di Tony Naro
Una rubrica per spiegare il calcio della Capitale a chi ne parla solo per fatti di cronaca nera...
Da mesi il direttore (da amici scherziamo, come si fa a dirigere...nessuno?) di Indiscreto ci tormenta chiedendoci interventi dal di dentro sul calcio a Roma, lo accontentiamo con pseudonimo anche a causa del possibile licenziamento da parte della nostra azienda. La spinta è venuta dal constatare su vari media (anche su Indiscreto) la scarsa conoscenza di cosa rappresenti il calcio a Roma, uscendo dalla cronaca degli accoltellati e degli scontri. Il calcio a Roma non è solo la discussione becera su quanto ruota intorno al pallone, che peraltro dà di che vivere ad almeno dieci radio e a centinaia di pseudogiornalisti (apparteniamo alla categoria, sponda laziale), ma è un fenomeno sociale che va al di là di scudetti o risultati. E' appartenenza e al tempo stesso trasversalità, con il fatto sportivo che qui davvero è solo un pretesto. Cercheremo di spiegarlo a chi vive a Milano o in altre città: senza slogan localistici o vittimismi. Ma anche senza fare di tutta l'erba un fascio, visto che per Roma la Roma ha un significato molto diverso rispetto alla Lazio. Immaginiamo che a Torino non ci siano classi con due bambini torinisti e venticinque juventini, quindi il punto di partenza è senz'altro diverso. Il punto d'arrivo sono le sentenze soft della giustizia sportiva, le giustificazioni degli esponenti di ogni parte politica, il ruolo ambiguo del Coni e Di Canio che giustifica i pollici all'ingiù di Totti (siamo d'accordo con Di Canio e non certo per stima nei confronti di Totti). Capire Roma è difficile, ma ci si può anche provare.
Tony Naro
26 commenti:
Leggerò con piacere la rubrica. Osservo solo che ormai è tutta una cosa di coltellate e quando va bene di gestacci. In questo Roma si è perfettamente allineata all'incanaglimento generale del clima. Da milanese, ho nostalgia per il vecchio tifo della capitale a base di sfottò. Per intenderci, quello che obbligava l'illustre avvocato, romanista o laziale che fosse, ad andare a prendere il caffè in mutande per ottemperare a una scommessa persa sul derby.
p.s. Per i cinefili, vedi alle voci "Mario Carotenuto" e "La 100 chilometri"
Forse quell'epoca non è mai esistita, in nessuna città. Ed il calcio è ormai l'unico motivo per cui ogni tre giorni migliaia di persone di danno appuntamento...
E' appartenenza e al tempo stesso trasversalità, con il fatto sportivo che qui davvero è solo un pretesto.
FRASE FATTA CHE SI DICE ANCHE A FIRENZE, PER ESEMPIO, E DI CERTO. CREDO COMUNQUE CHE VADA BENE ANCHE PER NAPOLI, VERONA, MILANO GENOA & C.
Maximiliano, tu sei il sopravvissuto di una notte di follia. Hai avuto paura di morire?
“Sì, per qualche minuto. Ma me la sono cavata”.
Cosa ricordi di quei momenti?
“Tutto, sono rimasto cosciente”.
Sei stato aggredito alle spalle, quanti erano?
“Non lo so, non li ho visti, è stato un attimo”.
Cosa pensi dei tuoi aggressori?
“Niente, che devo pensare?”.
Potevano ucciderti...
“Allora? Dovrei dire che sono infami, pezzi di merda? No, allo stadio le coltellate si prendono e si portano a casa”.
COME SI PUò GIUSTIFICARE CON appartenenza e al tempo stesso trasversalità?
Ho uno stupendo ricordo di quando ero bambino: anni '70, un Milan - Lazio a San Siro e un tizio di Roma che girava sugli spalti (a prevalenza rossonera, s'intende, ma era una zona di famiglie e non certo di ultras) a distribuire un foglietto che riportava un poemetto satirico intitolato "La Chinaglieide". Credo che Kalz intendesse quello quando parlava di spirito del tifoso romano.
In una delle innumerevoli trasmissioni televisive (forse 7 gold) ho incrociato un opinionista (non so onestamente il nome) che diceva (prima che venissero emessi i provvedimenti per i fatti di Roma):
"Non credo che vieteranno le trasferte ne' ai laziali ne' ai romanisti...
Le trasferte si possono vietare solo in base alle tifoserie...come fai ad impedire a 18.000 tifosi (i romani a Bari) la trasferta?"
