di Stefano Olivari
Una mattina di settimana scorsa ci siamo svegliati con il trip dell'imprenditoria e siamo andati allo IAB Forum, consapevoli che ci saremmo fatti del male e che il risultato sarebbe stato solo una pila di biglietti da visita con elencate le cariche più improbabili. Il più sobrio era infatti 'Southern Europe country manager' di un'azienda con sede a Roma ed una sola filiale, a Milano. A prima vista si trattava di uno dei tanti convegni di aziende del cosiddetto web 2.0, dove tutti prendono soldi da chissà chi nel presente e ne promettono moltissimi per il futuro. La seconda vista ha confermato la prima. Restringendo il discorso all'editoria sportiva, più o meno online, dopo qualche anno di vendita di 'progetti' (fumo puro, ovviamente) e di vaghissime prospettive di 'community' svanite di fronte al muro della moderazione (fateci caso, gli articoli più pesanti raramente sono commentabili), si sta tornando a parlare di quantità. Non tanto di pagine viste, quanto di utenti unici giornalieri. Tutte le grandi e piccole concessionarie del settore si sono di fatto trasformate in cloni più trasparenti del programma Adsense di Google, mentre la strada alternativa delle cosiddette affiliation alla fine favorisce solo l'inserzionista che mette gratis il suo marchio. 'E' il momento del Search', ci raccontava convinta una ragazza manager sottintendendo che un astuto uso delle parole chiave può portare più risultati di Montanelli, Brera e Giordani che escono dalla tomba e si mettono a scrivere per noi. 'Un giusto mix di parole mass e parole target', recitava l'account manager della porta accanto. Cioè tanta gente o in alternativa poca ma su argomenti con grandi investitori. La scelta è quindi fra il sito porno (parole chiave 'Sesso, figa, incontri al buio, donne vogliose') e il sito tecno-furbetto (parole chiave 'Scarica musica gratis, giochi per i-phone, guadagnare su Internet, moltiplica il capitale'). I concessionari di pubblicità parlano tranquillamente dei dati di traffico dei siti dei grandi giornali nazionali: oltre il 90% dipende dalle photogallery. L'articolo che parla di Corona vale uno, i diciotto scatti di Belen che lo corredano valgono diciotto e costano meno (un contratto forfettario con un'agenzia fotografica conviene rispetto a pagare articoli ad un free lance, anche di pretese modeste). Frastornati ci siamo inerpicati in una riflessione acuta come quelle di Cioran: chi paga tutto questo carrozzone? Al Billionaire lo champagne di Lele Mora viene pagato dal ricco sfigato ma contento di esserci, qui deve funzionare un meccanismo simile. Concludendo, cosa dovrebbe fare chi intende parlare quasi solo di sport su un sito web? Adsense per pagarci la pizza, intanto cerchiamo un lavoro vero.
25 commenti:
L'argomento mi tocca direttamente in quanto lavoro nel settore. La nostra agenzia quest'anno non è stata presente con lo stand in Iab (regalando soldi così ai soliti noti dell'ambiente) e abbiamo fatto bene. Allo Iab oramai c'è di tutto e di piu' e alla fin fine non si capisce piu' bene chi fa cosa. E di Clienti? Pochi pochissimi.
L'esternazione del direttore sul cosidetto affiliation marketing è in parte vera e lo posso dire per esperienza diretta. Gli inserzionisti non guadagnano solo nell'esposizione "aggratis" del loro marchio ma anche per le effettive transazioni anche economiche che l'affiliation mrktg genera. Inoltre a guadagnarci sono i network a cui i singoli editori si associano....questi magari alla fine si permettono una sera al night con annessa escort from moldavia al singolo editore in effetti si accontenta di una pizza&birra e se va male uno special al crudo all'autogrill
Diretto, imbuchiamoci al Bocconi on Jobs. Io sono fuori tempo, lei credo di piu. ma non importa. Un qualche posto da junior account south western europe manager forse lo trovo, lei magari punti al senior.
La verità è che in Italia siamo ben oltre la periferia dell'Impero.
Io nel settore ci lavoro dall'alba dei tempi (ho iniziato con Gopher e Cello) e per l'Italia il termine Cialtronia è perfetto: ricordate CiaoWeb o Jumpy ??
