di Stefano Olivari
In Italia di fatto non esiste, ma nel mondo l’Asian Handicap è una delle opzioni preferite dai bookmaker. Si tratta di una scommessa secondo cui una squadra, la più debole delle due, riceve un punteggio iniziale teorico con cui conduce il gioco con mezzo gol, un quarto, tre quarti, un gol intero, eccetera. Senza ammorbarvi con mille sottocasi comprensibili solo con la pratica, possiamo dire che la ragione d’essere dell’Asian Handicap è rendere più fluidi gli aggiustamenti di mercato: con due sole opzioni invece di tre le quote si adeguano molto più velocemente al mutare dei volumi. In definitiva possono vincere solo la squadra in casa o quella in trasferta: nel caso da manuale più semplice, quello con handicap zero, in caso di pareggio sul campo la scommessa va considerata nulla. Nel caso delle mezze unità non esiste questa possibilità, ma evitando il ginepraio dei quarti e delle combinazioni possiamo dire che l’Asian Handicap dal punto di vista statistico non offre alcun vantaggio concreto al giocatore. E’ però interessante osservare l’evoluzione delle sue quote presso i principali operatori, perché a causa dei volumi in Asia quasi sempre (diciamo pure sempre) si anticipano di qualche minuto i movimenti delle quote per così dire ‘italiane’. Conclusione: stando attenti è possibile capire se la quota che stiamo giocando adesso fra un’ora sarà considerata profittevole dal mercato ed agire di conseguenza. Complicato? No, se lo si prende come un lavoro.
(pubblicato sul Giornale di oggi)
7 commenti:
Mi affascinano sempre i suoi articoli sulle scommesse, forse perche non ne capisco molto. Pero una cosa mi incuriosisce: tra un trader e uno scommettitore di professione evoluto, che differenza c'è, se c'è tra superinformazione in tempo reale, calcoli probabilistici e insiding costante quando possibile?
E' possibile conoscere un buon sito deove visualizzare questi volumi
approfitto del nuovo post sulle scommesse (in un periodo personale discretamente buono sul lato betting: ma la mia aspirazione non è viverci, piuttosto il nuovo obiettivo della reflex) per ribadire al direttore - che però non mi pare un amante del riposizionamento delle proprie giocate durante i live - il mio stupore dell'oscillazione delle quote ad ogni punto (!) nel tennis. considerando la frequenza dei break nel femminile, risulta abbastanza semplice chiudere qualsiasi incontro con un bel tuttoverde...
le quote asiatiche invece non mi appassionano. ma nel caso del calcio che differenza c'è fra mezzo gol e un quarto? non basta un qualsiasi decimale per spaiare le due squadre?
a proposito di insider trading: quando ero dirigente di volley avrei potuto sfruttare solo un'occasione.
una volta la sisley era impegnata in champions league in belgio e contemporaneamente chiese di poter venire a padova per un allenamento congiunto: appena abbiamo saputo che da noi sarebbero arrivati i titolari, ci siamo chiesti se era il caso di far giocare all'amico due centesimi sui fiamminghi. da veri pavidi non abbiamo rischiato nemmeno dieci euro, tanto era la paura che le riserve vincessero comunque (invece persero soronamente e le quote erano rimaste "normali").
un'ultima domanda: il fatto che avendo una "spia" direttamente sui campi di gara (e quindi con un vantaggio di secondi su trasmissioni satellitari o in streaming) si possono anticipare le giocate guadagnando ad ogni oscillazione è realtà o leggenda metropolitana? nel senso, c0è chi lo fa davvero?
Andrea, mi ricordo quando un mio amico mi chiese in ginocchio il notebook (il suo aveva l'alimentazione fuori uso)per poter andare a non so quale torneo ATP in Austria (ma poteva essere Slovenia o Croazia, non ricordo), collegandosi dal campo. Mi diede 100 euro per il disturbo. Ti ho detto tutto....
@Andrea,
la spia sul campo potrebbe valere per il tennis visti i volumi e l'importanza di singoli punti, ma ormai tra portatili, wireless e quant'altro c'è una lotta incredibile e i margini sono ridottissimi.
Conosco persone che addirittura rischiano anticipando il punto, ma se poi lo smash finisse in rete?
Gli asian handicap?
Mettiamola così tra -1/4 e -0,5 la differenza è che col primo handicap un pareggio fa vincere o perdere la metà (della puntata o del guadagno netto). I mezzi handicap invece non conoscono paracadute alcuno.
Io sugli asian la vedo al contrario del direttore, vero che servono ad intuire dove va il mercato, ma anche limitandosi a giocarli visto il minimo aggio si può spuntare per bene ed inoltre ad individuare dove il mercato si muoverà (o giocando in live) è anche possibile garantirsi molte vincite sicure. Ovviamente servono capitali e perizia, ma questo credo sia scontato.
(chissà se qualcuno mi ha capito :D)
1) La differenza è solo il tempo dedicato, al di là di chi si vende come uno scienziato i concetti base sono 4 o 5: il resto è scelta qualitativa (anche il gioco sulla quota 'sbagliata' rientra in questo insieme), senza schemi; 2) I volumi sono visibili su quasi ogni sito di exchange, mentre molti siti per così dire normali spesso danno la composizione percentuale delle giocate; 3) Tennis: il terreno preferito degli scalper, anche se per fare soldi veri occorre partire da soldi veri (come in quasi tutti i campi, purtroppo), presentissimo l'insider trading 'onesto', perchè negli sport individuali l'infortunio è tutto mentre il Barcellona vince anche senza Messi, ormai difficilissimo sfruttare il vantaggio della presenza fisica, ultimamente non sono mai riuscito a scommettere live in meno di sette secondi tutto compreso; 4) Rimango un non tifoso dell'Asian Handicap, anche se condivido il discorso sull'aggio minimo: ma lo stesso profitto si potrebbe avere indovinando i movimenti di altri eventi con due uscite, tipo gli Over-Under.
Infatti, le case di betting cercano di proteggersi dalle scommesse live aumentando il tempo necessario ad accettare o comunque inserire una puntata.
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