Kobe dell'altro mondo

di Simone Basso
Teoria evolutiva del giocatore più rappresentativo dell'ultimo decennio, la cui ferocia agonistica paradossalmente nasce da un'infanzia senza povertà e disperazione...
Prologo: "In campo, ad un'ora e mezza dall'inizio dell'incontro, c'è soltanto un ragazzino di colore, che tratta il pallone da basket come oggetto ormai domato: un palleggio e un tiro, un palleggio e un canestro. Non gli darei più di cinque anni: eppure, da una distanza di due metri, quel ragazzino fa sempre ciuff.  Mi diranno in seguito che è Bryant junior, ovvero il figlio del mattatore numero uno della serata "Tutte Stelle"..." (Paolo Viberti, cronaca dell'All Star Game di Firenze, su SB del 28 Febbraio 1985)
Non preoccupatevi, malgrado l'incipit questo non è un amarcord sui trascorsi italiani di Kobe Bryant. E' semplicemente una scusa per introdurre uno sguardo differente, da un'altra prospettiva, sul numero 24 dei Lakers. Una sorta di teoria darwiniana, evolutiva, del giocatore più rappresentativo di questo decennio. Prima di addentrarci in un discorso prettamente tecnico, meglio chiarire la forma mentis del soggetto analizzato: un figlio d'arte che non ha bisogno della fame per ambire alla fama. Quindi un afroamericano atipico, decisamente non inglobabile nel monotipo da ghetto: viene in mente anche il grande Grant Hill per illustrare una genia rara nelle dinamiche dello sport a stellestrisce. Essere Kobe significa soprattutto avere un concetto superomistico della propria missione, non accontentarsi di vincere, ma pretendere da se stessi e dalle proprie azioni il dominio assoluto: del proprio gioco, di quello altrui e dell'universo intero.
La stirpe da cui deriva il kobismo è geneticamente affine a pochissimi altri esempi nella storia dello sport: vengono in mente soprattutto Eddy Merckx e Bjorn Borg. Campioni feroci nell'atteggiamento, che estremizzarono il concetto di agonismo portandolo oltre, e soprattutto espressione avanguardistica di una concezione borghese del gioco e dello sport. Alcune parole di Mario Fossati, dedicate all'inarrivabile Cannibale belga, sembrano descrivere perfettamente anche il dna di Bryant: "Ha inseguito l'idea del campione e subito l'ha raggiunta. Aveva tutto ciò che un Coppi (ovvero un povero...n.d.r.) avrebbe sognato di possedere. Un benessere che gli ha permesso di porre in salvo la personalità. Non ha dovuto lottare contro il bisogno. La concorrenza gli ha cresciuto dentro la rabbia di vincere. E' un mostro...". Ecco, se l'ex numero otto Lacustre è nietszchiano nel risultato dei suoi sforzi, la volontà nel concepirli ricorda il "Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli" dell'Alfieri più delirante. Quindi, come modello di riferimento, scelse quello più improbabile ed intoccabile: Michael Jordan. Ritenuto da tutti, a ben vedere oggi a torto, irriproducibile nelle movenze e nelle conseguenze: il figlio di Jellybean si è abbeverato a quella fonte e ha preteso di riprodurne le gestualità e la mentalità da tiranno. Uno sgarbo che molti di noi non gli perdoniamo; offesi dall'aver intravisto una tipologia jordaniana perfezionata ulteriormente, malgrado fossimo convinti dell'impossibilità di qualsiasi paragone con il ventitre dei Bulls.
"How good can I be, really? Can I beat my older sister? Can I beat my cousin? Can I beat my dad? Can I make jv? Can I make varsity? Play in college? Make the Nba? First round? All-Star Game? Championship ring? Mvp?" (Pubblicità Adidas del 1997). Kobe è cresciuto con addosso una pressione inimmaginabile, eppure non è franato nella sua missione impossibile: malgrado i kobehaters, Shaq e i fatti del Colorado; come fosse composto di materiale cosmico, diverso da quelli provenienti dal pianeta terra. Nulla ha mai potuto arrestare la sua corsa solitaria verso la grandezza: nemmeno quelle spadellate, da tre, che sancirono un'eliminazione umiliante e sacrosanta contro i Jazz di Stockton e Malone. Erano i playoffs 1998 e anche quei tiracci (con i denti da latte..) confermarono la personalità straripante del futuro Mvp; giustificato da un Del Harris che riconobbe subito, come del resto Jerry West, le potenzialità infinite del soggetto. L'anno dopo, nella stagione di transizione del lockout, Bryant iniziò a mostrare, ad intermittenza, lampi di onnipotenza assoluta. A Orlando, il 21 Marzo 1999, iniziò la primavera kobista: nel primo tempo LA fu asfaltata da Penny Hardaway e compagni, poi (come per incanto) Bryant entrò in una dimensione che avrebbe, più frequentemente, abitato negli anni successivi. Condusse alla rimonta i gialloviola segnandone, nella sola ripresa, 33.
