Anarchico testabalorda

di Oscar Eleni
Il carrozzone del Messaggero, i professionisti del fallimento, i nemici di Boniciolli e i venti minuti di Bucchi. Voti a Fucka-Myers-Chiacig, De Rossi-Perrotta, Dalmonte, Pianigiani, Maggioli-Formenti, Garri, Tola, Papalia, Ufficio tesseramenti, Nazionale e Lega.

Oscar Eleni da Portacomaro, nel Grignolino, come diceva Veronelli, parlando di un vino che lui considerava anarchico testabalorda, come ci sentiamo anche noi prendendo ispirazione dal titolo di un libretto scritto bene e con passione da Nicola Roggero, una delle belle voci di SKY. Purtroppo gli fanno fare il calcio, ma ora andrà ai Giochi Invernali, spera nell’atletica, uno con passione sportiva autentica e quando lo conoscemmo noi era a Roma nel carrozzone Messaggero basket quello dove gli juniores venivano trattati come principi, quello dove Bianchini spostava pullman vuoti per punizione, voce per quel mondo che affascinò persino il commissario Parisini sceso nella capitale per far portare via le piante dei fiori superflue, per sequestrare telefonini che aveva anche la sora Marcella, per rimettere a posto, su ordine di Angelone Rovati, i conti di una società finanziata fin troppo bene da Sama e Gardini con i soldi degli altri, per purificare l’aria, bonificare il territorio, perché il nostro vero Papa lo sapeva e lo saprebbe fare ancora. E’ uno dei tanti, il Parisini, a cui il basket deve tantissimo, a cui la Lega dovrebbe ancora ispirarsi nell’organizzazione del personale e risorse economiche, ma, come sapete, nessuno è profeta nella sua Patria, soprattutto se in giro vagolano barlafusi invidiosi, si preferiscono altri personaggi dalla bocca larga, gente che andrebbe sfidata a dimostrare di essere davvero il meglio di questo sistema e dispiace che i più bravi, ci sono anche adesso accidenti, si imbrachino, come diceva quel giudice al processo di Norimberga prima di essere condannato all’ergastolo, con certa gentaglia.

Questo è il mondo che si sono scelti per fingere di contare qualcosa e la fine di certe avventure, come sanno bene a Pesaro, alla Fortitudo, è un po’ quella triste della Napoli che al basket non aveva dato niente, diciamo quasi niente, neppure quando poteva sognare ed era in grado di vincere una coppa Italia con tre fuoriclasse e molta gente ordinaria in ogni posizione della società, una città che ora si agita, veramente erano in 150, perché indignata col Papalia che dopo aver illuso e poi abbandonato Rieti, che pure gli dava il cuore, l’affetto, certo non tanti quattrini perché forse in città non c’era tanto da sperperare, ha provato a riaccendere le luci sui campi fatiscenti della Napoli che aveva già fatto scappare uno come Maione, ma lo ha fatto pensando che ci fosse ancora l’illuminazione a gas. Almeno questa è l’idea dopo il licenziamento di Marcelletti che aveva capito tutto subito, la fuga di giocatori che non vedendo il primo stipendio si erano rimessi in viaggio. Gaetano Papalia ha camminato nel vuoto senza che in Lega facessero una piega, senza che la Federazione si accorgesse del disastro annunciato. Ora siamo alla farsa delle partite affrontate con giocatori under 21 presi proprio da Rieti, con statistiche mandate in malora, con una credibilità yemenita. Vergogna per tutti e non ci aiuta a sorridere neppure Manfredo Fucile, uno che sul campo, una volta, era proprio bravo, uno che fuori dal campo era divertentissimo, perché la sua richiesta pubblica a Papalia come presidente regionale (“Quanto vuoi per andartene”) doveva essere diversa: quanto ci dai prima di andartene per sempre nella lega dove potrete accordarvi con quel tipo che mandò in fallimento Pesaro e con quell’altro che aveva provato ad incantare la Bologna fortitudina?

Ci scusi Nicola Roggero se siamo andati così avanti e non abbiamo messo la luce giusta sul libro edito da Scritturapura, storie di sport e di vino controcorrente, storie che si capiscono bene ascoltando il calciatore Matthew Le Tissier: Facciamo così, io faccio gol per il Southampton e voi non mi rompete le balle. Magari potesse dire così anche Matteo Boniciolli che si è immerso, tutto nudo, come piace alla gente de mar, alla gente di Trieste, nella fossa dei serpenti romani, quella denunciata così bene dall’Attilio Caja che, ci dicono, ma nessuno conferma, potrebbe essere uno degli artigli giusti per Simone Pianigiani. Comunque sia a Roma c’è uno sceriffo nuovo che non ha bisogno di consigli dal parterre, sa bene come affrontare le curve, anche se spesso le sue Dakar sono finite male, nella polvere, perché gli piaceva sempre esagerare un po’ nel dire la verità e ci sta provando anche questa volta con l’ossessionante ritornello su Siena che considera avvicinabile, battibile. Una febbre che ha rovinato spesso la vita di questo bell’anarchico testabalorda, di uno che si alzava all’alba per provare a far allenare i giovani cestisti come quelli del nuoto, prima e dopo la scuola, uno che soffre le catene, l’ipocrisia, uno che sbaglia con piacere se può metterci la faccia, uno che anche vincendo, lo ha fatto a Udine, ad Avellino, con la Virtus, senza contare le zingarate con Fortitudo e Ostenda, non ha trovato amici, ma soltanto reso più folto l’esercito dei quaqquaraqua che sono suoi nemici cronici. Gente da balera con molta brillantina addosso.

