La percezione del disco

di Stefano Olivari
Capire uno sport è spesso solo presunzione, a volte condita da qualche 'mi hanno detto' e da molti 'io che ho giocato, io che ho visto'. Se davvero comprendessimo i misteri di calcio, basket, tennis, atletica allora vivremmo di scommesse o nella peggiore delle ipotesi scriveremmo libri memorabili. Per questo è stato meraviglioso assistere ad un evento sportivo del livello di Canada-Usa finale olimpica di hockey ghiaccio senza pregiudizi e nemmeno l'obbligo di giudizi. I nostri occhi relativamente vergini hanno visto diverse cose, tranne ovviamente il disco. Perché nessuno in televisione l'ha mai visto, diciamo la verità, nemmeno ai tempi dell'esperimento 'luminoso'.
1. La vittoria della squadra di casa nello sport nazionale e nella competizione più importante. Un film già vistissimo nel vituperato calcio (Uruguay 1930, Italia 1934, Inghilterra 1966, Germania Ovest 1974, Argentina 1978, Francia 1998), ma sempre con squadre che il Mondiale l'avrebbero potuto vincere anche in campo neutro. Situazione non rara nemmeno in quei festival dell'opinabilità che sono le partite di rugby (chissà se i neozelandesi avranno apprezzato la retorica di Invictus) o di pallanuoto, per non parlare del basket (l'Europeo greco del 1987 o quello tedesco del 1993 possono rendere l'idea). Meno vista in discipline dove l'arbitraggio conta meno (pallavolo) e nello stesso hockey, con l'eccezione di Squaw Valley 1960 e del Miracle on Ice del 1980 quando una squadra di livello non eccelso (in pratica una mista di due università) riuscì a battere la migliore Unione Sovietica di sempre in quella che fu la partita decisiva (ma non la finale, come in mille servizi si è sentito). I canadesi a Calgary 1988 finirono quarti, per dire.Va anche precisato che fino a Nagano 1998 ed al via libera della NHL ai suoi campioni l'albo d'oro va letto con l'asterisco, con tutto il rispetto per Makarov-Krutov-Larionov.
2. Un arbitraggio pro-spettacolo, per quel poco che capiamo. Pochissime penalità, come raramente accaduto in una partita di tale importanza, e tensione incanalata nel giusto modo fra super-professionisti che nella Nhl sono compagni o rivali. Golden goal da copertina del 'Next One' Sidney Crosby, visto meglio in altre partite e che nei tempi regolamentari aveva avuto un'occasione pazzesca per chiudere la partita. A 22 anni ha già una Stanley Cup da protagonista e un oro olimpico nell'Olimpiade di casa: probabile che in Canada sia a livelli di Klammer-Austria o di Senna-Brasile. 
3. Un hockey pulito e con contatti duri del genere onesto, contrariamente al luogo comune ed ai pareri di molti esperti che vedono nel Nord-America il demonio e nell'Est Europa la purezza tecnica. E' bello non essere esperti, a volte.
4. Un pubblico appassionato, come calore molto più simile al pubblico NHL di quanto quello del basket NCAA sia simile a quello NBA. Con un meccanismo di identificazione con i protagonisti che scatta più facilmente. Siamo devoti del dio basketball, al punto di seguire anche le partite della nostra serie A, ma l'ultimo dei ripetenti dell'ultimo corso serale di marketing noterebbe che nell'hockey ghiaccio un pubblico al 99% di bianchi segue uno sport con il 99% dei campioni bianchi mentre nel basket un pubblico al 90% di bianchi segue uno sport con i campioni al 90% neri. Noi non dobbiamo vendere prodotti e continueremo a guardare soprattutto il basket, ma qualche pensiero (cattivo) viene lo stesso.
5. Tutto è percezione. Di un primo ministro europeo presente alla finale del Mondiale in Sudafrica con la maglietta della Nazionale, mettiamo un Berlusconi o un Gordon Brown, penseremmo automaticamente che si tratti di un cialtrone che vuole cavalcare l'onda (lo pensammo a suo tempo anche di Pertini e Spadolini, non esattamente due appassionati di calcio). Vedere Stephen Harper, di solito ingiacchettata comparsa ai G-qualcosa, con la maglia della nazionale di hockey al pari di Mister Hockey Gordie Howe (uno che con i Giochi aperti ai pro avrebbe trascinato il Canada a cinque ori di fila) ci è invece sembrato naturale. Sarà la percezione, come per il disco.
stefano@indiscreto.it

39 commenti:

nanomelmoso ha detto...

direttore ieri sera mi sono appassionato di hockey molto più di quanto le partite di rugby del mondiale mi abbiano fatto appassionare a quello sport

GuusTheWizard ha detto...