Il punto vero è quello toccato da Felix, troppi venditori di pubblicità (l'intermediazione sarebbe il meno, in un altro contesto) e pochi investitori. Scendendo sulla terra, manca anche la capacità di intercettare la pubblicità dell'elettrauto o del panettiere: inutile mettersi in coda da Nike o Unicredit, che hanno già una loro strategia. Jeremy, fammi sapere per l'iniziativa Bocconi: inventarmi una qualifica non sarà un problema.
A proposito di south country manager:
anni fa mi capitò una situazione analoga con una delle tante web agency che nascevano come funghi.
Sede principale a Torino: Headquarter Office, dove ovviamente stava il CEO.
Monolocale all'EUR: EMEA Office, dove stava il Vice President.
Diretto, appuntamento il 17 novembre dalle 10 alle 17 nel palazzo mostro in Via Rontgen. Lei che è padrone della sua vita potrà andare tranquillamente, io che sono schiavo passero la mano. Qua il link con le aziende che dovrebbero partecipare: http://www.unibocconi.it/wps/wcm/connect/SitoPubblico_IT/Albero%20di%20navigazione/Home/Servizi/Career%20Service/Eventi%20e%20appuntamenti/Bocconi&Jobs/Area%20studenti%20e%20laureati/Aziende%20partecipanti_novembre2009_Pastori%202009%2004%2006%2002%2029
Diretto, scusi lo schifo di link, ma non ricordo come si fa a renderlo attivo.
Grazie per il link, Jeremy, davvero 2.0...Guus, ti sembrerà incredibile ma la fallita Ciaoweb è stata fra i soggetti più seri incontrati in questo mondo cialtrone...diciamo che spendeva leggermente più di quello che le entrava, era l'età dell'oro in cui nasceva un portale al giorno...chi si ricorda di Concento?
Grazie per la compassione, Diretto...... piu che 2.0, é 0.2!!!! :-))))))
io sono stato allo iab e ho colto alcune cose interessanti.
vivere di pubblicità è possibile c'erano un paio di inserzionisti li che sbafano alla grande sull'affiliation.
HO appena fatto un controllino sulal qualità del traffico che da colà proviene e cavolo non è che sia proprio così bello.
Il traffico search vabbeh ... vive dela fatto che chi passa di la sa quello che cerca e quindi è più mirato.
Come tenere in piedi un sito che parli di sport solo con la pub ... none ne ho proprio indea perchè quando vengo qua sono poco portato a cliccare su link e collegamenti vari ad altri prodotti è questo il dramma.
Su internet vogliono misurare tutto e quindi pretendono risultati per ogni provenienza in tv non è così (per il momento).
PS
vedremo cosa conclude murdoch e magari andrà meglio anceh per chi vuole fare informazione e guadagnare sul web con un prodotto di libera consultazione
Direttore,
Concento l'ho proprio rimosso.
Per quanto riguarda CiaoWeb, dietro c'era sempre il gruppo Fiat: qualche mese di cassa integrazione a Pomigliano D'Arco ed il budget annuale era fatto (e magari ci avanzava pure qualcosa per un biennale a Kovacevic)
ma davvero nessuno glielo chiede mai, a questi, "ma come cazzo parli?"
"Cosa dovrebbe fare chi intende parlare quasi solo di sport su un sito web?" Direi innanzitutto specializzarsi e puntare su articoli di approfondimento. Mi spiego. Come ha ben capito per blog/siti come il suo le uniche fonti di guadagno sono la pubblicità contestuale e le affiliazioni. La pubblicità in Italia è solo AdSense, non ci sono alternative concorrenziali, le affiliazioni sono quelle di Tradedoubler, Zanox e qualcuna diretta. Purtroppo parlare di sport non le permette di avere pubblicità particolarmente remunerative sul suo sito, come sarebbe se invece parlasse di borsa, medicina o anche servizi hosting. Diverso è il discorso legato alle scommesse sportive. Personalmente, se accetta un piccolo consiglio, punterei molto di più su questo aspetto e mi specializzerei su di esso (un blog di nicchia ha solitamente molto più successo di un blog che parla di musica/libri/calcio/basket benché legati allo sport in genere) con articoli di approfondimento che facciano da guida (e non promettano miracoli: la credibilità innanzitutto) e che in quanto tali, essendo indipendenti dal momento in cui sono stati scritti, le porteranno sempre traffico tramite i motori di ricerca. Punterei anche molto di più sull’aspetto da “insider” che un titolo come Indiscreto ben promette anche a costo di aumentare i post sotto anonimato. Legando a questi articoli, la pubblicità di Google (che in questo settore rende bene), la pubblicità venduta direttamente (Google AdManager le permette di gestire sul sito entrambe), e link di affiliazione a Sisal, Snai, Betfair e simili potrebbe levarsi a mio parere qualche piccola soddisfazione economica.