Proprio un bel discorso da fare...praticamente chi è più forte, violento, becero può tutto...fare trasferte, non fallire etc, etc...
Questo è quello che ci meritiamo nell'Italia di oggi.
Saluti a tutti
@Direttore, può essere che sia come dice lei, ma a me qualche dubbio rimane. Sa quelle cose che ti restano in testa fin da bambino? Un po' come quell'idea di un tempo in cui non c'era bisogno di tenere divise le tifoserie sugli spalti, che anzi si mischiavano sulle gradinate. Ogni tanto qualche vaffa, al massimo un paio di esagitati che venivano alle mani e che venivano subito divisi dai vicini. Poi tutti si risedevano e continuavano a guardare la partita .
Vivo a Roma, ogni anno noto che andare allo stadio è sempre più pericoloso. Si respira da tempo una brutta aria vicino all'olimpico, con la sensazione della caccia al tifoso in trasferta ... ma i problemi non si risolvono se la Polverini (solo per fare un nome, ma se ne potrebbero fare tanti altri), in piena campagna elettorale va tra gli ultras della lazio e della roma. Così si legittima tutto
@ Mizio 71
Ecco la visita di quella persona è la pura e semplice legittimazione di quella gente che poi ti dichiara che prendere/dare coltellate allo stadio è una cosa normale. Fornisci loro uno status di gruppo sociale importante ai fini elettorali a cui poi inevitabilmente e indirettamente dovrai scendere comunque a patti. Diciamolo chiaramente voi ce lo vedreste un Formigoni qualsiasi presenziare alla riunione dei Boys/Irriducibili o dei Commandos? Siamo seri
@ felix
beh forse ti sfugge la mostra sulle curve nord e sud di milano che c'è appena stata, organizzata in primis da soggetti diffidati e inquisiti per ricatti alla società milan, che ha avuto il patrocinio di comune, provincia, regione e ministero della gioventù. e con formigoni alla presentazione
http://www.curvanordmilano.net/pub/curva/modules.php?set_albumName=album24&id=0_25&op=modload&name=gallery&file=index&include=view_photo.php
@ Spillo
Ci avevo pensato ma onestamente non mi sembra ci fossero soggetti diffidati o quanto meno non lo sapevo. Se fosse così mi cospargo il capo di cenere.
Sul clima che si respira negli stadi in genere la situazione è peggiorata ma direi non piu' di tanto riespetto ai primi anni 80. Allora bambino mi ricordo Derby di inaudita violenza chiavi inglesi (Hazet 36) all'interno di San Siro e coltellate e razzi sparati a volontà (Paparelli e Fonghessi sono di quegli anni).
I puncicatori in servizio permanente effettivo pero' sono solo in un contesto ben preciso salvo poi ammettere (come ho fatto in un post precedente) che il coglione che spranga il romanista fuori dal pub ce lo abbiamo anche a Milano
1) Vivendo a Roma da molti anni ho ben presente il fenomeno. La verità è che la parte peggiore del tifo è ben coperta da quel ventre molle politico e istituzionale a cui fa riferimento Tony Naro.
2)D'accordo con Stefano sul fatto che non sia mai esistita un'età dell'oro in ambito di tifo. Proprio stamattina avevo tra le mani il libro di Mariottini "Tutti morti tranne uno" in cui un capitolo era dedicato alla morte di Paparelli. Le cronache di giornali di quella giornata fanno rabbrividire per quanto assomigliano a quelle di due giorni fa.
Ma criminalizzare la cornice del derby di Roma di ieri e di oggi non ha senso: a Torino trent'anni fa come in tempi recenti non si scherzava affatto....