@nano
.. comunque alla tua età la dovresti smettere anche con l'LSD.
Praticamente è come guardare la partita dal decimo anello di San Siro.

nanomelmoso ha detto...

guus sai che non ho capito?
anche mio padre non concepisce come non possa apprezzare il rugby ...

GuusTheWizard ha detto...

@nano
Diciamo che, a parte l'apprezzamento o meno del singolo sport, riuscire a vedere l'attrezzo di gioco dovrebbe essere un requisito minimo.

Christian T. ha detto...

Gran bella partita... segnalo il commento scandaloso della prima voce RAI (non ricordo chi fosse...), evidentemente buttato lì alla bisogna. Fortuna che l'ho vista poco prima in diretta... Si parla tanto di Crosby ed io lo apprezzo per carità, come fai a non apprezzarlo? Ma ieri la differenza l'hanno fatta altri Nash e Getzlaf in primis.

In Italia di hockey si è parlato solo per le origini italiane di Luongo... neanche una parola spesa per tutto il resto: dal backup figlio d'arte (anche olimpico) Brodeur dato per finito anni fa ed invece a 38 anni ancora tra i goalie migliori della lega, a Selanne che è entrato nella storia, alla Russia che ha buttato un roster da finale...

CT

Roberto Gotta ha detto...

@Stefano: condivido praticamente tutto di quello che hai scritto, anche se non so quale lezione ci sia in quella storia-marketing del pubblico di bianchi che segue uno sport per bianchi, dato che sono un po' rimbambito. Io il disco non l'ho mai visto nemmeno ieri, ma le partite della Coppa Spengler sulla tv Svizzera italiana nel periodo di Natale sono tra i ricordi più belli che io abbia. Quel che è curioso è che non ricordo se all'epoca il disco fosse visibile o no, ai miei occhi. Comunque, come dire, ho per l'hockey su ghiaccio una maschia (non fraintendete!) ammirazione, come ce l'ho per tutti gli sport di contatto, gli unici tra l'altro, oltre al baseball (ma pure lì c'è contatto sulle basi, e ci vuole un coraggio non comune per stare fermi e valutare la traiettoria di una pallina che ti passa a 20 cm dal corpo e può mandarti ko), che io segua.

Unknown ha detto...

Ciao Stefano,
non capisco il punto 4 (come credo Roberto), puoi spiegarti meglio ?

Più guardi partite di hockey, meglio vedi il disco. Forse, più che vedere meglio, riesci ad immaginare o prevedere meglio dove il disco può essere. Basta capire i meccanismi.

@Christian. Abbiamo avuta la fortuna in Svizzera di vedere dal vivo, tra gli altri, Nash e Joe Thornton durant il lock-out della NHL qualche anno fa. Anche se erano venuti in vacanza, spettacolari. Forte anche Parise e non sapevo che Stastny fosse figlio di quel Stastny

Gargaroz ha detto...

ma almeno dalla tribuna il disco si vede ???

Dane ha detto...

1) Io fin da bambino ho percepito al vittoria in casa come una vittoria con un rigore inesistente. Vabbè che normale non lo son mai stato, comunque io tifavo USA proprio per questo...
p.s.: sono rimasto deluso dal miglior regista mondiale in attività, a me Invictus ha fatto schifo. Così come mi fece schifo quel Mondiale di rugby, però almeno lo posso dire: con la Coppa d'Africa rischierei di passar per razzista...
2) Crosby è il tipico talento baciato da Dio, anche se per meccanismi mediatici ormai siamo nell'era del "sì, ma Gretzky era un'alta cosa!". Eccheppalle!...
3) Bèh, il tocco di velluto della vecchia URSS col disco sempre attaccato alla mazza come se avesse la carta moschicida non è un invenzione, però anch'io ho notato una partita ben diversa da quella che quasi tutti i media avevano presentato con "se le daranno di santa ragione"...
4) Direttore, scritta così pare quasi che il Canada abbia le frontiere chiuse all'immigrazione!... :-D
5) Direttore, non l'ha pensato solo lei: Pertini è stato un precursore del presenzialismo berlusconiano...

kalz ha detto...

