di Simone Basso
Vedi Vancouver e poi sopravvivi. Riassunto originale, perchè nemmeno a metà del cammin della sua vita, delle olimpiadi invernali. Difficile la vita per lo sport, o almeno per quello che ne rimane, assaltati pavlovianamente da una ciurma di mercenari che ci vendono i biscottini.
Come i creativi (?) (de) cantati da un geniale Bianciardi e portati sul grande schermo (scherno) da un Lizzani ispiratissimo: sono passati tanti anni ma, ahinoi, non invano. Non consentiranno mai più alla ggente di ignorare chi sia un De Rossi qualunque, per lo stesso motivo per il quale non sapranno mai chi è Simon Ammann. Dovremmo allora scrivere della discesa olimpica femminile più difficile di sempre o delle pin up che l'hanno dominata? Se fossimo su un quotidiano nazionale barrate la due, con il contorno estetico di fotografie eloquenti: altro che Montanelli e Bocca, il nume tutelare del giornalismo italico è Hugh Hefner...
La Franz's Downhill in quelle condizioni (ghiacciate) ha separato le pupe in due categorie distinte: le campionesse e le altre, le scivolatrici che ogni tanto vincono sulle autostrade bianche, prive di difficoltà vere. Così abbiamo apprezzato la maestria di Lindsay Vonn nel seguire linee improbabili per la concorrenza; una velocista con il dono raro (e decisivo) di condurre le curve come una gigantista. E il talento straordinario di Julie Mancuso, la Bode corpoduro, una che ha avuto troppo da Madre Natura per dispiegarlo in maniera continua: l'impressione, confermata anche dalla Supercombinata, è che se solo avesse un minimo della cattiveria agonistica della connazionale fioccherebbero le Coppe generali. Ma una californiana paisà bella come il sole, che "sverna" dal babbo a Maui, ci ricorda la massima che rese celebre quell'ubriacone di George Best o addirittura un quadro di Gustave Courbet: "Pigrizia e lussuria".
L'ignavia fa titolare agli ignoranti dell'oro mancato dalla Vonn nella Combinata: come se la Riesch, su uno slalom di quel tipo, fosse battibile da una sciatrice contemporanea. Una gara che fotografa la grandezza di Anja Paerson, la fuoriclasse che il dì prima ha rischiato di sbriciolarsi sull'ultimo salto della picchiata; basterebbe lei per idealizzare la bellezza e il coraggio di quei gesti assoluti. Sesta medaglia olimpica per la donna di ferro svedese, la prima per Mariagold, la predestinata che ripercorre le tracce della Mittermaier e della Seizinger: un'animalessa speciale, quasi come la fatina Lena Neuner.
Già, a dispetto dei percorsi da barzelletta e della pressione dei media tedeschi, in una nazione a crauti e biathlon, la bavarese ha completato il Grande Slam. A 23 anni appena, l'oro canadese completa la bacheca e la proietta verso l'Olimpo: con quella classe, se migliora le sparatorie a piedi, il limite sarà il cielo. E' una campionissima speciale, diversa, che non esibisce il permaflux nelle vene del suo modello ispiratore (Magda I Forsberg): la scorsa primavera, dopo i rovesci coreani e di Anterselva, ha meditato un ritiro clamoroso, sintomo di una fragilità che la rende sempre umanissima. Il biatleta è un acrobata sul filo, alle prese con un equilibrio psicofisico precario; basta un refolo di vento per farlo sprofondare negli abissi di una sconfitta deprimente. Chiedetelo alla Jonsson, arrivata a Vancouver per spaccare il mondo e, per adesso, franata di fronte all'aria rarefatta dell'evento. Se poi ci si mettono gli organizzatori, fantozziani per improvvisazione e dilettantismo, siamo a posto; solo lo sterco diabolico delle tivù ha consentito la pantomima della sprint maschile, corsa (dal pettorale 11 in poi) in condizioni impossibili, in una palude bianco sporco. Lo stellone ha voluto che la prosecuzione, l'inseguimento, fosse appannaggio di uno vero; quel Bjorn Ferry che corre e spara come parla, cioè fragorosamente.
