa?
ragazzi, il governo di allora era gente che fino al 1960 negava l'esistenza della mafia, non dimentichiamocelo
Non discuto il fatto che Zeffirelli sia meglio come regista di teatro o d'opera, d'altronde mi pare che neanche in questo campo sia mai stato disprezzato o discriminato, no? Ho messo Scola non perchè sia un suo fervente ammiratore, ma perchè è un regista il cui lavoro ha avuto anche un riscontro commerciale, per cui non credo che gli abbiano fatto fare film grazie alla tessera. D'altronde, per quanto riguarda il campo opposto, si potrebbe parlare di un Nikita Michalkhov, osannato, finanziato e premiato quando è diventato filozarista nonostante i film inguardabili e tromboni, ma i cui migliori lavori li ha fatti (coi soldi dello stato)quando era "oppresso".
axel, discorso peloso. Sono d'accordo con te anche perche questo dualismo mostruoso è stata la rovina dell'Italia. Ma potevi anche non allinearti e basta. Non sarebbe stato piu giusto? Quanta gente adesso dice di non essere mai stata comunista, in primis uno che è stato pure presidente della FGCI......
@Axel: non è questione di alternativa. E' che l'intellighenzia del tempo, non avendo i numeri per formare una maggioranza (la sinistra è sempre stata un gruppo di cazzari in lite fra di loro..) ha capito che conveniva prendere il controllo dela cosidetta "cultura" (snobbata dalle altre parti politiche, impegnate ad occupare altri centri di potere).
Così facendo venivano esaltati gli artisti di sinistra, venivano scelti direttori di musei tra i critici di sinistra, etc...
Chiaro che in tale contesto ad un artista di sinistra fosse più facile far carriera, il che onestamente non significa che quell'artista non fosse bravo e avesse fatto carriera perchè di sinistra (penso a gente come Kounnelis o Monicelli) ma altrettanto onestamente non significa che quegli artisti avessero un valore perchè di sinistra.
Però questo è il messaggio che è stato fatto passare, e questo il clima che si vive da più di mezzo secolo in Italia, cosìcchè è più facile che tra gli artisti di livello la maggior parte sia di sinistra, chi per convinzione (Monicelli), chi per convenienza (Visconti e Rossellini), chi per raccomandazione (inutile fare i nomi, diciamo tutte le seconde fila...).
De Sica è De Sica e fa quello che vuole, ma è chiaro che per Pasquale Quagliarulo sia più facile ottenere i fondi per fare un film sull'esaltazione dei partigiani rispetto a Bepi Tognon che vorrebbe fare un film per raccontare come alcuni partigiani si misero d'accordo coi titini (e massacrarono i connazionali che si opposero) per cedere alcune fette di terre italiane in cambio di una mano per istituire un regime comunista in Italia.
Quagliarulo fa il film, vince il Festival della Minchia Secca e sale sul palco a ritirare il premio col pugno sinistro alzato, Tognon non se lo caga nessuno e sta ancora girando per trovare i fondi per il suo film.
Poi arriva l'intellettualoide da salotto petrolifero che ti dice "vedi?! Il meglio del cinema nazionale è di sinistra, perchè è la Cultura stessa (quella con la C maiuscola) che è di sinsitra..."
@Dag: il cinema italiano è finanziato dallo stato, i produttori puri non esistono più (per questo odio ma non insulto i Vanzina, perchè sono i loro incassi a finanziare metà delle opere italiane, permettendo a certi ignobili parrucconi di fare poesia da gulag...).
Anni fa, per rispondere alle accuse della sinistra di non fare abbastanza per la cultura, il governo di destra citò le cifre di quanto prodotto e finanziato in ambito cinematografico.
Discorsi pretestuosi e intellettualmente disonesti da una parte e dall'altra, perchè i numeri vanno intepretati e non contati semplicemente.
Bèh, a questa polemica rispose Ettore Scola, dicendo di voler aspettare a produrre il suo prossimo film nell'attesa che cadesse il governo di destra, in modo da far sì che il proprio film non rientrasse in una statistica che favorisse l'immagine di un governo di destra.
Questo è quello che posso raccontarti, il resto me lo tengo per me e lo racconterò solo al bar (ma me ne dovrete offrire di Martini...), ma spero che quel piccolo esempio sia sufficiente a farti capire comunque il perchè a sentir Ettore Scola citato in qualità di "regista libero" io sia caduto dalla sedia...