Per fortuna, ogni tanto, gli capita di trovare hierba buona in Lombardia. Prima Varese e poi Milano gli hanno almeno dato la possibilità di masticare un pezzo di vita in questo campionato che lo tormenterà ancora perché certi giocatori non li cambi portandoli tanto in palestra, certa gente andrebbe presa a calci e mandata sui campetti dove troverebbe i ragazzi di SKY pronti a ridere con loro, gli stessi che annunciavano un gran pubblico all’Eur e si sono trovati poco più di 4000 spettatori. Non ne possiamo più delle statistiche nei momenti chiave di una partita: i numeri invece delle facce, certe sviolinate al muro invece di provare ad ascoltare verità che non si nascondono nello zucchero del post partita dove soltanto uno come Bucchi può raccontare alla gente di Milano che l’Armani, a Roma, ha in pratica sbagliato soltanto 20 minuti dopo un periodo dorato. Dorato lo pensano loro, quelli che hanno fatto sapere alla gente di Milano come l’Eurolega debba essere considerata soltanto un territorio per buoni allenamenti. Qualcuno ha reagito (“ se sono allenamenti allora fateli a porte chiuse come vuole il vostro allenatore”), qualche altro ha parlato di volpe e di uva, in molti si sono chiesti il motivo di tante spese se l’Euro è nulla, se il campionato si gioca soltanto per arrivare secondi. Sono nuovi, gente che va in pellegrinaggio ovunque, ma non nella città che dovrebbe amarli e che si dimostra gelida anche quando ti inventi il natale a 10 euro nel Palalido senza riscaldamento.

Pagelle e Grignolino ricordando al Roggero piemontardo che ci siamo sentiti traditi quando nella breve storia della sua vita sull’ultima di copertina si è vergognato di far scrivere che aveva cominciato a fare il giornalista sul brigantino della Voce di Montanelli dove l’avventura finì male, ma in gloria della mente anche se sulla stessa barca c’erano i tipo Severgnini.

Dunque eccoci ai remi:

10 Al trio medusa FUCKA, MYERS, CHIACIG, 25 anche domenica, che giocano in A2, che hanno la fortuna di avere un cantore come il Pungetti che allaga il mondo sul torneo dove almeno la gente sembra ancora vera perché Bonamico ispira simpatia ed è bravo, perché sanno cosa vogliono e dove possono andare anche se al piano di sopra fanno i citrulli perché è la cosa che gli viene meglio.

9 A DE ROSSI e PERROTTA, calciatori curiosi, che hanno resistito fino alla fine nella tonnara dell’EUR dove la Roma capitona prima ha illuso di aver trovato la lampada per fare miracoli e poi si è sporcata le braghe, salvandosi soltanto perché Milano ha spezzato le solite catene quando sembrava troppo tardi e certi litigi interni venivano mascherati nella totale anarchia del gioco offensivo.

8 Ad elettrino DALMONTE che ha rimesso in marcia Pesaro appena il Nettuno di baia Flaminia ha liberato i giocatori sui quali era stata costruita una squadra che ha sempre giocato bene, anche quando non trovava la vittoria, anche nel periodo dove tutto e tutti erano contro. Faccia da tigre incazzata nella più bella delle partite SKY della giornata dedicata al baloncesto, uno spettacolo in campo perché Teramo è anima di tutti, una bella postazione per ascoltare un Casalini quasi recuperato alla sua vera ironia senza cancelli da chiudere al passaggio di chi crede davvero di essere numero uno, pur sapendo che il numero uno resta a Sportitalia ed è il Peterson che solleva la testa anche a chi meriterebbe di tenerla nel bugliolo, il nano ghiacciato che faceva la elle e che regalò al Casalini borbottando anche lo scudetto di Livorno con la stessa meravigliosa tattica d’attacco ispirata da Mike e Dino.

