di Simone Basso
Opinioni minoritarie sui Sex Pistols, che stabilirono nuovi standard commerciali nella musica. Da dire avevano nulla, ma quel nulla lo dissero con molto rumore...
Ci sono personaggi che nella loro utopia amiamo visceralmente: quale eroe è più romantico del Don Chisciotte di Cervantes? I mulini a vento, metafora prodigiosa, rappresentano il vento avverso del tempo e della storia. Un signorotto di grande intelligenza, giornalista (...), storpio quanto perfido, spiegò la massima più efficace dell'era moderna. "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità" disse Joseph Goebbels. Un paradigma applicabile a qualsiasi schema dell'universo umano, che rende patetici e perdenti i Guy Fawkes di questo mondo, per i quali comunque non smetteremo mai di fare il tifo.
Tutta questa introduzione per giustificare un'opinione minoritaria su un'icona pop del Novecento, i Sex Pistols. Non che sia poi un'impresa difficilissima: ci ricorda parecchio la phytonata irresistibile di Ken Clear-Air System, il campione di boxe che massacra (?) una scolaretta stenodattilografa. I Pistols ribaltarono, bontà loro, le vicende commerciali di un decennio; stabilirono nuovi standard, vendendo la propria merce in maniera differente. Portando alla massa concetti elitari, li evirarono del loro significato autentico; rappresentando un felice esperimento di decontestualizzazione artistica. Dadaisti con sessant'anni di ritardo, applicarono tutti gli insegnamenti di certa avanguardia: non avendo nulla da dire, lo dichiararono facendo molto rumore.
Malcom McLaren, il loro deus ex machina, mise assieme la truffa con pochi riferimenti, ma precisi: vide da vicino il sottovuoto spinto degli Stones transessuali, le New York Dolls, e ricalcò la propaganda bowiana di Ziggy Stardust. Purtroppo, al posto del songwriting geniale del signor Jones e della maestria dei Ragni da Marte, si ritrovò al guinzaglio un'accolita di mediocri. L'idea, abbastanza marinettiana, fu di alzare il tiro e metterla sulla politica sociale: i Pistola giustificarono la loro incapacità come un manifesto di Bakunin (poveretto, cosa fece di male per meritarsi ciò?). Ribaltarono il concetto esportando nel mondo occidentale l'anarchia: l'unico pensiero umano non in vendita, perchè creato sulla dignità dell'individuo, fu messo sullo scaffale del supermercato giovanile. Lo lanciarono sottoforma di scatolette di vomito e vendette bene, quasi quanto l'eroina e i blue jeans strappati. La retorica antisistema scardinò le difese e i preconcetti dei media; al resto ci pensò la voglia dell'industria musicale di proporre nuovi prodotti. Il meccanismo che li rese popolari, nel senso più warholiano del termine, fu una lastra di ciò che saremmo diventati: apparenza coatta, senza freni e priva di uno spessore culturale minimo. Il brand (parlate inglese quando volete giustificare il nulla) è lo stesso di un reality contemporaneo di grande successo: John Lydon chiuse il cerchio quando, qualche anno fa, partecipò all'Isola dei Famosi britannica.
I Monkees vestiti Vivianne Westwood "crearono" il punk, nel senso che volgarizzarono, non potendo fare altrimenti, le idee più minacciose e inquietanti della (de) generazione precedente: il riferimento con gli Stooges è obbligatorio. Il combo di Detroit fu una delle testimonianze più estreme della storia del rock; "Fun house" è ancora oggi un pozzo non del tutto esplorabile: là dentro convivono alienazione, rabbia feroce, heavy metal (il blues dei bianchi...) degenerato, Coltrane, il Living Theatre e quello della strada. "Never mind the bollocks", paragonato al secondo disco della creatura di Iggy, è una barzelletta sconcia di Gino Bramieri. Già, perchè in teoria ci sarebbe anche la musica: riff music claudicante, la canzonatura fuori tonalità dell'hard rock, con i soliti tre accordi di Chuck Berry ripetuti fino alla noia. Suonati malissimo e con una mancanza desolante di immaginazione: non essere virtuosi dello strumento implicherebbe almeno un balzo in avanti verso dimensioni diverse.
Curiosa e beffarda l'idea che l'hardcore punk americano, ispirato anche da quei moti, avrebbe mostrato al suo apice (almeno nelle sue punte di diamante) una fantasia quasi bunueliana nell'approccio alla materia: Dead Kennedys, Husker Du, Black Flag, Minutemen, Meat Puppets, Die Kreuzen, Fugazi, etc...Alla faccia del do it yourself, dopo la denefestrazione di Glen Matlock (l'unico con aspirazioni musicali..), registrarono il loro memorabile esordio/epitaffio ai Wassex Studios di Highbury; vicini di sessione con i Queen. Altro esempio di costruzione virtuosa di un immaginario pop; anche se, permetteteci l'affondo, a un livello artistico incomprensibile per i rozzi dicitori di "Pretty vacant".