Guarda Dane, ho questa fornitura di birra a disposizione e non so che farmene (il progetto pub Indiscreto è andato a zoccole...): diciamo che storno un po del tuo debito e i vari debitori ti pagano un paio di invisibili.....
@Dane: se dobbiamo aprire un discorso di politica (ma spero di no) bisogna parlare anche di Gladio, della strategia della tensione e di tutte le cose relative: soprassediamo, d'accordo?
sulla questione solo culturale, mi sembra una tendenza del mondo occidentale il fatto che la maggior parte degli artisti sia a sinistra (succede anche in America, tutto un magna magna pure lì?)
i motivi sono lunghi da spiegare, io non ridurrei tutto a questioni di potere che poi sono tutte da verificare (quante fiction su Che Guevara e Rosa Luxembourg sulla Rai eh?)
sintetizzando la mia, non è che la DC non ci provasse a piazzare i suoi Diego Fabbri, è che Brecht spiegava meglio il mondo
Axel, in America la sinistra intesa all'europea non esiste. I democratici sono dei liberali e i repubblicani dei conservatori. Quindi non ci confondiamo con il nostro concetto di socialismo.
Sarà, ma ancora, a parte l'ipotetico Quagliarulo, non ho letto ancora il nome di un regista-attore o simile che abbia dovuto pigliare la tessera del PCI per lavorare. Si citano Visconti e Rossellini, ma in base a cosa? All'epoca il PCI attirava tanti intellettuali non tanto perchè convertiti al marxismo, quanto perchè lo vedevano (a ragione o meno) come un'alternativa nazionale e popolare rispetto allo sfascio e all'ignoranza. Un'adesione "per dignità", se così si può dire. Guarda ad es. un intellettuale come Malaparte, e considera le scelte che fece nell'ultima parte della sua vita. Lasciando stare i grandi cineasti, e parlando delle "seconde file", dove si vuole regnasse la discriminazione, rimango ancora più perplesso. Il cinema popolare o il B-movie sarebbe stato controllato dal PCI? Quindi, a cominciare dai peplum dei Sansone e Maciste, per andare a finire nei vari Sartana, nei "polizziotteschi" e nella commedia sexy all'italiana, una perversa trama è stata tessuta per il controllo delle menti. Permettetemi di essere un po' scettico.
La metafora è azzeccata.
Ma il paragone con il passato del cinema italiano è improponibile.
Per quasi trent'anni è stato,qualitativamente,il migliore del mondo.
Il motivo era di tipo culturale e industriale:c'erano i registi,i produttori,gli attori,i fotografi,i musicisti,gli sceneggiatori.
Fu un momento irripetibile per il nostro paese:poi,inesorabilmente,la televisione ha fagocitato quel sistema.
Gli italiani,negli anni sessanta, guardavano la tivù sognando il cinema.
Oggi si siedono davanti al grande schermo,che ripropone la realtà vomitata da quello piccolo...
L'unica situazione contemporanea similare,ma non dal punto di vista quantitativo,è quella del cinema coreano.
Il Pasolini,per citar Montanelli, fece film "brutti" ma assolutamente necessari.
"Salò o le centoventi giornate di Sodoma" è l'opera più profetica,e brutale,partorita dalla mente di un intellettuale italiano.
E,ringraziando per il delizioso assist,invito tutti a riguardare attentamente una scena de "La voce della luna" di Fellini.
Era il 1990.
Il genio si manifesta anche nei particolari apparentemente più irrilevanti.
http://www.youtube.com/watch?v=v3TnhqVRMpU
Il momento topico è a 1'24".
Aveva intuito già tutto.
@Jeremy: lo so bene e credo anche di avere capito il vostro punto di vista
voi dite (avendo qualche anno più di me): da ragazzino io dovevo sorbirmi Moretti, Guccini e tutta una melma pseudo-intellettuale che creava film deprimenti, canzoni tristi e tutto il resto
a me invece piacevano di più i film con Pierino, il synth-pop e il Gioca Jouer
a un certo punto avete sentito il bisogno di rivalutare tutte queste cose ed è stato fatto, qualche anno fa (col revival anni '80), invece voi state ancora qui a dire "che palle i comunisti che ci vogliono tutti depressi"
vi rendete conto che avete vinto (e da 20 anni ormai)?
