di Stefano Olivari
La Milano del basket ha avuto vari derby: alcuni antichi, molti nelle categorie minori, qualcuno creato da artificiosi cambi di nome. Ma ‘il’ derby rimarrà quello che per sedici anni (ci mettiamo anche quello dell’Olimpia in A2), dal 1964 al 1980, ha opposto nella massima serie il Simmenthal-Innocenti-Cinzano-Billy alla All’Onestà-Mobilquattro-Xerox-Isolabella.
La prima sfida vera, fra squadre di pari rango, è quella del Trofeo Lombardia del 1964. In una Forza e Coraggio stracolma vince l’Olimpia, creando una sudditanza psicologica che durerà anni. Dal 1964 al 1975 la Pallacanestro Milano in campionato vince una sola volta, poi a metà anni Settanta la tendenza si inverte. Il 6 novembre 1977 a San Siro tutto esaurito per Inter-Milan, poi corsa a perdifiato verso il Palalido: 5.200 persone gomito a gomito, bagarini che propongono prezzi calcistici. Ferracini porta sopra di uno il Cinzano, poi a due secondi dalla fine Bob Lauriski da nove metri regala il derby al professor Guerrieri. Il ritorno si gioca il 6 gennaio 1978 al Palazzo dello Sport di San Siro, l’adesso defunto Palazzone: Cinzano-Xerox porta sulle tribune 11.500 spettatori dando gioia alle casse dell’Olimpia ma anche a Pippo Faina che vede la sua squadra vincere di dieci. Emozioni forti, terminate nel febbraio del 1980, con un triste Billy-Isolabella vinto di cinque da Peterson contro una squadra già retrocessa e non ancora consapevole del fallimento finanziario. Formidabili quei derby: la statistica dice che l’Olimpia in campionato ne ha vinti 27 contro 9, la storia dice che c’è stata una Milano in cui per strada si parlava di basket. Vincevano tutti, ma all’epoca non lo sapevano.
Stefano Olivari
(la foto di Massimo Masini e Chuck Jura è tratta dal libro L'Altra Milano, www.laltramilano.com)
24 commenti:
Direttore, se lei non fosse sposato e questo blog non fosse un covo di benpensanti, la bacerei sulla bocca così:
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@kalz
Ma tu fai Breznev od Honecker, perchè c'è una certa differenza ;-)
@Direttore
Comprendo benissimo la corsa a perdifiato dallo stadio verso il palazzetto.
Stessa cosa per me alla fine degli anni '80: partita alle 14:30 e poi subito dopo volata al palazzetto per le finali scudetto contro Parma (pensi che il Comune organizzava anche degli autobus/navetta speciali per il traporto di noi invasati)
P.S.: Noi però al palazzetto vincevamo sempre: sa com'è Julio Velasco spesso fa la differenza.
Direttore, "Vincevano tutti, ma all’epoca non lo sapevano" credo sia la riflessione più triste che abbia mai letto su Indiscreto. O forse sono condizionato dal fatto di essere appena tornato dal Vigorelli......
Concordo con l'osservazione di Dane sull'ultima frase.
Direttore, l'ultima volta in A1 dell'"altra" Milano fu nel 1996?
Il vero crimine dei giornalisti sportivi degli ultimi vent'anni non è stato l'ignoranza (molti dei predecessori, anche di quelli celebratio e mitizzati, erano di una pochezza imbarazzante), ma l'avere legittimato una monocultura sportiva di livello bassissimo. L'ultima Milano non Olimpia in A1 (attuale A) di basket è stata l'Isolabella, quella di metà anni Novanta era Arese con un tocco (non sbagliato) di marketing. Quella dei derby citati oggi gioca in C2.
Direttore, non so se lei concorda, io fisso l'inizio della deriva monoculturale a fine anni '9o. Conservo dei quotidiani del periodo 95-96: all'interno delle pagine sportive erano riportati i tabellini di A1 ed i risultati di A2(!), nonché brevi sul campionato di volley. Nel vivo dei playoff, poi, il tabellino accompagnava un servizio vero e proprio, abbastanza ampio addirittura.
Oggi le pagine sportive dei quotidiani del lunedì sono quantitativamente di più, ma finanche i pezzi sulle partite di calcio sono stati confinati a fondo pagina, per lasciar spazio alle "grandi" anche quando giocano il sabato. Due-tre pagine di default sulla F1, la MotoGP (in quantità ragionevoli, peraltro) e a tempo debito il Giro d'Italia.
