Processato come Povia
L'intervista a tutto campo di Marcello Lippi, quella in cui ha parlato anche dell'impossibilità per i gay nel calcio di esporsi, era lunga ed articolata ma ovviamente ha generato le solite reazioni automatiche: quella del bar machista, pieno di 'sublimatori' inconsapevoli, e quella dei Grillini (nome non fatto a caso, anche ieri dominatore delle agenzie) della situazione pronti sempre a lanciare l'allarme democratico a seconda dell'ultimo take dell'Ansa. Perché se un omosessuale che alle 4 di notte gira per una zona malfamata con un orologio Cartier viene derubato e picchiato si grida all'omofobia e non all'assenza di sicurezza per il cittadino (o al limite alla cretinaggine della vittima). All'onnipresente ed inspiegabile Klaus Davi il c.t. ha semplicemente detto che la cultura dello spogliatoio 2009 magari consentirebbe anche a due calciatori di esporsi come fidanzati, ma che per mancanza di argomenti (ed anche noi con questo post ne siamo un buon esempio) il sistema mediatico parlerebbe alla fine solo di questo aspetto della loro vita. Con comprensibili effetti presso i piccoli lord che frequentano gli stadi. Una considerazione sensata, più di quelle del cattivo consigliere di un supercampione (mai allenato da Lippi) della serie A che qualche mese fa voleva convincerlo a rivelarsi diventando così un eroe del movimento gay nei secoli. Però adesso Lippi, colpevole di tante cose (fra cui non convocare i giocatori con il procuratore sbagliato, non ci riferiamo certo a Cassano) ma non di ottusità, sarà costretto a chiarire, smussare, spiegare, una cosa chiarissima per evitare un processo in stile Povia. Ce li meritiamo, quelli che 'ci aspettano dieci finali'.
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25 commenti:
"Inspiegabile Davi"... Concordo in pieno, anche se non è l'unico inspiegabile...
Lippi ne ha anche dette quattro (ne avrei preferite otto) su quella schifezza che è la tessera del tifoso, che presto impedirà a chi non la possiede di recarsi allo stadio, e non potrà essere assegnata a chi ha già avuto un DASPO o altro provvedimento simile, anche se lo ha scontato per intero, anche se risale a dieci anni fa...
Senza contare che il DASPO non è una misura giudiziaria ma un provvedimento di polizia, emesso da organi del governo, senza processo, senza difesa, senza contraddittorio, e praticamente anche senza appello.
Sarei curioso di sapere se in base alla sua stessa legge il ministro Maroni, con sulle spalle una condanna definitiva per resistenza a pubblico ufficiale (in un processo penale ovviamente, che è cosa ben più seria di un DASPO), potrà entrare in uno stadio.
Ovviamente, tutti quelli che tiravano la volata a Lippi quando ci dava dentro di fioretto nel botta e risposta con Mourinho, ora che GrazieMarcello ha cominciato a dar botte in direzione delle loro certezze da benpensanti piccolo-borghesi ("chi non ha nulla da nascondere e non è un delinquente non ha paura di essere schedato!"), hanno fatto dietrofront: ora l'allenatore della Nazionale !deve stare zitto e pensare solo a lavorare, che l'Italia gioca male e non c'è Cassano"...
Ecco, io su Davi avrei parecchie domande da fare ("inspiegabile" è un eufemismo)...
Triste, inoltre, la piccata risposta di Maroni alle perplessità (lecite) di Lippi riguardo la Tessera del Tifoso. Anzichè chiedere "dove abbiamo sbagliato? Come possiamo migliorarla?" si preferisce buttarla in caciara inutilmente...
probabilmente l'opinionismo è una delle piaghe peggiori dell'Italia moderna.
Ci si sente in dovere di dire la propria a prescindere. Non importa la conoscenza dell'argomento.
Andrò a vedere l'intervista prima di commentare quanto detto da Lippi.
Sulla tessera del tifoso dico che all'inizio, vista la presentazione fatta dal Milan, mi pareva uno strumento utile a semplificare la vita del tifoso (acquisto i biglietti su internet o addirittura al bancomat, prelazioni sulle trasferte ad esempio, ma se alla fine è solo un ulteriore documento di identificazione mi chiedo a cosa serva.
Ho comprto il biglietto del trofeo Berluconi in prevendita e l'impiegato ha dovuto fare la fotocopia della mia tessera del tifoso: alla faccia dell'era informatica...
