Quando andavamo in Polonia

di Stefano Olivari
L'Italia di Recalcati e dei ragazzi Nba (che però hanno quasi tutti, la Francia poi più di tutti, anche se poi per vari motivi non ci sono: in Polonia fra 16 nazionali al via ce n'erano in totale 15) sta forse guardando in streaming l'Europeo che si sta avviando verso i momenti decisivi. Di sicuro non lo sta giocando. Nemmeno all'unico precedente torneo giocato in Polonia le cose andarono bene per gli azzurri, dodicesimo posto su sedici partecipanti, ma almeno ci si qualificò. In un contesto con venti nazioni in meno rispetto a quelle iscritte oggi a FibaEurope, va precisato. Quella di Nello Paratore era una nazionale semi-sperimentale, che dei grandi schierava solo Paolo Vittori, ben diversa da quella che qualche mese prima si era fatta onore ai Mondiali (sì, nello stesso anno) in Brasile: con Riminucci, Lombardi, Gatti, eccetera. L'Europeo fu vinto dall'Unione Sovietica allenata da Alexander Gomelski: per il colonnello fu la prima di sei vittorie in questa manifestazione, per tacere del resto (dall'ASK Riga al CSKA, passando per titoli olimpici e mondiali con l'URSS). Secondi i padroni di casa e terza la Jugoslavia unita allenata da Aza Nikolic, che in campo aveva Radivoj Korac e Trajko Rajkovic: fenomenali attaccanti accomunati dalla classe, dagli argenti internazionali alle spalle dell'URSS (ma Rajkovic fece in tempo a vincere l'oro mondiale del 1970 con la squadra di Cosic e Solman), dall'esperienza italiana (Korac avrebbe giocato a Padova, Rajkovic a Livorno) e dalla morte. A un anno di distanza, entrambi in un incidente stradale come il più grande europeo di tutti.

20 commenti:

carloblacksun ha detto...

Ricordo che ero piccolino, all'epoca tifoso di Emilio Butragueno e quindi del Real Madrid, una partita delle Merengues di pallacanestro contro la Snaidero Caserta di Oscar, e mi innamorai, per caso di quello che poi diventò il più grande di tutti.
Credo fosse una finale di qualcosa, anche se non me lo ricordo.
Mi ricordo però che stava facendo una sessantina di punti o giù di lì...

Stefano Olivari ha detto...

62, era il 1989 e la finale era della defunta Coppa delle Coppe...memorabile quell'unico anno al Real di Petrovic, con record personali di ogni genere e l'unica amarezza della sconfitta in finale della Liga (3-2 Barcellona) prima di andare a Portland...

gio ha detto...

finale coppa delle coppe. Mozart 63, oscar 49, gentile 33, cosi' a memoria. Il real vinse al secondo OT.
Comunque il real del buitre (che mai vinse la coppa) aveva giocatori discutibilissimi come salguero e i fratelli llorente

Ataru ha detto...

Oggi sono in vena di link:

http://www.youtube.com/watch?v=HPkXkZZsPGw&translated=1

http://www.youtube.com/watch?v=5iNsWsCg9Kg

http://www.youtube.com/watch?v=w6t5rxPCzBc&feature=related

Dall'altra parte 44 di Oscar

Locatelli ha detto...

117-113.
semplicemente fantastico.
mi ricordo ancora lo sconforto nell'estate del '91, alla notizia della sua scomparsa. senza dubbio il più forte europeo di tutti i tempi.
anche se ci sarebbe un tale sabonis....

Calvin ha detto...

E pure un certo Dirkone di padre polacco...

Dane ha detto...

Allora anche Vlade, Toni, etc....dai, non scherziamo...

jeremy ha detto...

Secondo me Drazen era diverso, anche perche era un giocatore NBA, di alto livello, quando il resto del mondo non lo era. Su questo si basa la sua supremazia all-time sugli altri europei.

Locatelli ha detto...

bhè, sinceramente su sabonis non scherzerei: tutti gli altri (vlade, toni, dirk, etc) sono e saranno un gradino più sotto.
ma arvidas?
le sue deboli gambe lo hanno fatto dominare meno di quel che avrebbe potuto fare. eppure ha vinto molto (l'oro olimpico dell'88 su una gamba sola, basta e avanza).

quindi, nell'ideale podio, petrovic e sabonis sono a pari merito 1°, tutto il resto dal 3° in poi.

Locatelli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Simone ha detto...