L'arsenale già contemplava l'immarcabilità: il suo movimento preferito, sfruttando l'atletismo straripante e una coordinazione miracolosa, è la ricezione aerea con schiacciata incorporata, separandosi al momento giusto dal marcatore. Il palleggio con la destra permette già ogni movimento (in)immaginabile: naturalmente il primo passo felino da slasher gli consente anche un tiro in sospensione di eccellente fattura. Tutto il resto dipendeva dalle lune del bambino prodigio, capace di sfuriate offensive incredibili. Il tiro in sospensione era sicuro anche dopo aver maneggiato la palla con la sinistra: ma il controllo perfetto sarebbe arrivato col tempo; questa caratteristica era ben lontana dalle possibilità del Tracy McGrady degli anni in Florida, praticamente inarrestabile nell'entrata anche con la mano sfavorita.
Questo per far capire il metodo e la costruzione del Mamba, che ha come carburante anche l'osservazione dei pregi altrui e la cura maniacale dei particolari; un computer cestistico. Sembra proprio che il Nembo Kid losangelino sia una combinazione felice tra neuroni specchio vivacissimi, che ne accrescono l'apprendimento rapido, e una reattività neuromuscolare abnorme: una gioiosa macchina bellica da canestri. Non è casuale che i progressi più evidenti siano arrivati nella stagione del primo anello; è proprio l'entrata mancina a farsi sempre più sicura, affinandosi continuamente anche nelle doti a lui peculiari. Ci stiamo riferendo alla capacità diabolica di ghermire il rimbalzo offensivo, magari quello decisivo, e alla virtù innata di decidere le partite: se la sublimazione, di questo carattere distintivo, è arrivata nella finale olimpica di Pechino, tutto cominciò ufficialmente con la prestazione clamorosa di gara4 delle finali 2000. Quel dì, oltre che aprire un ciclo vincente, si iscrisse nel Pantheon dei grandi. Sorprenderà sempre più, nel corso degli anni, la volontà assassina di risolvere le partite sul filo; quasi fosse in una dimensione tutta sua. Allora Black Mamba si trasforma in Solaris, il pianeta terribile (ideato dal genio di Lem) che si diverte a fare a pezzi la coscienza di chi lo vuole esplorare.
Lasciando da parte l'ego ipertrofico, che alcune volte lo induce a una solistica esagerata (fasotutomì!), la finesse e la classe sono spaventose. Andando oltre le esibizioni circensi come gli 81 ai Raptors, ci sono partite che sgomentano per il dominio assoluto esercitato. La gara1 dell'ultimissimo showdown contro Orlando, oppure la serata da capogiro che ebbe nell'incredibile ritorno sui Mavs (da meno 27 nell'ultimo quarto!) nel 2003. Post, fronte a canestro, arresto e tiro, improvvisando sulla linea di fondo e in area, finta e ricezione, lo scarico al compagno libero...
Epilogo: oggi pare aggiungere sempre qualcosa allo chassis, merito anche di quei piedi da ballerino pugilatore: è ormai uno scienziato nel giro e tiro cadendo all'indietro, alternato talvolta con una serie inenarrabile di finte. Trattasi dell'inferno contemporaneo per ogni difensore, seppur bravo, dell'intera Nba: con l'eccezione del canonico quarto tempo in contropiede, lo sfizio di una megastella, esegue tutto con una pulizia tecnica sublime, veramente da scuola di pallacanestro cibernetica. Quest'estate ha preso ripetizione dal sommo Hakeem Olajuwon per migliorare le movenze vicino a canestro; prima o poi ci regalerà la sua versione riveduta e corretta del Dreamshake, proprio come replicò il babyhook di Magic. Il cielo è, forse, il limite; Kobe potrebbe portarci verso la perfezione formale: l'idea tecnica è che, negli ultimi quattro metri, si arriverà a cambiare mano a seconda della posizione. Sul lato sinistro si diventerà mancini, anche se si è impostati con la destra; il figlio di Jellybean forse sarà il primo a realizzare compiutamente questa evoluzione. Magari domani, il simposio si arricchirà di nuovi capitoli da aggiungere alla sua saga di ubermensch cestistico.
Simone Basso
(articolo pubblicato sul numero 24 di ASB, nel Dicembre 2009).
P.S. Un ringraziamento speciale a Roberto Gotta.
 