@roberto, la Coppa Spengler durante le vacanze di Natale, al microfono Giuseppe Alberitni... questa non me la dovevi fare, è un colpo basso... ho un groppo in gola

Roberto Gotta ha detto...

@kalz: pure io avevo il groppo in gola nel ricordare, anche se non ricordavo che Albertini facesse pure quello che loro chiamavano, splendidamente, "disco su ghiaccio"... tornando in treno dopo non so quale partita degli Europei 2008 ho visto il palasport (si dice così?) dell'Ambri Piotta e mi ha preso un coccolone dall'emozione. Tra l'altro un ricordo associato a quelle Coppe Spengler era che spesso le guardavo mangiando carbone natalizio, dovevo essere un bambino indegno di regali veri!
@claude: vero, come nel football, conoscendo bene il gioco puoi prevedere e capire, ma non per nulla, purtroppo, io non vedo un sufficiente numero di partite di hockey. Mea culpa.
Vero, in Svizzera durante il lockout avete visto bella roba...

gareth ha detto...

Qualunque sia il giudizio di valore su Invictus (favoletta hollywoodiana a lieto fine, comunque con un interprete protagonista eccelso) non capisco cosa avrebbero da obiettare i Neozelandesi sulla sua retorica: chiedere aiuto ad un evento sportivo di portata mondiale per la costruzione dell'identità nazionale di un popolo (che guarda caso "aveva bisogno di sentirsi grande") è un cliché che poco dipende dall'avversario di turno, neanche troppo maltrattato (semmai si lamenteranno i Samoani, dipinti come fallosi e rissosi, secondo una nomea ben meritata). Quanto agli esempi dati dal rugby sulle vittorie in casa... più spesso è accaduto il contrario (l'Australia che vince i primi due mondiali "europei" e perde i due in casa, l'Inghilterra che vince il suo unico mondiale proprio in terra australiana, e via dicendo). Oltre al Sudafrica, solo gli All Blacks hanno vinto un mondiale organizzato da loro (per di più in compartecipazione con l'Australia).
Sull'invisibilità del disco dell'hockey, come ho già scritto in passato... sono contento che non sia un problema solo mio!!!

Unknown ha detto...

@Roberto. Conoscendo la visibilità dell'hockey in Italia é normale...Sarebbe interessante aggregare le migliori squadre italiane al campionato svizzero. Se ne era parlato qui, ma penso che fare dei campionati nazionali...extranazionali sia difficile. Nelle leghe amatoriali (terza lega mi simbra) però, il Varese partecipa al campionato svizzero (con buoni risultati mi pare).

Roberto Gotta ha detto...

@claude: grazie, non sapevo. Non riesco a seguire tutto quel che vorrei, dunque non ho titoli per esprimermi su cose che apprezzo ma non conosco.

kalz ha detto...

@Roberto, delle telecronache di hockey da parte di Albertini mi faceva impazzire quando davatni a risse omeriche con giocatori che si mazzolavano di brutto lui se ne usciva con "c'è una polemica in campo".
Lo stadio dell'Ambrì è la mitica Valascia... "ghiaccio bollente alla Valascia"

KBLondon ha detto...

Giudizi sul film "Miracle"? (Sugli eventi del Miracle on Ice?) Per grandissimo come quasi qualsia cosa con Kurt Russel e quasi tutti i film sportivi americani

Dane ha detto...

"Qualunque sia il giudizio di valore su Invictus (...) non capisco cosa avrebbero da obiettare i Neozelandesi sulla sua retorica: chiedere aiuto ad un evento sportivo di portata mondiale per la costruzione dell'identità nazionale di un popolo (...) è un cliché che poco dipende dall'avversario di turno"

E uno stikazzi non ce lo mettiamo?! Su quella finale si raccontano retroscena peggio di Germania-Ungheria del 54, sai che cazzo gliene può fregare ad un Jonah Lomu della "costruzione dell'identità nazionale di un popolo che guarda caso aveva bisogno di sentirsi grande"...

nanomelmoso ha detto...

a ok guus ho capito adesso :P

gareth ha detto...