I tabellini sono un indicatore importante, adesso della LegaDue non ci sono nemmeno i risultati. E anche con la serie A non si scherza, poche righe e tutte incentrate sulla squadra del paesello...sono discorsi in cui la causa si mischia con l'effetto: io stesso, con tutto che il basket è il mio sport preferito, sono convinto che dal punto di vista commerciale in Italia 2010 possa funzionare solo un'editoria basata sul calcio...meglio, sul calcio per tifosi di una determinata squadra...
"Direttore, non so se lei concorda, io fisso l'inizio della deriva monoculturale a fine anni '9o. "
Vi chiedo un parere: come mai siamo arrivati a questa deriva culturale (se effettivamente ci siamo arrivati)?
Krug, è la domanda che avevo in canna...:-)
Una risposta l'ha data il direttore, chiudendo l'intervento precedente al tuo.
Le cause sono tante: prima di tutto le tivù in chiaro hanno perso la convenienza economica a trasmettere sport in chiaro (in parte il discorso vale anche per il calcio) e quello che non vedi commercialmente non esiste, poi in ambito locale l'assenza quasi totale di immagini (anche di calcio) ha reso un obbligo le trasmissioni sportive basate sul bar. E niente come il calcio, per numero di tifosi e opinabilità della materia, si presta al bar...secondo me c'è anche una precisa resposabilità di una generazione di giornalisti di ignoranza abissale: parlando di calcio puoi stare sul generico, mentre con la NFL riesce più difficile...chi ha seguito avrà notato la differenza abissale fra la prima e la seconda voce Rai...
Io punterei il dito anche gli editori (in inglese editors, mi sa che sbaglio termini - il caporedattore?). Alla fine sono loro che scelgono cosa va dentro un giornale e cosa non va dentro. Spesso si segue la moda (in questo caso: piu' calcio e meno tutto) prima di vedere se un giornale sportivo piu' vario puo' rendere le vendite necessarie per mandare avanti la baracca (e la publicita').
C'e' poi anche il fatto che quasi tutti le compagnie media tradizionali sono in mano ai commercialisti piu' che ai giornalisti, ed e' piu' facile tagliare il correpondente del basket o la pallavolo che quello di calcio
Non lo so direttore, la sua spiegazione mi convince fino ad un certo punto; non è che alla fine degli anni Ottanta-inizi anni Novanta la Rai avesse poi 'sta grossa convenienza a trasmettere il pomeriggio sportivo oppure al sabato uno spicchio di partita di pallavolo ed il secondo tempo del basket; Mediaset trasmetteva Nfl e Nba e poco più e Tmc mostrava molto calcio e qualche altro rarissimo sport; non lo so, secondo me ci sarebbe da fare dei distinguo fra i vari sport; il basket ha ingigantito e fatto perdere appeal al campionato ed ingigantendo a dismisura i bilanci (ricordo oneste squadre di serie A1 composte da due americani, cinque onesti italiani e tre ragazzotti di belle speranze spesso provenienti dalla zona; quanto saranno costate?) ha fatto sparire o ridimensionare gloriose realtà, la pallavolo non è praticamente riuscita a far identificare il pubblico con le società anche perchè quest'ultime spesso nascono e spariscono nel giro di un lustro o, ad esser generosi, di un decennio; degli altri sport forse solamente il football americano, grazie al traino dell'Nfl ad un superbowl ci furono 20.000 spettatori, cifra onestissima per la serie A attuale, ed il rugby grazie al 6 Nazioni, hanno avuto la possibilità di ritagliarsi un certo spazio; c'è da dire che effettivamente la morte del Totocalcio e la fine dei contributi che grazie ad esso ricevevano le Federazioni ha tarpato le ali a tutti gli sport italici calcio escluso...
In soldoni fra le cause io metterei
- problemi economici dovuti alla fine degli introti ottenuti grazie al Totocalcio
- incapacità dei dirigenti a valorizzare il prodotto
- incapacità a superare gli egoismi "particolari" ed impossibilità di creare un organismo di lega efficace
- ingresso prepotente del mondo della politica all'interno del mondo dello sport
eh si scoprire che ha fatto l'olimpia sulla gazza online è sempre un casino ...
la gente forse si interessa solo delle parole del calcio mi sa ... perchè ride dei pirla in tv e pensa di essre migliore o frose crede davvero che ci siano persone che scrivano quelle cose proprio nel momento per incendiare la polemica ....
