Salvati dal modern rich

La dura vita del piccolo editore è piena di umiliazioni e di direttori marketing che tornano il 7 settembre (dopo essere partiti il 7 maggio, però). Poi magari ci spiegheranno i grandi scenari del web 2.0, letti su Wired in spiaggia, aggiungendo che 'bisogna volersi bene'. Intanto noi abbiamo visto la luce grazie ad un articolo pubblicato su Gentleman, rivista che colpevolmente non leggiamo ma che per l'amico Dominique Antognoni è sacra. In un'intervista Umberto Angeloni, creatore di Uman (ignoriamo cosa sia, temiamo una linea di abbigliamento), ha indicato il suo cliente target: ''Il modern rich è un individuo affluente, moderno, razionale e internazionale, che si informa con cura, sceglie con gusto e acquista con giudizio, alla ricerca del piacere, del valore e della funzionalità. E anche sensibile e responsabile nei riguardi del più ampio contesto sociale, culturale, ambientale, teso a sviluppare uno stile personale e inimitabile''. Il modern rich: ecco il tipo di lettore che ci farà svoltare dal punto di vista pubblicitario. Come mai non ci abbiamo pensato prima?

38 commenti:

Simone ha detto...

Meravigliosa.
Non so perchè,ma ricorda una dichiarazione del chitarrista degli Spinal Tap in quel film inarrivabile all'alba degli eighties.
Il tipo mostrava orgoglioso i suoi Marshall modificati,con il limite dei volumi a undici invece che a dieci...

Dane ha detto...

Simone, appena vi legge Nick vi fa un paiolo così!... :-D

Igor Vazzaz ha detto...

Vi prego, presentatemi un "tipo affluente".

Ivan.fab ha detto...

Ma il Dominique è modern rich? Scommetto che lui il 16/9 ce l'ha da anni.... (battuta eh che mio mi si immusonisce)

Nick ha detto...

Guardate che nessuno sta facendo una descrizione dell'italiano medio, si sta solo dipingendo il target di riferimento di questa/questo Uman...bisogna andare a vedere che roba è.

Non pretenderete mica che il cliente-tipo di Prada è "sui 50 anni, calvo, con un lavoro statale e una utilitaria nel parcheggio condominiale"?

Nonno ha detto...

ome cahhio è che l'articolo di Oscar Elleni mi perseguita?? Compare costantemente in testa alla pagina ovunque vada nel sito.. e non è la prima volta che capito con questo autore qui.. lo state pompando?? prendete la mazzetta per farlo conoscere??

Straw61 ha detto...

queste definizioni sono sempre trashissime..."a Sparteco, me sento molto modern rich" (ancor meglio se pronunciato in italiano, alla Lino Banfi anni 70)...

carloblacksun ha detto...

meraviglioso, complimenti per la chicca Stefano

Roberto Gotta ha detto...

Che capolavoro, Stefano... Forse il modern rich andrà in quel locale aperto tra poco a Bologna, la cui pubblicità conteneva oggi praticamente solo parole inglesi: "foot pret a porter" (ma a Londra c'è Pret-a-manger, non è più esatto? Forse qui si mettono le banane in testa), "sexy salads" (le insalate normali fanno ammosciare, insomma), "pani farciti" (pani, non panini, del resto espressi subito prima con "sandwiches"), "smoothies" (frappé è per noi straccioni), ovviamente disponibili "take away, delivery, eat in store"... Poco ma sicuro, non ci metterei piede nemmeno se restasse l'ultimo luogo con cibo (food, scusate) sulla faccia della Terra...

Pierfrancesco ha detto...

sicuro che contenga cibo?

Simone ha detto...

L'avete arredato il living o siete in stand by per il troppo cash?
La schedule è very good,per la location basta mentalizzarsi a livello emozionale.
Ci aggiorniamo all'afterhour.

Tani ha detto...

@Roberto: magari per la par condicio metterano nel loro menu il "cane caldo"...

Tani ha detto...

@Simone: mi hai ricordato una anziana signora qui a Toronto, che mischia sempre le parole a modo suo: "Mi sì e rotto la cara..." :).
Ma almeno la signora non lo fa per sembrare "cool"...

Simone ha detto...

@Tani:il linguaggio è sempre sporco,si modifica progressivamente con il rimescolamento di idiomi,dialetti,neologismi.
E' un virus.
Ma in questi anni,in Italia,stiamo esagerando:forse è colpa(o merito?)dell'eccesso di scrittura,fornito dalla comunicazione veloce del web e degli sms.
L'italiano si sta modificando geneticamente;stiamo perdendo l'antica complessità,la musicalità tipica del nostro suono.
Stendiamo poi un velo pietoso sul linguaggio televisivo:trattasi ormai di analfabetizzazione di ritorno.

transumante ha detto...

simone: è la sindrome del "compito copiato in fretta nell'intervallo". Come disse un'aspirante miss italia: "penso che bisogna credere nei valori". Quali non è lecito saperlo, d'altronde è nel dettaglio che si annida il diavolo

Dane ha detto...

