Nobiltà e miseria

Un miracolo che ci siano state così poche coltellate come quella di Gunther Parche a Monica Seles, al torneo di Amburgo del 1993 durante una partita con Magdalena Maaleva (la terza delle tre sorelle da quarto di finale). Vedendo la cerimonia di entrata della serba (in realtà con passaporti americano e ungherese) nella Hall of Fame del tennis (una cosa per dare un po' di vitalità al torneo di Newport, sonnolento ambiente da gesti bianchi), il primo pensiero è andato alla carriera che avrebbe potuto avere (all'epoca della coltellata aveva diciannove anni ed aveva già vinto otto tornei dello Slam: dopo la lunga pausa avrebbe vinto 'solo' un Australian Open) ed il secondo alla facilità con cui i grandi campioni sono raggiungibili da qualunque tipo di pazzoide. Non dai giornalisti, docili nelle loro sale stampa con ogni genere di conforto (primo fra tutti il televisore, uguale a quallo che hanno a casa), ma da questuanti vari e soprattutto da antipatizzanti. Il tennis si è dotato di bodyguard in campo e negli immediati dintorni, ma contro personaggi alla Parche (ossessionato da Steffi Graf, che da poco era stata scalzata dalla Seles dal numero uno del ranking) nel resto dell'esistenza non c'è difesa. Lo sport deve avere quindi qualche divinità che preservi i suoi eroi da guai ancora peggiori di quelli che succedono. Ci sono le divinità ma anche gli esseri umani con le loro miserie: tutte le tenniste di vertice tranne Gabriela Sabatini rifiutarono la proposta, non della Seles ma della WTA, di non cambiare la posizione numero uno fino a quando la Seles non fosse tornata alle gare. Fra le più dure una miserabile Graf, che oggettivamente trasse vantaggio dalla situazione. Dei nove tornei dello Slam prima della coltellata la Seles ne aveva vinti sette, più una finale a Wimbledon 1992 (nel 1991 non partecipò).

7 commenti:

Simone ha detto...

E' sicuramente il momento più importante della storia del tennis rosa moderno.
La Seles,l'anno prima,raggiunse almeno la finale in tutti i tornei disputati!
Il suo impatto fu rivoluzionario: nacque sul Centrale di Parigi,nel 1989,"terrorizzando"(quindicenne!!) nella semi l'algida Graf.
Un gioco che si poggiava sull'anticipo,il timing e la violenza dei colpi;ferocemente quadrumane e,ahinoi,ispiratrice della monotona contemporaneità.
Ma la tigre serba aveva istinti,soprattutto agonistici,sconosciuti al resto della concorrenza.
La differenza con la spodestata Steffi era evidente:sui punti importanti la Seles si sbranava le avversarie.
Penso che,senza il folle Gunther, avrebbe anche colmato la casella vuota di Wimbledon.
Lo squallido comportamento delle colleghe si commenta da solo...
Tra l'altro quest'anno,al Roland Garros,per un attimo si è temuto il bis durante la finale Federer-Soderling.

P.s.
Oggi approccio la rosea stinta in un bar,alla Posta del Lettore casco su una considerazione tennistica di un noto pennivendolo tuttologo.
Involontariamente comico,definisce il Mago Merlino elvetico "troppo calcolatore",come se un 16-14 al quinto in finale su terba,o il passante parigino contro Haas, fossero programmabili.
Il personaggio in questione dovrebbe (pre)occuparsi del suo onanismo pallonaro,cercare l'epos in un Inter-Siena,e lasciare stare altre attività più scivolose.
Altrimenti fa la figura di un poveraccio,all'uscita dal cinema dopo "Eyes wide shut",che commentò l'ultimo Kubrick di sempre con queste immortali parole:"Un film così lo giro anch'io".
Come diceva Petrolini "..assolto per insistenza di reato".

axel shut ha detto...

letto anch'io, del resto quel tuttologo lì è proprio completo, non sa niente di tutto

(oggi ce l'ho con lui, non so perchè)

Italo Muti ha detto...

@Simone
Lo spettatore poteva anche dire "Però che bella fotografia..."
La storia dell'accoltelamento della seles ha provocato un buco nella storia del tennis femminile, da cui pochi escono puliti. Graf in primis.
D'altra parte la Seles era come Mcenroe per Borg, il nuovo aggressivo che vuole conquistare il suo lebensraum (in senso letterale tedesco).
L'anticipo furente anche con il dritto a due mani era veramente spiazzante. Anche se il primo che ricordo era quello di Hans Gildmeister, tennista cileno a fine anni 70 e inizio 80. Tanto per non tirare fuori Beppe Merlo o Pancho Segura.
Italo

jeremy ha detto...

Simo, axel: non ho letto pur avendo la Gazza sottomano. Ma parlate dell'uomo che inzuppo il pane nell'Inter?!?

axel shut ha detto...

io parlavo dell'uomo (?) che si è già stufato di vincere scudetti, dato che ultimamente si è augurato che lo vincesse la Fiorentina o il Chievo al posto nostro

jeremy ha detto...

Mi pare sia lo stesso, axel. Lui da un Inter vincente e antipatica (che poi a chi stava simpatica non si sa. agli juventini e ai milanisti non credo. Al massimo faceva pietà...) tira fuori poco o nulla, in termine di dindarolo.

Simone ha detto...

@Italo Muti:di Gildmeister ricordi benissimo,in quel periodo c'era pure Gene Mayer.
Per ironia della sorte la Seles fu l'Agassi femminile!
@Jeremy,Axel Shut:è sempre il solito noto,pardòn notabile,della scrittura.
Nel circo c'è sempre bisogno di un clown triste.