L'offerta di Coppi

di Simone Basso
1. Il ciclismo è sempre stato, piaccia o meno, l'avanguardia epica e commerciale dello sport.Nel caso del Mondiale su strada, curiosamente, si assegnano un titolo (e una maglia..) con la sua antitesi perfetta. Là dove si vive di monumenti religiosi e statici,ci si affida a una corsetta itinerante in circuito...Niente pavè della Roubaix, muri del Fiandre. Nessuna ascesa del Tourmalet o del Pordoi, ma l'idea liofilizzata della sua essenza agonistica. Oggi e ieri, dalla fine del Tour per nazionali, l'unica gara priva delle dinamiche del ciclismo vero: i gruppi sportivi sponsorizzati sostituiti da assemblaggi patriottici. Professionisti abituati (per sopravvivenza) a scannarsi amabilmente fra di loro, costretti (per convenienza) a fidarsi dell'avversario del giorno prima. E' il fascino perverso del Mondiale: una competizione che vive su equilibri precari, livello tecnico discontinuo e trame che esaltano il coraggio e la follia dei suoi protagonisti. Una lotteria mefistofelica ed un errore geniale.
2. Prima che l'Uci s'inventasse la maglia iridata, il Mondiale ufficioso fu il GP Wolber. La formula molto meglio di quella attuale: a fine stagione s'invitavano i primi tre classificati di tutte le grandi classiche dell'epoca. Nel 1924 l'edizione più vicina alla leggenda, a Parigi, con il duello Girardengo-Henri Pelissier: vinse allo sprint l'omino di Novi Ligure. Da Adenau 1927 in poi l'arcobaleno ha fasciato il busto di varie tipologie di sfregaselle. L'impressione è che siano stati i fuoriclasse, vincendo la prova, a far un gran piacere al mondiale e non viceversa...I vari Muller, Ottenbros, Astarloa rappresentano l'imbarazzo della corsa stessa: figuranti che invalidano all'istante la nomina di campione del mondo. Maglie inutili, senza identità, il ricordo della beffa di un pomeriggio esibita per un anno intero. Generoso premio alla carriera, i Dhaenens, Leblanc, Vainsteins indossano una xxl fin troppo larga. Poi ci sono le vittorie giuste, le taglie perfette: Kubler, Janssen, Bettini. Infine la si consegna ai mammasantissima,quelli che l'iride l'avevano già dipinta sull'epidermide. Gli immortali alla Binda,Van Steenbergen, Merckx. Ecco, nella distanza che separa Ottenbros da Merckx c'è tutta l'illogicità di questa competizione, affascinante e stupida.
3. Un capitolo a parte lo merita Lugano'53, perchè senza una vittoria di Fausto Coppi l'iride avrebbe perso significato. Svalutata per la contemporanea assenza, nell'albo d'oro, delle due icone che incarnarono il ciclismo di quell'epoca. L'altro, naturalmente, era Gino Bartali. Quel dì, sulle rampe della Crespera, si svolse una vicenda perfetta per introdurci negli intrighi che sempre hanno caratterizzato il Mondiale. Il belga Derijcke, un asso, fu staccato non solo dalle prodigiose gambe del Campionissimo, ma anche da un'offerta irrinunciabile. Non fa molto chic affermarlo, perchè le leggende vivono anche di particolari mai riferiti: a fianco di Fostò pedalarono tanti interessi convergenti. L'edizione speciale de "Lo Sport", curata da un giovane redattore di nome Aldo Giordani, registrò il record assoluto di vendite per un settimanale sportivo. Primato mai più battuto. La Bianchi fece il più grande incremento di fatturato del decennio: tanto per ribadire che i soldi son sempre stati il motore degli sport professionistici.E che la favola del piccolo mondo antico l'hanno sempre raccontata omettendo certi particolari. Per questo la saga mondiale è impagabile: catalizza,in un giorno lunghissimo, le trame che attraversano le tre settimane di un Tour. O il mese di sfide nelle Classiche del Nord. (fine prima parte - continua)
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)

11 commenti:

jeremy ha detto...

Concordo assolutamente sulla tua interpretazione del Mondiale di ciclismo, visto come una corsa perversa in tutto e per tutto. E quindi affascinante. E quindi vaffanculo i circuiti: voglio il muro di Huy o il pave della Roubaix al posto di un saliscendi feticcio. Ideona: perche, a turno, non si ripete una grande classica a settembre e si mette in palio l'iride?

Il Bobone Nazionale ha detto...

Risposta a Jeremy: perchè se passassero solo una volta sul percorso col cavolo che sarei andato a Verona 2004 e a Varese 2008 e col cavolo che andrei a Mendrisio fra una settimana!

jeremy ha detto...

E lo so che attira tifosi il circuito ma a me non piacciono proprio. Comunque buon divertimento, Bobone!

Dane ha detto...

