1. Una scoppola così contro una squadra svizzera il calcio italiano non la rimediava dai tempi dell’ormai mitico Inter-Lugano 0-1 (rete del cileno-ticinese Carrasco nelle battute finali dopo l’1-1 in Svizzera - Roberto Carlos e ancora Carrasco -, nerazzurri in campo con Avioncito Rambert). Con la differenza che oggi il Milan reduce dalla figuraccia con lo Zurigo può comunque contare sul paracadute della fase a gironi, introdotte di proposito dai grandi club per metabolizzare meglio le sconfitte senza trasformarle in umiliazioni. Un lusso che quell’Inter, ai trentaduesimi di finale della Coppa Uefa 95-96, non poté permettersi.
2. Oggi però il cioccolato svizzero è andato di traverso ai rossoneri. Il ko contro lo Zurigo è ben più pesante di quanto molti potrebbero pensare. Dopo tutto sono i campioni di Svizzera, verrebbe da dire ricordando lo stesso discorso applicato non più di ventiquattro ore fa al Rubin Kazan-meglio-dell’Inter. Ma questi campioni sono in piena crisi, di gioco e di risultati. Lasciamo la parola ai numeri. Nelle prime undici giornate di Super League lo Zurigo non ha subito reti solamente due volte, in casa contro il San Gallo e contro il Lucerna. Ha perso tutti gli scontri diretti con le prime due della classifica (Young Boys, 3-2 e 3-0, Neuchatel Xamax, 3-0 e 2-1), è reduce da due sconfitte consecutive ed ha la terza peggiore difesa del campionato (20 gol subiti) dopo i fanalini di coda Aarau e Bellinzona. Attualmente quindi non segnare nemmeno un gol allo Zurigo (che ne ha presi tre anche dal Maribor nel preliminare di Champions) appare un’impresa quasi titanica.
3. A livello di gioco la squadra è molto lontana dagli standard dello scorso anno; molti protagonisti della brillante vittoria in campionato hanno perso smalto. Abdi, forse deluso dal mancato trasferimento all’Udinese, è finito in panchina; Nikci si è trovato di fronte il miglior Vonlanthen visto da quattro anni a questa parte; Djuric ha avuto qualche problema fisico; Hassli, partito bene, si è rotto la tibia in allenamento. La squadra ha sbandato parecchio soprattutto dal punto di vista difensivo, dove né Tihinen né il giovane Barmettler hanno saputo costituire un polo solido e affidabile. Per non parlare dei disastri combinati dai due portieri, Leoni e Guatelli.
4. I punti di forza del club svizzero si sono così rivelati essere, a oggi: uno scarto della Serie A (Vonlanthen, flop a Brescia, dove Cavasin pur di non farlo giocare mandava in campo il declinante Marco Delvecchio, ma anche a Breda con il Nac ed a Salisburgo con il Red Bull); un giocatore di indubbio talento ma dal fisico minato da una serie incredibile di gravi infortuni (Margairaz, comunque più tonico di Ronaldinho sano); e un onesto maratoneta della mediana (Okonkwo, o Tico). Tutto ciò è stato sufficiente per battere una squadra che solamente con la metà della cifra incassata per la cessione di Kakà potrebbe coprire l’intero valore di mercato della rosa dello Zurigo (ammontante a circa 30 milioni di euro), la cui fluidità di manovra vista a San Siro è risultata oltretutto ben inferiore a quella mostrata dal Bari di Ventura tre giorni prima. E’ bastato ordine, una sana vis pugnandi e il buon vecchio contropiede. Fossimo i padroni del vapore saremmo seriamente preoccupati. Anzi, di più.
4. I punti di forza del club svizzero si sono così rivelati essere, a oggi: uno scarto della Serie A (Vonlanthen, flop a Brescia, dove Cavasin pur di non farlo giocare mandava in campo il declinante Marco Delvecchio, ma anche a Breda con il Nac ed a Salisburgo con il Red Bull); un giocatore di indubbio talento ma dal fisico minato da una serie incredibile di gravi infortuni (Margairaz, comunque più tonico di Ronaldinho sano); e un onesto maratoneta della mediana (Okonkwo, o Tico). Tutto ciò è stato sufficiente per battere una squadra che solamente con la metà della cifra incassata per la cessione di Kakà potrebbe coprire l’intero valore di mercato della rosa dello Zurigo (ammontante a circa 30 milioni di euro), la cui fluidità di manovra vista a San Siro è risultata oltretutto ben inferiore a quella mostrata dal Bari di Ventura tre giorni prima. E’ bastato ordine, una sana vis pugnandi e il buon vecchio contropiede. Fossimo i padroni del vapore saremmo seriamente preoccupati. Anzi, di più.
(in esclusiva per Indiscreto)
12 commenti:
Se il Milan non fosse la squadra di Sua Emittenza, forse si leggerebbe da qualche parte che la società, quest'anno, si è presentata ai nastri di partenza con una rosa indegna del suo antico e recente blasone. Il centrocampo, direbbe Canà, è composto da un 33enne (seedorf), un 32enne (ambrosini), un 31enne (Gattuso), ed un 30enne (pirlo). I restanti meglio non classificarli, perchè sono poco più di onesti rincalzi .... L'attacco poi è retto da un ragazzino(Pato), al quale non si può chiedere di fare sempre i miracoli alla sua giovane età, e da un nonnetto speciale come superipippo inzaghi (36 anni !!!). In difesa, a parte Thiago Silva, il più giovane è Nesta con 33 anni. In porta un portiere che sino ad ora più della lotta salvezza non aveva conosciuto (e che sta facendo pure bene). Domanda: con questa squadra, dove si vuole arrivare ?