44 commenti:

Roberto Gotta ha detto...

Prego...

transumante ha detto...

Il gancetto di sinistro l'ha inserito....

Come hai detto, e' immarcabile e limitabile solo da se stesso (le serate da 40 e passa tiri)

E' al livello di jordan e in tutto e per tutto a lui simile, ma l'originale in quanto tale merita di essere sempre mezzo gradino sopra

jeremy ha detto...

E ricordiamoci che Kobe ha "solo" 31 anni....Jordan fino a 39 ha dettato legge in lungo e in largo...comunque concordo con il transfugo nella perfida Albione: tutti, nessuno escluso, avranno sempre un piede nel gradino sotto a His Airness. Deve uscire il Federer della situazione per farmi cambiare idea.

Italo Muti ha detto...

@Simone
Così sfatiamo anche il mito del'infanzia povera e senza futuro.
Rispetto a Borg ha più talento, decismante gli dei sono stati più generosi. E' più vicino a Federer, a parte la testa.
Ha raggiunto Jordan? Chissà se raggiungerà Magic.
Italo

Italo Muti ha detto...

@Roberto Gotta
Ciao Bob the one
Italo

transumante ha detto...

Ma nessuno considera kobe il miglior giocatore di sempre, non e' neanche il migliore del suo periodo,dove non sta nemmeno al secondo posto...

Tani ha detto...

@simo: imposssibile per me tradurre come si deve i tuoi pezzi, e allora tocchera' a mio figlio imparare l'italiano...

jeremy ha detto...

transu, chi sarebbero allora il primo e il secondo? Non per te, ho capito il grottesco ironico della tua affermazione...

Stefano Olivari ha detto...

La NBA, come tutti gli argomenti che accendono, si presta al bar: ho letto da più parti che LeBron sarebbe un perdente perché nei quarti quarti attacca meno il ferro di quanto non faccia nei primi tre...per me a livello di grandissimi come killer (in positivo) il numero uno è Wade, ma come ha detto Simone la diversità di Kobe è soprattutto culturale...senza ansia di riscatto sociale (che in forma acuta non aveva nemmeno MJ, fra l'altro) la sua grandezza deriva solo dall'ossessione per il gioco...poi possiamo lanciare il sondaggio 'scegli il tuo clutch player', ma si parla sempre di sfumature...

Dane ha detto...

Minkia, Transu!.....:-D

Da tre giorni sto sfogliando furiosamente Indiscreto alla ricerca della tua mail per scriverti!... ;-)

furio ha detto...

Questa descrizione di Kobe, che condivido, mi ha fatto pensare ad un altro grande di questi anni, Peyton Manning. Certo notevoli differenze caratteriali, ma anche per lui infanzia agiata da figlio d'arte, aura da predestinato fin da bambino, ossessione per il gioco e determinazione feroce a migliorarsi anche nel pieno della maturità e dopo anni di successi.

interessante il tema del non-riscatto sociale. Per restare tra le stelle della NBA di oggi un altro esempio è Chris Paul. O anche quello della volontà superomistica del campione, che mi ha fatto pensare al giocatore forse più agli antipodi da essa, Shane Battier, cui circa un anno fa il NY Times Magazine dedico questo lungo, affascinante ritratto (in cui, non a caso, si parla molto anche di Kobe)

http://www.nytimes.com/2009/02/15/magazine/15Battier-t.html?pagewanted=1&_r=1

transumante ha detto...

Non c'e' nessuna ironia. Duncan e Shaq hanno avuto un peso specifico maggiore, oserei dire chiaramente. A parita' di eta', non ci penso mezzo secondo a scegliere prima loro. Attualmente, james sulle 82 partite ne ha di piu', c'e' poco da fare.

Stefano: diciamo che lebron ha costruito un tiro affidabile, che gli permette di dosare le entrate in un area nba, che non sono passeggiate, e non gli garba molto tirare i liberi. Non avra' mai il tiro di bryant, ma altri fondamentali eccelsi (passaggio). Come clutch player vanno bene tutti e tre, aspetta che sta arrivando durant, anzi e' gia' arrivato

furio ha detto...

P.S: per tornare al bar, il mio clutch player preferito rimane l'Arenas pre-infortunio e pre-impazzimento completo

Stefano Olivari ha detto...

Il mio clutch player NBA, da inizio anni Ottanta ad oggi, rimane Jordan. Una curiosità, che mi è venuta in mente vedendolo di recente come opinionista televisivo: per una serie notevole di tiri vincenti alla sirena Kelly Tripucka fu soprannominato proprio 'Mister Clutch'...o almeno così c'era scritto sul lisergico Superbasket giordaniano...

jeremy ha detto...

Transu, da duncaniano convinto, non vedo Tim davanti a Kobe. E nemmeno Shaq. L'unico che gli sta addosso è Lebron. Ma stiamo andando al bar spinto. Di classifiche non ne farei insomma. Poi se parliamo di impatto sul gioco, uno come Shaq non ha eguali.

pietro ha detto...

Il paragone Jordan - Kobe è una delle cose più demenziali tirata su dalla stampa di tutto il mondo in questo ultimo quindicennio.

Kobe è stata sicuramente la miglior guardia tiratrice dopo Jordan, ma basta vedere le cifre di Jordan per capire che Bryant è una spanna sotto. E Jordan non è stato un giocatore che accentrava.

Jordan da giovane, quando la squadra era in costruzione, ha chiuso 5 stagioni sopra il 50% dal campo. Bryant ha superato il 50% solo all'All Star Game di media...

