Quelli che con la Cavese c'erano

di Luca Ferrato
Ebbene sì, esisteva anche un Milan prima di Berlusconi, un Milan precedente ai ventitre anni di trionfi che recentemente tanto vengono ricordati la dirigenza rossonera. L’affermazione non è scontata come sembra, visto che per molti l’anno di nascita della società non sembra essere il 1899 ( quella sera alla Fiaschetteria Toscana di via Berchet a Milano…) ma il 1986, quando l’allora Sua Emittenza acquisì una società moribonda e la trasformò nella più vincente del mondo. Di uno di quei Milan pre-berlusconiani, anzi dovremmo dire del peggiore di quelli, si è occupato Sergio Taccone, milanista di provata fede, con il suo “Quando il Milan era un piccolo Diavolo” uscito in questi giorni per la Limina Edizioni. L’autore in particolar modo prende in considerazione gli anni fra il 1980 e il 1983, cioè tutto quello che successe nel periodo fra la retrocessione in B per il calcioscommesse e la resurrezione dal secondo campionato cadetto con Presidente Giussy Farina. E fu molto quello che successe in quel mezzo lustro: anni non certo di vittorie ma piuttosto di patimenti, vergogne, presidenti messi in galera, trasferte europee a Szombathely per giocare contro l’Haladas. Taccone però ci ricorda col suo libro che quegli anni ormai vengono ricordati anche dai milanisti con tenerezza, con un pizzico di nostalgia, per poter magari dire che noi in quegli anni c’eravamo, che non siamo arrivati dopo con le Coppe dei Campioni, che magari siamo andati in trasferta a Varese e non siamo stati poi a Manchester qualche decennio dopo, che magari c’eravamo anche alla partita in casa con la Cavese, oppure conosciamo qualcuno che c’è stato e oggi lo racconta con orgoglio come quel giorno che andò a vedere Bob Marley a San Siro. Il libro prende in considerazione quattro stagioni: il 1979/80, con il suo seguito del calcioscommesse e Albertosi, Chiodi e Morini che ci finirono in mezzo insieme al presidente Colombo portando il Diavolo in Serie B. Oggi Cruciani e Trinca non se li ricorda più nessuno, ma in quegli anni un ristoratore e un fruttivendolo sconvolsero il calcio italiano. La stagione 1980/81, il primo campionato in B, con la sconfitta per 3 a 0 a Taranto, la classe di Novellino, l’Avvocato De Vecchi e la pronta risalita nella massima serie. Il 1981/82 con la squadra affidata a Gigi Radice, una rosa che secondo lo stesso Ct azzurro Bearzot era in grado di lottare per lo scudetto ma che già dopo poche giornate si trovò in fondo alla classifica. Ne seguì l’allontanamento dell’allenatore (sostituito da Galbiati), il cambio di presidenza, con l’avvento di Farina e un Milan che non la smetteva di sprofondare. La speranza tornò nelle ultime giornate, anzi ci si giocò tutto all’ultima giornata con l’obbligo di vincere a Cesena e sperare in una combinazione di altri risultati favorevoli. Effettivamente a Cesena successe il miracolo. Il Milan sotto di due gol ad inizio ripresa ribaltò il risultato e vinse grazie a un gol di 'Dustin' Antonelli. Non un gol qualsiasi, forse uno dei più bei gol della storia del Milan, che però non viene mai ricordato perché il “biscotto” di Napoli rese tutto inutile e si andò ancora in B questa volta, citando l’avvocato Prisco, non pagando ma gratis. Unica consolazione stagionale la vittoria in Mitropa Cup, una coppa che oggi viene nascosta, rinnegata, ma che ai milanisti di allora fece piacere vincere, perché non si vinceva mai e piuttosto di niente andava bene anche quello. Infine la stagione 1982/83 con l’ennesima risalita in A, con Castagner, il giovane ma già monumentale Franco Baresi, con “Jordan-Serena il Milan si scatena”. Unica costante in tutti questi anni la presenza dei tifosi: il pubblico rossonero infatti non abbandonò mai San Siro e anzi in alcune domeniche di B fece registrare più paganti di molti stadi di A di una certa importanza. Grazie a Taccone quindi per averci rifatto rivivere quegli anni della giovinezza - ovviamente ciò che viene dal passato ci sembra sempre più bello e più puro - e per averci rifatto riscoprire quel Milan da “vorrei ma non posso” opposto all’odierno del “potrei ma non voglio”.
(in esclusiva per Indiscreto)

41 commenti:

Roberto Gotta ha detto...

Chissà se il cretino che ha in lavorazione il libro sulla Stella rossonera ormai da un anno si smuoverà, nel sapere che è uscito questo...

