Grande senza le radio

di Alvaro Delmo
"Io ti amo e chiedo perdono, ricordi chi sono, apri la porta a un guerriero di carta igienica e dammi il tuo vino leggero, che hai fatto quando non c'ero e le lenzuola di lino, dammi il sonno di un bambino". E' il 1977 quando dalla penna di Giancarlo Bigazzi esce questo testo che di lì a poco farà il giro del mondo sulle note composte da Umberto Tozzi. Accoppiata vincente e di qualità, la loro, anche se i relativi commenti che negli anni si sono particolarmente sprecati rappresentano forse il più grosso esempio di luogocomunismo musicale verificatosi finora in Italia.
L'equivoco parte proprio dai testi di alcuni dei successi tozziani, che hanno posto un timbro indelebile su un repertorio che andava invece esplorato meglio prima di esprimere un giudizio. Secondo noi il rosso Umberto è in realtà stato uno dei veri innovatori della musica italiana avendola contaminata con suoni internazionali e testi 'catchy' mantenendo sempre un livello sopra la media. E partiamo proprio da Ti amo: incedere ripetitivo che si ficca in testa, lirica estremamente musicale, voce che esplode e trascina, insomma un fulmine a ciel sereno che piomba su un panorama dove la parola 'musica pop', così come la intendiamo oggi, era ancora in una forma embrionale. Del resto Tozzi l'anno prima aveva già fatto capire di che pasta fosse fatto con l'album Donna amante mia, suo esordio solista dopo un passato in un paio di band, come turnista in sala alla chitarra e autore (sua Un corpo e un'anima di Wess e Dori Ghezzi), contenente già alcuni brani che diventeranno poi degli evergreen come la title track e Io camminerò (composta per Fausto Leali) dove si riconoscono già quelle ruvide ed esplosive tonalità fatte di bassi e acuti che contribuiranno alla sua fortuna.
Da quel momento parte una carriera inarrestabile sospinta come detto da Ti amo (l'album si intitola È nell'aria...ti amo e contiene anche Dimentica dimentica) che permette poi a Tozzi di sperimentare nuovi suoni, ritmiche potenti, creando una manciata di album dal sapore variegato: da un lato musica estremamente orecchiabile e scanzonata e dall'altro tracce cantautorali e profonde. Il sodalizio con Bigazzi è quindi una sorta di pozione magica che non sbaglia un colpo. Parliamo di brani scatenati del calibro di Tu , Gloria (1979), Stella stai, Notte rosa (1981), ma anche più introspettivi e riflessivi come Qualcosa qualcuno (1978) e la splendida A cosa servono le mani (1980) per citare solo le più note. Il suo repertorio di quegli anni è quindi un intercalare continuo di sapori pop e cantautorali, conditi da arrangiamenti sorprendenti (da citare come esempio per tutti Eva ,del 1982), dove si affrontano anche tematiche alternative (Se tu mi aiuterai, Nemico Alcool). Queste verranno poi ulteriormente riprese nel 1991 con Gli altri siamo noi, canzone e omonimo album che lo riportano in testa alle classifiche europee a quattro anni da Si può dare di più (vincitrice di Sanremo 1987 con Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri) e Gente di mare (terzo posto all'Eurofestival con Raf), segnando l'ultimo capitolo della collaborazione con Bigazzi.
Da lì in poi Umberto dimostra anche ai più scettici che sa tranquillamente camminare da solo e nel 1994 tira fuori dal cilindro una produzione con i controfiocchi. L'album è Equivocando (arrangiato da quel Greg Mathieson che aveva già lavorato con lui nell'era Gloria), che gli permette di vincere il Festivalbar (il singolo è Io muoio di te) e che contiene altre perle come California e LeiIl tour che segue è un sold out nei palasport di tutta Italia, coinvolgendo più generazioni. Per arrivare infine ad oggi, altri 15 anni nel corso dei quali si possono citare in ordine sparso Il grido, Aria e cielo, Quasi quasi, Le parole fino a Come si fa (sottovalutato duetto con Marco Masini del 2006) e una rilettura dei suoi brani meno noti nel recente album Superstar.
Che dire, ci fermiamo qui perché il tempo è tiranno e noi e voi dobbiamo dedicarci ad altro, lasciandovi con alcune recenti dichiarazioni illuminanti dello stesso Tozzi: "La notizia che mi ha fatto innervosire è come non è stato accolto nelle radio il mio lavoro...Sono stufo di dover lottare con questi onnipotenti delle radio che gestiscono il paese come il governo...Dicono che il disco non è nella linea editoriale e io non ho mica ancora ben capito cosa significhi. Non so in che scuola bisogna andare per fare l'artista radiofonico... Non c'è nessuno che possa decidere che un pezzo è radiofonico o no. Ci sono meccanismi diversi: arruffianamenti, soldi, collaborazioni editoriali...Sono profondamente amareggiato, non solo per me ma per tutti gli artisti dimenticati che fanno fatica a essere visibili con una produzione nuova". Meditate gente, meditate.
Alvaro Delmo
(In esclusiva per Indiscreto)