Certo, come media Bryant è quasi paragonabile a Jordan: 45.5 contro 49.7. Ma quei quasi 5 punti di differenza significano tanto:

1) Jordan ha giocato più partite da anziano (essendo uscito dal college) e ha bucato una stagione nel suo apice

2) Bryant deve ancora invecchiare e ha giocato più stagioni da giovane (essendo uscito dalla high school)

Nei playoff poi la percentuale dice tutto, essendo stati entrambi in squadre vincenti e con un buon cast di supporto (addirittura Bryant ha vinto con Shaq!): 44.4 contro 48.7 --> Jordan con dei mestieranti sotto canestro (eccetto gli anni di Rodman), e dei cani in difesa sull'arco. Bryant con i raddoppi su Shaq...

Bryant con Shaq super-dominante da tenere testa a Duncan + amigos di buon livello ha fatto il Pippen della situazione (e spesso le castagne dal fuoco le hanno tirate fuori Fisher, Horry e Fox).

Insomma, Jordan non merita di stare sopra a Bryant in quanto originale. C'è proprio una differenza notevole tra i due. Tra l'altro, come dominazione pura delle partite, Jordan è stato più seguito da Wade (a fasi alterne e nelle migliori partite del titolo, playoff e finale comprese) e oggi da LeBron (con Durant in rampa di lancio --> ma attenzione a sottovalutare Westbrook. Durant rischia di essere dominante, ma ha buoni compagni).

In genere, considerando l'era post-Jordan (non post-ritiro, ma post-ultimo anello), io considero di maggior impatto, nell'ordine:

Shaq, per il periodo in cui è stato veramente all'apice a Los Angeles. Più l'ultimo capitolo glorioso di Miami.

Duncan, da quando ha vinto il titolo.

Kobe, di supporto a Shaq e aiutato da Gasol e Odom (senza Gasol Bryant finiva da qualche altra parte...)

LeBron, che secondo me, se trova l'alchimia o il gemello giusto, può diventare un nuovo Jordan, cioè definitivamente dominante. Non che non abbia un buon supporting cast, ma un conto è giocartela con Pippen o Bryant, un conto è farlo con Parker e Mo Williams o l'ultimo Shaq.

Una cosa tipo James + Stoudemire basterebbe secondo me.

Simone ha detto...

@Transumante:se dovessi scegliere il più forte degli anni zero,categoria dell'anima pari al sesso degli angeli,vado con Tim Duncan.
Che sarà indiscutibilmente,tra qualche anno,un archetipo irriproducibile.
Un pò come Kareem oggi...

@Jeremy:il tuo spunto è essenziale.
Il 24 sta cominciando la terza fase della sua carriera;quest'anno,per la prima volta,si intravede la necessità di ridurre il minutaggio quantitativo.
Per trasformarlo,qualitativamente,come fece Jordan.
Ma il 23,nei Bulls della seconda tripletta,ebbe molte più occasioni per gestirsi in quanto inserito in un contesto di squadra più favorevole.
Traduzione:metà delle partite dei Tori venivano vinte dal sistema o da Pippen...

@Italo:yes.
Il Federer del basket deve ancora nascere.
Ci sono stati i Tilden e gli Hoad,ovvero il povero Stokes e Oscar Robertson.
Ma un all around,cinque ruoli cinque,che sia anche al top di tutte le fasi del gioco non c'è mai stato.
Se escludiamo il tiro,l'androide più vicino a questo ideale fu Magic Johnson.
Allo zenith,dietro a Buck,devo citare il Grant Hill dei Pistons:una roba irreale.
Vedremo gli sviluppi futuri del po patok moderno...

@Tani:beh,se impara l'italiano dai miei scritti è a posto...
Soprattutto se avrà modo di comunicare con i suoi coetanei del Bel Paese,che parlano come il figlio di Facchinetti...

@Stefano Olivari:anch'io con D-Wade sono in difficoltà.
Penso sia un animale tutto particolare,un Billy Ray Bates senza la galera nell'oroscopo.

@Furio:grazie.
Si,l'esempio Manning è perfetto.
E l'Arenas pre infortunio come istinti non ha nulla da invidiare a nessuno.
Anzi,nell'accoppiata piedi velocissimi e rilascio della palla fotonico è senza rivali.

@Pietro:MJ rimarrà il monolite kubrickiano malgrado il kobismo.
Ma per una questione di impatto globale sul gioco,non certo per le cifre.
Il primo Jordan si sviluppò nella tundra:ciò comportò poche vittorie e numeri impressionanti.
Il Kobe bimbo esordì in una pretendente al titolo,ma con pochissimo spazio a disposizione.
Io lo paragonerei,negli anni del Ko-Shaq,a un Ginobili più esplosivo e razzente.
La percentuale dal campo è relativa:dall'arrivo dei Bad Boys le difese sono diventate sempre più tremende.
Il lustro più difficile per i marcatori coincise proprio con i primi incroci tra i due...
Oggi l'attaccante è più protetto:ieri,chi evolveva nello spot di guardia o ala piccola,aveva il vantaggio della zona proibita (o limitata...).
Quindi ci si poteva sbizzarrire negli uno contro uno.
Se poi ci riferiamo all'arsenale completo,senza una valutazione agonistica ma solo tecnica,io vado col T-Mac di Orlando.
Che si ritrovò in una situazione molto simile a quella del primo Air:una sorta di profeta nel deserto.
Vedremo se quel tipo di chassis sarà rinnovato da Kevin Durant.
Sperando in ginocchia meno fragili e in un carattere più competitivo...