7 A Simone PIANIGIANI che ha già indossato i vestiti di chi sfiderà le colonne d’Ercole di questo basket italiano dove i ragazzi nostri fanno a pugni per uscire dalla palestra, non per entrarvi. Ora la mentalità di gruppo è quella delle vacanze lunghe. Lunghissime in estate per chi non è nei giri delle nazionali, esagerate d’inverno quando si dovrebbe lavorare per la pagnotta perché i padroncini del vapore hanno bisogno di euro. Recalcati, il predecessore del Piccolo Principe lupaiolo, ha spiegato che questa sosta farà bene, ma pure lui si è accorto che è stata una puttanata e ce lo ha detto dai microfoni SKY voce tecnica nella prima delle dirette, quella di Treviso, dove la Benetton ha fatto bella figura, ma dove certo non doveva uscire dal campo dicendo che era comunque soddisfatta: ehi gente, al Palaverde ci sono bandiere e scudetti che dicono come sia difficile accettare la legge dei più forti.

6 A MAGGIOLI e FORMENTI protagonisti italiani nella partita di Cremona dove la Virtus ha salutato con un successo importante il nuovo sponsor Canadian Solar, dove abbiamo scoperto che la testa è l’unica cosa che si deve allenare vedendo Collins entrare ed uscire dai suoi incubi con un tormento interiore che non può aiutare la sua squadra a sognare in grande, o almeno a sognare come tutte quelle che fanno da damigelle al gran ballo della Siena che già rosola il quarto scudetto anche adesso che il gufo dissente. A proposito, gente di Cremona e di Ferrara, non esagerate nel pretendere ciò che non potete avere.

5 Al maramaldo GARRI che ha fatto il suor record stagionale contro i ragazzini di Napoli. Ci vuole altro per far perdonare questo talento che se avesse lavorato di più e parlato di meno ci avrebbe aiutato a coprire un ruolo che era molto importante agli albori della storia Azzurra del Recalcati che, comunque, da lui, ha succhiato quasi il meglio.

4 Al presidente del comitato arbitri TOLA che non è riuscito a convincerci spiegando come la situazione nella categoria, dopo lo tsunami calabrese, sia da considerarsi tranquilla anche se molti pensavano che ci sarebbero state altre sospensioni. Lui ha smentito e siamo contenti per Paternicò, Capurro e Sabetta, i primi due visti a Roma nella partita più attesa della 12^ giornata e quindi considerati fra i migliori, per Beneduce e Perretti che, invece, venivano indicati, dai media malvagi, come indiziati di rosso cartone come diceva Tanjevic.

3 Al PAPALIA che ha portato il basket nel giardino dell’indecenza. Doveva lasciar perdere, anche se aveva il diritto di vantarsi per essere riuscito a trovare la salvezza con Rieti quando già il sintomo del campionato irregolare portava il suo nome. Speriamo di non doverlo più ascoltare mentre si lamenta, speriamo che nessuno gli dia più credito, ma in terra di ciechi, spesso, gli orbi dettano legge, come direbbero a Roseto.

2 All’ UFFICIO TESSERAMENTI chiuso per ferie natalizie che ha impedito alla NGC Cantù di far giocare il nuovo giocatore serbo al posto del fuggitivo Jeffers. Una cosa che si accoppia bene con il caso Napoli, una vergogna non nuovissima che lascia aperto il discorso sull’autonomia gestionale dei campionati, anche se conoscendo i personaggi a cui dovrebbe essere data questa responsabilità già tremiamo.

1 Alla NAZIONALE che ancora deve nascere perché se ci dicono che Poeta è il miglior regista e Crosariol il miglior pivot, se dobbiamo dare retta alle liste Myers, alle liste che sembrano così logiche, dove entra persino Hackett, allora prepariamoci a soffrire e sentir sbraitare il Petrucci che stranamente non era all’Eur di fianco a Veltroni, ma le vacanze sono sacre, sperando che non sia sempre per colpa dell’anatema al Meneghin a gomiti larghi.

0 Grazie LEGA per essere sempre pronta a prenderti il voto peggiore perché questa lunga vacanza natalizia è stata davvero una sciagura, soprattutto perché richiesta dalle stesse società. Siamo sicuri, caro Renzi, che sia una cosa saggia aver abolito la partita delle stelle? Certo non puoi fare festa quando gli associati, con stile oxfordiano, urlano ai microfoni che sodomizzeranno il collega che non accetta i loro ricatti, quando si parla di querele e processi, quando si litiga su tutto, ma avendo idee magari non si perdono altri amici considerando che solo il basket ha perso uno sponsor mentre altri giurano che i marchi tipo TIM hanno dato e hanno ricevuto solo vantaggi. Inoltre, e la cosa ha stupito persino i giornali sportivi che godono quando possono dedicarsi soltanto alla NBA con pistole fumanti, vi sarete pure accorti che le finali scudetto si inizieranno esattamente quando comincia il Mondiale di calcio. Ma a voi cosa importa. Belle finali, già scritte a 40 gradi senza aria condizionata obbligatoria, mentre la gente ulula aspettando di capire se Lippi è davvero un santo. Un capolavoro gestionale.

Oscar Eleni

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