Un personaggio bello forte, sposato con una campionessa mondiale di Braccio di Ferro (!) e che ne dice di ogni colore sui colleghi disonesti. Sostiene che ci vorrebbe la pena di morte per i dopati o almeno una sessione di calci bene assestati nelle palle...
Fortuna astrologica del biathlon, che vive di storie appassionanti e che ieri ha consentito lo sfondamento del muro dei cento ori alla terra del sole di mezzanotte. La Norvegia, impero dei ghiacci e delle nevi, ha cavalcato l'onda lunga della prepotente Tora Berger e della diarchia regnante nel settore maschile: Svendsen, l'erede designato, e Bjoerndalen, il venerabile Maestro che ieri ha collezionato la decima medaglia di una carriera merckxiana. L'oroscopo non è così favorevole per lo sci di fondo declinante, imprigionato in una contraddizione tecnica riprovevole; esemplificata dalle sprint: uno sport stupendo, basato sul ritmo e la resistenza, trasformato in una volgare dimostrazione di potenza. Non sempre, le linci della Fis, troveranno una super come la Bjoergen a salvare la baracca su un tracciato clownesco: abbiamo pure rischiato la seconda vittima di questa rassegna così così, dopo il povero Kumaritashvili. Petra Maijdic, non esattamente una carneade, è scivolata in una curva durante la ricognizione della pista: due metri di volo in un fosso, con a fianco una struttura in cemento.
Ha corso lo stesso grazie al suo talento e agli antidolorifici, ma dopo il bronzo è stata male; il risultato di quella botta sono infatti qualche costola fratturata e il sospetto di un polmone bucato.
La confusione dello sci nordico, che sarà ribadita dalla Cinquanta cicloturistica (in tivù come commento ci vorrebbero le risate preregistrate..), non raggiunge quella dell'organizzazione, decoubertiana nel senso più deleterio del termine. Pensate che, facendo gli anti italiani a tutti i costi, la manifestazione nordamericana ci sta facendo provare una nostalgia canaglia per Torino 2006. Al netto dei soldi sprecati, degli impianti inutilizzati (d'altronde non sono di pubblica utilità come gli ospedali e gli stadi..), i bugianen fecero molto meglio nel settore specifico: piste migliori, atmosfera super e paesaggio confortante (Augusta Taurinorum non vanta ancora grattacieli parto di architetti con problemi erettivi). Ai simpatici canadesi pare interessare solamente Team Canada, lo squadrone hockeistico che concorre per l'oro più ambito: la vernice contro la Norvegia è stata seguita in tivù da 32 milioni di telespettatori. Trattasi di ossessione nazionale al pari della pallonara nostrana, capace quindi di far risaltare i lati più stupidi di un popolo che diventa popolino; vedere per credere, la vendita via web di quattro biglietti per la finalissima. Prezzo di partenza? Sessantamila dollari... Al netto di ogni discorso moralistico, non sarebbe male assistere ad una tragedia carioca in perfetto stile 1950; con i Ghiggia e gli Schiaffino di turno, Malkin e Ovechkin, a confezionare il capolavoro. Tutto ciò ci conforta di una convinzione già ben radicata: i cinque cerchi nel bianco perdono fascino al di fuori dei panorami europei. Come la taiga di Dersu Uzala, che albergava nel cuore di chi la viveva, certi riti pagani hanno bisogno del Vecchio Continente per splendere: perchè solo quei luoghi, quelli che originarono la magia degli sport invernali, consentono all'uomo di poter parlare con il fuoco.
Tutto il resto è reclame: la noia, quella vera e sana, è diventata un privilegio per pochi.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)
39 commenti:
"Arianna, un bronzo
che vale uno spogliarello" - questo il titolo della gazzetta sulla medaglia della Fontana. Per quanto ormai abbia il pelo sullo stomaco, sono rimasto scosso.
Vorrei, da profano degli sport invernali, spezzare una lancia in favore dello short track, specialità spettacolare e godibile anche per i non tecnici e che, al netto del casino, mi pare richieda doti tecniche e di concentrazione non indifferenti.