Krug, provo a darti una risposta parziale e specifica, anche se ti ha già risposto in parte il Direttore. La prendo alla larga.
Qualcuno disse che fatta l'Italia bisognava fare gli italiani, i quali si son fatti tardi (non dimentichiamo che durante la Grande Guerra c'erano interi reparti che faticavano a comunicare perchè parlavano dialetti diversi...).
La tv (cioè....la RAI) ha aiutato in parte gli italiani ad imparare l'italiano e li ha scrostati da un livello culturale veramente imbarazzante: trasmissioni come "L'amico degli animali" (che ha fatto scoprire animali come l'ornitorinco a gente che non andava oltre cane, gallina e maiale...), Portobello (che come diceva Maurizio Costanzo conteneva 10 o 12 trasmissioni che vanno in onda oggi...) o i documentari di Soldati e Zavoli han fatto più delle maestre elementari insegnando l'italiano a milioni di analfabeti che parlavano solo dialetto (e pure male).
Questo richiedeva però un seppur minimo sforzo mentale per avvicinarvisi, finchè qualcuno si è accorto che abbassando l'asticella era più facile aiutare un numero sempre più grande di persone a saltare: io cito sempre come pietra angolare Dive-In (le tette strizzate di Tinì Cansino le poteva capire anche il camionista con la licenza elementare...) ma la deriva fu generale e cominciò anche prima. Di qui (anche per colpa delle tv commerciali, che sono quelle che più di tutte avevano interesse a semplificare il linguaggio per avvicinare un numero sempre maggiore di utenti...) si è arrivati alla tv spazzatura di oggi.
Ecco, questo esempio sulla tv (soprattutto commerciale) si può estenderlo all'intero paese, che è andato sempre più verso una semplificazione di contenuti per andare incontro all'italiano medio invece che alzare l'asticella e costringere l'italiano medio ad elevarsi.
La stessa cosa riguarda gli sport (ormai mezzo sociale con cui controllare e sfruttare le masse): occuparsi di vari sport (specie quelli un po' "tecnici") richiede intelligenza e cultura, mentre il calcio come dice il Direttore permette una maggiore facilità di commento (ho sentito dire un sacco di volte "sto gol lo segnavo anch'io" ma non ho mai sentito dire "sta schiacciata la segnavo anch'io"...). Così facendo, eliminando man mano gli sport più tecnici, i padroni del vapore potevano avvicinare più utenti, più in fretta e più facilmente, dribblando la fatica di dover crescere ed educare una massa di ignoranti (esemplare secondo me il caso Polisportiva Mediolanum, non a caso dissoltosi in un amen quando ci si è accorti che una puntata di Pressing rendeva di più e costava meno...).
Non a caso a fianco al calcio sopravvivono due sport (F1 e Motociclismo) talmente difficili dal punto di vista tecnico da consentire solo commmenti superficiali ai non addetti ai lavori e quindi diventare paradossalmente facili, il che va benissimo per il progetto dei padroni del vapore: "la Ferrari ha il motore migliore" e "Valentino è il miglior pilota del mondo" non è molto diverso da "come si fa a discutere Trapattoni con quello che ha vinto". Vi ricordate quando nel pre-gara un ingegnere mostrava i disegni progettuali dei paratrappi della Ferrari o dei deflettori della McLaren commentando le modifiche rispetto alla gara precedente?! Troppo difficili, spariti: meglio il primo piano sulle tette che pongono all'opinionista una domanda scritta dagli autori.
E' una questione sociale e culturale dell'intero paese che sta morendo, poi certo dal punto di vista tecnico ci sono tanti altri motivi: sparizione dei fondi del Totocalcio, poltrone assegnate sempre più per motivi politici, liberalizzazione degli stranieri (col limite agli stranieri i giocatori italiani costavano di più perchè avevano più valore e le squadre erano obbligate a comprarli finanziando così volente o nolente i vivai...), etc... ma il problema sta a monte.
p.s.: Direttore, se ho detto delle stupidate me lo dica.....
Questa è la società di massa, bellezza.