39 commenti:

Massimo ha detto...

ma come, nessun post su uno dei più grandi poeti degli ultimi cento anni? :)

delgiu ha detto...

Alvaro, attendo fiducioso un post su uno dei miti anni 8o: Pippo Franco. Diciamolo, "Che fico" è un inno generazionale!

Pierfrancesco ha detto...

io aspetto che qualcuno da queste parti condivida l'agiografia dei Diaframma e di Federico Fiumani...

Pierfrancesco ha detto...

delgiu, Pippo Franco, nel privato, è un personaggio incredibile: avido lettore di Evola, informatissimo su Guenon, scriveva monografie su Gurdjeff...

delgiu ha detto...

Pierfra, non mi sorprende più di tanto: il mitico Pippo è uno dei migliori comici nostrani della seconda generazione. Come cantante l'ho scoperto da poco, e mi dispiace abbia smesso. Alcuni pezzi sono fenomenali, e i doppi sensi-innocnti o meno-non mancano mai. Dispiace si sia cullato sul Bagaglino senza ulteriori pretese, ma tutto ciò non lo sminuisce.

dag_nasty ha detto...

delgiu, pierfrancesco, con me sfondate una porta aperta: Pippo Franco è un artista a tutto tondo. "Che fico" è semplicemente meravigliosa, il video poi...è troppo fico!
Ma sentite anche Pinocchio, canzone con venature tecno-pop alla Moroder.

Poi come attore era strepitoso, peccato davvero per questa sua grigia fine in quello squallore del bagaglino.

Stefano Olivari ha detto...

Dovremmo creare un borsino dei rivalutati: ormai mancano solo Daniele Piombi e Sammy Barbot...Dag, ho avuto una folgorazione: puoi scrivermi a stefano@indiscreto.it, quando hai un minuto?

GuusTheWizard ha detto...

@Pierfrancesco
Per quanto riguarda i Diaframma probabilmente è soltanto questione di tempo: considerando però che da una parte siamo partiti da Toto Cutugno e dall'altra dai Metallica la strada è ancora lunga ...
Qualche tempo fa avevo lanciato la provocazione (CCCP + AmandaLear), ma non ho ancora capito se quelli che scrivono di musica su Indiscreto l'hanno raccolta oppure se mi stanno prendendo per il culo ...

Dane ha detto...

Direttore, io sto cercando di controllarmi, ma l'avviso che appena arriviamo a Sandy Marton faccio saltare il server di Indiscreto!...

GuusTheWizard ha detto...

@Dane
Io ci sono, aspetto un tuo segnale...

Tani ha detto...

Dane, non rompere i coglioni.
Guus: boooonno!

delgiu ha detto...

Il video di "Che fico"! Ammetto che uno dei miei desideri reconditi è quello di entrare in disco col giubbotto alla Pippo (con la spilla!) e cantare con la sua voce "saltare, ballare, ballare da morire, poi bere, impazzire"!

Umberto Tozzi ha cominciato a sparire dai radar quando ha perso la base di ascolto popolare, più di altri colleghi.
Sulle radio, ormai sono meccanici ripetitori di playlist, dove un pezzo di cinque anni fa è "la bella musica del passato" e dove i conduttori parlano di tutto tranne che del pezzo appena trasmesso. Ah già, la sequenza mixata!