@Simone
Bell'articolo, anche se metà dei personaggi citati non li ho mai sentiti nominare.
Due appunti:
1) Per la gufata al Canada mi sa che siamo a rischio di protesta ufficiale da parte dell'ambasciata Canadese.
2) Da profano dello sci ho apprezzato, fino ad oggi, più lo snowboard, probabilmente anche per l'immagine più leggera ed informale che esprime rispetto allo sci "tradizionale".
Sono d'accordo, anche se il vero casino è solo nelle staffette...per il telespettatore olimpico (come me) meglio lo short track del pattinaggio velocità...
@Simone
Tanto per cominciare, titolone: "Ha vinto quella figa della Vonn, bella e brava, un ossimoro della natura" (la seconda aparte è opzionale, dovrebbero sapere cos'è un ossimoro).Dilettantismo allo stato puro, se volevano solo hockey, potevano organizzare il campionato del mondo, facevano prima.
Il biathlon è poesia, ridurlo così è pazzesco, sempre ammesso di riuscirea vederlo.
Petra eroica, spartana al punto giusto, ma per il resto sono dei criminali. Non è che alla fine fanni dei ghiacciolini dei percorsi del fondo e li vendono coma a Italia90, organizzata da LCDM?
Secondo te, chi potrebbe impensierire il Canada hockeistico?
L'altra sera mi sono rivisto hockey d'antan e sono finito su Tretiak, nostalghia...
Grande Simone as usual
Italo
Il Canada si può battere, 4 anni fa fini fuori ai quarti contro la Russia.
Sono forti, caricatissimi e col pubblico dalla loro, ma le grandi ormai hanno tutte rose NHL. Per me è tutto tranne che un oro scritto.
Nell'hockey femminile le differenze tecniche sono poi imbarazzanti, anche fra squadre teoricamente di nome: ho visto Usa-Russia 13 a 0 e Canada-Svezia tanto a uno, una cosa incredibile...
@Furio:lo scenario è veramente poco confortante.
Il livello medio di ciò che si legge è prossimo al semianalfabetismo culturale.
Anche in tivù:stamane su Sky annunciavano la Combinata Nordica con la Follis..
Un bipede dotato di gelato ha definito "ragazzo" Bjoerndalen (36 anni)!
Lo short track è piacevole,potrebbe separarsi definitivamente dal ruolo ingrato di pattinaggio dei poveri con alcune modifiche regolamentari...
@GuusTheWizard:merci!
1)Magari!
2)Il Cross ha un senso tecnico ed agonistico.
Tutto il resto è marketing.
Anche l'aurea grunge di alcuni protagonisti:quelli(e quelle) che affrontano la Franz's Downhill a 120 chilometri orari sono i veri pazzi..
@Direttore
Ma Lei ogni tanto dorme?
Oppure alla fine deell trasmissioni olimpiche, pizza, birra e orgia?
Italo
@Italo:grazie..
Speriamo di rivedere le olimpiadi nel loro contesto naturale,ovvero la Germania di Garmisch.
La Russia ha,nelle vette,più talento di tutti:ma ha sempre avuto una capacità tutta slava di fiocinarsi nei piedi.
Ai bei tempi tifavo per la Cecoslovacchia:volevo essere come Holechek...
@Ataru:confermo ciò che hai scritto.
Anche la Svezia sarà un pessimo cliente.
@Stefano Olivari:l'hockey rosa è inquietante.
Il torneo dovrebbe cominciare e finire con la finale Canada-Usa.
D'altronde sono le medaglie più finte delle Olimpiadi...
Comunque la Vonn e la Bright sono due gran belle gnocche (anche se il Curling Femminile è più intrigante ...)
Certo che anche la gufata di Ghedina sulla famigerata "medaglia di legno" nel SuperG è a livello del miglior Jeremy.
@GuusTheWizard:evvai..
Esteticamente le più carine sono le biatlete,anche morfologicamente.
La Mancuso comunque è la corpoduro per eccellenza,una che la massima cantata da Cindy Lauper la idealizza...
Gran bel Super G,superiore tecnicamente a una discesa,maschile,corsa in condizioni particolari.
