Il dramma e la gioia di Kerry Meier

di Roberto Gotta
Un contrasto che ha fatto davvero male, quasi da brividi, a prescindere da qualsiasi forma di retorica. Nove giorni fa moriva a soli 26 anni nell'Arkansas, durante un'escursione, Dylan Meier, l'ex quarterback dei Rhinos Milano, stimatissimo da tutti coloro i quali l'hanno conosciuto e incontrato.
Sabato, il fratello Kerry, ricevitore proveniente da Kansas (grande rivale della Kansas State dove aveva giocato Dylan), veniva scelto al quinto giro (numero 165) del draft NFL dagli Atlanta Falcons. Il tempo di una breve soddisfazione nel vedere riconosciuti anni di sacrifici, poi lunedì il funerale di Dylan. Che aveva scelto di trasferirsi ad insegnare nella Corea del Sud, ma prima di partire aveva voluto attendere il draft proprio per poter festeggiare assieme al fratello. Kerry ha esultato a modo suo, una volta ricevuta la notizia della scelta da parte dei Falcons, squadra nella quale ha buone probabilità di entrare nel roster e guadagnarsi così da vivere con il football, come del resto aveva già fatto il fratello maggiore Shad, ex Kansas State, e nella NFL con Tennessee e Saints, prima di diventare agente immobiliare: come ha dichiarato al quotidiano Atlanta Journal-Constitution, «la morte di Dylan è stata un'esperienza surreale... E' come se io mi aspettassi ancora da un momento all'altro di vederlo entrare dalla porta con quel suo solito sorriso... Se io sono la persona più felice che ci sia [per la notizia della scelta nel draft, ndr], lui è di sicuro la seconda persona più felice. Mi ha aiutato a superare tanti brutti momenti nella mia vita, quando avevo bisogno di qualcosa lui c'era sempre, mi ha insegnato come si gioca a football. E ora voglio proseguire la mia carriera in suo onore, e continuare a giocare bene, come faceva lui».
Meier aveva iniziato a Kansas come quarterback, dopo uno stop iniziale per una cura ad un problema cardiaco, ma dopo una sola stagione era stato retrocesso a numero due del ruolo, anche per problemi fisici verificatisi durante gli allenamenti in agostospostato al ruolo di ricevitore. Da un estremo all'altro: invece di essere lui a lanciare, era diventato uno dei terminali preferiti dal suo successore nel ruolo di Qb, Todd Reesing, anche se aveva potuto giocare qualche tratto di gara come vice-Qb e completato 25 passaggi su 29 tentati per 275 yards e 3 touchdown. Quella 2007 fu la migliore stagione nella storia dei Jayhaws, un'annata nella quale tutto girò nella maniera migliora per una squadra assolutamente non abituata al risalto sul campo da football: discreta tradizione, ma soffocata dalla forza e dal peso sportivo e politico di quella in campo cestistico, che non casualmente fu arricchita nell'aprile successivo dal titolo NCAA vinto alla Final Four di San Antonio. Meier nel 2007 ebbe 26 ricezioni per 274 yards e 2 TD, nel 2008 97 per 1045, partendo titolare in 12 partite su 13 nel ruolo di ricevitore interno (all'esterno giocava Dez Briscoe, scelto pure lui nel draft 2010, al numero 191), nel 2009 102 per 985 yards e 8 TD, aiutato anche dal tipo di attacco, la spread offense, particolarmente volto al lancio. Ha inoltre fatto il punter e l'holder, cioé il giocatore che tiene ferma la palla per il calcio del kicker. Una sua ricezione contro Iowa State divenne la splendida foto di copertina di un numero del settimanale Sports Illustrated di quel 2007. Formidabile quell'anno, come la voglia di football di Kerry, che alla faccia degli stereotipi sui wide receiver dalla pelle bianca era il migliore atleta dei Jayhawks, nel ruolo, e alla NFL Combine, l'esame atletico e attitudinale dei giocatori candidati al draft, ha avuto un tempo sulle 40 yards, la distanza standard per questi test, superiore a Briscoe.
Roberto Gotta
(per gentile concessione dell'autore, fonte: Vecchio 23)

8 commenti:

Simone ha detto...

Storia crudele e assurda.
Ho sempre osservato con stupore i test Nfl sui giocatori:nei giochi,loro e l'Nba hanno qualitativamente gli atleti più dotati del lotto.

Roberto Gotta ha detto...

Stupore, sì, caro Simone. A volte esagerano pure...

Simone ha detto...

@Roberto Gotta:logicamente è tutto talmente estremo da non consentire voli pindarici sull'argomento.
Fa parecchio cybersport,ma con un retrogusto spietato(senza le scorciatoie ambientali del nostro mondo)che affascina.

Italo Muti ha detto...

@Simone
E' il retrogusto spietato dell'America profonda, che tu peraltro conosci bene. No grey, taht's all.

@BobtheOne
Amazing and terrible.
Is there anything else than America?
Bye

Italo

Simone ha detto...

@Italo:lo so,è il solito discorso.
Alla fine loro sono giovani e figli di Marte.
Noi siamo antichi ed affascinati da Venere.
Nei momenti di crisi sono meglio,nei giorni fortunati invece abbiamo una marcia in più.
Bisognerebbe mediare le due tendenze...

Italo Muti ha detto...

@Simone
Figli di ares o di Marte poco importa, noi riusciamo a copiare male gli aspetti negativi, senza trarre forza dalla nostra tradizione storica(non dico millenaria, poi alla fine finisci male). Avere forza dalle nostre base ferme e montarci sopra delle strutture più agili e futuribili.
Ciao spirito della notte che non dorme mai.
Italo

Simone ha detto...

@Italo:yes,concordo.
Il nostro problema è sempre lo stesso:la rimozione delle macerie di ogni tipo.

Roberto Gotta ha detto...

@Simone, Italo: parlate italiano sennò non capisco, ho il cervello grande come un coriandolo!