Veramente la tessera del tifoso (trovo più triste il nome della sostanza) può essere data anche a chi ha avuto un Daspo (scontato, ovviamente), anche se nella sua versione iniziale sembrava di no. E' una schedatura, certo, ma l'alternativa è far entrare tutti e fargli trovare una polizia cilena. Credo che una vera soluzione, per quello che il calcio rappresenta nel 90% dei paesi in cui ha successo (sfogo, rivalsa sociale, provincialismo e via sociologizzando), non ci sia.
in effetti non mi pare che la tessera del tifoso sia una soluzione ai problemi della violenza, dato che ormai mi pare che gli ulrà non si pestino più dentro gli stadi, ma facciao casino fuori.
Mi pare un po' lo stesso discorso che si fa col reato di clandestinità. Nel senso che l'ultrà che vuole andare a sfidare la polizia col suo gruppo di amichetti non si fa certo spaventare da tessera del tifoso e tornelli (non li ferma il Daspo, figuriamoci) e alla fine gli stadi si svuotano delle persone normali che si scocciano a farsi schedare prima e a dover presentare comunque i documenti poi.
Mi chiedo, se si è riusciti a sconfiggere il terrorismo in questo paese, è possibile che non si riesca a liberarsi dei teppisti della domenica?
Non entro nel merito della questione calcistica, voglio però entrare nel merito della questione Povia: secondo chi ha scritto questo post, Povia è stato "vittima" di un processo?
Al massimo io credo sia stato il "protagonista" di un processo e/o di una questione che gli hanno fatto solo un gran comodo.
infatti la soluzione non c'è...tanto che sono ripresi i casini anche in Inghilterra...quanto al tutti sappiamo che quel supercampione è gay ma non lo diciamo ci sono tanti-troppi giornalisti che hanno fatto capire per anni che Del Piero - uh quante ne sappiamo noi - era gay e invece no
come al solito in questo cesso di paese, dove tutti, fin dai più piccoli, sono refrattari all'applicazione di qualsivoglia regola, ogni volta che si introduce uno strumento, migliorabile finchè si vuole, che limiti parzialmente il raggio d'azione degli imbecilli, assistiamo subito a levate di scudi in serie...ovviamente tutti a dire cosa non va ma nessuno che dia uno straccio di soluzione: e poverini quelli col daspo (andassero affanculo), che fatica devo tirare fuori il documento, mi schedano (echissenefrega, prendano anche impronte e dna..sarò piccolo-borghese...). Per chiudere come il Direttore diciamo che ci meritiamo questi stadi e chi li popola...
Straw: sei uno sporco pantofolaio Sky...
Straw sarai un pantofolaio Sky ma condivido tutto
Ma alla fine chi è sto supercampione gay? Io sapevo solo di quello che ha giocato per tutte e tre le strisciate, trattato male dalla grande famiglia, e tuttora pascolante in mezzo al campo in una di loro...
Do' ragione al direttore: non c'è una vera soluzione per certi problemi. E' mai esistita una società senza violenza o corruzione, omicidi e stupri? Ovviamente no, però si può costruire un'architettura legislativa che consideri tali nefandezze come reati gravi e soprattutto una società civile che li condanni moralmente. Ecco....
Pierfrancesco: sono anch'io un piccolo borghese. Per me chi va allo stadio per fare casino, fosse anche una roba di 20 anni prima, dovrebbe curarsi seriamente, e magari farsi una vita più soddisfacente. Detto questo, puoi immaginarti cosa pensi di maroni
@straw: che magari le leggi le fanno rispettare solo alla gente normale? La tessera del tifoso e tutte ste cagate qua le impongono alla gente normale, quella che non ha mai fatto casino. Quelli che hanno fatto casino, vanno avanti come prima. Il problema è l'applicazione delle leggi, come sempre (a voi hanno mai controllato il biglietto nominativo? A me mai!!!).
Ma che facciano una scheda dei dirigenti, dei politici, dei poliziotti, invece di rompere sempre le balle.
appunto straw parlava di un paese che non applica le regole...allora se vale questo tanto vale fare le regole? facciamole, e magari cambia qualcosa
@cydella: condivido in parte il tuo discorso, chi va in corva entra in massa senza alcun controllo, mentre noi in famiglia siamo in 4, tutti abbonati, ed il controllo del nominativo lo fanno anche a mio figlio di 11 anni. Sulla tifoseria casalinga non credo che la tessera del tifoso abbia influenza alcuna; se si applica la legge (il problema è sempre questo) dovrebbe invece averne parecchia sulla composizione della tifoseria avversaria...e sarebbe già qualcosa. E' da vedere se le società saranno in grado di resistere ai ricatti degli ultrà e non mi sembra che l'incipit sia stato incoraggiante...
