Corruzione a prezzi stracciati

La settimana scorsa un quotidiano nazionale, un tempo glorioso, ha venduto un'intera pagina pubblicitaria al prezzo di...500 euro. Cinquecento, lo scriviamo in lettere, roba da giornalino dello stadio ma in realtà da LegaPro. A parte la comicità del prezzo di listino ad oltre 4mila euro (!!!) e la banale, come è nel nostro stile, considerazione che in tempi di crisi bisogna essere umili e raccattare tutto quello che c'è, la situazione che si sta materializzando è molto semplice: il fruttivendolo sotto casa, il direttore di Indiscreto, il parrucchiere che si lamenta del basso stipendio del figlio ingegnere mentre si rifiuta di darti la ricevuta, il venditore di jeans, insomma tutti, possono comprare una pagina di un quotidiano nazionale (l'editore è uno di quelli che soloneggia su Prima Comunicazione, con foto e mano ad avvolgere il mento, magari spiegando che Murdoch è un mediocre e che Arnoldo Mondadori era un sopravvalutato) ed influire quindi sulla sua linea. Con 500 euro possiamo avere quindi pagina pubblicitaria e recensione positiva per il nostro libro, senza nemmeno dover fare i simpatici con un redattore culturale di quelli che ''Dopo Dostoevskij il romanzo è morto''. Per noi 500 euro sono sempre una bella cifra, ma per un costruttore che volesse far pressione sul sindaco no. E per una banca? Si tratta dell'equivalente delle commissioni di 76 bonifici (siamo rimasti ai tempi dei Medici, come efficienza), roba che una filiale di periferia realizza in un giorno. Poi ci si sorprende dei direttori che fanno i killer per conto dei padroni...

10 commenti:

Anassagora ha detto...

bene, diciamola chiara come sta!

K

Dane ha detto...

Direttore, mi dica il titolo della testata La prego, che al primo battibecco compro una pagina per dare del talebano a qualcuno!... :-D

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Bisognerebbe vedere com'è la situazione all'estero, come se la passano i fantomatici 'editori puri' (mi chiedo se ha senso che esistano gli editori impuri, la Fiat, Mediaset etc. etc.).

KBLondon ha detto...

@lizard: tutti nella merda...

Stefano Olivari ha detto...

Un indizio: ci ha lavorato Brera...avanti di questo passo ci rimarranno solo gli house organ...

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Beh allora con 600 700 sterline mi compro una pagina in Inghilterra... Come italiano un po' di esterofilia non guasta. Per il quiz del giorno avrei bisogno di un altro indizio, please!

Dane ha detto...

Che Giorno è, oggi?!... :-D

KBLondon ha detto...

@lizard: Aparte qualche testata che sta andando bene (come l'Economist), quasi quasi ci riesci. Pero' non la danno a te a quel prezzo, ma la danno alla Sony o alla Mercedes perche' e' un brand importante e fa sembrare a quelli che magari non sanno come stanno andando le cose o ai lettori stessi che la testata ha un target modern rich "affluente, moderno, razionale e internazionale, che si informa con cura, sceglie con gusto e acquista con giudizio, alla ricerca del piacere, del valore e della funzionalità..."
Con 1500 sterline alcuni mesi fa aquistavi una bella visbililta sul Financial Times, mica una gazzetta qualunque.
Stefano: troppo tempo all'estero ormai: quali sono te testare non house organ ormai?

Stefano Olivari ha detto...

Salverei ideologicamente buona parte dei giornali locali, che non hanno la minima influenza sulla politica e l'economia che contano e che per sopravvivere devono dare qualcosa di diverso al lettore. Poi la realtà è che anche su base provinciale il rispetto per i notabili e l'occultamento delle notizie scomode è la prassi, ma la vera differenza è secondo me il servizio che la stampa locale rende al lettore. Al di là di qualche opinione intelligente, questo servizio nei grandi media non lo noto. Come ha detto Marco Benedetto, uno degli artefici dell'ascesa di Repubblica, i giornali sono fatti all'80% di Ansa riciclate...

Roberto Gotta ha detto...

Stefano, il rispetto per i notabili, spesso semplicemente mafiosetti in senso lato, è una delle poche cose negative dei giornali locali, che per il resto svolgono un compito lodevole e pieno. Altro difetto: la costante, insopportabile presenza di certi personaggi, non necessariamente notabili in senso stretto, che evidentemente forniscono qualche notiziola sottobanco e ottengono in cambio quella visibilità provinciale che ti fa riconoscere in pizzeria e sentire chissà chi.