Stiamo già lavorando sul suffragio universale, abbiate pazienza!... :-D
Condivido tutti i commenti, ma io aggiungerei che dipende dal fatto che ci sono sempre meno bambini/ragazzi che fanno sport (mentre ho riscontrato, essendo un parente di un gestore di palazzetti, un notevole aumento di 30-40 anni che iniziano o riprendono a giocare)
@Dane: a questo punto chiedo: è la televisione che continua ad abbassare l'asticella una volta compreso che tale operazione le avrebbe giovato, o sono gli stessi utenti che inducono ad abbassarla? Senza voler osservare le cose da una prospettiva storica a lungo termine (cosa che del resto hai già fatto) ma limitandoci al decennio appena trascorso.
Delgiu, non son sicuro d'aver capito la tua domanda ma provo a risponderti: tutt'e due!
Esempio: da una parte uno sponsor, che paga perchè i suoi spot sul suo nuovo prodotto vengano visti da un maggior numero di persone possibili.
Dall'altra il pubblico di massa, che come tutti i pubblici di massa è mediamente ignorante e facilone e quindi non ama cose troppo complicate che stanchino il suo pigro cervello.
In mezzo io, che sono una tv che deve attirare il secondo per farsi pagare dal primo: secondo te che tipo di trasmissione dovrei mettere in piedi?! Uno di approfondimento politico con Sergio Zavoli, Montanelli ed Enzo Biagi o l'accoppiata calcio e figa con Crudeli e Corno a scannarsi tra le tette rifatte della Canalis?!...
Quando gli operatori del settore hanno scoperto il trucchetto è morto il servizio publico ed è nata la tv commerciale...
p.s.: "tv commerciale" mi ha sempre fatto ridere.....è come dire di una prostituta che è un' "amatrice commerciale".....
@Dane: sì, l'hai capita. Il senso era: la televisione invertirà l'ormai decennale trend?
La riflessione è sorta giorni fa, mentre andava in onda Affari tuoi. E'la RAI, nella fattispecie, a propinare 'sta roba, sapendo di andare sul sicuro, e che il pubblico assuefatto a quei due canali manderà giù la sbobba senza mugugnare?
Oppure è l'utente, lobotomizzato da anni di programmazione monocolore, a "chiedere" alla RAI un simile programma?
Quale dei due soggetti ha maggiore peso?
Delgiu: "Il senso era: la televisione invertirà l'ormai decennale trend?"
Finchè non si verifica un break-event culturale (ma come cazzo parlo?!...) non credo avrà interesse a farlo...
"E'la RAI, nella fattispecie, a propinare 'sta roba, sapendo di andare sul sicuro, e che il pubblico assuefatto a quei due canali manderà giù la sbobba senza mugugnare?
Oppure è l'utente, lobotomizzato da anni di programmazione monocolore, a "chiedere" alla RAI un simile programma?"
Non è che questione di peso, perchè pesano tutt'e due uguale, è che uno è più veloce dell'altro e quindi quello più veloce decide di andare incontro all'altro.
Se fai il ristoratore e sai che servendo merda piazzi più coperti, servi merda anche se sei meglio di Gualtiero Marchesi.
Te l'ho detto, ad un certo punto le tv si sono accorte che se invece di aspettare che il pubblico si elevasse culturalmente per capire la tv, avessero reso la tv meno elevata culturalmente sarebbe stati capiti (e quindi seguiti) da un numero maggiore di persone.
In questo senso credo che Rete 4 sia un capolavoro di gestione: maratona pomeridiana per ubriacare le massaie e poi ce le si porta a letto col TG4.....
comunque le tette della canalis non sono rifatte. io lo so che sono stato campione del mondo...
Sarà stata una cura ormonale, un po' come la crema vaginale di Belen...
Direttore, ho recuperato il tabellino, giusto per completezza.
6a giornata di A1, Ambrosiana Milano-Mash Forlì 69-76 (43-39)
Ambrosiana: Burton 17, Vargas 15, Sorrentino 2, Fumagalli 13, Bosa 4, Ragazzi 6, Ansaloni 2, Alberti 8, Agnesi 4. All: Recalcati.
Dal Corriere della Sera: "Il campionato ha virtualmente sancito la fine del rapporto tra l'Ambrosiana e il tecnico Recalcati: oggi sarà annunciato il licenziamento, ma i mali di Milano-2 ben diffcilmente si risolveranno". L'Ambrosiana era ultima a zero punti.
Pagina del basket con tutti i tabellini, risultati e classifica di 1, risultati e classifica di A2, risultati e prime posizioni di classifica del campionato femminile (!).
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