Facendo una battuta semi seria direi che questo blog potrebbe diventare per lo sport il calcio un punto di riferimento per un target evoluto di utenti, un po' quello che Dagospia è diventato per politica costume economia ecc ecc. Questo a livello di target e contenuti. Poi ovvio che la pubblicità è attirata dai grandi numeri e meno dalla nicchia. Altro discorso invece è il pericolo di non compiacere i grandi inserzionisti pericolo a cui inevitabilmente andrebbe incontro il Direttore ospitando e pubblicando certi articoli...che per'altro sono il sale di Indiscreto. Basta fare un giro su Dago e vedere chi sono gli inserzionisti. Sono un outsider ma sono certo che fra la comunità dei giornalisti sportivi e non solo ci sono molti lettori affezionati
Direktor, butto lì una cazzata, agganciandomi allo spunto di Nicola che consiglia una connection con il mondo delle scommesse.
Mi diletto, ogni tanto, forse troppo spesso, di far qualche giocata sugli equini, tris e altro. Spesso navigo per i siti inerenti all'argomento, SISAL si occupa delle tris e, pur con difficoltà, si possono trovare le prestazioni dei cavalli, Snai gestisce online le quote del totalizzatore ed i risultati di tutte le corse, ti dico cosa proprio manca: un sito che, oltre al tabellone dei partenti renda accessibili le prestazioni dei cavalli, esposte come sul giornale ippico(Trotto e Turf). Ovvio che un servizio del genere debba essere a pagamento, ma dato che il quotidiano ippico costa 1,80 euro, un vero appassionato sborserebbe come minimo 10-20 euro mensili per un servizio del genere. Sarebbe interessante sapere da SNAI, qunati accessi vengon fatti sul suo sito, nella sezione ippica per avre un'idea del bacino d'utenza.
@Felix: ti dirò avevo proprio in mente Dagospia. Unire l'aspetto "gossipparo" con articoli approfonditi su temi di scommessa sportiva, ma anche di gestione monetaria, potrebbe dare ottimi risultati. Magari verrò smentito dai fatti, ma mi sembra una cosa da provare. Dagospia originariamente si manteneva con la pubblicità di siti porno giusto per non avere problemi con editori. Il vantaggio di Adsense è che in fondo non hai editori italiani, è il sistema che fa spuntare sul tuo sito la pubblicità; l'editore poi non è, secondo me, interessato ai grandi numeri, quanto al traffico che si è in grado di indirizzare: meglio 10 persone interessate all'argomento e pronte a spendere che 1000 curiosi.
@clinter: l'idea di offrire servizi a pagamento non è affatto male. C'è da farsi due conti prima però, dovendo offrire qualcosa a pagamento è necessario che sia di qualità. Per fare cose di qualità occorrono tempo e denaro. Bisogna capire se si hanno i numeri per poi rientrarci con le spese e guadagnare; personalmente è un passo che reputo da prendersi in considerazione in un secondo momento.
Argomento molto interessante, visto che personalmente lo vivo con due facce diverse: su Indiscreto quella del dilettante che fa teoria, su Calciatori.com quello del professionista che fa anticamera presso lo sponsor che mette un banner da 500 euro pagabili a 120 giorni...@Nicola: è un ottimo consiglio, fra le cose che scriviamo su Indiscreto le scommesse sono l'unica ad avere mercato, dal punto di vista pubblicitario. E Adsense, al di là del guadagno (che segue dinamiche oscure, anche ll'interno dei settori di maggiore appeal), ha un grande vantaggio culturale: tu scrivi senza un padrone direttamente in rapporto con te, come invece accade con le sponsorizzazioni classiche. Elogiare a comando la prestazione di Di Natale non è filosoficamente diverso dallo scrivere bene di quella tale emissione bancaria. @Felix: Dagospia ha titoli geniali, ma il 90% degli articoli sono copia & incolla, senza rielaborazione: il rimanente 10%, quello genere insider, è però straordinario. Su poche materie penso di potermi ispirare a quel 10%, o di poter coinvolgere gente supercapace. Il problema sono i grandi numeri, se Repubblica.it mette le photo-gallery e io no ci sarà una ragione. @Clinter: l'ippica è un mondo che ho ben (anzi, male) frequentato, ma non sono molto aggiornato. Ho però sottomano un esperto...In generale, il sogno sarebbe di creare giornalismo (ci sarebbero tante di quelle persone capaci da coinvolgere...) senza scrivere sotto dettatura. Non ci siamo ancora arresi...
