di Stefano Olivari
La stracitata legge dei grandi numeri non è solo un’espressione orecchiata da qualche libro sul calcolo probabilistico, ma è soprattutto un luogo comune utile a giustificare le tonnellate di statistiche inutili che vengono riversate addosso agli scommettitori. La cosiddetta ‘Gambler’s fallacy’ è forse il più grave degli errori logici che può fare un giocatore e può essere ricondotta a due grandi famiglie: 1) un risultato si crede più (o meno) probabile perché ‘non si è’ verificato da molto tempo; 2) un risultato si crede più (o meno) probabile proprio perché ‘si è’ verificato molte volte di recente. Errore di impostazione chiaro nella roulette, visto che la pallina non ha evidentemente memoria, ma anche nel calcio quando si estrapolano tendenze del passato per applicarle ad eventi indipendenti fra di loro: da qui nascono i ragionamenti del genere ‘gli under sono molto probabili nella serie B francese’. Peccato che le stesse statistiche siano in posssesso anche dei bookmaker, che inevitabilmente le rifletteranno nelle quote: insomma, qualsiasi sistema matematico è destinato nel medio periodo a schiantarsi contro la realtà. La statistica può essere utile per intuire lo stato di forma di una squadra, ma viene sempre ‘scontata’ all’interno della quota e non può quindi essere mai l’architrave di un sistema. Del resto anche con quote ‘perfette’ come quelle dei dadi ci hanno lasciato le penne grandi matematici-giocatori come Fermat e Cardano. Figuriamoci noi, con i numeri ‘suggeriti’ dal banco.
stefano@indiscreto.it
(pubblicato sul Giornale di ieri)
1 commento:
Proprio perché la statistica è inoculata nella quota ci sono però situazioni interessanti giocando contro tradizione.
Un facile esempio, l'Olanda passa per campionato di over, ma ovviamente ci sono squadre più difensiviste di altre per cui ogni tanto possono saltare fuori dei validi under o non goal.
O magari ci sono situazioni di classifica tali da costringere all'attacco per curare la differenza reti e la Ligue2 dove regna l'under si transforma in una simpatica fiera del gol.
Giocare invece sull'estratto (fino alla fine una la devono vincere, Tizio non deve tagliare il traguardo ecc) alla lunga porta solo ad un bagno di sangue, il proprio ovviamente.
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