[WALLABY SUPPORTER MODE ON ]Dane, mi spiace per Lomu ma i Neozelandesi sono talmente bravi a fallire sistematicamente in Coppa del Mondo, che non posso davvero credere che abbiano avuto bisogno di aiuti particolari per riuscirci anche nel '95! [WALLABY SUPPORTER MODE OFF]

GuusTheWizard ha detto...

@nano
Tranquillo, l'LSD l'hanno messo nell'acquedotto:
Stefano Olivari:"I nostri occhi relativamente vergini hanno visto diverse cose, tranne ovviamente il disco"
Roberto Gotta : "Io il disco non l'ho mai visto nemmeno ieri"
claude:"Forse, più che vedere meglio, riesci ad immaginare o prevedere meglio dove il disco può essere"
Gargaroz:"ma almeno dalla tribuna il disco si vede ???"
Gareth:"Sull'invisibilità del disco dell'hockey, come ho già scritto in passato... sono contento che non sia un problema solo mio!!!"

Grande Dane, che bevi soltanto Evian:
Dane:"della vecchia URSS col disco sempre attaccato alla mazza"

GuusTheWizard ha detto...

[SPRINGBOKS SUPPORTER MODE ON ]
po po-po-po po-po-po
[SPRINGBOKS SUPPORTER MODE OFF]

nanomelmoso ha detto...

io una partita di hockey delle minors americane l'ho anche vista dal vivo ...
ricordo solo un vecchietto che tirava su uno striscione quando usciva il puck dal campo.

E mi pareva di vedere bene anche il puck stsso in campo.

Dulcis in findus in publico abbastanz annoiato si svegliava solo quando c'era una scazzottata

Ataru ha detto...

@Gargaroz,
ho avuto la fortuna di essere presente alla finale olimpicadi 4 anni fa ed il disco si vedeva o almeno così mi è sembrato :)

Dane ha detto...

@Gareth: la notte di diarrea di quegli All Blacks di certo non li ha aiutati. In ogni caso avresti comunque straragione limitandoci all'analisi parziale che stiamo facendo, allargando il discorso su quell'altra coppa (che non si può analizzare pena l'accusa di razzismo...) qualche dubbio viene.
Io sono il solito dietrologo complottista, ma un Mandela che torna libero ed in un amen vince più coppe di Platini e Ronaldo mi ha sempre fatto pensare ad un bel film, prima ancora che ci arrivasse King Clint.....

@Guus: per anni ho creduto che i sovietici avvolgessero la mazza con carta moschicida invece che con mero nastro isolante.......

Roberto Gotta ha detto...

@tutti: ma certo che dal vivo il disco si vede... Io non ho visto molte partite, anzi ne ho viste poche e tutte in USA dunque in impianti grandi, credo che altrove sia più facile ancora vedere il disco.

Stefano Olivari ha detto...

Scusandomi per un accento (un'accento, dovrei scrivere per autopunirmi) scappatomi e colpevolmente non riletto, vorrei tornare sul punto 4. Ispiratomi da un recente articolo dello Sports Business Journal (al di là del nome pomposo, è poco più di un aggregatore di pezzi altrui), in cui si analizzavano le potenzialità pubblicitarie della NHL, delle leghe pro statunitensi l'unica in cui la composizione razziale del pubblico corrisponde a quella dei giocatori (in parte è secondo me così anche nella MLS, con diversa composizione razziale ed un più che proporzionale presenza latina rispetto alla popolazione)...da questo discendono considerazioni finanziarie (per dire, secondo il censimento del 2006 i cosiddetti 'bianchi' hanno un reddito medio di circa il 30% superiore a quello dei 'neri' e del 10% inferiore a quello deglio 'asiatici': classificazioni spesso arbitrarie, ma in qualche modo i dati vanno raggruppati) e sociali che per chi deve vendere qualcosa hanno una certa importanza...

jeffbuckley ha detto...

io il disco l'ho visto sempre abbastanza bene ma il punto secondo me non è quello. per me è uno sport, come dire, troppo frenetico, dove non si capisce bene la tattica ed è difficile apprezzare i gesti tecnici (se va bene il giocatore "maneggia" il disco per due secondi, ma forse dico così solo perchè lo vedo pochissimo). nonostante l'indubbio pathos della finale olimpica, della sfida usa-canada etc... ogni tanto cambiavo canale... lo sport meno guardabile in tv per me resta comunque la pallanuoto, al cui confronto i gp di formula 1 sono adrenalina pura...

