di Stefano Olivari
Ritardi, serie, alternanze, legge dei grandi numeri: buona parte della stampa specializzata in scommesse affronta l’argomento con una logica degna della roulette. Che è il gioco statisticamente più onesto dell’universo, scontando solo la cosiddetta tassa sullo zero (circa il 2,7%), ma nel lungo periodo è lo stesso perdente. Nel caso del calcio non ci si può aggrappare nemmeno a considerazioni matematiche, per quanto labili e fallaci. Dal fatto che il Liverpool sia dato a 1,90 contro il Manchester City vari ‘esperti’ dedurrebbero che i Reds abbiano il 52,6% (100 diviso 1,90) di probabilità di vincere. Non è vero, visto che la quota tiene conto anche dei comportamenti degli scommettitori e dell’aggio del bookmaker: ma non stiamo a sottilizzare, prendiamo la premessa per buona. Il problema è che da questa premessa nascono ragionamenti di stampo roulettistico: in pratica si consiglia, dopo il primo colpo perso, di andare al raddoppio della posta su un’altra partita con la stessa quota. In alternativa di usare una delle tanti montanti rovina-famiglie. La pallina non ha memoria, ma il calcio a volte sì: le partite in un certo range probabilistico non rispettano quindi nemmeno una ‘quasi’ equilibrata distribuzione fra vittorie e sconfitte. In altre parole, scommettendo un milione di volte cento euro su una squadra data a 1,90 il ritorno verso il pareggio o verso una modesta perdita non è affatto garantito come invece sarebbe in una ipotetica notte infinita fra Manque e Passe.
(pubblicato sul Giornale)
3 commenti:
4 euro giocati, 400 bruciati (bolletta da nove partite) per il gol del Livorno al 93'.
Amaro Snai, fredda il cuore, ti toglie il gusto della vita.....
io devo prendermela solo con me stesso..ho giocato online... ero convinto di aver messo x2 sul leverkusen..invece vado a controllare e mi acoorgo che ho messo 1... 150 euro buttati...
Posta un commento