Álvaro Delmo ha detto...

@Massimo: il giudizio su ciò che può essere o meno poesia è molto soggettivo. Sinceramente non ho mai capito le critiche a Bigazzi. Mai provato a tradurre i testi di molte delle cosiddette star anglosassoni? Sarebbe interessante una bella discussione sul tema: "se canto Ti amo sono uno sdolcinato senza idee, se canto I love you sono un genio all'avanguardia..."

@delgiu, Pierfancesco, dag_nasty: ottima ed edotta la citazione di Pippo Franco, tipico caso di personaggio estremamente colto ma guai a dirlo. Per me il miglior arrangiamento è quello di Chi chi chi co co co. Splendido il giubbotto di Che fico! Per quanto riguarda Tozzi, il problema è che chi critica (spesso senza argomentare) poi è il primo a scatenarsi in discoteca sulle note di Gloria... alla faccia della coerenza.

@Stefano Olivari: Tozzi comunque non è da rivalutare, nel senso che fa parte della storia della musica italiana e chi sostiene il contrario probabilmente è un luogocomunista. Diciamo che in questo caso era necessario puntualizzare alcune cose...

@GuusTheWizard: Amanda Lear prima o poi arriverà anche lei e si diranno cose estremamente positive, tranquillo

@Dane: anche su Sandy Marton arriverà qualcosa anche perché People from Ibiza e Camel by Camel sono due capolavori della Italo Disco.

Ivan.fab ha detto...

Umberto Tozzi ha fatto una montagna di canzoni ancora oggi molto amate, resta il fatto che non azzecchi un disco da secoli. Dire non è radiofonico è un modo gentile per dire "il tuo disco fa schifo". Anche l'ultimo di david Gilmour non l'hanno praticamente mai passato in radio eppure dubito che l'ex Pink sia andato in giro a lagnarsi.

axel shut ha detto...

va bene che quello che passa in radio è per il 90% merda ma quello che resta fuori dalle playlist non è necessariamente cioccolata
sul revival dei feticci anni '80 mi sembra ci sia sempre molta nostalgia personale al di là dei valori artistici reali, sarei curioso di dare una sbirciatina 20 anni nel futuro per vedere cosa rivaluteranno allora

GuusTheWizard ha detto...

"..anche su Sandy Marton arriverà qualcosa anche perché People from Ibiza e Camel by Camel sono due capolavori della Italo Disco."

@Dane
"Parla Londra.
L'aquila vola e il fringuello sale sulla scala a chiocciola."

Massimo ha detto...

@ Alvaro Delmo: non volevo essere sarcastico, anzi: alcuni brani di Tozzi sono davvero poesia!
Sui testi con me sfondi una porta aperta! Sarebbe davvero il caso di creare - magari nella sezione musica di Indiscreto :) - una rubrica sui testi tradotti dall'inglese.
Così quelli che denigrano qualche cantante italiano ritenendolo sdolcinato, magari aprono gli occhi su quello che gli sembra figo in inglese...

@ Muro: Daniele Piombi! Sammy Barbot!! Sandy Marton!!!

Álvaro Delmo ha detto...

@Ivan.fab: bisognerebbe capire cosa significa azzeccare un disco: fronte qualità o vendite? Chiaro che la vena compositiva del Tozzi dei tempi d'oro sia oggi inarrivabile. Ma accade un po' a tutti quelli che hanno fatto cose storiche...

@axel shut: concordo sulla nostalgia ma è innegabile che oggi di musicalmente innovativo ci sia ben poco. Sulle playlist io ho ho ancora il mito del dj che sceglieva con cura i vinili da mettere sul piatto, una selezione sicuramente soggettiva ma che metteva al centro la musica. Oggi accade lo stesso?

@Massimo: all'idea dei testi a confronto ci avevo fatto un pensierino per un caso che ritengo eclatante di oltre 20 anni fa. Ci farò una pensata.

Dane ha detto...

