di Stefano Olivari
Questa mattina in edicola, mentre cercavamo American Superbasket sotto creme idratanti e zuppiere, abbiamo osservato con attenzione la parete delle riviste sportive. Sportive in senso molto ampio. Per farla breve, ce n'erano tre di tatuaggi (sì, tatuaggi) e due di calcio. Presi dallo sconforto, più per il successo editoriale dei tatuaggi che per l'insuccesso del calcio nella patria del calcio parlato, ci siamo ricordati che tanti lettori di Indiscreto sono rimasti colpiti dal cambio di periodicità del Guerin Sportivo.
Per chi non lo sapesse, da settimanale è appena diventato mensile. Sempre con la direzione di Matteo Marani, il primo numero del nuovo corso è stato venduto sia in allegato al Corsport che in forma indipendente, con una sorpresa: la pubblicità! Aspettiamo però a giudicare: spesso certe pagine sono date gratis agli sponsor da coinvolgere in futuro, o anche solo per non sembrare sfigati senza potere contrattuale quando ci si rivolge a centri media o ad altri intermediari di questo universo cialtrone.
Molti affezionati si sono indignati, molti altri hanno visto in questo cambiamento (imposto dalla cassa integrazione e dai prepensionamenti che hanno azzerato la redazione, non certo da grandi strategie dell'editore Amodei: il paradosso è che nel 2009 il giornale aveva aumentato le vendite del 16%, a riprova che in ogni settore la crisi viene ingigantita per giustificare tagli e ristrutturazioni 'cinesi') una grande opportunità. Apparteniamo al secondo gruppo, visto che da sempre aspettiamo una rivista che parli di calcio in una maniera che prescinda dall'ultima dichiarazione e dall'ultimo risultato.
Il problema è che questo tipo di operazioni sono state fatte più volte, ma con il taglio intellettualoide del giornalista che ama farsi leggere da altri giornalisti. Tutti genii incompresi, un po' come noi, spesso presuntuosi convinti che alla gente interessi più un terzino coreano di mezzo secolo fa invece dei retroscena sulla propria squadra. Non c'è ironia: se facessimo davvero gli editori bocceremmo qualsiasi progetto non incentrato su Inter-Juve-Milan o, con distribuzione locale, su poche altre realtà. Il nuovo Guerino, avendo conservato gran parte delle firme del vecchio, ci sembra per fortuna lontano dal rischiare questa deriva. E quindi la periodicità mensile potrebbe, ancora più di quella settimanale, stimolare articoli dal respiro più ampio senza far perdere vicinanza alla realtà.
Di sicuro il Guerin Sportivo è un marchio è di quelli che tutti conoscono, anche quelli che sono rimasti fermi agli anni Settanta (genere 'Aahhh i poster di Keegan! Lui sì che era un campione, altro che Messi'): peccato che l'editore l'abbia ribattezzato GS, come una nota catena di supermercati. Una storia nata a Torino, proseguita a Milano e finita a Bologna, che ha regalato pagine memorabili soprattutto ai tempi del lenzuolo: che per motivi di età abbiamo preso solo per la coda, con Gianni Brera direttore (il miglior Brera, quello narratore fra il retroscenista politico e il cazzeggiatore tecnico-tattico). Non solo per l'anagrafe il Guerin che abbiamo più amato è stato quello della prima direzione di Italo Cucci, dal 1975 a poco dopo Il Mondiale di Spagna: taglio critico, tante rubriche di opinione (in un'epoca in cui arrivavano a malapena le notizie), inchieste, tanta gente che sapeva scrivere, apertura a diversi sport: per anni la rubrica di Aldo Giordani è stata di assoluto culto. Non sappiamo quante altre volte Cucci abbia poi diretto il giornale (almeno un paio) o avuto una rubrica, ma da quell'epoca d'oro ad oggi il giornale ha avuto il grande merito di rivolgersi più agli appassionati di calcio che ai tifosi. Quasi con ogni direttore, dai più bravi ai più scarsi: alcuni con una sensibilità multisportiva, gli altri monomaniaci. Si va al solito discorso: tanti complimenti, ma i numeri purtroppo si fanno con una scelta di campo ben precisa. E dalle trecentomila copie a numero del 1982 si era arrivati negli ultimi tempi a 43.862 (dati Ads, per quello che valgono). Con il mensile e le sue filiazioni web i conti potrebbero tornare, ma anche no: vedete in giro tutta questa gente desiderosa di approfondimento? In ogni caso non è che un giornale possa stare in piedi solo per renderci meno tristi. Ci lamentiamo della scomparsa delle librerie indipendenti, poi siamo i primi a comprare i libri su Amazon.
Stefano Olivari
12 commenti:
Uno svegliarino che m'intristisce alquanto, compro il Guerino dal numero 21 del 1986, con Micheal Laudrup in copertina a celebrare il quasi scudetto n°22 della Juventus. Avevo 8 anni e mezzo, ed ho praticamente imparato a leggere e scrivere con questo settimanale, che ho sempre comprato fedelmente, tutte le settimane, in questi 25 anni, anche adesso che il calcio m'interessa proprio il giusto: se non ci fossero il Guerino ed Indiscreto penso proprio che avrei perso il contatto con questo sport. Sorvolando sul fattore nostalgia (da bambino imparavo praticamente gli articoli a memoria) devo dire che il guerriero è sempre rimasto tutto sommato fedele al suo taglio, anche se la definizione "politica sportiva" oggi fa un pò ridere: sono più che altro articoli che cercano di mantenere un taglio agile senza scadere nel nulla sensazionalistico della stampa quotidiana. Può sembrare strano, ma il Guerin migliore lo vidi pochi anni fa, con quella macchietta di Ivan Zazzaroni: però Tommasi, Sconcerti, Beccantini, Cucci, Aloi, Marani e Bortolotti insieme facevano un esercito di penne agguerrito, in più con una foliazione spropositata rispetto alle medie precedenti (e successive). Poi non so cosa sia accaduto; sento continuamente ripetere che al lettore non interessa più l'approfondimento, ma davvero non riesco a spiegarmi il perché: a rigor di logica, ora che è tutto iper visibile, è della cronaca che potremmo fare a meno. Ma forse il problema non è lì: forse il lettore di oggi è più maturo, non cerca qualcuno che gli inculchi le opinioni, cerca semplicemente qualcuno che la pensi esattamente come lui. Ce li meritiamo i gruppi di Facebook, non c'è che dire.