Secondo me il giusto compromesso è un circuito lungo con pochi giri. Poi il Mondiale è affascinante proprio perchè non c'entra un cazzo con le solite gare.
Vi dirò che forse è la mia corsa preferita.....

delgiu ha detto...

Il ciclismo, come forse il tennis, non è sport che realizza la sua massima espressione tecnica ma soprattutto emotiva in una manifestazione per nazionali come il mondiale e ancor meno le Olimpiadi. Confermo anch'io, comunque, che la prova iridata spesso sfugge ai pronostici della vigilia. L'ultimo mondiale scontato è stato quello di Cipollini nel 2002, su un circuito tagliato su misura. I nostri favoriti anche quest'anno?

Simone ha detto...

@Jeremy,Il Bobone Nazionale,Dane: prima dello spostamento della data(di circa un mese),s'avanzò l'ipotesi di una sede permanente per il mondiale.
Il luogo sarebbe stato Montecarlo e le sue colline.

@Delgiu:infatti hai citato due sport che vivono di monumenti.
Wimbledon è come il Tour:non hanno bisogno di titoli per considerarsi il meglio assoluto.
Basta la tradizione e il rito:il Campo Centrale come L'Alpe d'Huez.
Su Mendrisio ti rimando all'ultima parte dello Speciale.

Il Bobone Nazionale ha detto...

@ Simone: io ero ancora troppo piccolo, quindi non ho ricordi sui Mondiali ad agosto...certo che permettevano ai protagonisti del Tour de France di arrivare all'appuntamento iridato al top della forma. Al giorno d'oggi non c'è più nessuno che tenti la prestigiosa doppietta Tour-Mondiali (l'ultimo a riuscirci è stato il grandissimo Greg LeMond nell'89)...e questo è proprio un peccato!

dag_nasty ha detto...

A me il mondiale nella sua forma attuale piace moltissimo proprio perchè illogico tecnicamente, con un brocco iridato sempre dietro l'angolo (soprattutto se gli squadroni si marcano stretto), ma terribilmente affascinante. Caso quasi unico nello sport in cui la maglia nazionale viene indossata soltanto un giorno all'anno. Un po' come il tennis, e infatti la Davis rimane affascinante, pur essendo tecnicamente un po' insensata.

Attendo con fiducia le analisi di Simone sul circuito di Mendrisio, potenzialmente molto selettivo. Con due salite che io evito sempre accuratamente nei miei giretti estivi da cicloamatore sovrappeso... :-))

kalz ha detto...

Il Mondiale nell'ultima domenica di agosto era un appuntamento classico che mi ha accompagnato dall'infanzia all'età adulta. LA "beffa di Ronse" mi ha fatto piangere quando avevo 7 anni e quel dolore mi ha segnato per sempre. A parte le mie menate sentimental/nostalgiche, ho trovato l'idea di spostarlo a fine settembre una fesseria colossale per ragioni pratiche. Fine settembre nel nord Europa è già pieno autunno.

Arturo ha detto...

Concordo, competizione perversa quanto si vuole, con logiche di squadra spesso prevalenti sul "patriottismo", ma tremendamente affascinante. Sallanches 1980 il primo mondiale che ricordo di aver visto, circuito terribile con un tasso profeta in patria troppo in grande spolvero per un Tista Baronchelli commovente. Indimenticabile anche lo sprint di Praga, Saronni bruciato sul filo di lana dal genio e sregolatezza Maertens. Volata strana, il Beppe con le mani alte sul manubrio, "lanciato" da un Baronchelli meno commovente rispetto all'anno prima...

Simone ha detto...

@Il Bobone Nazionale:il mondiale ad Agosto era anche una rivincita del Tour.
Ma lo spostamento,ahinoi,ha quasi ucciso le classiche agostane di casa nostra.
Il Trittico Lombardo,il Giro dell'Umbria,la Coppa Placci,il Giro dell'Appennino,la Milano-Vignola...
Tutte corse deprezzate dalla lontananza con il Mondiale:ai tempi quelle gare erano fondamentali per vestirsi d'azzurro.

@Dag Nasty:all'articolo si può aggiungere che,tecnicamente,le due salite si completano.
La prima(Castel San Pietro)è lunga e pedalabile;allo scollinamento c'è una discesa abbastanza difficile,che potrebbe favorire le fughe.
La seconda(Novazzano)è breve ma dura ed è perfetta,soprattutto sul falsopiano,come rampa di lancio per l'iride.

@Kalz:si,in certi luoghi la data autunnale è improponibile.
Renaix è l'equivalente belga del malocchio...
Adesso la stagione è quasi al termine,ma vorrei scrivere un paio di storielle sui fiamminghi di quel periodo.
La rivalità generazionale Van Looy-Merckx e gli incredibili retroscena del duello De Vlaeminck-Maertens.
Magari la prossima primavera.

@Freccia di Civenna:Sallanches E' il Mondiale.
Come leggerai nel prossimo capitolo.