Tani ha detto...

Oggi, passato l'effeto grappa+birra, prometto che non vi canto l'Inno canadese..:-)))

In primis, mi congratulo con Stefano per come e' riuscito a percepire il clima del hockey e quello che lo circonda qui in Canada anche a 10,000 km di distanza.

"I nostri occhi relativamente vergini hanno visto diverse cose, tranne ovviamente il disco. Perché nessuno in televisione l'ha mai visto, diciamo la verità, nemmeno ai tempi dell'esperimento 'luminoso'."

Sara che io non ci faccio mai caso, ma non mi è mai sembrato di avere il problema di non vedere il disco sia in TV sia all'arena (quelle poche volte che ci vado). Non solo si vede, ma anche si sente il contato con lo "stick". Non conosco l'hockey meglio di voi che scrivete qui, ma quello dell'"invisibilità" del disco mi sembra un non-problema.

1- Il secondo oro in quattro edizioni con i giocatori NHL protagonisti, sta lì a dimostrare che veramente, "This Is Our Game".

2-I due arbitri di ieri (Bill McCreary e Dan O’Halloran) erano canadesi, cosi come uno dei linesman. GOMBBLOTTO!

In quanto al Crosby, i Dei dell'hockey hanno scritto il suo destino. Crosby può smettere domani ed è già entrato nella legenda per i canadesi. Ma come sempre gli episodi che ti cambiano la vita. Anche quella di un fuoriclasse. Deludente fino al quel goal in OT. Con l'occasione riportata da Stefano sprecata malamente. Uno degli amici con i quali vedevo la partita ieri dice "Is Sidney drunk today or wha..." Non riesce a finire la frase che lui trova l'angolo impossibile.
Concordo comunque con chi scriveva che il miglior canadese di questi giochi è stato Nash. Con Miller meritatissimo MVP.

3-Anche se l'hockey NHL è più "sporco" di quello delle Olimpiadi. Detesto i cazzotti che si danno. Il pubblico va pazzo(sono cazzotti veri, mica quelli da wrestling) ma a me sembrano barbarie inutile. Nemmeno la morte di giovani atleti riesce a cambiare questa "tradizione". Se mi sente Don Cherry adesso mi dirà " There is no place for pussy on the ice. Get out". Ma in fondo cosa ne sappiamo noi europei. This is Their Game.

4-I Toronto Maple Leafs stanno alla Stanley Cup come l'Inter sta alla Champions League. Eppure sono la franchigia più ricca dell'intero NHL. ACC tutto esaurito, con calcoli che danno la spesa di una famiglia per una partita intorno ai $400. I Leafs potranno sparire domani mattina. I torontoniani staranno la ad aspettare un altra squadra, perche per loro prima viene hockey, poi i Leafs. This is Their Game.

5- Di solito vedere Harper esprimere un'emozione, è come sentire il Papa bestemmiare in diretta mondiale in Piazza San Pietro. Andreotti nei suoi confronti è uno scalmanato. Ma ieri era tutto naturale. Cosi come Jack Layton (il Bertinoti canadese) era al Gretzky's mischiato con la folla a vedere la partita. E non era ruffianeria. Semplicemente "This Is Their Game".

victor ha detto...

Dal vivo il puck si vede (quasi sempre...), almeno parlo per esperienza diretta alle partire delle olimpiadi di Torino 2006. In TV è un'altra storia... forse con l'alta definizione si potrà migliorare qualcosa in fatto di nitidezza, ma resta pur sempre il problema del cambio di ripresa da una camera all'altra, della regia ecc. ecc. Naturalmente i replay aiutano! ;-)

Simone ha detto...

L'ultima cosa che si deve fare guardando l'hockey è cercare il puck:sarà lui che si farà notare,seguendo i movimenti velocissimi dei giocatori.
Straquoto sulla bellezza della partita di ieri sera,giocata in un ambiente perfetto e con la giusta enfasi.
Penso che Kane diventerà un giocatore incredibile,epocale.

@Roberto Gotta:ola!
Anch'io sgranocchiavo il carbone nerissimo e lo preferivo al novantanove per cento dei regali che ricevevo.
Per l'entusiasmo del mio dentista...