Stefano Olivari ha detto...

Forse uscirà prima il libro di Collovati...

jeremy ha detto...

Piu che "potrei ma non voglio" direi "vorrei ma non voglio"....

Roberto Gotta ha detto...

@ Stefano. C'è un problema aggiuntivo... (x email)

Luca ha detto...

lo stesso che avrebbe dovuto scrievere il libro sul calcio italiano per quella rivista inglese ???ma il tempo è quello che è no???
jeremy: bello anche il vorrei ma non voglio ma più che altro del bilancio negativo ci si accorge a Gennaio 2009? Secondo me il risanamento attuale ha uno scopo moltoooo preciso.....

Roberto Gotta ha detto...

@ Luca Sì, è lo stesso. Ma almeno in quel caso erano in uscita in contemporanea i libri di Agnew e Foot ed una scusa per rimandare c'era. Del resto stiamo parlando di uno che ci mette dieci minuti a scrivere una didascalia!

Roberto Gotta ha detto...

.. e che invece di lavorare posta commenti su questo sito! :-)

Anonimo ha detto...

Certo che rivedere il Milan sconfitto in casa dalla Cavese sarebbe affascinante.

kalz ha detto...

Un libro sulla stella rossonera? Era il 18 marzo 1979. Una domenica grigia e di pioggia così milanese che più milanese non si può. Da una radiolina transistor arriva la notizia del secondo gol di Walter De Vecchi. E' il novantesimo e nel derby il Milan in cinque minuti passa dallo 0 a 2 al 2 a 2. Un pareggio che vale il decimo scudetto della stella e una delle emozioni più forti nella mia vita di tifoso rossonero. Ebbro di gioia, appena finita la partita sono andato a vedere un film porno al Majestic Sexi Movie di via Lambro. Da allora non ho mai più provato una gioia simile per il Milan e non sono mai più andato a vedere un film porno. Confesso che oggi quando passo da via Lambro e al posto del Majestic Sexi Movie trovo una anonima palazzina sento una stretta al cuore.

Felix ha detto...

18 marzo 1979...c'ero. Primo derby visto dal vivo in vita mia. Da ricordare che Spillo canno' un calcio di rigore e Ivano Bordon fece deu delle sue famose cappelle di cui andava famoso. Certo è che se fossi bilanista il derby che vorrei ricordare di piu' sarebbe il 2-1 con Hateley che sovrasta Collovati di mezzo metro e insacca alle spalle di Walterone...c'ero anche quella volta e uscii in lacrime..ah che ricordi di bambino

Massimo ha detto...

Con la Cavese c'ero e penso che mi accatterò il libro.
In fondo ricordo con un pizzico di nostalgia quegli anni: dallo Squalo Jordan al dispiacere per la cessione di Battistini, dal gol di Hateley nel derby a quello di Verza, dalle trattative improbabili di mercato (Zico 1981) al Mundialito per club.

Angius63 ha detto...

Anch'io c'ero (abbonato) e quel tabellone alle mie spalle, allora ce n'era uno solo, con scritto da una parte JORDAN e dall'altra TIVELLI-DI MICHELE fu un pugnale nella schiena per quasi tutto il secondo tempo.
Però, "tenerezza, con un pizzico di nostalgia, per poter magari dire che noi in quegli anni c’eravamo", tutto vero.
Non credo di poter evitare di acquistare questo libro, ma a chi è intervenuto prima di me chiedo:
potreste decriptare tutti quei post sugli autori di libri sul calcio?

Nick ha detto...

Jordan, Tivelli, Di Michele.
E il conduttore di Novantesimo Minuto che presentava il servizio con "il Milan non ha giocato male, ma mi dicono che oggi la Cavese sembrava il Real Madrid. Certe cose si commentano da sole"
Uno dei (pochi) motivi per cui ritengo di essere nato troppo tardi.

A parte gli scherzi e gli sfottò di rito, un applauso all'autore del libro e a tutti i milanisti (e ancora ce ne sono. non molti ma ce ne sono) che conoscono la storia della loro squadra e quella del calcio italiano. E che non si riempiono ossessivamente la bocca con "la squadra più titolata della via lattea" e i concetti (?) espressi da Galliani.
A tutti quelli, in sostanza, che sanno che il Milan esisteva anche prima del 1986.
E ne sono fieri.

jeremy ha detto...

Nick, tra le altre cose, il concetto che il Milan esistesse ben prima del 1986 dovrebbe essere una ovvietà anche per chi pensa che prima ci fosse il nulla: Silvio non si sarebbe comprato il Milan se non fosse stato il Milan....

kalz ha detto...

