Giochi della vecchiaia

Il dibattito generato dalla presenza modesta dell'atletica italiana a Berlino ha permesso di leggere sui giornali le ricette più varie, condite dall'inevitabile effetto nostalgia. Soprattutto per quanto riguarda quel formidabile meccanismo di selezione che furono i Giochi della Gioventù, esaltati non da vecchi bacucchi ma anche da campioni emergenti come Giorgio Rubino. Di qualche giorno fa è la lettera alla Gazzetta scritta dal marciatore romano, quarto nella 20 chilometri ai Mondiale, ma praticamente chiunque ha un ricordo personale, da spettatore o da mediocrissimo atleta, almeno delle gare scolastiche che poi avrebbero portato i migliori alle selezioni provinciali e quelli davvero bravi alle finali nazionali. Non abbastanza per diventare un misto fra Giamaica e Kenia, ma il giusto per creare un minimo di attenzione. Nati dalle idee di un gruppo di dirigenti illuminati fra i quali Bruno Zauli (l'inventore della Coppa Europa di atletica, che crudelmente morì prima della prima edizione, 1965, e di quella dei Giochi, 1968) e fortemente voluti dal padre-padrone del CONI Giulio Onesti, per quasi trenta anni sono stati il primo appuntamento agonistico vero per i praticanti under 15 di vari sport. Tutte le nostre medaglie olimpiche sono partite da lì. Per motivi finanziari l'ultima edizione vera è stata quella del 1996, ma dopo oltre un decennio di oblio abbiamo avuto in veste di accompagnatori la sfortuna di assistere ad una edizione del nuovo corso. A parte la dimensione provinciale e non agonistica del tutto, secondo la discutibile pedagogia del tutti promossi, un termine che potrebbe descrivere lo spettacolo odierno è 'scampagnata'. Lo spirito agonistico dei vecchi Giochi è ai nostri giorni in parte ripreso dai Giochi Sportivi Studenteschi, ma chi segue poco l'atletica (e gli altri sport presenti: nuoto, tennis, pallavolo, eccetera) ne ignora l'esistenza.

3 commenti:

lorenzozanirato ha detto...

A diretto', e che mi dice dei primi giochi olimpici della gioventu' che si terranno l'anno prossimo qui a Singapore ??

http://www.singapore2010.sg/

La citta' verra' invasa da orde di ragazzi brufolosi..non vedo l'ora !

Stefano Olivari ha detto...

Ideologicamente sono qualcosa di esaltante, che potrebbe rilanciare lo spirito olimpico. In pratica potrebbero essere la festa del passaporto taroccato. Altro che testosterone...

Krug ha detto...

No so perchè ma nell'esaltazione dei Giochi della Gioventù ci vedo tanto revival e poco altro; spesso e volentieri si riducevano ad una pura e semplice selezione di mini-atleti che svolgevano attività al di fuori della scuola da parte di maestri-professori di educazione fisica che non trovavano di meglio che gettare un pallone agli allievi e farli giocare per un'ora; in una edizione dei Campionati studenteschi mi è capitato il paradosso di giocare contro un pallavolista di B2 che una scuola aveva fatto iscrivere solo per far partecipare ai suddetti campionati; diverso il discorso dei Centri Olimpia dove si cercava di dare un'infarinatura sportiva a tanti bambini per poi permettere loro di scegliere lo sport preferito; personalmente reputo che ad essere in crisi non sia una singola disciplina come l'atletica, non lo sport italiano in generale (tolti il nuoto, il canottaggio, la scherma ed in parte il pugilato che ultimamente è riuscito parzialmente a ritornare competitivo, del nostro attuale medagliere olimpico resta ben poco se non qualche rarissima mosca bianca) ma come diceva qualcuno è la nostra stessa società; una soluzione a mio modo di vedere sarebbe una scuola "a tempo pieno" che al pomeriggio sviluppi un'attività sportiva a fianco di un'attività musicale ed una artistico-manuale ma nelle condizioni attuali è pura utopia...