1. Nello sport, come nell'arte, ci sono personaggi che si materializzano come allucinazioni selvagge. Appaiono, consumano la scena stravolgendo i canoni evolutivi e bruciano. Marcelo Rios oggi viene ricordato soprattutto per essere stato numero uno dell'Atp senza Slam in bacheca e per le intemperanze fuori dal campo. Lungi da noi il difendere certi atteggiamenti: dalla matita spezzata a un bimbo che chiese un autografo, impagabile aneddoto narrato dal Clerici, al piede fratturato del suo preparatore atletico (da quel momento ex...) investito con la jeep, il personaggio si distinse anche per comportamenti da autentico disadattato. Ma il genio talvolta s'accompagna male con l'educazione: per dirla tutta, volando altissimi, leggendo il Voyage celiniano a qualcuno è fregato qualcosa che l'autore, il Dottor Destouches, fosse antisemita? E allora, tornando al Chino, ciò che ci interessava era il suo talento urlante, atavico, da Oskar Matzerath della racchetta.
2. Rios nacque così, campione del mondo e vincitore dello Us Open juniores; nei pro ebbe una carriera folgorante, un'ascesa velocissima e un declino rapido, improvviso. Fu uno di quelli che sperimentarono la demenzialità del calendario, pagando il prezzo dell'iperattività con una serie cronica d'infortuni alle ginocchia e alla schiena. Eppure, nel suo momento migliore, brillò di una luce dall'intensità unica, accecante: la cometa di Vitacura d'inizio 1998, il suo apice, fu uno dei più grandi giocatori apparsi sul globo terracqueo. Inaugurò l'anno perdendo, agli Aussie Open, la sua sola finale Slam. Contro un altro mancino dotato dagli dei, Peter Korda, in quel dì anche dopato dagli uomini: fu, quella vicenda australiana, la perdita della verginità per gli ultimi illusi dei gesti bianchi. Il segno definitivo dei tempi che il tennis era diventato anche spettacolo farmacologico.
3. Ecco, nel gioco già ostaggio della muscolarizzazione, il piccoletto di 172 centimetri che dominò quella primavera fu uno scherzo della natura. A Indian Wells e Key Biscane, affrontando la sua versione americana e più fortunata (Andreino Agassi), Rios mostrò un tennis visionario, frutto di una concezione ritmica misteriosa. L'anticipo, il timing sulla palla, qualcosa di magico e inspiegabile. L'impressione,nei giorni di grazia, di assistere a un giocatore con due diritti: il rovescio bimane inenarrabile, magari colpito con il saltello su un piede solo, in controtempo totale. I tocchi mancini beffardi, degni di un Macca andino, e il divertimento sadico nell'utilizzare l'altro, l'avversario, come una marionetta: spostata, sballottata, illusa e trafitta dal burattinaio cileno. Il campo, un flipper sovradimensionato, tagliato da traiettorie che parevano traccianti. Senza strategie preordinate, solo istinto superiore: puro e semplice talento maradonesco, inconsapevole ed ignorante. Una gioiosa trasposizione tennistica, così dannatamente latinoamericana,del realismo fantastico.
4. Purgatorio Rios, perfetto anello di congiunzione tra l'Inferno e il Paradiso del talento totale. Quello incontrollabile,maledetto, di uno Scott Draper e l'incarnazione assoluta, di successo, del Mago Merlino Federer. Stesso genio, ma tre carriere completamente diverse. Lo Zurdo di Vitacura, suo malgrado, sarà ricordato dai distratti come il più forte tennista della sua generazione a non aver vinto un major: dopo Okker e Mecir, prima di Nalbandian. Manco quella lista di vincitori, che annovera mediocri come Teacher e Costa, fosse la verità assoluta e non un semplice dato statistico. Che non spiegava i colpi dagli angoli impossibili, contro i Terminator palestrati, di quell'indio con i capelli lunghi. L'insostenibile leggerezza del suo ingegno e la creatività di quegli scambi feroci. La bellezza inconsueta della sua gestualità, figlia inconscia di una terra diversa da tutte le altre. Felicemente ignara della razionalità del resto del mondo.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)
12 commenti:
Simone splendida ricostruzione di un tennista che ho amato. Però un appunto su Nalbandian, il tennista che mi ha fatto più incazzare: era, è, più forte di Rios (migliore nel servizio e nel gioco a rete, pari da fondocampo, ovviamente nelle giornate migliori). E' ai livelli di Safin, ma l'ha dimostrato solo nel master vinto su Federer (oltre che in un paio di tornei indoor). Ma almeno un Us Open lo meritava, più di quanto, a parer mio, Rios avesse meritato uno slam. Certo poi leggi gli albi d'oro dei quattro tornei e ci leggi gente come Ferrero, Costa, Bruguera, Thomasson, e allora il dispiacere aumenta.