@Guus: il secchio è colmo, l'aquila è pronta a scaricare la tartaruga sugli scogli...

Ivan.fab ha detto...

@ Alvaro.
Parlo dal punto di vista qualitativo ma ammetto di non aver approfondito gli ultimi dischi, il pezzo portato a Sanremo qualche anno fa era carino. Il resto fino ai gironi nostri decisamente trascurabile. Pienamente concorde sul fatto che il calo qualitativo abbracci tutti i cantanti.

collodi ha detto...

Premesso che Umberto Tozzi mi è stato sempre gradito e lo considero uno dei pochi musicisti italiani di respiro internazionale del periodo, vorrei dire che qui a Trieste girava voce che uno o più suoi successi non fossero precisamente farina del suo sacco. Pare che qualcuno se ne lamentasse in giro. Comunque già che ci siamo: un omaggio al fratello più vecchio Franco Tozzi che con "I tuoi occhi verdi" negli anni 60 vendette una milionata di copie. Che poi ci siano complotti sul nostro per non farlo più apparire mi pare esagerato, diciamo che non ha trovato l'autobus giusto. A proposito a quando un articolo sul maggior "gandaudore" del secolo Cristiano Malgioglio ? vero che scrisse una canzone dedicata a Berlusconi ?

Álvaro Delmo ha detto...

@Ivan.fab: sulle ultime produzioni credo si potrebbe fare un discorso generale sulla mancanza di idee che tra cover e remake ormai regna nel mondo della discografia.

@giacomo: bravissimo a ripescare Franco Tozzi, fratello maggiore di Umberto (otto gli anni di differenza) e con il quale quest'ultimo ha mosso i primi passi.

Su Malgioglio, forse non tutti sanno che a scoprirlo è stato Fabrizio De André. Il suo periodo anni '70 da autore include comunque delle ottime cose. La canzone a cui ti riferisci è Caro Berlusconi del 1992.

Del fenomeno dei ghost writer di canzoni (ma anche di libri) si sente parlare ma su Tozzi non ho mai udito nulla. In ogni caso il suo successo si deve anche alla voce inconfondibile.

Dane ha detto...

Visto che ormai vale tutto, ci concediamo una controrecensione:

http://it.youtube.com/watch?v=L-L8EuO6LtI&feature=related

E commentiamola alla moviola, dunque, questa famosa esibizione delle Lollipop a Sanremo. Ma prima il breve riepilogo di una storia che conosciamo tutti: le Lollipop si formarono nel corso di una delle trasmissione più belle degli ultimi anni, vera antesignana del linguaggio reality oggi in disgrazia. "Popstar" trasferiva sul grande schermo le autentiche emozioni di un provino, con un montaggio essenziale e una conduzione senza fronzoli. Poche cose ci fecero incavolare come quel casting, dove solo l'esperta Irene Ghergo cercava di segare via tutte le ciofeche, per poi capitolare malamente di fronte ai giovanili entusiasmi di un Bossari d'annata. La selezione della leader del gruppo, Roberta, fu in questo senso emblematica: scandalosamente stonata durante il primo brano a cappella, da vera fuoriclasse si guadagnò le semifinali con un astuto movimento di bacino durante la prova con accompagnamento.

La Ghergo tornò alla carica nel tentativo di fare fuori Veronica al termine di un esilarante preascolto della hit "Down down down" in cui l'inglese era un'opinione un po' per tutte e la nostra si distinse per un "Down! Down! Down" ossessivo-compulsivo da aspirante cantante soul. Le Lollipop si formarono così nel corso di una storica finale su Italia 1 (che credo abbia fatto lo 0,001% di share, eravamo in 14 davanti alla tv…) e in breve furono capaci di mettere in scena una ruggente reinterpretazione della sigla del programma, in cui svelarono anche la caratterizzazione scelta dalla produzione per il prosieguo della loro carriera: Dominique la vedova nera, Marta la J.Lo della Garbatella, Roberta l'indossatrice di intimo, Marcellina lo Snorkie e Veronica la tassinara.