Ieri serata interessantissima di Eurolega.
Siena ha dimostrato che il campionato italiano è ormai dannoso per allenare certi meccanismi competitivi.
A Belgrado,grande impresa del Partizan sul favoritissimo Barca.
Messo in difficoltà con il gioco lento ed una zona "disperata".
Il finale è stato pirotecnico,con l'errore sfortunato di Mickeal e la discussione,di fronte all'instant replay,su un'interferenza a canestro.
Il prossimo Barcellona-Panathinaikos sarà già decisivo...

transumante ha detto...

@pietro hai fatto la mia stessa classifica di impatto, pero'...

va be', jordan non accentrava, allora vale tutto:

http://www.basketball-reference.com/leaders/fga_game.html

quanto al cast di supporto di Jordan, chiamare cane ron harper (una star), mestierante horace grant (super comprimario), dimenticarsi kukoc e via dicendo, e allora vale tutto un'altra volta

pippen era tra i primi 5 giocatori della lega, un po' piu' che una spalla (infatti giusto il paragone con bryant-shaq)

i due anni in cui jordan manco' sta congrega di poveracci arrivo' al secondo turno di playoffs...come farebbero i lakers senza bryant, forse (o forse no)

poi le percentuali sono tutte per jordan, che per anni si e' preso le sue belle sconfitte pure lui, contro squadre fortissime...d'altra parte bryant portava ai playoff kwame brown e smush parker

ma l'equivalenza e' soprattutto tecnica e nell'approccio alla gara, di questo si parlava. Che la gestualita' sia identica e' ovvio

supersonicsoul ha detto...

Miglior clutch-player dagli anni 80 a oggi? Larry Bird. Unico giocatore non replicabile? Larry Bird, chissà quando ci sarà un altro bianco dominante quanto lui.

pietro ha detto...

"La percentuale dal campo è relativa:dall'arrivo dei Bad Boys le difese sono diventate sempre più tremende."

Era questo quello che intendevo dicendo "cani da guardia sull'arco", cioè i difensori diretti di Jordan, non i suoi comprimari nello spot di PG.

Cioè Jordan agli inizi, quando accentrava ma era pulito nella percentuale, aveva come avversari: i Celtics, i Lakers, i Pistons... poi crescendo i Knicks, i Jazz, i Suns, con squadre forti come i Rockets.

Bryant chi ha avuto? Lui era nella squadra più forte fin da subito grazie a Shaq, che non è Grant o Cartwright sotto le plance. Era Shaq. Se ricordate quelle partite dei 3 anelli di LA, non potete non notare che il centro di gravità era Shaq, ed era immarcabile. IMMARCABILE.

Se avessero giocato con lui Pierce o Ginobili, l'effetto sarebbe stato lo stesso. L'immarcabile era Shaq e c'era chi ne beneficiava.

Bryant è splendido, anche come gesto appunto, come capacità di crearsi il tiro dal nulla. Ma l'impatto sulla partita, rispetto a Jordan, è nettamente inferiore. E Jordan è stato meno fortunato: più avversari forti e compagni cresciuti insieme a lui (squadre da titolo contro: Celtics, Lakers, Pistons mentre Bryant con Shaq ha avuto la squadra da titolo e i soli Spurs contro, con i Kings a meritare qualche passaggio del turno. Senza Shaq ha dovuto aspettare Gasol e una serie di avversari come i ... Denver Nuggets, dopo essere stato asfaltato dai Celtics). Quando Shaq andò ai Lakers era il giocatore che era. Parlo sempre degli anni della maturità, perché non calcolo il Bryant appena uscito dalla scuola, ovvio.

Poi certo che Pippen era un supergiocatore. Ma quanti ce n'erano allora?

All'inizio della carriera di Jordan c'era mezza Boston da marcare, Magic, Worthy, l'ultimo Jabbar, Isiah & Company, Barkley, Olajuwon, Ewing, Drexler... e poi Shaq + Penny e tutti gli altri.

Basti vedere i due quintetti delle Olimpiadi 92 e 96, per capire che parliamo di epoche non del tutto paragonabili, in quanto a talento, ben suddiviso tra l'altro.

pietro ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
pietro ha detto...

Tra le altre cose Transumante mi metti come esempio l'epitome jordaniana.

Jordan 49 tiri, 64 punti e percentuale da 55.1

Bryant 47 tiri, 41 punti e percentuale da 36.2

E non vado avanti per carità di patria (la grande eccezione sono gli 81 punti che per realizzarli ci vuole appunto una percentuale elevata, 60%...).

Ma faccio notare, da quella graduatoria, che il massimo dei tentativi di Bryant è tutto nell'era post Shaq / il massimo dei tentativi di Jordan, con percentuali mediamente migliori, eccetto un caso, è tutto negli anni pre-1991.