che grande il Guerino. Ricordo l'emozione di quando nella posta di Bartoletti fu pubblicata una mia lettera da ragazzino. Erano altri tempi, ris/clas dei campionati esteri li trovavi solo lì, mentre oggi siamo inondati da tv e web. E poi gli approfondimenti, le grandi penne. Nostalgia e autocritica: anch'io avevo smesso di comprarlo, quindi sono un po' colpevole del tramonto del guerino.
Stefano, come spesso accade condivido le tue parole dalla prima all'ultima. Anche io, come il mio coetaneo marco supersonic, ho imparato a leggere e scrivere attraverso il Guerino (primo numero acquistato nel 1985) e dall'estate del 2002 non ho più perso un numero, cercando di procurarmelo anche nei posti e nelle situazioni più disparate. Per questo l'editoriale di Matteo Marani dell'ultimo numero settimanale in cui veniva data la ferale notizia mi ha fatto venire un nodo alla gola, che gli aficionados del giornale potranno capire benissimo.
In chiave strettamente giornalistica dico che il Guerino di Aloi e Marani è stato un prodotto di elevata qualità, e ciò è ancor più apprezzabile pensando alle esigue risorse a disposizione dei due direttori. Molti si sono lamentati (secondo me giustamente) del passaggio al mensile e delle motivazioni addotte da Marani (vedasi discussione gruppo guerin sportivo su facebook), tuttavia io ho comprato ugualmente il primo numero della nuova serie e non mi pare che il livello del giornale sia scaduto anche se mi riservo di giudicare i prossimi numeri per decidere se vale la pena comprarlo o no. Di certo, se venissero trascurate le serie minori e le realtà straniere, il giornale verrebbe a perdere molto......
Alla fine della fiera una cosa è certa: quelli che vogliono un' informazione sportiva (e non) competente e imparziale non sono così pochi come si può pensare, ma nemmeno così tanti da giustificare la vita di pubblicazioni che serano, sono e saranno di nicchia.
Ero un lettore del Guerino di Cucci nel periodo 1974-'78, poi più nulla. I ricordi più piacevoli: il film del campionato (inserto di fotografie a colori con le migliori immagini della giornata) e il fatto che venissero adeguatamente coperti molti sport oltre al calcio.
Sul concetto "Keegan, quello sì che era un campione" ditemi dove devo firmare: altro che poster, a me in casa di Keegan mancava solo l'altarino!
Conflitto di interesse, ma ovviamente condivido tutto quel che ha scritto Stefano. L'istupidimento del pubblico, o meglio il dirottamento del pubblico verso temi banali e scontati da velinismo sportivo, portato avanti da alcuni, procede alla grande, e il Guerino, andando in senso contrario a questa tendenza, ne ha risentito. Il Guerino ha sempre privilegiato il tema rispetto all'angolazione faziosa: per dirne una, per la mentalità storica del GS oggi si gioca una partita ricca di significati locali e di storia come West Ham United-Chelsea... per gli altri media oggi c'è Zola contro Ancelotti, cioé la banalizzazione di tutto, come se il telespettatore/lettore italiano fosse un troglodita che non guarda una partita se non gliela presenti in ottica parziale, e partigiana.
@RobertoGotta
Ahi ahi,
c'è dell'ironia e presa di posizione con una parola.....in maniera sardonica, anche se arriba con qualche giorno di ritardo
Italo
@Italo Muti: ehi! :-))) No, è un caso, e semplicemente per assonanza e allitterazione, dai, potevo dire faziosa ed era la stessa cosa...
@Italo Muti-bis: cosa ci fai al pc adesso???? Lascia questa triste sorte a chi ci è costretto...
@BobtheOne
Bis non me l'aveva detto nessuno, tante altre cose ma bis mai.
Colpire quando gli altri dormono. Ricordo una volta in Somalia....
italomuti@yahoo.it per i dettagli
Italo
@Italo Muti. Il bis era ovviamente riferito all'intervento, tu sei unico!
Ho fatto in tempo a vedere il Guerino in formato lenzuolo. Lo compravo tutti i lunedì mattina per l'Arcimatto di brera e per il basket curato da Giordani co nle cronache di tutte le partite. ricordo poi Dominiconi, poi sparito, che spettegolava sul calcio. Era già gossip ma godibile. Le illustarzioni erano erano di un disegnatore abbastanza noto di cui ora mi sfugge il nome. Ricordo Carosio regolarmente disegnato con la bottiglia di vino a fianco... Mamma mia, erano i primi anni '70.
Beh,analisi perfetta...cosa dire che Lei non abbia già detto,volevo solo sottolineare che in questa frase : "...ma da quell'epoca d'oro ad oggi il giornale ha avuto il grande merito di rivolgersi più agli appassionati di calcio che ai tifosi" è racchiuso il senso della storia e dell'esistenza del Guerin Sportivo.
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