@Angius63, vedi alla voce Roberto Gotta... a questo punto ci aspettiamo grandi cose da lui

Massimo ha detto...

Visto l'ego del personaggio e i risultati raggiunti è "normale" considerare il Milan nato nel 1986, quando Berlusconi lo comprò per due lire sull'orlo del fallimento (chicca per i nostalgici: copertina di Forza Milan con Silvio vestito da superman che salva la società!).
Ma prima ci sono state tante cose, belle e brutte.
I miei ricordi nitidi partono dal 1982, ahimè serie B, ma belle giornate con papà e/o nonno (juventino che voleva convincermi a cambiar bandiera!) allo stadio quando chi prima arrivava meglio alloggiva ai popolari.
E poi: Castagner che va all'Inter, Blissett, un appassionante Milan-Verona 3-3 di coppa Italia che non feci vedere in parte a mio padre causa pipì, la finale di coppa Italia con la Sampdoria nel 1985 con fila chilometrica per il biglietto allo stadio il giorno prima (e 2.000 lire per una Fanta, ancora ricordo... li mortacci!!!)... sigh! :)

Roberto Gotta ha detto...

@ Kalz: e sbagliate... le mie immense credenziali per quel libro sono il fatto che quel giorno (6 maggio 1979) ero a San Siro, e proprio sotto il settore a rischio di crollo (per scherzo dico che Rivera mi salvò la vita...) e che Stefano Chiodi abita a 500 metri da casa mia... E' già qualcosa, dai... Solo che tra 5 mesi siamo già nel 2010 e addio trentennale... Ooops!

kalz ha detto...

@Roberto Gotta, disdici tutti i tuoi impegni mondani e considerati impegnato. Va benissimo anche per il trentunennale.
Io quel 6 maggio 1979 sono passato sotto gli spalti di San Siro mentre andavo a vedere il basket al palazzone, poi defunto sotto la nevicata dell'85.

p.s. Liedholm diceva che Chiodi apriva gli spazi... Un genio (Liedholm non Chiodi)

Roberto Gotta ha detto...

@ Kalz: Di impegni mondani non ne ho da anni, e il Direttore di Indiscreto lo sa bene, insomma diciamo che Erminio Ottone parla di un mondo a me totalmente sconosciuto... I guai sono altri...

kalz ha detto...

@Roberto Gotta, se non funzionano le buone, passerò alle cattive. Se non ti metti a scrivere quel libro mi metterò a commentare anche il tuo blog, che seguo pur non essendo d'accordo su tutto quello che dici, anzi proprio per questo.

Massimo ha detto...

oddio, è vero... quanta gente usciva da san siro e andava al fagiolone a vedere l'olimpia! erano dei geni del marketing ante litteram! :)

Angius63 ha detto...

@Massimo, sto per commuovermi! La mia prima partita nella vita fu alla prima giornata del 1979-80, con la squadra che prima della gara fece un giro di campo con una grande stella gialla e poi battè l'Avellino 1-0 con gol di Chiodi in semirovesciata (che già alla prima giornata eguagliò il suo record di gol su azione del campionato precedente), ma soprattutto ricordo l'emozione nell' uscire dalle rampe e vedere lo stadio da dentro, che mi apparve enorme. Poi ricordo mio cugino grande che contrattò col bagarino due biglietti dei popolari e spuntò un totale di ben... 5500 lire! Praticamente ho pagato il biglietto poco più della tua aranciata. Pensa un po' che particolari restano in testa dopo 30 anni. Give me a kleenex, please!

jeremy ha detto...

Massimo, sono ancora sconvolto per la Fanta (da 33 o 25, immagino) a 2000 lire....

Charlie Varrick ha detto...