Queste cifre esemplificano al massimo il mio discorso.

Moreno ha detto...

Il Direttore, in un post di qualche mese fà, asseriva che Kevin Durant non sarebbe mai diventato una superstar. Ancora convito di ciò?.

Stefano Olivari ha detto...

Grazie a League Pass (i Thunder passano pochissimo sulle nostre tv, anche su Sportitalia) mi sono in parte ricreduto...ma solo in parte, perchè Durant è per il momento un All Star solo nelle parti morbide (relativamente) e medie delle partite, non in quelle da mortal kombat...per dire, anche stanotte a New Orleans ha giocato benissimo, ma nel finale punto a punto ha risolto Westbrook...poi esteticamente mi fa impazzire, con un fisico leggermente diverso ha qualcosa del George Gervin giovane (non quello visto in Italia, che comunque ebbe lampi impressionanti)...onore ai quarantelli e passa contro i Warriors o i Nets di turno, speriamo che i Thunder aggancino i playoff a Ovest...al momento sono ottavi, ma i Rockets sono lì e la mia scommessa da bar, del genere 'upside', sono i Grizzlies...

transumante ha detto...

pietro: ti eri dimenticato "da guardia"....

bryant era nella squadra piu' forte perche' c'era shaq...ma c'era anche bryant. Davvero non so come si faccia a dire che valesse ginobili (dico ginobili, un campione, ma che giocava alla grande 20 partite l'anno, e non e' mai stato fra i primi 20 giocatori nba, ma mai)

i celtics che hanno asfaltato bryant erano anche meglio dei pistons che asfaltarono jordan

contro olajuwon o jabbar non ha mai giocato una serie, contro magic solo nel 91...poi sonics, suns, ecc non erano ste corazzate eh

non facciamo passare bryant per un drexler qualsiasi

pietro ha detto...

Si, vero, mi ero mangiato "da guardia" ed era poco chiaro.

Non ho detto che vale un Ginobili, ho scritto che se affianco a Shaq nel suo "prime" mettevi un Pierce non cambiava molto: Shaq avrebbe vinto il titolo. Anzi, Pierce avrebbe preso molti più tiri puliti e secondo me sarebbe stato a 25-27 punti di media a partita, come Kobe all'epoca.

I dati sulle percentuali non sono insignificanti. Dicono che quando Jordan non aveva ancora la squadra da titolo, accentrava, ma non forzava avendo comunque una percentuale da 50% e passa (era anche euforico, meno maturo).

Bryant negli anni scorsi ha invece forzato più che mai. Perchè? Perché era solo, non aveva dei comprimari all'altezza e perchè voleva vincere le partite da solo, litigando con Jackson e minacciando di andarsene.

Quando Bryant era con Shaq era il secondo violino. Jordan non lo è mai stato: né nel periodo pre-titolo, ne quando era il faro assoluto e aveva un Pippen all'altezza e financo Rodman e Kukoc e gli altri. E poi ci sono 2 tipi di Bulls, quelli del primo threepeat e quelli del secondo: in entrambi i casi è la maturazione complessiva di Jordan a renderlo più uomo squadra, a far splendere anche il talento di Pippen, a migliorare i compagni.

Bryant è maturato nell'ultimo biennio, sicuro. Ma come compagni ha Gasol, Odom, Artest... non sono così scarsi. Quando non li aveva non ha vinto. Esattamente come Pippen senza Jordan nel biennio dei Rockets.

Sulla competitività della Lega parlo a livello generale. Quando Jordan era giovane ad Est aveva contro Pistons e Celtics.

Ovvio che generalizziamo sempre, ma Jordan a me pare uno di quei pochi sportivi sui quali si possa dire che i numeri non mentono.

Io non so nemmeno se Jordan è stato il migliore in assoluto, ci sono stati grandi giocatori, con numeri e impatto e influenza altrettanto pazzeschi. Ma un altro Jordan deve fare quello che ha fatto lui. Vincere 6 titoli e dimostrare che quando lui non c'è gli altri si battono, ma non vincono.

marcopress ha detto...

1) Jordan
2) Jordan
3) Jordan
4) Magic
5) Kobe
6) Bird
7) Shack
8) Jabbar
9) Duncan
10)Wade-Lebron-Olaj

jeremy ha detto...

marco, stai parlando degli ultimi 20 anni, giusto?!

marcopress ha detto...

sì certo...non mi permetto di giudicare cose non viste o viste in parte. Se mi fido di quello che ho letto dei suoi primi anni c'è anche il Doc

Leo ha detto...

Paragonare Bryant a Pippen, con la scusa che era shak il primo violino, non ha senso... Pippen non c'entra niente con Bryant, è stato un grande giocatore, ma come ce ne sono stati cento altri negli ultimi vent'anni. Pippen, con Rodman accanto, non avrebbe mai vinto niente vita natural durante, Bryant con Gasol ha vinto il titolo. Suvvia...

pietro ha detto...