@Leo:thanks.
Il paragone,parecchio sudamericano,ci sta.
Tecnicamente per me il Chino era superiore nella consistenza da fondocampo,non negli scambi di violenza pura.
Il tocco di Rios,anche a rete,era di un'altra categoria.
Direi nell'empireo dei più grandi.
La Nalba,con una corazza più adatta ai rigori dell'Atp moderna,sicuramente più affidabile sul servizio e con il primo colpo dopo la risposta dell'avversario.
L'argentino più adatto alle superfici stile carpet,il cemento americano e l'erba.
Il cileno molto meglio sul duro dei primi mesi,meno veloce,e sulla terra battuta.
Entrambi ingiocabili nelle giornate d'ispirazione alta.
David,con l'hawkeye,lo Us Open 2003 l'avrebbe portato a casa.
A Marcelo sarebbe bastata la forma di quei due mesi,tra Indian Wells e St Poelten,durante un Open di Francia o i due Slam sul cemento.
the highest flame burns quickest (cit.)
Simone, mi aiuti a ricordare la storia di Korda? Doping ufficializzato o solo malignato? A me faceva impazzire, nella sua bruttezza stilistica...
@Spike:gran bella citazione.
@Lorenzo:il talentuoso Peter fu trovato ufficialmente positivo a Wimbledon.
La sostanza era il nandrolone.
Dopo parecchio tira-e-molla fu squalificato per un anno e praticamente finì la carriera.
Se avessero applicato la retroattività,lo Slam australiano sarebbe stato di Rios.
@Simone
Se vogliamo completare the celine travel, aggiungerei anche Duhrer, violentatore di bambine.
Per restare vicino a Celine, fascistissimo, metteri anche Borges, poeta della destra.
Per tornare al tennis, Rios ha brillato troppo in poco tempo e, nonostante il tocco, la schiena lo ha mollato. Come molti, forse troppi giocatori, che prediligono l'anticipo esasperato ancorchè geniale.
Vorrei solo ricordarti che anche Ken Rosewall non ha mai messo la firma nell'albo d'oro di Wimbledon e, anche questa, è stata una profonda ingiustizia sportiva. Considerando anche che, nato mancino naturale, fu corretto a giocatore destro dai suoi istruttori.
A quando una puntata su di lui o sull'ondata aussie?
Fraser, Rosewall, Laver, Hoad, Stolle, Roche, Newcombe.
Per tornare alla pazzia, direi che Ilie Nastase potrebbe essere un degno maestro di Rios, anche se, la classe era decisamente superiore in questo caso.
Italo
amico io amo il tuo modo di narrare. Non ho molto altro da dire, non serve.
Spike: rebel my new last name, wild blood in my veins?!
Grande jeremy. La sto ascoltando adesso.
ci metterei anche leconte.fumatore incallito e fisico che faceva ridere anche allora da vedere in campo.pancione su gambe sottili.ma il braccio sinistro era irreale..fece pure una finale a parigi (che poi lui era uno da veloce..mah)
concentrazione di talento notevole in questo pezzo.il korda della gran slam cup 93 ha rasentato la perfezione.tommasi cita la finale al 5° con stich tra i migliori incontri mai visti.(e immagino che rino qualcosina l'abbia vista).da vedere anche la semi con pietrino.sempre al 5°.giocatore completo che giocava molto bene anche il doppia (cosa sempre più rara) mi piacerebbe vedere qualche torneo in coppia con stefanello...mecir, beh mecir meriterebbe un post a parte..lo scriverai?..dai il titolo te lo do io..Servizio dal Basso..see you
@Italo Muti:Celine per me era anarcoide.
La sua misantropia dipese dal troppo dolore che vide.
E fu un autentico genio:rivoluzionò il romanzo e la scrittura sullo stesso.
Su Rosewall ci sto pensando:prima o poi arriverà...
@Marattroni:grazie!
Tra non molto scriverò del mio Laker preferito.
Sarà'na sorpresa...
@Jeremy,Spike:state risvegliando il James Hetfield che è in me.
@Zoleddu:bello il titolo!!
Quello Stich-Korda fu un autentico must;concordo al 100 per cento.
@Simone
Ciao magister,
Su Celine si abbattè tutta la forza dell'intellighentia di sinistra degli anni 30, bollandolo come fascista per anni. In pare lo era, ma abbastanza marginalmente. Lui fu il primo ad accusare i sovietici per il massacro di Katyn e, questo certemente non lo aiutò.
Un misto tra Nastase, McEnroe e Agassi.
Italo
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