Poi ci fu il primo video girato nei gabinetti dell'Alcatraz di Milano (e abbiamo detto tutto…), e fu subito successo, nonostante il cammeo di Bossari e l'ostracismo di MTV. In quei tempi tale Marcello, speaker di Hit list Italia, commentò con malcelato disgusto la prima posizione delle Lollipop in classifica: il video fu mandato in onda solo la prima settimana; poi, dalla seconda e per parecchie settimane, la trasmissione terminò col video in seconda posizione, per protesta e nel tentativo di dare una sorta di moralità al panorama musicale italiano. A proposito di moralità ci sarebbe da osservare che la sua nemesi questo Marcello l'ebbe quando al massimo della sua fama MTV iniziò a mandare in onda un suo videoclip di una bruttezza tale che da lì in poi non se lo filò più nessuno. Qualche tempo dopo MTV riabiliterà le Lollipop invitandole a TRL, sulla scia di un video decisamente più cinematografico e presentabile (When the rain). Le Lollipop non raggiungeranno più la vetta della classifica, malgrado gli sforzi di stuoli di carampane e l'exploit disneyano che le portò a cantare il brano portante della colonna sonora de "Il libro della giungla 2". Il loro sentiero luminoso si arrestò fatalmente quella tragica sera in cui accadde tutto il peggio possibile, a partire da un brano ("Batte forte") che pareva un inno alla prostituzione già dal titolo.

(continua)

Dane ha detto...

Riviviamo allora quei momenti che ci raggelarono il sangue:
1) Baudo le presenta schifato e sbaglia il titolo del loro unico successo.
2) Marta parte bene. E'un filo calante, ma intonata
3) E' Dominique, la più talentuosa, la prima a sbagliare. Infila due stecche leggendarie, subito imitata da un Teletubbie di nome Marcellina.
4) Roberta tenta di ristabilire l'ordine, ma è paralizzata dall'emozione e stona pure lei.
5) Veronica allora prova a buttarla in caciara, e per dieci secondi sembra quasi riuscirci. La regia offre una panoramica dall'alto sulla coreografia, e le coriste ammortizzano il primo ritornello.
6) Parte la seconda strofa, e Marta si salva di nuovo.
7) Dominique fa meglio di prima, ma stona di nuovo.
8) Marcellina fa la vaga, a Roberta trema la voce.
9) Veronica prova di nuovo a metterla in caciara, ma dà il via ad un ritornello SHINING in cui si ravvisa un evidente sabotaggio ad opera del microfonista, che chiude i microfoni di tutte tranne quella a cui era stato affidato uno sciaguratissimo controcanto. Per venti interminabili secondi si ascolta uno sguaiatissimo ritornello traslato di una trentina di semitoni, e ancora oggi esperti della NASA si interrogano per capire se quei suoni provenissero dalla laringe di Dominique o Marcellina. Il finale è un susseguirsi di stonature che manco alla sagra della salsiccia.
10) Dominique tenta il tutto per tutto e piazza un dignitoso assolo, ma è troppo tardi: la scema che fa il controcanto ha ancora il microfono troppo alto, e gli ultrasuoni raggiungono intensità lancinanti. Roberta prende coraggio e concede alla platea il movimento d'anca basculante che l'aveva portata al successo in quel giorno di gelide selezioni. Continua lo straziante controcanto, mentre i dirigenti della Warner tentano disperatamente di raggiungere la balconata per piazzarsi come cecchini e porre fine all'agonia della povera bestia (a tutt'oggi sconosciuta, ma i sospetti su Marcellina prendono corpo giorno dopo giorno, e non è detto che non si arrivi ad una soluzione prima di Ustica). Va detto che la canzone, opportunamente rivitalizzata in sala d'incisione, fece anche un discreto successo in radio e in classifica. Le tragiche Spice Girls de noartri incisero persino un secondo album di cui non è pervenuto nemmeno un singolo. Il ricordo della loro prima e ultima esibizione a Sanremo rimane però negli annali della storia del trash. Le Lucky Star, nate da un'analoga iniziativa di Italia 1, impallidiscono dinanzi al ricordo delle mitiche e indimenticabili Lollipop............

- fine -

Pierfrancesco ha detto...