Due curve di Svindal degne di Hermann Maier,pazzesche.
@Simone
Ma come è una "esteticamente carina morfologicamente" ??
Di sport invernali sono un ignorante e mi fido di quello che Simone scrive (by the way, Canada-Norvegia è stata vista da 6.2 milioni canadesi. Per fare 32 milioni devi includere anche orsi polari e le marmotte:)), e anche i media canadesi stanno andando giù pesantemente sull'organizzazione dei Glitch Games, come cominciano a chiamarli. Ma se per settimane prima delle Olimpiadi, non solo non nevica, ma le temperature sono fuori del normale, e durante i Giochi piove, nemmeno il tempo aiuta. In ogni caso, la morte del povero ragazzo georgiano resterà una macchia indelebile per gli organizzatori e catalogherà queste Olimpiadi come le peggiori di sempre.
Team Canada: le attese sono tante, ma se i russi giocano da squadra possono ripetere l'impresa del KLM. Il livello dell'hockey femminile è semplicemente ridicolo.
@Guus: Tiger Woods a te ti fa un baffo...
@Tani
Non scherziamo, il suo swing è decisamente meglio del mio.
@Guus guarda cosa ha combinato il nostro;
"The Pope and Tiger Woods died on the same day and because of an
administrative mix up the Pope went to hell and Tiger Woods went to
heaven.
The Pope explains the situation to the administrative clerk in hell, and
after checking the paperwork admits that there is an error.
"However", the clerk explains, "it would be 24 hours before it can be
rectified".
Next day the Pope is called and Hell's staff bids him farewell.
On the way up, the Pope meets Tiger Woods coming down from heaven and they stop
to have a chat.
"Sorry about the mix up", apologies the Pope "No problem" replied Tiger Woods.
Pope: "I am really anxious to get to heaven"
Tiger: "Why is that?"
Pope: "All my life I have wanted to meet the Virgin Mary"
Tiger: "You're a day late"
@Tani
Direi che potrebbe essere abbastanza verosimile: gestire tutte le pratiche deve essere veramente un casino.
Si, pero, povero Tiger. Tutto deve capitare a lui...
@GuuzTheWizard:muscolature non ipertrofiche,esagerate e mascoline.
Vedi Neuner o Bailly...
@Tani:hai ragione,dovevo precisare che l'ascolto si riferiva al Nord America.
Anche perchè i canucks saranno sui 33 milioni...
La sfortuna incide e non poco:a Torino,una settimana prima dell'evento,scese una nevicata abbondante.
Giove Pluvio fu piemontese...
Però a Vancouver si è visto veramente di tutto:piste pericolose,soccorsi in ritardo,buchi nel ghiaccio degli ovali,cronometri impazziti.
Non è un'olimpiade disastrosa,ma hai sempre l'impressione che manchi qualcosa per farne un vero evento.
Stile Sydney 2000.
Ehi,sul sat impazza il buon Tiger.
Sono felice per la sverniciata subita:ha sempre esibito il peggio del campionismo più deleterio.
Come il nostro(?)Rossi o il texano miracolato.
Compresi chi era Woods quando,in Thailandia di fronte a dei lavoratori precari Nike,disse che delle loro condizioni di lavoro se ne infischiava...
Un uomo in miniatura.
@Tani
ahahah
Good one
Italo
Scusate in anticipo, ma leggere l'ennesimo pezzo strepitoso di Simone mi fa venire il magone. Se il personaggio in questione si chiamasse Simon Short, vivesse in una qualunque Nashville del cazzo, e scrivesse sul blog di Steven Olivier (notoriamente il miglior blog d'America), a quest'ora scriverebbe per il NY Times o simile. L'Italia è un paese di merda. Ariscusate.
@Marattroni:mooolte grazie!?
Short,nel senso di Purvis cestista,mi produce un tuffo al cuore:non ha mai difeso per più di un possesso a partita,ma una pantera nel ruolo di ala.
Combo forward,se esistesse il termine,con il corpo da 4 e le movenze da 3.
E il tiro da guardia.
A Golden State soprattutto,poi a Houston;uno dei giocatori più sottovalutati degli Ottanta.