L'icona Sid Vicious, esteticamente perfetta per rappresentarli, dovettero "sostituirla" temporaneamente con il Matlock per le incisioni; fu l'inizio di un'odissea escatologica dei quattro più uno. Ogni gesto una provocazione studiata per guadagnare visibilità e spazio mediatico; in un cortocircuito che diverrà verbo assoluto nella comunicazione moderna, oggi (su tutti i fronti) quasi esclusivamente di carattere pubblicitario. Se il messaggio, desolante, fu di aderire al sistema per fotterlo, allora Bernie Madoff (il McLaren del Nasdaq) fu il più punk di tutti. I Pistols furono un trionfo del marketing creativo e diffusero l'oltraggio come lasciapassare per la fama: sarebbe impietoso il paragone con la nascente cultura industriale, che proprio in quel periodo cominciò a sabotare le certezze della nostra allucinazione collettiva. La rivoluzione di "Anarchy in the UK" fu soprattutto restaurazione e, dopo l'iniziale scetticismo, rappresentò un formidabile Cavallo di Troia per l'industria musicale; che mandò al macero i dinosauri dei seventies, poco fotogenici e troppo pretenziosi, e accolse una schiera infinita di diciottenni rampanti. Cibo ignaro,e quindi ideale, per le fauci appuntite delle etichette discografiche che cominciarono a proporre l'improponibile. L'effetto tsunami ebbe anche, malgrado tutto, il pregio di accellerare l'arrivo di nuovi (e validi) attori sulla scena: in primis la new wave e tutto ciò che ne seguì. Ma i modelli di ispirazione, ben più alti, non furono mai quelli del 1977: la sacra famiglia Velvet Underground, il gatto e la volpe BowiEno, i cosmici tedeschi. Il reggae negli slanci più dub, i Funkadelic e, clamoroso al Cibali, certo progressive inglese dissonante e minimalista.
La conferma indiretta arrivò, pochi anni dopo, con il progetto del fu Johnny Rotten, ovvero i PIL: un Golem autentico, realmente avanguardistico e affascinante nelle suggestioni proposte. Del resto, prendere sul serio uno che cantò (?) "I am an antichrist, I am an anarchist" fu veramente un atto di fede, degno del Michel dell'"I love you" di Ferreri. "The revolution will not be televised" disse Gil Scott Heron e dovremmo ripeterlo come un mantra ad ogni moda, musicale e no, proposta e imposta. Il ribellismo da barricata di alcuni, i soliti, è sempre stato ben ricompensato economicamente; magari da una multinazionale che, mentre stampa i dischi dei rivoltosi, produce anche missili e bombe. Forse la realtà della diserzione al sistema, o almeno l'incorruttibilità di fronte allo stesso, la scrisse un gruppo punk (vero) qualche anno fa su una maglietta..."Stay home and read a book". E adesso andiamo via: Sancho Panza ci aspetta per un'altra impresa epica.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)
7 commenti:
Perfetta la ricostruzione e l'analisi dietro al fenomeno mediatico Sex Pistols. Non fa una grinza, davvero. E la dice lunga su quanto fosse lungimirante un tipo come McLaren... ancora oggi mi chiedo se sia un genio assoluto o se abbia azzeccato in modo un po' casuale un UNICO colpo di genio.
Ma mi sembra che sottovaluti un po' (buttandola via con una mezza frasettina) l'impatto che i Sex Pistols ebbero sulla musica punk/hc a venire...
Per carità nulla di trascendentale, ma allora perchè quando domandano a Bob Mould, Henry Rollins, Jello Biafra, Rikk Agnew, Milo Aukermann, John Stabb Schroeder, Brian Baker e a tanti altri, chi fossero i loro eroi musicali e da chi avessero tratto ispirazione, la risposta è sempre Ramones, Stooges, SEX PISTOLS, Damned, NY Dolls ecc. con pochissime variazioni...
Se davvero questa gente ha tratto anche solo un 5% della propria ispirazione da Rotten e soci, beh allora meritano anche un certo rispetto dal punto di vista musicale, fermo restando che siamo di fronte (in mssima parte) ad una baracconata.