Dane, ma sono fantastiche... non hanno azzeccato nemmeno l'intonazione di quando dovevano stare zitte!!! E dire che ho sempre schifato quei programmi di Italia 1 e ogni edizione di Sanremo, in spregio allo volgo volgare. Ma queste ragazze sono una perla!

GuusTheWizard ha detto...

@Dane
Ma possiamo dire che "sono state condannate dagli episodi" ??
(P.S.: il link di YT che hai postato mi impalla il browser).

Dane ha detto...

Guus, ma "la musica è fatta di episodi": chi vende dischi e fa sbavare le ragazzine è un bravo ragazzo, chi non vende e suona musica troppo difficile è una testa di cazzo...
Mi è venuto in mente Moggi mercoledì sera, accompagnando Eulry all'Hotel ad una stella: "taci tu, che non vendi un disco!..."

p.s.: il link funziona a tutti, non so che dirti......prova a ricercare "Lollipop - Batte forte live a SANREMO - prima serata"

transumante ha detto...

dane: GRAZIE

Álvaro Delmo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Álvaro Delmo ha detto...

@Dane: complimenti per aver tirato le splendide Lollipop fuori dal dimenticatoio. E che dire delle Compilation invece? Te le ricordi? Però se la tua idea è quella di mettere Tozzi sullo stesso piano delle Lollipop proprio non ci siamo. Allora altro che messaggi in codice da Radio Londra ;-)

Dane ha detto...

Ma va', Alvaro, si fa per ridere.....io di Tozzi adoro "Gente di Mare" e ricordo sempre che è l'ultimo cantante italiano ad aver partecipato al Festival Europeo della Musica. Detto questo, come già detto per Cutugno o i Metallica, son certi toni che mi lasciano un po' perplessi ma non ho guerre di religione da combattere e quindi mi affido all'ironia. Tieni presente che quando si parla di musica io passo per un vecchio babbione, quindi concedetemi almeno l'onore delle armi.....
Le Compilation non le ricordo, ricordo invece le Lucky Star, che rispetto alla media non erano nemmeno gnocche però il loro motivetto non era male: "Stile....quello che voglio sentire...tutta la notte con stile...e non fermarti maiiiii!!!..".
Certo meglio di Sandy Marton.....

Álvaro Delmo ha detto...

@Dane: caro Dane, vecchio babbione? Mi sa che qui lo siamo un po' tutti ormai... ;-) Occhio che dopo il 1987 con Gente di mare (terzo posto) l'Italia ha partecipato altre 7 volte all'Eurofestival vincendo nel 1990 proprio con Toto Cutugno (Insieme 1992). Ultima partecipazione nel 1997 con i Jalisse (quarti)... e non mi toccare Sandy Marton! :-)

Dane ha detto...

Babbione era metaforico per la musica che ascolto, sull'Eurofestival mi sono accorto della minchiata 5 minuti dopo averla scritta ma volevo dire che era l'ultima prtecipazione di livello e mi son fatto prendere dall'entusiasmo, su Sandy Marton non preoccuparti: ve lo lascio volentieri!... :-D

Massimo ha detto...

@ Alvaro: ma se qualcuno cantasse in italiano qualcosa tipo:

Lo scorso Natale ti ho dato il mio cuore
ma proprio il giorno successivo l'hai buttato via
quest'anno, per evitare le lacrime,
lo darò a qualcuno speciale

che succederebbe?

Álvaro Delmo ha detto...

@Massimo: ottimo esempio... ma ce ne sono anche in artisti considerati molto più colti e impegnati degli Wham... :-) Auguri!

Massimo ha detto...

Auguri Alvaro!

Tani ha detto...

@Alvaro & Massimo: va bene scambiarsi gli auguri, ma auguri de che? Che ormai, leggendo 'sto blog non si capisce piu' un cazzo!

Italo Muti ha detto...

@Tani
Grande Tani, colpo da maestro. L'uomo che veniva dal freddo.
Radio Borgogna Chiude
Italo

tasaril ha detto...

@Dane: Questo è il tuo blog?

http://www.daveblog.net/2006/10/17/le_lollipop.html