solo che adesso bisognerebbe cominciare a proporre qualche nome sostitutivo a quelli là falsamente incensati altrimenti il vostro "no alla cultura solo di sinistra" rischia di diventare un "no alla cultura" e basta
e mi dispiacerebbe molto e so che nemmeno voi lo pensate davvero
quindi?
mi permetto di dire che sono stupefatto che nessuno (compreso indiscreto, famoso castigatore...) denunci mai la palese falsità delle partite tra juventus e siena, squadra da sempre nella orbita juventus pre e post moggi, basta vedere i passaggi di giocatori e allenatori/staff (de ceglie, manninger, legrottaglie, molinaro, tudor, conte, ventrone...). Mi sono permesso di dare una occhiata alle statistiche: in 10 partite disputate, la juve ha perso solo nella partita di ritorno della scorsa stagione, quando una vittoria senese ha matematicamente garantito la permanenza in A; per il resto 9 sconfitte con 11 gol segnati dal solo alex del piero... il solito grande uomo...
Lorenzo, da juventino, concordo. Il problema è il carnale rapporto tra queste due società ma non puoi impedire i passaggi da una all'altra squadra. Oltra all'onestà, ci vorrebbe una cultura sportiva migliore per superare un impasse del genere. Per esempio, in Inghilterra credo ci sia la regola (ufficiale o ufficiosa non so)di non schierare un giocatore in prestito per le partite contro la squadra proprietaria del cartellino. In terra albionica mettono le mani avanti perche la carne è debole e non si sa mai....
@Axel: "sulla questione solo culturale, mi sembra una tendenza del mondo occidentale il fatto che la maggior parte degli artisti sia a sinistra (succede anche in America, tutto un magna magna pure lì?)"
Falso: Kubrick e Eastwood (il meglio del cinema di ieri, il meglio del cinema di oggi) sono quanto di più lontano ci possa essere dal pensiero di sinistra, ma se scrivi ste cose significa che anche te sei stato plagiato e quindi ormai non ho più speranze... ;-)
p.s.: io non ho mai rivalutato "Giovannona Coscialunga" e Pierino, ne ho mai detto "no alla cultura di sinistra" (ripeto: io non sto nè a destra nè a sinistra, quindi non ho chiese da difendere). Solo che io rifiuto il concetto secondo cui la cultura di sinistra è Monicelli, e la cultura di destra è Pierino.
Oddio, al limite all'atto pratico potrebbe anche essere stato così, ma non per una superiorità dlla cultura di sinistra ed ho spiegato il perchè.
@Buran: frequentando un certo ambiente è più facile far carriera, poi è ovvio che devi esser bravo. Visconti era fondamentalmente di destra come filosofia di vita, ma recitava la parte di quello di sinistra perchè così gli si aprivano le porte. Boccioni vale duecento Guttuso ma a Guttuso è stata concessa la stessa audience di Boccioni. Perchè?!... Per lo stesso motivo per cui Sculli, Esposito e Pepe hanno più presenze in nazionale di Pietro Paolo Virdis, Pruzzo e Muraro.
Il Futurismo è il movimento artistico italiano più importante del XX secolo, ma i Bonito Oliva di sta minchia perdono sempre tempo a parlare dei Guttuso e dei Kounnelis, perchè?!...
L'avete mai visto il film "Porzus"?! Andrebbe mostrato ai ragazzini delle scuole una volta al mese, invece lo vedi su Rete4 all'una di notte una volta all'anno. Quando è uscito al cinema nesusno se n'è quasi accorto, perchè a momenti manco il trailer facevano girare.
In compenso però ci han fatto due coglioni così con quella cazzo di meglio gioventù, una porcata giustificazionista che l'avesse fatta Leni Riefensthal l'avrebbero spellata viva.....
Ho fatto un discorso complesso, se non l'hai capito significa che se anche te lo rispiegassi non lo capiresti.
Poi se mi dici che "All'epoca il PCI attirava tanti intellettuali perchè lo vedevano come un'alternativa nazionale e popolare rispetto allo sfascio e all'ignoranza. Un'adesione "per dignità" (quindi Montanelli e Balla sono ignoranti senza dignità...) significa che sto solo perdendo tempo.
Come non detto, la Kultura è di sinistra e buonanotte.
Senza rancore...
p.s.: ve la meritate "La Corazzata Potemkin", ve la meritate.......