Guardate se vale l'equazione Bryant = Jordan, chi la sostiene dev'essere pronto ad accettare un'ipotesi provocatoria.

Se Bryant vale Jordan, cosa avrebbe vinto Jordan mettiamo dal 1987 al 1991, con un centro dominante al suo fianco, com'è capitato per Bryant?

Io dico che i Bad Boys sarebbero stati devastati, distrutti, ridicolizzati. E Jordan avrebbe vinto quanto Bill Russell.

supersonicsoul ha detto...

@marcopress.

Mettere Kobe davanti a Bird mi sembra troppo generoso, aspetterei almeno la fine della carriera del Mamba....

supersonicsoul ha detto...

Per quanto concerne gli Oklahoma Shit Hijackers, sicuramente faranno i playoff, più che altro grazie agli infortuni delle dirette avversarie ( griffin, chris paul, Yao), e meno male che almeno i Blazers resistono. Con un lungo alla Camby saranno da titolo già l'anno prossimo.


Segnalo il film Sonicsgate sul furto della franchigia, di cui nessuno o quasi parla per effetto della censura del Mafioso Stern. Come ha scritto Bill Simmons di ESPN "The Sonics were stolen from Seattle — literally, STOLEN, and if
you don't believe me, watch this movie.”


ecco il trailer
http://www.youtube.com/watch?v=ILmtdQGxZUU

Simone ha detto...

Oh,una barbershop conversation sull'Nba...che bello.
Una premessa:uniformare gli ultimi trent'anni di basket pro è praticamente impossibile.
Perchè alcuni cambiamenti regolamentari modificarono costumi già in divenire.
Il 1980 fu l'anno spartiacque:dall'introduzione della tripla all'arrivo della generazione Magic-Bird.
Jordan divenne dominante anche grazie alle trasformazioni tecnico-tattiche di quel decennio:il testimone del comando passò dai lunghi alle guardie.
Dal gioco centripeta,rivolto verso il post,a quello fronte a canestro che premiava i ruoli con gli atleti più esplosivi e dotati di estro.
I precursori inconsapevoli?
I ribelli senza pausa dell'Aba.
Quando si esamina l'impatto del giovane Mamba si dimenticano le caratteristiche del Diesel:un dominatore che nei finali roventi,vista la mano quadra ai liberi,doveva rinunciare ai tiri decisivi.
Il suo paragone con Afroman è ingeneroso per entrambi perchè sono due razze differenti di giocatori.
Se Pip avesse avuto un jumper alla Paul Pierce sarebbe stato...Oscar Robertson.
Kobe,come MJ del resto,non ha mai marcato il quattro o la point avversaria;magari eseguendo i raddoppi più devastanti della storia.
Non è il collante della squadra,nemmeno il playmaker...
Il vantaggio tattico enorme dei Bulls 1996-98 stava nella versatilità dei suoi primattori.
Soprattutto di Pippen e Rodman.
Amarcord,prima stagione di Bryant,i Lacustri allo United Center contro i mammasantissima.
Van Exel e compagni per tre quarti massacrarono i Bulls che si ritrovarono sotto di più di venti..
Nell'ultima frazione,incredibile rimonta dei Tori per forzare un insperato supplementare e poi vincere agevolmente.
Il motivo?
La fonte di gioco di LA fu annientata dalla difesa dei rossoneri,comandata da un 33 strepitoso anche in attacco.
Il terminale offensivo,O'Neal,fu cancellato da un Verme maestoso che lo limitò a 2 punti negli ultimi 17 minuti di partita.
Dennis,da centro,bastonò corpo a corpo Shaquille con una tecnica difensiva inarrivabile,da cineteca.
E aggiunse 5 assist a 18 rimbalzi.
Se con MJ hai la possibilità di schierare due che aboliscono tutti i problemi del testa-coda (i play sono troppo piccoli per generare miss-match,i centri mancano del dinamismo per la press..) di un combo,ma ne riproducono tutti i pregi,vincere diventa mooolto semplice.
Una contraddizione divertente:Pippen e Rodman oggi non hanno eredi,mentre su Jordan si è rimodellata la tipica big guard del decennio.
E se l'unicità di quei prototipi dipendesse anche dall'abiura odierna al sottobosco Ncaa?Entrambi arrivarono dai margini dell'impero,in anni nei quali gli allenatori curavano ancora lo sviluppo tecnico dei ragazzi.
Oggi reclutano e basta.
La tripletta jacksoniana a Hollywood fu decisamente più ardua:in due serie(Portland 2000 e Sacto 2002)andarono sotto tecnicamente.
E in una,deja vu,si imposero grazie ai fischi interessati di Tim Donaghy.
Per dirla con Coach Zen,fu un trionfo con l'asterisco...

transumante ha detto...

pietro: per me, con qualcun altro al posto di bryant, i lakers avrebbero perso con portland, san antonio e sacramento....e non discuto minimamente che shaq sia stato piu' importante di bryant (infatti l'ho messo davanti nel mio ranking)

Senza compagni non ha vinto neanche jordan, voglio solo insistere su questo. Tutto qua, non discuto minimamente che sia il miglior giocatore di basket che abbia mai visto.