A me capita REGOLARMENTE che controllino il nominativo sul biglietto chiedendomi un documento valido e sinceramente per quanto mi girino i cosiddetti a fare un'ora di fila ben venga qualche sacrificio se posso andare allo stadio senza rischiare, come in passato, di finire mio malgrado dentro una guerra civile; a mio modo di vedere è tipico dell'Italia e degli Italiani lamentarsi a priori di una nuova legge, salvo poi in alcuni casi, vedi la legge sul fumo, accorgersi che magari si vive anche meglio.
Straw, di quale stadio parli?
A San Siro i documenti vengono controllati anche all'ingresso riservato alle curve. Anzi, una volta passato il tornello sei chiuso da transenne e "costretto" a salire al secondo anello senza neanche la possibilità di andare a buttare soldi al SansiroStore o visitare il Museo.
Stefano,
non sono d'accordo con l'intonazione di una parte del post (ecchissenefrega, ok...) e trovo l'esempio che adduci (l'omosessuale col Cartier... mapperpiacere) d'una volgarità e una banalizzazione non degne di quello che solitamente scrivi.
Anche perché, guardandoti dal parlare seriamente dell'omofobia (e parlarne non è un dovere, sia chiaro!), ne dai una declinazione non inesistente, ma inconsistente.
Intanto, nelle città italiane gli omosessuali iniziano ad avere una certa paura, e ne hanno ben donde.
"Something is happenin' but you don't know what it is... Do you, Mr. Jones?"
(anche se His Bobness si riferiva ad altro, nell'occasione)
Ah, Povia ignoriamolo, su, al pari di Grillini.
Mi scuso per la volgarità, nel caso al di là delle mie intenzioni, ma dare all'omosessuale una connotazione solo...sessuale (quella stessa persona è anche magari geometra, figlio, socio di un tennis club, attivista di un partito, lettore di Topolino, appassionato di film di Sergio Martino) è secondo me una cosa ridicola e soprattutto sbagliata.
Certo Direttore, così come Mohamed Ba non è solo un senegalese, ma è anche un attore e magari frequenta un circolo di aikido, ama i cocktail a base di frutta e tifa per l'Armani Jeans. Però dubito siano stati i detrattori della frutta ad accoltellarlo...
Sarà che colui che è stato malmenato andava in giro di notte in una zona malfamata, ma è anche vero che l'interrogato per l'aggressione è soprannominato "svastichella".
Quindi mi pare che il sospetto di omofobia può sorgere legittimamente. Basta per favore a fare gli anticonformisti all'incontrario.
Direttore, concordo, in assoluto, con il tuo ultimo intervento, ma trovo pertinente il commento di Gareth. Comunque quassù si parla spesso di omofobia, ma mai di omosessualità. In passato ho letto, da qualche parte, che tutti hanno una quota di omosessualità, e più recentemente ho visto il film 'Kensey'(spero che si scriva così) in cui lo studioso americano ipotizzava 6-7 gradi di omosessualità, non mi ricordo se da 0 a 6 o da 1 a 6. Presa per buona questa teoria, che è appunto una teoria, sarebbe interessante chiedere ai vari 'svastichella' da quale grado di questa scala un individuo può rientrare nella categoria di 'picchiabile'. Inoltre se, giustamente, non mi frega niente dei gusti sessuali del mio geometra o del mio consulente fiscale, perchè dovrebbe fregarmi qualcosa dei gusti sessuali di un calciatore?
@ Dani
I documenti li controllano a te ed a me... mica a quelli con il daspo, la diffida e senza bigliatto...
Stefano,
se l'ultimo intervento era in risposta al mio, temo che non ci siamo capiti.
Come giustamente fa notare gareth, le aggressioni, certe aggressioni, hanno innegabilmente una connotazione razzistica: negarla riconducendo lo stato delle vittime a ciò che torna più comodo è nascondersi dietro un dito e rischia di essere una posizione piuttosto capziosa, per non dire indifendibile.
Poi, certo, l'anticonformismo al contrario è moneta corrente al giorno d'oggi, però talvolta forse dovrebbe essere dosato.
Ciao!
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