di Alec Cordolcini
A Monaco di Baviera il quotidiano Sport Bild possiede la stessa autorevolezza di quella del Papa in Vaticano. Quando pertanto un paio di settimane fa il giornale ha lanciato il proprio ultimatum (Letze Warnung, Ultimo Avviso) nei confronti della squadra, alla Säbenerstrasse, il quartier generale del Bayern Monaco, i campanelli d’allarme hanno cominciato a suonare. Tutti in direzione del direttore d’orchestra, l’olandese Louis van Gaal, la cui permanenza in Germania è legata ad una sola parola: vittoria.
“Allenare il Bayern è la cosa più facile del mondo”, ha commentato il neo-presidente Uli Hoeness, “basta vincere”. Ecco, appunto, vincere. Van Gaal per ora ci sta riuscendo poco e male, proprio come il suo avversario di questa sera, Ciro Ferrara. Che però non è costato alla Juventus 2.5 milioni di euro (più lauto ingaggio) per svincolarlo dalla squadra con la quale aveva appena vinto il titolo nazionale (l’Az Alkmaar in Olanda), e nemmeno ha condotto un mercato in grande stile privando le casse dei bavaresi di ben 77 milioni di euro. Il tutto per arrivare a dicembre ad inseguire Bayer Leverkusen, Schalke 04 e Werder Brema in Bundesliga, e soprattutto a giocarsi la permanenza in Champions League in una partita da dentro o fuori. Niente più alibi né compromessi. Questi ultimi del resto non sono mai piaciuti a Van Gaal, che ha sempre affrontato a muso duro chi andava contro il suo credo. Tempo fa a Barcellona toccò a Rivaldo e Stoichkov, oggi in Baviera è il turno di Ribéry e Toni (entrambi assenti stasera); vita dura per le star sotto il regno del Generale Louis. Va meglio con i giovani; in Spagna l’olandese lanciò il 18enne Iniesta, mentre nel Bayern attuale brillano Holger Badstuber, 20 anni, e il coetaneo Thomas Müller. Però non basta, perché come scrive la sempre sferzante Bild “il Bayern è una squadra di vertice, non una scuola calcio”. Proprio come la Juventus, anche il Bayern Monaco in questa stagione non ha quasi mai convinto sotto il profilo del gioco. Van Gaal ha cambiato continuamente modulo e giocatori senza riuscire a trovare il bandolo della matassa, presentando una squadra disordinata e troppo legata alle fiammate dei singoli (leggi Ribéry o, infortuni permettendo, il devastante Robben). Le tre vittorie consecutive inanellate nelle ultime due settimane non devono trarre in inganno; convincente il 3-0 sull’Hannover, stentati l’1-0 al Maccabi Haifa in Champions ed il 2-1 di venerdì scorso al Borussia Mönchengladbach, con il sempreverde portiere Butt tra i migliori in campo. Risultati sufficienti per garantire una tregua in casa Bayern. In attesa del verdetto definitivo di Torino.
Alec Cordolcini
(per gentile concessione dell'autore, fonte: Radio Olanda)
1 commento:
Alec, ti sei dato anche al Fussball?
Al di là della contingenze, è un dato di fatto che il Bayern da qualche anno fatica moltissimo a tenere la leadership in patria e le prende spesso in Europa. Questo mentre il calcio tedesco ormai è ad un tiro di schioppo da quello italiano. Un dato di fatto: senza Van Gaal l'AZ è stato costretto a cambiare tecnico in corsa, mentre il Bayern vorrebbe ormai disfarsene.
Posta un commento