Con tutto il bene possibile, artest, odom e gasol sono grandi giocatori, ma pippen, kukoc e rodman sono un'altra cosa

supersonicsoul ha detto...

"Con tutto il bene possibile, artest, odom e gasol sono grandi giocatori, ma pippen, kukoc e rodman sono un'altra cosa"

Erano anche un'altra cosa gli avversari dei Bulls del secondo three-peat. L'unico grande avversario affrontato dai Lakers nell'ultimo biennio - a parte gli Spurs morenti nel 2008 - sono stati i Celtics nelle finals 2008 ed è finita con un - 39 in gara 6. L'anno scorso fatiche inenarrabili contro i Rockets privi delle loro stelle, due provvidenziali rimesse sbagliate dai Nuggets in finale di Conference e il tiro libero sbagliato da Howard in gara 4( si sarebbe andati sul 2 a 2). Fermo restando che il miglior Kobe di sempre è stato quello alieno del 2006, eliminato al primo turno.

supersonicsoul ha detto...

eliminato al primo turno non certo per colpe sue, ovviamente.

Leo ha detto...

Pietro anche per me Jordan sta davanti a Bryant. E non ritengo quest'ultimo il più forte del dopo Jordan, in senso assoluto. Infatti ritengo che, dopo MJ, vengano Shaq prima e Duncan poi. E solo dopo metto Bryant alla pari di Hakeem. Però il discorso che fa Simone penso sia prima di tutto tecnico, e allora Kobe probabilmente sta davanti a tutti (T-Mac è un no contest perché bisogna prima dimostrare di saper vincere anche qualcosa).

Leo ha detto...

A proposito, se devo prendere il giocatore del cuore, quello che inizi a seguire quando dodicenne ti appassioni a questo magnifico sport, dico Kemp, Kemp e ancora Kemp (dopo, distante, segue Sir Charles). Ho ancora la canotta dei suoi Sonics...

supersonicsoul ha detto...

Sì, Leo , come non si può essere innamorato del mitico Shawn? :)

Simone, perdonami: ma dire che non c'è mai stato un Federer nel basket è un po' grossa ( come se poi Roger fosse stato il più grande nel gioco di volo, non è nemmeno tra i primi 10 di sempre a rete). Un biondino col 33 sulle spalle ti apostroferebbe in maniera tra il rude e il sarcastico......

saluti

Simone ha detto...

@Supersonicsoul:tecnicamente ci possono stare anche altri archetipi.
Per esempio Rick Barry fu Bird quindici anni prima.
Un tre che proseguendo la carriera (e dopo l'infortunio al ginocchio)divenne più esterno.
Larry più rimbalzista,Rick più bravo nell'uno contro uno.
Ma il 33,l'epitome del ruolo della point-forward,non ha mai evoluto nello spot di centro.

Lo so che in passato ci sono stati volleatori incredibili,ma evolvevano in uno scenario favorevole.
La cartina tornasole perfetta è Wimbledon:il primo vinto da Federer,2003, e l'ultimo.
Senza terba pensi che un Nadal sarebbe arrivato fino in fondo?
Sono cambiate drasticamente le condizioni;l'eccezionalità di Mago Merlino sta nella sua versatilità e in un'adattabilità incredibile.
Vinse con il serve and volley e vince con il power tennis.
Adoravo Edberg ma quel gioco non è più riproducibile nelle condizioni attuali:oggi si risponde meglio e si imposta lo scambio sulla velocità e la profondità.
I passanti dell'epoca andavano a 100 all'ora e senza la rotazione di palla attuale.
La contemporaneità significano pallate sui 130 e arrotatissime.
Trovo già incredibile che un Federer,l'all around migliore di sempre,riesca a condurre le danze anche sotto rete.
I giocatori del passato dovrebbero tutti adattarsi al cambiamento:per me l'unico che rimarrebbe se stesso sarebbe Pietrino Sampras...

Italo Muti ha detto...

@Simone

Visto che sei riapparso, sullo stesso livello, per me:

Federer, Magic, Grande Ungheria, Merckx.

Poi c'è la poesia ada alto livello: Delibasic e Rosewall, Olanda e Polonia (1974)

Ciao

Italo

Leo ha detto...

Supersonicsoul ti ricordi Shown, Gary, Detlef, gran squadra...

Italo per me la Grande Ungheria e Magic sono dei Baggio, Savicevic, Mc Enroe, Jalabert (poesia ad altissimo livello)...

Federer e Merckx sono degli Schumacher, Jordan, Valentino Rossi, Brasile 70...

axel shut ha detto...

altro (ex) tifoso dei Sonics qui presente, troppo facile tifare i Bulls di Jordan in quel periodo, bisognava distinguersi in qualche modo
Hersey Hawkins, Earvin "No magic" Johnson, Sam Perkins che colpiva da 3
tu chiamale se vuoi emozioni