Comunque figuraccia sì, scoppola proprio no.....
Sono stato volutamente eccessivo Dane, in controtendenza rispetto ai mediaservi che minimizzano...
@Alec: Ah, ma su quello siamo d'accordissimo. La mia era un'opinione personale su una questione puramente formale: scoppola è solitamente sinonimo di cappotto o goleada e visto che il Milan ha perso solo per 1-0 (e a culo invertito avrebbe potuto vincere 2-1...) non mi sembrava azzeccatissimo. ;-)
Sul senso del discorso invece e sull'utilizzo dello Zurigo come benchmark per misurare la crisi del Milan, come non esser d'accordo?!... :-D
Che la difesa dello Zurigo sia di burro lo dimostra il fatto che un Milan assai opaco ha comunque avuto una decina di palle gol.
O bastava ricordarsi di Zurigo-Real, che è stata la sagra degli svarioni tigurini...
Poi in effetti come dice Dane allo Zurigo è andato davvero tutto bene e al Milan tutto storto, però il senso dell'articolo lo condivido.
"Poi in effetti come dice Dane allo Zurigo è andato davvero tutto bene e al Milan tutto storto, però il senso dell'articolo lo condivido."
Certo Dag, ma infatti anche a culo invertito, col Milan vincente per 2-1 (sparo a caso...) non è che la situazione per il Milan sarebbe cambiata. Disastro è e disastro sarebbe stato, poi col 2-1 per i rossoneri magari i mediaservi avrebbero potuto mascherarlo un po' meglio, ma noi non siamo fessi e in questo senso l'articolo di Alec è perfetto: ripeto, lo Zurigo è stato il miglior benchmark possibile, casomai ce ne fosse ancora bisogno..... :-D
Grande Alec, come sempre. E lunga vita (porca vacca che frase retorica!) al calcio svizzero, anche se magari mercoledì sera potevano astenersi...
@Mizio71, io direi che ci avete stracciato le palle con la storia dell'età dei giocatori del Milan.
Il problema non è la carta d'identità, ma il fatto che i giocatori sono gli stessi da anni, che la società non ha provveduto a creare una rosa ma solo 13-14 titolari che ora sono per lo più bolliti. I ricambi da molto non sono all'altezza e nonostante i soliti discorsi di inizio stagione ("coi tanti gli impegni che abbiamo ci sarà spazio per tutti") inevitabilmente giocano sempre gli stessi. Tanto per dire, nell'Inter a Kazan i più giovani (a parte Balotelli) erano due 28enni, Maicon ed Eto'o, e l'unico intoccabile in questa rosa è uno "sbarbato" di 36 anni, quindi? Conta anche l'utilizzo, non SOLO l'età.
"Se il Milan non fosse la squadra di Sua Emittenza, forse si leggerebbe da qualche parte che la società, quest'anno, si è presentata ai nastri di partenza con una rosa indegna del suo antico e recente blasone". Qui sono d'accordo, perchè si parla di ROSA.
La sconfitta con lo Zurigo ci sta e, se ne venissero tratti degli insegnamenti, potrebbe risultare anche positiva. In fondo il Milan ha sempre 3 punti e la situazione può essere, in teoria, recuperata. C'è il prblema della rosa bollita, ma ho idea anche che le risorse a disposizione potrebbero essere sfruttate meglio. La mia impressione è che basterebbe un tecnico decente, dotato di mestiere e di buona personalità, per migliorare le cose, ma la cosa principale è che dovrebbe essere assolutamente estraneo all'ambiente e ben determinato a non farsi condizionare. Ho idea che proprio lì sia il baco, nella "famiglia" e nei suoi piccoli e grandi vizi che si sono formati al suo interno.
Quello è vero, difatti come al solito quando le cose vanno male la vecchia guardia si defila. Avete notato quante interviste ad Abate e Flamini?!...
Per Angius63: la rosa di una squadra è composta da una serie di giocatori. Se questi giocatori hanno quasi tutti un'età oltre i 33/34 anni, diventa difficile correre appresso a squadre più giovani e più affamate. Non è solo una questione di età. L'Inter ha si J. Zanetti, ma gli altri sono tra i 30/32 anni al massimo e comunque, su questo hai ragione, invecchiano anche loro, tanto che l'inter quest'anno pare meno forte in Italia, mentre in Europa è la solita piccola Inter (sino ad ora). In altre parole, il problema del milan non è solo l'età, ma anche che la squadra titolare non è comunque una grande squadra, perchè composta da difensori di medio-basso livello, da un centromcampo che non ha grande autonomia e grande varietà (Ambrosininel grande Milan era un rincalzo e non un titolare) e un attacco non ben costruito e con un solo grande giacatore, Pato, a meno che non pensiamo che debba essere Superpippo, a 36 anni, a potere giocare e segnare sempre ... dove è questo grande Milan ? io non lo vedo ...
@Mizio71, sei venuto sulle mie posizioni. "... dove è questo grande Milan ? io non lo vedo..." hai ragione, il Milan non è una grande squadra o, per meglio dire, non lo e più. Buon punto ieri, utile per la classifica avulsa degli scontri diretti!
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