@Direttore, si offende se le dico che penso sinceramente lei stia inseguendo una splendida utopia?
Va bene il giornalismo senza dettatura...ma addirittura come lavoro o fonte di guadagno è (tristemente) troppo...
Poter dire ad un giornalista che stimo di scrivere un articolo su un determinato argomento pagandolo cento euro...tutto sommato ci credo ancora, anche se ci sono quotidiani nazionali assistiti dallo Stato che pagano i collaboratori cinque euro ad articolo o nella maggior parte dei casi zero...
Stefano, sparo una domanda: secondo te, quanti utenti perderebbe Indiscreto se l'accesso venisse tramite un membership di 10-20 euro annui?
Il 99%! Non lo dico per falsa modestia, ma solo perchè trattiamo una materia per cui di solito non si è disposti a pagare. Può scaldarci il cuore, anzi spesso lo fa, ma finisce lì. Ho deciso, da domani pubblicità. Finita l'Eurolega, stasera mi dedico al regolamento di Adsense...
Secondo me, ti sbagli.
E vero che stiamo parlando di cose futili, ma quanti soldi spendiamo per cazzate nella nostra quotidianità? E più una questione di rapporto prezzo/ tempo. 10-20 euro l'anno sono un niente se paragonato al tempo speso davanti Indiscreto. E se uno si "spaventa" dei 3 centesimi al giorno, mbe... E se i numeri degli utenti "veri" di Indiscreto sono quelli che io penso, basterebbe un 50% di "fedeli" per rendere più ricco qualitativamente Indiscreto e dare un senso al impegno di chi lo mantiene in vita.
Ma magari, sto dicendo una cavolata, eh.
Grazie per la fiducia! Ho letto che il nuovo prodotto Apple (grossolanamente direi il Kindle della Apple), a gennaio, sarà una svolta anche per quanto riguarda i micropagamenti...
@Tani
L'obolo di 20 eurini per il solo Indiscreto probabilmente no, ma magari un abbonamento annuale ad Indiscreto per 50 euro di cui 30 spendibili come voucher su Betfair ci potrebbe anche stare...
Comunque se c'è qualcuno che riesce a campare con la pubblicità sul web (esclusi quelli quotati al NASDAQ) tanto di cappello.
Direttore sulla sua critica a Dagospia ha perfettamente ragione. Tant'è vero che nella polemica capziosa e tendenziosa di questi giorni messa in campo dai grandi editori (in primis Murdoch che pero' farà marcia indietro)si accusa Google di cannibalizzare le news. Lungi da me dal difendere BigG come viene definita. Google è indifendibile sotto molti punti di vista ma è innegabile che come colettore di traffico è indispensabile. Personalmente non vado su Google News ma leggo sempre e piu' volte al giorno Dago e gli articoli interi che copia e incolla da altre fonti io me li leggo li sottranedo così una testa ed impression pubblicitarie alla Rcs della situazione, poi è ovvio fa comodo a tutti sparare su Google.
Del resto Dago ha in effeti in quel 10-15% di contenuti di qualità che sono di livello superiore, come la maggior parte degli articoli di Indiscreto.
Non sono appassionato di scommesse ma in effeti l'idea di Nicola di fare una mix di contenuti di qualità fra scommesse e news varie non è male. Piu' che al valore monetario immediato punterei a valorizzare Indiscerto come un punto di rieferimento autorevole per il mondo dello sport in generale, appunto sul modello di Dagospia che è diventato il vero e proprio oracolo del potere. Ecco diciamo così scherzando ma non troppo, quando Indiscreto verrà citato a giudizio come Dagospia....bene allora a quel punto abbiamo raggiubnto l'obbiettivo
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