Scusa axel ti rispondo ora. Io non dico che a me piacciono porcate come Pierino e il Gioca Jouer (i poliziotteschi no, perche sono dei capolavori). Semplicemente, questo accostare sempre la cultura ad un ideologia per farne propaganda ha dato fastidio. E molti sicuramente per convenienza si sono accostati ad idee che non condividevano per non essere tagliati fuori al giro che conta. Questo al cinema, nelle università, nei musei e quant'altro. Che poi il Futurismo italiano sia stato messo in un angolo mentre quello russo sia stato incensato è l'esatta misura di quello che dico: Majakovsky un genio proletario, Boccioni un fascista (per fare due esempi di artisti dello stesso periodo e volendo della stessa corrente artistica). In realtà due grandissimi e basta.
Jeremy, è per poche menti come la tua che non mi sono ancora suicidato. Sì, insomma, è con te che se la devono prendere i talebani...
Non so se essere piu onorato della stima o piu preoccupato per i talebani....Ma vivo a 300 metri dalla Stazione Centrale e nella vita non ho timore di nulla (si, come no?!....)..... :-)))))
La seconda che hai detto...
Minchia.....
Caro Dane, io non capirò i tuoi discorsi complessi e i tuoi riferimenti a Pepe e a Pruzzo, ma ancora non ho capito chi è il regista o l'attore che ha dovuto prendere la tessera per forza. Te mi dici ora Visconti, ma io credo che invece la sua adesione a una certa area fosse sincera, e ho spiegato qual era, secondo me, il motivo. Poi non era di sicuro obbligatorio, e prova ne è che, appunto, altri artisti o intellettuali avevano altri riferimenti. Fra l'altro, venendo all'attualità, sappiamo che il buon vecchio Clint è notoriamente un repubblicano , però vedendo i suoi film si direbbe il contrario...sarà mica che ha dovuto prendere la tessera per poter lavorare?...:-)
@Buran: è esattamente il contrario: è proprio vedendo i loro film che si capisce che Eastwood e Kubrick sono di destra. E lo stesso vale per Visconti...
Okkazzo, nessuno ha dovuto prender la tessera per forza: non eran mica minacciati di morte! Solo che con la tessera giusta è più facile far carriera, a parità di bravura. Esattamente come per Sculli è stato più facile aver una possibilità (ed anche di più: qualsiasi altro giocatore dopo il primo campionato sarebbe stato spedito in C2...) in serie A rispetto a Grabbi (che pur aveva mezzi almeno pari, se non superiori).
Comunque, visto che io non so esprimermi, leggiti il post di Jeremy su Pierino e Majakowsky: se non capisci nemmeno quello, torniamo a parlare di Ferrara e Ranieri... ;-)
@Dane: io ho detto la maggior parte degli artisti, non i maggiori tra gli artisti ma comunque hai ragione e, anzi, sono stato io prima a scrivere di non confondere la politica con l'estetica
Balzac è 1000 volte meglio di Eugene Sue anche se il primo è di destra e il secondo di sinistra
non pigliatemi per l'ingenuo e l'ortodosso che non sono (spero!)
@Jeremy: "Semplicemente, questo accostare sempre la cultura ad un ideologia per farne propaganda ha dato fastidio."
esatto, se una cosa te la inculcano a forza e basta finisci per odiarla (esempio palese Dante e "I Promessi Sposi"), di qualunque colore sia
attenti però a non cadere nell'estremo opposto, a definire merda tutto ciò che è di un certo colore
personalmente Guccini mi piace (anche se il mio preferito è Battiato), Moretti mi fa sbellicare (anche se il mio preferito è Chaplin) e "La Corazzata Potemkin" resta un capolavoro del cinema (e pure "Sciopero" non era male)
No axel non mi hai capito: da fastidio l'accostamento ideologico sempre e comunque, non l'espressione artistico-culturale. Non negherei mai la validità di una produzione (che brutta parola in questo contesto..)culturale solo perche politicizzata. Mi urta il "politicizzato" estremo che spesso si è fatto in passato e anche nel presente.
Axel, la chiudo con una battuta: Kubrick e Eastwod sono sia la "maggior parte" sia "i maggiori" registi, perchè loro due da soli valgono tutti gli altri registi di sinistra che mi possono venire in mente.
