Il valore finanziario del giornalista

di Dominique Antognoni
Quando il direttore di Indiscreto torna dalle vacanze ha quel tono blando e vellutato da sembrare quasi un giornalista di quei prodotti che qualcuno pietosamente ancora definisce 'giornali importanti'. Torna buono e buonista e ci dispiace: comunque siamo certi che qualche giorno di telefonate a clienti non paganti e a cialtroni millantatori ce lo restituiranno cattivo come prima. Per adesso va a San Siro, incontra tanti colleghi e quasi gli scappa una lacrima per la commozione. Noi invece siamo già incattiviti e visto che non abbiamo alcun rispetto per la categoria (attenzione, per la categoria non per alcuni dei suoi componenti) ci sentiamo liberi di dire quello che per davvero accade nel mondo del giornalismo. Un grande Berlusca a fare il punto della situazione, come in tanti hanno riportato, peccato che il direttore abbia omesso un particolare: senza i soldi portati dall’ufficio marketing i giornali, cosi pieni di notizie positive, neppure riuscirebbero a uscire in edicola. La crisi ha avuto anche un effetto positivo nel mondo dell’editoria: ha fatto scendere dal piedestallo la categoria dei giornalisti, convinti nella loro infernale presunzione di essere il quarto potere dello stato e amenità simili. In pratica sono l’ultima ruota del carro, con pochissime eccezioni, per esempio Vittorio Feltri che porterà con sé almeno 20-30.000 lettori da Libero a Il Giornale. La situazione è molto semplice: in un giornale contano i soldi del patron e la bravura dell’ufficio marketing. Per un quotidiano italiano è drammatica la partenza di un venditore di pubblicità e non quella di una redazione intera. Esempio pratico: i due prodotti giornalistici più importanti hanno visto abbassare dell’80 per cento il costo di una pagina pubblicitaria. Da 10.000 a 2.000 euro. Cosa significa? Che in un anno, fatti due conti, a parità di numero di copie distribuite, i problemi finanziari saranno devastanti e la gente andrà a casa non per via della qualità del prodotto ma per i mancati introiti pubblicitari. Ma mettiamo che le vendite aumentino: le perdite saranno comunque forti per via della pubblicità che non c’é. Riassumendo: i giornalisti non fanno domande, non scrivono quello che sanno, le interviste le fanno in ginocchio (abbiamo sentito uno chiedere: ''Quanto ti piace lavorare con Mourinho?''), vengono trattati come cani da uffici stampa e calciatori e contano meno del due di briscola nell’economia dell’azienda. Aggiungiamo che si fanno riconoscere sempre e dappertutto, basta rileggere l’articolo sulle botte fra di loro al G8, quando si presero a schiaffi e pugni per mettere le mani sui gadget. Ecco, sono gli stessi che poi vedi in tv sbrodolando verità assolute come se da quelle parole dipendessero le sorti dell'umanità. Peccato che senza la pubblicità dell'olio Bertolli e dei cracker Pavesi starebbero a casa loro a raccontare quelle verità alla moglie mentre si sistema i bigodini. Questa è la libertà di stampa.
dominiqueantognoni@yahoo.it
(in esclusiva per Indiscreto)

10 commenti:

spike ha detto...

non posso che darti ragione dalla prima all'ultima riga.

Paolo S ha detto...

ottimo Antognoni!

Venditori a parte (peraltro tutto verissimo!) basta prendere una pagina (sportiva) di qualsiasi giornale italiano e confrontarla con, boh, a caso, la FAZ, il Telegraph o El Pais. Poi ci si meraviglia perchè da noi sempre meno persone vanno in edicola.

Non c'è (veramente) nulla d'interessante da leggere tranne che le solite minestre riscaldate o complimenti.

Allo stesso modo, paradossale è la maniera e la varietà di raccontare calcio e sport di Sky Sport 24 e la sua genella versione britannica. offrono l'esatto metro tra le differenze tra una comunicazione calcistica varia (si arriva a seguire anche i campionati non professionisti...), aperta e "critica", e quella l'altra limitatissima a tre/cinque squadre e tendenzialmente accomodante.

Simone ha detto...

Beh,manca solamente Jim Morrison che canta "The end"...
Il Feltrismo è una malattia tumorale del giornalismo italico,il Montanelli lo accusò d'assecondare i peggiori istinti della borghesia di destra.
Parlando di sport(?)mi sovviene il leggendario Mino Fuccillo,ai tempi direttore de L'Unità.
Dovendo tagliare dal budget trasferte,recise il Tour:"Il ciclismo non interessa più nessuno".
Era il 1998 e il Pantani arrivò a Parigi in giallo.
In Giappone,dopo una figura del genere,si fa seppuku di fronte alla redazione...

Unknown ha detto...

attenzione: di Feltri dicono ora le stesse cose che dicevano di Montanelli fino a dieci anni fa

transumante ha detto...

anche di montanelli dicevano che dà vergognosamente diritto di parola a betulla e lucianone?

Unknown ha detto...

di peggio, i detrattori (ah già quelli che adesso lo idolatrano)che era un tuttuno con il potere della borghesia ed i mafiosi. per inciso io sono montanelliano,se questo termine ha un significato.

Italo Muti ha detto...

@arcangelo
I detrattori di Montanelli dicevano anche che era un fascista e che le BR avevano fatto bene a gambizzarlo. Forse non ricordate il clima di allora e il piombo fuso color rosso che si respirava al Corriere.
Detto ciò, anche qualche critica al grande Indro si può anche fare. Bravissimo nei suoi articoli e nella prima pagina, poi basta. Non curava il giornale nella sua totalità.
Italo

lisa ha detto...

bravo, ben detto, chiudiamole tutte queste botteghe del c...o e mettiamo le tette a quello che da piccolo voleva fare anche l'annunciatrice (così dicevano quelli che lo conoscevano), così saran solo sorrisi in famiglia. E dalle finestre saluteremo la maschia gioventù italiana che passa sul corso, finalmente. Se qualcuno si lamenta, una bella mazzata e via, ma senza scompormi troppo neh, che poi mi traballa il fez sulla bella testa tonda.

Italo Muti ha detto...

@Lisa e il sanissimo, corroborante, diuretico, carminativo olio di ricino, non lo vogliamo mettere? Suvvia...
Italo

lisa ha detto...

che saccenteria. "IL" mondo del giornalismo, "I" detrattori di Montanelli, "L'I"ntera categoria.. "LE" banche, Le passate di pomodoro...
..az, ma fino a quanto è espandibile l'ego di chi parla per soggetti universali? e spiega al colto all'inclita come funziona per davvero, perchè lui lo sa (opinioni tante, neh, fatti pochi, aneddoti anonimi a iosa). Meno male, meno male che ci sono i provocatori bon vivant (si scrive così?) che sanno tutto di Gourmet e mistificazione off shore. Però mai una volta che qualcuno di questi stia fuori dal coro, sempre cantano la parte dell'offeso comodi comodi sull'onda del 50 per cento e rotti che da cent'anni (tranne un paio di tornate - inutili) vince le elezioni in questo sguaiato e flaianesco paese. Chissà, siccome c'è bisogno di ricambio, può darsi che ci scappi qualche direzione. Altrimenti, chi sta al timone continuerà a riciclare Straccio, Giordano, Feltri, Guerri e altri simili pezzi da 90.