Mamma che ricordi!!!
La mia prima volta a San Siro è datata 1978, quando mio padre mi portò a vedere Milan-Avellino 1-0.
Mi ricordo l'emozione data dal salire di corsa i gradoni dei distinti per vedere il verde del campo e la Fossa con gli striscioni già srotolati (aka Pedro docet).
Di quel campionato ricordo bene anche un Milan-Ascoli 0-0, un paio di partite viste in inverno insieme anche al nonno, con la coperta regalata dall'ACI sotto il sedere ed il plaid bello sopra le gambe, ed il nonno che beveva il grappino dalla fiaschetta di metallo ...
Il derby del Marzo 1979 cadeva 2 giorni dopo mio undicesimo compleanno ed il secondo gol di De Vecchi è stato uno dei regali più belli che abbia mai ricevuto ... la corsa sotto la pioggia di Albertosi verso De Vecchi è nella storia del Milan.
Del campionato 79-80 la partita del cuore è stata Milan-Bologna 4-0, dove la Fossa espose il mitico striscione di 50 metri: Serie A o Serie B noi saremo sempre qui.
Sinceramente dal vivo Milan-Lazio 2-1 mi era sembrata una partita "normale", come un qualsiasi Bologna-Juve, ma a quel tempo i gobbi non potevano andare in B ...
Della prima serie B ricordo partite sofferte, dove gli avversari credevano di giocarsi la finale del mondiale ...
Nel primo ritorno in A la partita dell'anno è stata Como-Milan con il lancio di pietre a Fulvio Collovati e la sensazione di aver toccato il fondo e di doverci preparare ad un altra retrocessione ...
La seconda volta in B è statà più facile ed alcune partite sono state anche divertenti grazie ai Pasinato, Serena, Verza, ...
In ogni caso il campionato della svolta è stato 84-85 con il barone in panca e l'arrivo in estate di Terraneo, Di Bartolomei, Hateley, Wilkins ed il grande idolo della Fossa: Pietro Paolo Virdis (Pietro Paolo Pietro Paolo ... noi ti amiamo e ti adoriamo segna ancora per gli Ultras ...)
Le vittorie con Inter e Juve, dopo anni e anni di umiliazioni, resteranno nel mio cuore per sempre.
Da notare che, amemoria, in ambedue le partite andò a segno il grande Agostino.
Della stagione 85-86 ricordo una serata di Coppa Uefa dove Hateley si appese alla traversa dopo aver segnato un gol ed i due gol di Pablito nel derby ...

Massimo ha detto...

@ Jeremy: da 33 cl, mio padre non esitò a dissetare il suo povero pargolo in coda sotto il sole cocente ma accusò il colpo... :)

@ Charlie Varrick: in effetti l'estate 1984 fu (relativamente...) entusiasmante per il mercato e quell'anno battemmo Inter e Juve (3-2 mi pare) dopo lungo tempo.
Di Bartolomei fu protagonista, la sua fine mi amareggia ancora. Ricordo ancora la sensazione precisa di stordimento che ebbi nell'apprendere la notizia.

Nell'estate dell'85, in vacanza da quelle parti, tentammo di andare a San Benedetto del Tronto per vedere il debutto di Paolo Rossi in amichevole, ma i biglietti erano finiti!
In quella partita si fece male... e torno in autunno: grande entusiamo a San Siro per il suo debutto in un Milan-Pisa.
Fece solo i due gol nel derby, da ricordare il titolo del Guerino (Riverossi) e il mitico Vi-Ro-Ha.
Hateley si appese alla traversa dopo un gol alla Lokomotiv Lipsia in coppa Uefa, ma su internet non ho troavto nè foto nè filmati :)

Simone ha detto...

@Jeremy:Sua Emittenza provò prima a comprarsi l'Inter da Fraizzoli.
Quello fu l'ultimo Milan che ho amato:poi ricordo l'ignominia delle sfilate hollywoodiane,della serata di Marsiglia,del ratto di Bergamo con l'Atalanta,della sparizione di A.C. Milan dalla guida telefonica meneghina("vedi Fininvest"),dei Palloni d'Oro comprati per metterli in panchina,della curva usata per ricattare chi non si adeguava al nuovo verbo.
Preferivo Pasinato in serie B:vuoi mettere quelle sgroppate sulla fascia?

Angius63 ha detto...

@Massimo: ti segnalo questo sito: http://www.magliarossonera.it/Magliarossonera.html
ci sono tutte le stagioni del Milan con partite, risultati e marcatori ed in più immagini e/o filmati, e c'è anche quel Milan-Lipisa 2-0.

spillo ha detto...

il derby del marzo 1979 lo ricordo ancora anche io come fosse ieri, già allora interista sfegatato (molto più di adesso) anche se avevo solo 8 anni. lo ascoltai con una radiolina in cucina, fuori diluviava. al pareggio di de vecchi mi misi a piangere come una fontana, mio padre entrò in cucina e vedendomi così disperato cominciò a prendermi in giro...

Massimo ha detto...

@ Angius63: grazie, ho visto adesso la foto di Attila appeso alla traversa!

Massimo ha detto...

ricordo Cesena-Milan 2-3 ascolatata dall'autoradio in qualche parco con mio papà, e la gioa che diventa delusione per il biscotto di Castellini...

spillo ha detto...

l'ultima giornata del 1981/82 ero allo stadio a vedere inter-avellino, partita senza alcuna importanza. finale sonnacchioso, fino all'impressionante boato che esplose quando le radioline annunciarono il pareggio del napoli e quindi la retrocessione del milan....ricordo che rimasi sorpreso, non ero ancora così dentro al contro-tifo nei confronti di milan e juve, al quale comunque aderii ben presto quando presi a frequentare assiduamente san siro!