Ah,ho visto i russi contro la Slovacchia:si confermano belli e impossibili.
Sulla partita secca possono battere chiunque,ma hanno difetti atavici inquietanti.
Qualcuno deve trovare il bottone per accenderli,perchè così alla finale non ci arrivano...
@Marattroni
Ti quoto oltremisura, aggiungerei ai due dioscuri anche Roberto Gotta, alias Bob the One. Intanto conoscono i congiuntivi e la consecutio temporum, poi i loro skills sono di alto livello (se dicevo altissimo passavo per tifoso), hanno aneddoti da raccontare. Why not?
Fratello Olivari, finiscila di accumulare cash e batti un colpo, glory line is waitin for.
Italo
@Simone: la paerson veramente impressionante. prima dell'ultimo salto si é rialzata leggermente. Chissà cosa ti passa per la testa in quel momento
@Claude:yes.
Ha provato,mostrando un istinto incredibile,a rimettere i due sci paralleli.
Penso che in quei momenti si producano scariche di adrenalina spaventose.
Ha 29 anni ed è quasi a fine carriera:tra qualche anno la ricorderemo come una campionissima.
Stessa nazionalità
stesso fisico "compatto"
stessa carica agonistica vincente
e anche stessa parabola tecnica
(da slalomista/gigantista a velocista)
della grande Pernilla Wiberg.
Quasi un clone.
@Daniele2468:ottimo parallelo tecnico.
La Wiberg era forse più "bella" stilisticamente,ma non aveva il corpo al tungsteno della connazionale.
Ed entrambe partirono dai pali stretti per diventare polivalenti.
Lara Gut é forse l'erede della paerson
@Claude:è un talento super,con quei piedini incredibili.
Si spera che possa riprendersi dall'infortunio:d'altronde nell'era moderna dello sci sciancrato,assassino per le giunture delle ossa,l'operazione chirurgica sta diventando un'abitudine tristissima.
E la maledizione della "Medaglia di Legno" di Ghedina continua ....
superG, salto, hockey, curling, bob a 2. seratona(?)
Yes,direi nottatona...
Per completare degnamente l'articolo.
E' perfetto anche per le elucubrazioni su S*****o.
http://www.youtube.com/watch?v=5ICJKhXzHsl
@Simone
Video non presente? che fai mi dai i pacchi?
Anyway, a che ora sei andato a letto? Visto qualcosa di Sanremo? Io non ci riesco più, tabula rasa, cosa che farei volentieri anche lì.
Senza andare sul muro, anche tu vedi il complotto cosmico contro l'Inter?
Gurda che ho messo due post nuovi, uno dovrebbe arrivare anche qui, solo che il Fratello Olivari è un pò lento.
Italo
@Italo:al solito...
Lo si pesca scrivendo L'Era Del Marketing ed è un estratto geniale da "La vita agra" di Lizzani,protagonista un grandissimo Tognazzi.
Stamane ho chiuso gli occhi,non ancora(?)definitivamente,verso le cinque.
Pensa che non intercetto il Festival da quando ero bambino:penso che avessi 11-12 anni.
Da musicista potrei infestare i post con una serie di storie improbabili su S*****o.
Ma è meglio sorvolare...
Vado a sbirciare "Dentro la finanza".
@Simone
Trovato il video, secondo me va bene per molte cose, ha anticipato tutti i discorsi sull apecezioni di molti anni. Tognazzi enorme, un grande attore tragico mancato
Italo
@Italo:basta "La grande abbuffata" di Ferreri per l'immor(t)alità assoluta.
Interessante l'ultimo post,commenterò con la mia solita sobrietà in settimana...
@Simone
Direi amoralità, ma anche l'ultima prova sul Commissario Ambrosio fu degna di rilievo.
Per uno che aveva militato nella brigata nera di Mantova, un escursus notevole. L'amarezza profonda pur condita di risate del Conte Mascetti ne hanno fatto un alfiere medioevale. Peccato che quasi tutti vedessero solo le risate, pur grandiose.
Tu sai che quando vieni in casa mia sei sempre il benvenuto.
Italo
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