La Cuccarini si chiede perché

A RaiSport lavora una quantità imbarazzante di gente scarsa e iper-sindacalizzata, logico frutto di varie tornate di raccomandazioni, ma si cacciano le poche persone capaci e senza paracadute. Al direttore Massimo De Luca non verrà rinnovato il contratto triennale, senza un vero perché (ascolti, scelte editoriali, cose del genere), così come non c'era un vero (nel senso di raccontabile pubblicamente) perchè nell'avvicendarsi dei telecronisti della Nazionale nel dopo-Pizzul. Sarà sostituito da Eugenio De Paoli, che ha il pregio di venire dallo sport, ma negli ultimi giorni si erano sentite candidature ed autocandidature agghiaccianti: un festival di sconosciuti che nemmeno a Castrocaro, spesso senza esperienze televisive. Gente che verrà riciclata altrove a fare danni, magari confondendo digitale terrestre con satellite (è successo nel recente Europeo femminile di basket...), solo perchè ha la tessera di un partito o di una delle settecento associazioni politiche e religiose a cui ci si iscrive con lo spirito del circolo del golf (''Bisogna conoscere gente, che poi ti può essere utile'', l'insegnamento della brava mamma italiana). Si ha la sensazione che nel giornalismo, così come nello spettacolo e in altri campi dove la bravura non è misurabile, conti non il valore delle persone ma solo chi le sceglie. Se l'ultima amante dell'ultimo portavoce conduce più programmi di Lorella Cuccarini una ragione c'è.

14 commenti:

ceccotoccami ha detto...

''Bisogna conoscere gente, che poi ti può essere utile''

SEGNATO!!!

tasaril ha detto...

Riflettevo su questa frase proprio stamattina. Mi venivano in mente gli esempi di Dane su gente investita da auto che non avendo avuto le conoscenze giuste, a differenza di chi guidava, passa praticamente sotto silenzio. Mentre nel caso Sandri, lui e la famiglia qualcuno lo conoscevano e la questione è stata resa pubblica.
Così un caso scandaloso, dove un matto prende la mira e spara ad un'auto in movimento in autostrada, fa scalpore non per il fatto scandaloso in se, ma perché a morire è stato un ragazzo con "conoscenze". D'altro canto uno come Federico Aldrovandi non conosceva nessuno e così il suo omicidio passa allegramente sotto silenzio.

La mia conclusione è che, purtroppo, ha ragione la mamma su tutta la linea. Quindi smetto di indignarmi e vado a cercare un circolo del golf, intanto resto qui a parlare esclusivamente di calcio.

eltopo1971 ha detto...

secondo qualcuno questo potrebbe essere ritenuto un articolo di "contenuto qualunquista, razzista e spregiativo della professionalità di migliaia di persone"..

Anassagora ha detto...

@ Eltopo

Di quale professionalità starebbero parlando??? :rotfl

mario ha detto...

Civoli e Bagni quale tessera hanno? quella dell'Inter club Corso Sempione?

purtroppo il buon Pizzul aveva solo quella dell'Osteria Grappa Piave

Straw61 ha detto...

non credo eltopo...è semplicemente un articolo intelligente. La differenza è tutta lì.

Dane ha detto...

Tasaril contento di aver trovato uno che mi ha capito, te ne ricordo un'altra.
Quando Zidane andò al Real, il Battutaro di Villar Perosa (copyright by S. Olivari) disse "è stato un giocatore più bello da vedere che utile" o qualcosa del genere.
I pennivendoli corsero da Zidane a provocarlo, senza però riferire l'autore della battuta: "Qualcuno ha detto che..." al che Zidane rispose "chi ha detto questo non capisce un cazzo di calcio...".
Così i pennivendoli, contenti della polemica scatenata, poterono il giorno dopo scrivere sulla propria carta da pacco che "Zidane ha commesso una gaffe enorme, non sapendo chi aveva pronunciato la battuta..."
Hai capito?! Zidane non commise una gaffe perchè la risposta fu brusca, ma solo perchè la risposta andava indirizzata all'autore della battuta. "Quel" autore della battuta. Non sia mai.....

eltopo1971 ha detto...

straw

guarda..
mi ha fatto tanto ridere il "razzista"..

Straw61 ha detto...

eltopo, buon per te. Io invece rimango convinto che rendesse bene l'idea...

transumante ha detto...

Stefano: la raccomandazione come sistema di reclutamento e gerarchizzazione potrebbe anche essere tollerabile, se ci fosse una vera assunzione di responsabilità. Io, direttore di rete, posso scegliere di assumere chi voglio: il mio amico, la mia amante, il mio salumiere. Se il loro rapporto con me si riflette positivamente sul lavoro, la raccomandazione acquista senso, la conoscenza diventa un merito, dovuto alla mera contingenza del conoscere me, ma che produce esiti positivi, e tanto basta. Se al contrario i risultati del loro lavoro sono scadenti, la responsabilità deve essere attribuita anche a me, che ho fallito nel reclutamento, e devo essere cacciato. Questa seconda parte tende a essere assente nella nostra quotidianità. Ed è la differenza fra le vicende di mara carfagna e nilde iotti, rita dalla chiesa e maria de filippi

sul telecronista rai avevo letto, forse proprio qui, che si trattasse di questioni sindacali...

spike ha detto...

"Si ha la sensazione che nel giornalismo, così come nello spettacolo e in altri campi dove la bravura non è misurabile, conti non il valore delle persone ma solo chi le sceglie"

Guarda che anche in altri campi dove la bravura è misurabilissima, spesso succede questo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Cercate quanti brevetti registra l'Italia, quanto è cresciuto il reddito pro capite negli ultimi 15 anni, ecc.ecc.Uno dei motivi di fondo è proprio questo.

Stefano Olivari ha detto...

Quell'episodio di Zidane fu straordinario, davvero, mi hai fatto venir voglia di recuperare gli articoli...

Massimo ha detto...

La deferenza verso il "battutaro" era vergognosa: vorrei sapere quanti laureati in storia dell'arte ci fossero tra quelli che elogiarono il soprannome "Pinturicchio"...
Zidane era ormai all'estero, quindi tutto si poteva dire. Così come dell'antipatico Mourinho, del simulatore Rivaldo, dei calciatori inglesi ubriaconi, rissaioli e violenti ecc ecc ecc

Dane ha detto...

Massimo, senza arrivare a laurearsi in Storia dell'Arte qualsiasi studente di Liceo Artistico sa che sull'Enciclopedia Internazionale dell'Arte Pinturicchio è segnato con due accezioni: una con la P maiuscola e una con la P minuscola.
Quella con la P maiuscola recita qualcosa tipo "pittore di dubbia fama, di cui molti mettono addirittura in dubbio l'esistenza attribuendo le sue opere ad un gruppo di artisti che firmavano con una firma comune o addirittura artisti diversi ma con stile molto simile identificati erroneamente dagli esperti in un'unica persona, etc., etc.", una specie di Omero della pittura insomma. Quella con la minuscola recita "nomignolo dispregiativo col quale vengono indicati artisti di incerta fama e dubbio talento".
Alla faccia del complimento, vai con gli applausi.....