Felix ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=rmIW0bnNkY4

Piccolo contributo filmato. In effetti nel video manca la "papera" in cui il Giaguaro la mise in angolo...

Massimo ha detto...

sono nel vortice dei ricordi... il mundialito per club e il mundialito indoor di calcetto al palazzetto dello sport il 21 e 22 dicembre 1982....

Charlie Varrick ha detto...

mi ricordo bene dei due Varese-Milan ... in quei tempi avevo fatto abbonamento al Varese in quanto per i ragazzi sotto i 14 anni costava Lire 2.000 (duemila/oo Lire) e lire 15.000 (quindicimila/oo Lire)fra i 14 ed 16 anni.
Abbonamento, di cartone con foto tessera, veniva rilasciato da un vecchio calzolaio appena dietro alla piazza del mercato di Varese.
Per chi come me abitava a metà strada fra Milano e Varese era ben difficile e costoso raggiungere San Siro con i mezzi, e quindi via di treno ogni due domeniche per vedere la squadra del grande Fascetti!
Nel campionato 82-83 mi presentai alla curva ospiti dello stadio Ossola e faticai non poco per entrare visto che mio abbonanento era per Curva Nord ... con grande stupore una volta entrato notai che la Fossa e le Brigate avevano conquistato la Curva Nord scacciando i Boys di Varese che si erano dovuti arrampicare su una sorta di magazzino fra la curva stessa e la tribuna!!!
Di quella partita ricordo anche una ragazza carina che mi tampinava ... ma ero troppo demoralizzato per aver sbagliato curva per dedicarle attenzione dovuta ...

Carlo Calabrò ha detto...

In realtà, visto che le indagini su Napoli - Genoa non approdarono ad alcunché di concreto, non possiamo che rimanere nel campo delle ipotesi, e dire che si trattò non di uno, ma di due presumibili biscottoni, sia a Napoli che a Cesena, dove i locali, già salvi da una settimana, sul 2 a 0 improvvsamente sbracarono, consentendo ai rossoneri una incredibile rimonta che, in condizioni agonistiche normali, probabilmente quella squadra non sarebbe mai stata in grado di effettuare, alla luce di quanto Jordan e compagni avevano mostrato nei mesi precedenti. Dunque, a parità di "biscotti", prevalse la squadra che ebbe il merito e la fortuna di presentarsi all'ultima giornata (i cui risultati soprattutto all'epoca erano da prendere con ampio beneficio di inventario...) con un piccolo vantaggio in classifica, tutto qui.

maurobolzoni ha detto...

Troppo facile parlare adesso con la pancia piena: se non ci fosse stato Berlusconi e le sue sfilate Hollywoodiane al seguito, i BBilanisti non si potrebbero permettere di recitare vezzosamente la sin troppo facile parte del tifoso nostalgico delle ingloriose sconfitte. Il problema è che i cacciaviti sono stati obbligati dalla Storia (oltre che all'onta della Mitropa) anche al doveroso ringraziamento verso l'odiato Cavaliere. Tutto questo mi ricorda tanto Fonzie che non riesce mai a pronunciare "ho sbagliato". Sono esentati dal gravoso esercizio solamente i rossoneri che in tutti questi anni non hanno mai esultato. Non vi invidio.

kalz ha detto...

@maurobolzoni, l'avvento di Berlusconi al Milan è stato una benedizione del cielo. Il resto è fuffa. Poi io resto sentimentalmente legato più alla Coppa dei Campioni del 1969 che a quelle successive per ragioni generazionali.

Angius63 ha detto...
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Luca ha detto...

Mauro ma tu la butti sempre in polemica, per te il derby non finisce proprio mai è?
Ricorda poi che molti interisti non avrebbero potuto scrivere quelle centinaia di libri senza quei 17 anni di insuccessi nerazzurri.....
Poi nessun ostracismo verso Berlusconi ma se la società non dimostra chiarezza si può ancora criticare vero??

Anonimo ha detto...

@Charlie Varrick: gli ultras del Varese si posizionaro su un muretto al lato della tribuna. I loro tamburi vennero usati dai Milanisti e a fine partita partirono verso Milano nonostante i varesini avessero mandato delle ragazze a discutere della cosa...

RedBlack ha detto...

Ottimo libro quello di Taccone. E ottima anche la dedica: a quelli che credono che il calcio sia ancora e soltanto un gioco... Da leggere e rileggere !