@Tani:in Footlandia è meglio oscurare l'evento per evitare qualsiasi paragone.
Impraticabile ed umiliante.
L'anno scorso la Stanley Cup è stata meglio delle Finali Nba:lo scenario potrebbe ripetersi anche stavolta...

Stefano Olivari ha detto...

Lo sviluppo del gioco è comunque bellissimo, anche a livelli più bassi (soprattutto quando il fuorigioco non viene valutato al centimetro), a volte la differenza di guardabilità la fa la monocamera manovrata da uno che si muove a scatti...

Italo Muti ha detto...

@Simone
Sia mai che nel mondo del football s'impari qualcosa, dal fatto che non si è gli unici a fare uno sport a prescindere dal popolare.

A me l'hockey piace moltissimo, metafora della crescita?

@Roberto Gotta
E con il carbone natalizio sono il terzo, facciamo un gruppo su FB?
Il disco, alla Albertini, si vede benissimo dal vivo, concordo, in più c'è l'enfasi, the heat of the moment per dirla con gli Asia.

@Tani
sarei venuto volentieri con te al pub, deve esserci stata un'atmosfera bellissima.
Italo

Simone ha detto...

@Italo:ci sono dei momenti di comicità involontaria.
Come quando hanno ripreso la notizia delle hockeiste che festeggiavano esibendo il cubano da parata:non penso che questi signori abbiano mai visto il post gara di una squadra professionistica nordamericana vincitrice di un titolo...

Italo Muti ha detto...

@simone
Siamo il paese, oltrechè dell'otto settembre, anche di dada tracta est,. All'estero non lo avrebbero violentato in questa maniera, come se fosse una striscia bianca in mezzo ad una distesa di carbone nero. La difference.
Italo

Christian T. ha detto...

@KBLondon: Miracle è fatto molto bene, devo dire che mi è piaciuto nonostante partissi prevenuto. Ma viene sicuramente dopo Slapshot e la sua apologia dell'enforcer... figura ormai scomparsa :-(

@jeffbuckley: se in campo ci sono Nash o Malkin i gesti tecnici li noti... più difficile è vedere i vari screen in difesa... ma per quello ci sono i replay dei goal :-P

@tutti sulla questione del puck. Ci sono due modi di dire molto famosi a riguardo:
- "ma non crederete mica alla storiella del puck?"
- "state alla larga dalle risse, potrebbe scoppiare una partita di hockey".

CT

nanomelmoso ha detto...

Italo siamo il paese del nichilismo perfetto dello sfasciamo e del tanto peggio tanto meglio La domanda è come invertire la tendenza

Dane ha detto...

Gotta&Friends, io e i soliti amici della combriccola alcoolica dai tempi del liceo organizziamo tutti gli anni un ritrovo a base di mangiata di carbone collezionato durante le feste natalizie. Prima si teneva il 5 gennaio, poi si è deciso di spostarlo al primo week-end dopo l'Epifania in modo da approfittare dell'ultima raccolta della Befana (e soprattuto dlele svendite dei negozi nel post-Epifania: sì siamo dei pezzenti, ma la tradizione è nata al liceo, dov'eravamo tutti squattrinati tra Nike Air Jordan, San Siro, Palalido, tavole Powell Peralta, Lewi's 501 e focaccia cotto&maionese al bar della scuola.....).
Per l'anno prossimo siete tutti invitati.....

delgiu ha detto...

@Christian Tugnoli: solo per dire che il telecronista (?) della finale era Barnaba Ungaro, che ho spesso ascoltato in radio. Al di là della performance scadente, è un buon conoscitore degli "sport minori" (chiedo pietà) e se non erro ha lavorato nella Federhockey. Non credo all'incompetenza, piuttosto cominciare con una telecronaca della finale olimpica non è cosa da poco, ecco. Da notare la nuova scelta masochista della RAI, che non ha messo al microfono Stefano Bizzotto, il maggior esperto (l'unico?) di hockey su ghiaccio tra i vari tuttologi italiani.

Christian T. ha detto...

@delgiu: infatti mi aspettavo Bizzotto e non ho capito il motivo dell'assenza... l'hockey è il suo territorio.

Non conosco questo Ungaro, mea culpa, ma ha buttato là una serie di sfondoni paurosi. Probabilmente è come dici tu e aggiungerei che magari non segue assiduamente l'NHL. Un po' come se io commentassi la finale del campionato italiano che non so neanche quali sono le squadre...

CT