Bel ricordo,Direttore.
Continuo a considerare quella finale di Coppa Coppe 1989 la più grande partita disputata sul suolo europeo.
Un basket mutante,asciutto tecnicamente.
Il primo tempo,dal punto di vista balistico,fu letteralmente incredibile.
Pochi però ricordano il finale del secondo tempo.
L'ennesima impresa paramafiosa della Fiba.
Misero tra i grigi lo jugoslavo Kurilic,che cancellò il fischio allo scadere del collega Rigas.
Il greco sanzionò un fallo su Gentile,che avrebbe dovuto tirare i liberi della vittoria...
Durante la partita,il buon Drazen si rivolgeva al connazionale così:"Non vorrai mica far vincere gli italiani?".

Sulla questione del più grande europeo:Mozart,come scrive Jeremy, fu un precursore,portò l'Europa(con Marciulonis)in America.
Ma,tesi Locatelli,nessuno è mai stato avanti come Sabas:non molti ricordano l'Arvidas pre infortunio.
Atleticamente una specie di Rasheed Wallace.
Tecnicamente già il Bill Walton sovietico.
Per me è un no contest,fermo restando che in quanto a talento puro pochi ricordano Mirza Delibasic:un Petrovic meno continuo,ma con più talento naturale.
Lo so che sembra un'eresia,ma il Deli fu veramente la prima combo guard dell'eurobasket.
Poi,citando Vincenzo,il Nowitzki mi sembra già un bel candidato: non difende,ma molti di quelli citati erano tutt'altro che mastini...
P.s. Il diavolo di Sebenico morì, in Germania,mentre si svolgevano le finali Nba.
Era in trattativa con i Knicks di Riley.

Simone ha detto...

Ah,era il 1993.

transumante ha detto...

In seconda fascia con divac e kukoc anche dino meneghin

In un ipotetico draft si sceglierebbe prima sabonis di petrovic, anche considerando gli infortuni. Il motivo è il ruolo in campo

Stefano Olivari ha detto...

Petrovic ebbe secondo me il merito ed il coraggio di andare nella NBA da miglior giocatore extra-Usa e di scuola extra-Usa (se no si potrebbe citare Schrempf) del mondo quando l'europeo non era ancora una moda. Allora come adesso nella NBA tendono a preferire l'europeo di prospettiva, da costruire, con il famoso upside, piuttosto del campione affermato. Secondo questa logica si possono scegliere con il numero 2 Milicic diciannovenne e con il numero 51 Bodiroga ventiduenne. Tutto questo poi viene superato dal ruolo: emergere da lungo in un buon sistema è più facile che farlo da guardia in un contesto di 'fratelli' mangiapalloni.

Italo Muti ha detto...

@Simone
sei un grande ricordando il grande Delibasic.Con la Bosna Sarajevo vinse anche una Coppa Campioni battendo Varese, allora Emerson.
C'era anche Varaijc che fece una gran partita. Ma Mirza era diverso, differente da Kicanovic e Delipagic del Partizan Belgrado. Il suo tiro dolce a lambire la retina era immancabile e preciso. Una leggera sospensione e via.
Italo

Simone ha detto...

@Italo Muti:concordo al 100%.
Il Deli era proprio speciale.
Fu il nostro Maravich,molti se lo scordano.
Giocava un basket moderno,era bellissimo da guardare:quando avrò un pò di tempo scriverò qualcosa sul soggetto.

Anonimo ha detto...

Premettendo che fare confronti di questo tipo, tra giocatori così grandi e così diversi tra loro è difficile/impossibile, secondo me Kukoc merita di stare con Petrovic e Sabonis...

Locatelli ha detto...

per la notte:
http://www.youtube.com/watch?v=TzW-1JXK1qk&feature=related

transumante ha detto...

francesco: kukoc subì una trasformazione spaventosa e dal duplice risultato. Ingrossandosi divenne un 4 tattico, il che gli permise di essere nel quintetto che finiva le partite, nella squadra con più balls di sempre, ma che gli tolse qualcosa in fluidità ed eleganza.

stefano: però se devo costruirlo il sistema, non posso che partire da un lungo che sappia difendere sull'uomo ma soprattutto in aiuto. Allora provo il grezzone di 210 cm, che tanto di guardie con 20 punti nelle mani ne trovi quante vuoi

VR ha detto...

I would like to thank you for remembering my father Trajko Rajkovic and his friend, great Radivoj Korac.