"L'avete arredato il living o siete in stand by per il troppo cash?
La schedule è very good,per la location basta mentalizzarsi a livello emozionale.
Ci aggiorniamo all'afterhour."

Simone, tu ridi ma l'80% della gente con cui ho a che fare io per lavoro parla così (adesso un po' meno a dire il vero, da quando ho cambiato settore). Un giorno scriverò un libro sulle sfilate di moda, prima o poi vi parlerò di Bamboo...

Simone ha detto...

@Transumante:per dirla con il Bene (Carmelo)siamo parlati dalle parole.

@Dane:anch'io,alcune volte,ho esperienze simili,a dir poco traumatiche.
Sono solitamente i nuovi ricchi a fornire materiale per il bestiario:un certo tipo di borghesia altolocata prevedeva almeno rispetto per la cultura.
Il cafonal odierno pare uscito da un libro di Bret Easton Ellis:replicanti a basso costo.
Loro naturalmente direbbero "cheap".

jeffbuckley ha detto...

Direttore, aspetto sempre la rubrica "Chi se ne frega..."

anjo ha detto...

Ma modern rich sarebbe quello che una volta si definiva parvenu??
Che bisogno hanno queste aziende di delineare il loro cliente tipo?
Come mai nessuna azienda ritrae il suo cliente tipo così (eppure sarebbe un mercato floridissimo): "il nostro cliente tipo è un sottoproletario leggermente tamarro con precedenti penali, insomma uno che non si vorrebbe mai incontrare sulla propria strada"...son tutti alla ricerca del 40enne del nord Italia con 3 lauree, 5 lingue conosciute e almeno 3 viaggi all'estero all'anno (che in Italia saranno qualche decina di migliaia al massimo). Capisco Sky che deve vendere spazi pubblicitari (anche se mi chiedo se le aziende son così fesse da bersi tutte 'ste balle: secondo me sanno benissimo che il cliente tipo del pacchetto Calcio è un tifoso becero, che bestemmia quando guarda la partita, insomma una che la cultura sportiva non sa nemmeno dove sta di casa), ma alle aziende di abbigliamento tipo questa che gliene frega se uso i suoi vestiti per le occasioni più importanti della mia vita o per appoggiarci sopra il carburatore quando smonto il motorino??

Dane ha detto...

Anjo, è proprio quello il problema: le aziende non conoscono il proprio cliente e lo idealizzano. Un po' come fanno le mamme italiane appena restano incinte con la laurea del figlio o il marito della figlia...

eltopo1971 ha detto...

ma non sarà che è il cliente che vuole illudersi di essere come viene descritto?..
non ha idea di che cazzo voglia dire essere affluente (io nemmeno lo so), però chissà che gli pare..

Massimo ha detto...

Temo che affluente sia un mooooolto libera traduzione di "affluent", ricco in inglese.
I rischi delle false friend insomma: così sembra uno che si getta nel Po. Oddio...... ;-)

Dane ha detto...

Eltopo, qui apriamo un capitolo chilometrico. Sì, è anche il cliente che ama sentirsi importante e crede di esserlo se lo chiami con un nome inglese.
Però l'italiano medio è quello che è (è quello di cui ridevo con Nick ieri sera nel topic sul 16:9 di Sky...), lo sappiamo tutti ed è inutile fingere che l'italiano sia un popolo di Klaus Davi e John Elkann.
Due aneddoti: 20 anni fa, presentazione dei corsi all'Accademia di Brera. Il Direttore: "vengono da tutto il mondo per seguire i nostri Master...".
Al di là del non sapere la differenza tra un normale corso di laurea e un Master (pensa te, da bambino ho fatto "il Master di nuoto" e nemmeno lo sapevo...), all'uscita becco una mamma media milanese che dice ad un bambino "hai sentito?! La Chiara (presumo si trattasse della sorella, N.d.A.) farà dei Master..."
"e cosa sono i Master?!..."
"Eh, non lo so, però sai.....son cose importanti che si studiano da grandi..."
Secondo aneddoto (come il 3 irlandese di Nick vero, ancorchè ammantato di leggenda), raccontatomi da un amico. Da alcuni anni la parola "warning" ha sostituito "allarme" nella bocca di agenzie di viaggio, protezione civile, istituzioni, etc., in occasione di emergenze vacanze, alluvioni, tsunami, etc...
In un occasione di queste (credo un alluvione, ma non ricordo di preciso...), il tg continuava ad intervistare gente che ripeteva a manetta "abbiamo appositamente lanciato un warning" finchè un mio amico ha sentito una vecchietta urlare dalla finestra "Bepi, sara sù tis coss e vegn via, che l'è sciupà la ghera.....han dì perfìn che gan lancià un uòrnin..."