E se penso al nome di qualche artista, giornalista, scrittore, che mi passa per la mente in questo momento, devo fare violenza sulla mia mano per non scrivere che il meglio sta a destra. Ma non lo faccio perchè cadrei nell'errore de "l'estremo opposto" di cui parli tu.
Errore che non mi tocca, se permetti, perchè fin dall'inizio del discorso ho distinto tra Guccini e De Andrè, tra Moretti e Monicelli, tra Benigni e Paolo Rossi, etc...
Non è questione di etichette nè di gusti personali, ma è questione di valore intrinseco e condizionare il valore in base all'etichetta è intellettualmente disonesto. Ed è quello che succede in Italia da più di mezzo secolo...
Dane,
ciccino, hai sbagliato proprio indirizzo.
Adoro Boccioni, adoro il Futurismo e ho semplicemente affermato una realtà: i tre registi di cui sopra erano in quell'area lì.
Non è colpa mia, io manco esistevo.
Punto.
O attaccaci un toppino, si dice in Toscana.
E ora raccontaci di tuo nonno e di come il tuo ombelico sia d'interesse mondiale.
Ma va' sull'Aventino, va'...
Igor: ciccino?!??!?!? :-))))
Igor, capisco di essere antipatico, ma mi sembri insolitamente astioso.
Mi pare che la prendi troppo sul personale (a proposito di ombelico...): se valuti nella giusta forma Boccioni e il Futurismo sono contento per te, significa che non sei così talebano come sembrava (colpa mia che non capisco mai niente...).
Ma allora non vedo l'utilità di citare quei "tre registi di cui sopra erano in quell'area lì", quasi a voler insinuare proprio quella superiorità della cultura di sinistra che io volevo smitizzare...
Tutto un panegirico con attacchi personali, per poi dire che la pensi (quasi) come me?!... Perplimo...
Bellagioia (cito Boldi, il danneggiato dal potere romano... così siam tutti felici),
da una risposta, a una domanda peraltro, di tre righe hai presunto e desunto una petizione che non ho sostenuto, peraltro su una realtà assai più complessa di come possiamo trattare qui.
Punto.
Quanto alle felicitazioni per la mia, assai presunta, cultura, per favore risparmiati, risparmiami e risparmiaci.
Non devo accreditarmi certo di fronte a te, proprio non m'interessa.
E non è astio, ma sincerità.
Per il resto, ringrazio coloro coi quali è piacevole conversare. Io cerco di intervenire solo quando mi par d'aver qualcosa da dire.
Tanto è uguale.
Igor, vedi che sei astioso?! Non ho detto che sono felice perchè ho scoperto che sei meno ignorante di quanto pensassi, ho detto che ero contento di essermi sbagliato (devo fare penitenza?! Dire, fare, baciare, lettera e testamento?!...).
Nessuno ti chiede di accredidarti, tantomeno io (che non sarei degno di accreditarmi nemmeno di fronte ad un ultras macellaio, almeno così mi par d'aver capito in sti giorni...)
Comunque i tuoi post sono lì in bella mostra, quindi c'era poco da "presumere e desumere".....
p.s.: Sabrina Salerno rappresenta la destra, immagino...
"... che cos'è la destra, cos'è la sinistra...." (G. Gaber)
Finalmente! Dopo aver letto 2 giorni di commenti da mal di testa l'intervento di Jeff mi sembra il più sensato, forse perchè non sono all'altezza delle vostre discussioni Kultural-politiche (eeeh... Dane, la crusca, ricordi?), forse perchè sono già saturo di discorsi politici (?) dei questi giorni tra una sentenza Mills ed una 18enne col moroso pregiudicato, o forse pechè dalle stronzate di Zebina si è arrivati al futurismo (ma chi cazzo è Boccioni? Senza ironia , sono ignorante) ma ho sempre avuto il vizio di guardare un film (per esempio) per quello che è. Certo poi le situazioni ti possono richiamare qulcosa di reale, ma come dice Guccini (a proposito a chi ne parla male crescerà il naso e si accorcerà il pisello) una canzone (e penso valga per film,libri, quadri o altro) ognuno la recepisce in un modo assolutamente personale.
Angius, sono d'accordo anch'io col commento di Jeff (il sarcasmo su Sabrina Salerno indicava quello...). Purtroppo per anni chi ha potuto decidere se farti entrare in una galleria d'arte oppure emarginarti in una mostra all'oratorio l'ha sempre pensata diversamente...
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