Poi io sono un po' di parte...ho una "formazione" musicale prettamente punk/hc e quindi non sono l'interlocutore più imparziale che puoi trovare, ma perchè quelle canzoncine dei Sex Pistols a distanza di 15 anni mi ronzano ancora nella testa e le canticchio così volentieri? E non credo di essere l'unico...
dag_nasty non sei l'unico.. il rapporto che ho coi SessoPistola mi ricorda quello che avevo col wrestling da bambino: so che e' finto, ma non ci voglio credere perche' mi fa(ceva) godere troppo comunque!
bravo Smuzzz bel paragone... che vale anche per me, visto che pure io mi guardavo con godimento Ultimate Warrior, Macho Man e Hulk Hogan!
i miei preferiti erano i Demolition... :D
@Simone
E' anche vero che spazzarono via l'empasse che la musica stava vivendo con l afien degli anni 60 e il declino delle icone dell'epoca. Le morti di Hendrix, Morrison e Joplin (minore), decretarono poi la morte cerebrale di un'epoca. I Sex Pistols spazzarono via le macerie per ricominciare. Poi arrivarono i Clash, l'esplosione dell'HR e dell'Heavy metal, cugino del punk.
Tutto ciò pose la base per gli anni 80.
Un grazie direi che al punk è dovuto, anche con tutti gli orpelli consegurenti che hai magistralmente descritto, maledettamenete bene.
Italo
Sposo sostanzialmente quanto detto da Italo, con un'aggiunta:
il punk, con i suoi limiti ma, attenzione, forte dei suoi limiti, ha veramente aperto nuove prospettive estetiche.
In questo senso, il paragone con le Avanguardie ci sta tutto.
Il fatto di essere una truffa, specie nella concretizzazione di Vicious & co., non esclude niente, anzi, sposte su un terreno "filosofico" la questione.
Però dal punk nasce la new wave, tanto rock interessante degli Ottanta, e da radici punk si sviluppano pure musiche dance (penso ai Prodigy).
Non concordo, piuttosto, con la parentela punk-metal: può valere per qualche caso, ma il metal, in generale, è la negazione (esasperazione tecnica, virtuosismo etc) del punk originario che, anzi, per puro paradosso, sento "primordiale" ed essenziale come certo blues rurale.
(Specifico: ovvio che tra questi ultimi due generi non ci siano di fatto contatti)
Ciao,
ig.
@Dag Nasty:one,two,three,four!
Non sto smentendo l'importanza estetica dei Pistols;ho semplicemente rimarcato che popolarizzarono,in maniera approssimativa,spunti e idee altrui.
Che siano stati l'ispirazione di tanti gruppi è indubbio:iniziarono tantissimi al rock.
Come i Kiss...
Il punto,citando l'hardcore degli eighties,è un altro:dai Dead Kennedys in poi crebbe una generazione punk autentica.
Che visse di etichette indipendenti,veramente alternativi al solito ciarpame.
La storia dell'Alternative Tentacles o della Sst è l'antitesi di chi cavalca i media per riempirsi le tasche di sterco del diavolo.
Il messaggio,nell'hardcore punk,è tutto.
Quell'attitudine fu poi nuovamente cancellata nei nineties:i Rage Against The Machine che urlano contro il sistema,incidendo per una multinazionale,sono dei pagliacci.
Bravi e ben pagati.
Lo sai qual'è la barzelletta più amara del rock?
"Give peace a chance" di Lennon è incisa per la Emi:dagli anni ottanta la Emi Thorn,costola bellica dello stesso gruppo multinazionale,produce testate nucleari...
@Smuzzz:bello il paragone con il wrestling.
Ma il '77 mi ricorda di più il catch nipponico:più sangue esposto,naturalmente al sugo di pomodoro.
@Italo:danke.
Una "minaccia":prima o poi scriverò di cultura industriale.
Negli anni dei Pistols,i Throbbing Gristle modificarono per sempre la percezione di musica popolare.
Genesis P-Orridge e compagnia furono veramente ballardiani...
@Igor Vazzaz:ola!
Nel 1978 ci fu un tour europeo di grande successo.
I Clash con Elvis Costello e i Suicide come apripista.
Questi ultimi furono presi a bottigliate e sputi ad ogni data.
Il motivo,banale,è che non riassumevano lo stereotipo del rock'n'roll:niente chitarra,basso e batteria.
Nemmeno le classiche canzoni con la strofa e il ritornello...
Quel pubblico fece capire che, musicalmente,il movimento fu restaurazione pura.
Perchè Alan Vega e Martin Rev in quel periodo erano l'essenza dell'avanguardia sonica:i veri rivoluzionari del lotto,gli autori di un esordio che rimane un capolavoro a trentadue anni di distanza.
Avanti anni luce rispetto alla concorrenza...
"Rock'n'roll is deeeeaaaad! Mothafuckeeeerss!?"
(Alan Vega)
La new wave?
Una volta Billy Mackenzie dichiarò:"Facevamo tutti finta di ascoltare i Damned e i Pistols. Poi,rientrati a casa,prendevamo il vinile di "Diamond dogs" e lo ascoltavamo fino alla paranoia".
Servì moltissimo a rinnovare il catalogo delle proposte discografiche...
Il suono del punk nacque nell'ambito del rock duro,poi divenne più lancinante e meno poderoso.
Ma i legami non si dissolsero mai:come spiegare allora i Motorhead e i Metallica?
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