Stefano Olivari ha detto...

La cosa tragica del modern rich è che il mercato pubblicitario italiano che conta non ipotizza che sia una nicchia, ma di fatto la maggioranza. Di qui la presenza in edicola di una maggioranza di giornali finti e nel bouquet di Sky di una maggioranza di canali finti...

Dane ha detto...

Nick, rassegnati... :-D

transumante ha detto...

però che non passi il messaggio che sia tutto figlio di questi tempi...è solo l'ultima cena...di trimalchione

anjo ha detto...

Ma direttore allora se è vera la sua frase "La cosa tragica del modern rich è che il mercato pubblicitario italiano che conta non ipotizza che sia una nicchia", mi chiedo: ma dove vivono sulla luna?? Tutti quei laureati con 15 master all'estero ecc che lavorano nel settore marketing non sanno guardarsi attorno??
E poi comunque continuo a chiedermi: alle aziende che gli interessa del tipo di cliente che acquista il suo prodotto? Se alla Bmw si accorgessero che metà delle loro macchine viene acquistata dal libero professionista figo e bla bla bla e l'altra metà dai criminali slavi che la considerano un vero status symbol, lei direbbe che la casa bavarese chiuderebbe baracca e burattini pur di non dare il loro prodotto a chi non rispecchia il loro cliente tipo?

P.s.: nel mio precedente post (chilometrico come al solito) o sbagliato a non mettere il congiuntivo in "insomma una che la cultura sportiva non sa nemmeno dove sta di casa", sta al posto di stia, che vergogna! chiedo scusa

Dane ha detto...

Anjo, anche alla sarta di quartiere e al salumiere dell'angolo piace raccontare di avere una "clientela selezionata".....

p.s.: mai stati a Roma?! La metà dei fruttivendoli racconta che De Sica comprava la verdura nel negozio di suo padre...

Stefano Olivari ha detto...

Nessuna azienda al mondo ammetterebbe di avere un target basso: al massimo, come per i prodotti di largo consumo, si dice 'interclassista'. E' ovvio poi che la Ferrari sia la macchina preferita dagli spacciatori...

anjo ha detto...

Dane, Direttore, il vostro ragionamento è chiarissimo. Però qui non si tratta di smargiassate da fruttivendolo, qui si tratta di grosse aziende che stipendiano della gente per scrivere stronzate (scusate il termine) a cui nessuno, cerebralmente non leso, crede.
Per concludere un po' alla maniera del direttore: l'Islam avanza e questi stanno qui a raccontarci di individui affluenti.

Leo ha detto...

Anjo, direttore, a Prato il target di Bmw e Audi è il cliente cinese... e penso che per loro sia un vantaggio, visto pagano subito e in contanti!

eltopo1971 ha detto...

anjo

scrivono stronzate perchè è di quelle che si nutre la gente..

che dovrebbero scrivere? "la nostra linea di abbigliamento è per gente normalissima, come quella che incontrate tra gli scaffali dell'esselunga" ?

Dane ha detto...

@Anjo: come ha detto Eltopo, gli affari di quella gente si basano sul nulla e nulla edono e spacciano: Re Giorgio da 20 anni alle sue sfilate uomo presenta i soliti pantaloni larghi da gaucho e le solite magliette aderenti a costine ma nessuno ha il coraggio di dirlo...
p.s.: devo scrivere quel libro, devo scrivere quel libro.....

@Leo: una volta ero fidanzato con la figlia di un concessionario Audi, il quale mi diceva che i suoi migliori clienti (per gli stessi motivi citati da te) erano gli zingari.....

Stefano Olivari ha detto...

Questa cosa del target alto mi entusiasma, perché tutti crediamo di essere più fighi del resto del mondo ma bisogna anche dirlo con la faccia seria...

Duccio ha detto...

Non ho retto alla tentazione e ho usato google per scoprirne di più su "Uman".
Trattasi, come fedelmente copincollato da gazzettadiparma.it, di un laboratorio di idee, «un pensatoio, dedicato al piacere del vestire e capace di realizzare, più che il classico abito "su misura", quello "a misura" delle passioni maschili che costituiscono oggi il vero lusso».

Massimo ha detto...

sento puzza di Lapo e Italian Style....

Dane ha detto...

Duccio, tutto sto casino per un paio di mutande ad elastico alto come quelle D&G di Gonzalo e Masi?!... :-D

furio ha detto...

Eh, ma l'Angeloni è un Philosopher of Luxury. Lo dice il NY Times, a'bburini

http://www.nytimes.com/2009/01/18/style/18iht-rangel.1.19458914.html