Porto una divisa per mestiere e, anche se non mi occupo di stadi per lavoro (li frequento però nel tempo libero), questa situazione mi ha rotto le scatole. Il connubio politica - ultras é evidente (tutti ricordiamo le foto della Polverini in curva, giusto per citare l'ultimo episodio), e la tessera del tifoso, fino a quando non verrà resa indispensabile (e quindi si chiuderanno gli stadi di chi non la adotta) é uno specchietto per allodole. Questi gruppi organizzati non fanno nulla per nascondersi, anzi: la soluzione sarebbe, ad esempio, creare il reato di associazione per delinquere a fini di sostegno e partecipazione ad eventi sportivi: é vero che provare un'associazione per delinquere é una delle cose più difficili che possa capitare ad un PM (e ai poveri cristi di Ufficiali di PG delegati per l'indagine) ma qui tra blog, fanzine, facebook eccetera il lavoro sarebbe molto più semplice. Mandiamoli poi in galera a scontare e, per aiutare le economie dei Paesi emergenti, esportiamo detenuti impegnandoci come Governo a pagare una retta equa e mandiamoli un paio d'anni in un carcere libico, ad esempio. Basta mandarcene una decina, e avremmo chiuso. Per esperienza nessuno va volentieri in galera, e la prospettiva di due anni in un carcere da "fuga di Mezzanotte" farebbe rinsavuire anche l'Ultras più sfegatato. E le Libia è un Paese amico, alleato e che rispetta i diritti umani, visto che ci abbiamo firmato un trattato di pace, alleanza e collaborazione. Il fatto é che a livello governativo si preferisce avere questa gente chiusa negli stadi piuttosto che in giro a pestarsi per la politica. La violenza negli stadi ha il pregio di avere un calendario e di essere, quindi, del tutto prevedibile. E quindi è considerato il male minore: tanto, all'ospedale ci vanno di solito gli ultras (demenziali le dichiarazioni dell'accoltellato dell'altra sera, della serie hanno fatto bene, l'avrei fatto anche io se avevo il coltello dalla parte del manico) o i poliziotti (che tanto lo fanno per lavoro, e che vogliono che tanto mica hanno il pensiero della cassa integrazione) e, a volte, qualche povero cristo che resta coinvolto senza volerlo (ma in fondo, se vai allo stadio, anche te sei un po' esaltato...)
La distribuzione degli acefali è abbastanza equanime a tutte le latitudini ed in tutti i ceti sociali, ma la sensazione è che a Roma il tifo non sia un'aspetto ludico ed esterno dell'esistenza, ma una componente osmoticamente compenetrata con le altre (componenti) della medesima(l'esitenza). A Brescia, allo stadio, ho dovuto nascondere il cuscinetto nerazzurro, dopo aver visto una famigliola, di persone, non di funghi, minacciata di rappresaglie, da parte di un capo ultras locale, se avesse osato esultare in caso di gol nerazzurro. A Cagliari son stato pesantemente apostrofato e minacciato per aver esultato ad un gol della mia squadra, ma subitaneamente difeso da altri tifosi cagliaritani più affezionati alla libertà di espressione. A Roma, avendovi lavorato per lungo tempo, mi è capitato di andare a chiedere un biglietto per Roma-Inter di Coppa Italia, negli anni novanta, mi pare, in un Roma Club, mi pare dalle parti del Trullo. Dei due soggetti presenti in loco, uno mi ha guardato come fossi un matto, l'altro mi disse: 'Che me prendi per culo? Si nun te ne vai....' Nulla di terrificante, ma sintomatico di un clima e sufficiente a far capire come sia considerato il tifo a Roma. Non fermandomi mai per i week-end, non ho mai avuto occasione di andare all'Olimpico, ma certo l'esperienza che ho citato, in aggiunta alle precedenti, mi avrebbe sconsigliato ad andare a vedere un Roma-Inter da cane sciolto. Sarebbe stata una paura infondata? A Tony la risposta, se vuole.
"Il calcio a Roma non è solo la discussione becera su quanto ruota intorno al pallone, che peraltro dà di che vivere ad almeno dieci radio e a centinaia di pseudogiornalisti (apparteniamo alla categoria, sponda laziale), ma è un fenomeno sociale che va al di là di scudetti o risultati. E' appartenenza e al tempo stesso trasversalità, con il fatto sportivo che qui davvero è solo un pretesto."
Fumosi alibi, frasi fatte che da quando siamo nati sentiamo ripetere in ogni città, da Belgrado a Buenos Ayres...
"Cercheremo di spiegarlo a chi vive a Milano o in altre città: senza slogan localistici o vittimismi."
Qua nella civiltà non abbiamo bisogno di farci spiegare nulla, che Roma l'abbiamo capita benissimo. Forse è Roma che avrebbe bisogno di capire la civiltà, quindi se proprio volete spiegarci qualcosa, spiegateci perché i romani non pagano mai per le proprie vergogne...
Come si vive il calcio a Roma ? Dov'è la diversità di Roma ? Immaginatevi un Balotelli giallorosso, magari nato a Zagarolo, che fa gli occhi dolci alla Lazio indossandone la maglia in pubblico. O anche viceversa. Immaginatevi poi il balotelli filo laziale di zagarolo che getta via la sacra maglia della maggica a seguito scazzo in tempo reale con la sud. Ecco, immaginatevi. E basta. Perchè a quelle latitudini certe cose possono essere immaginate solo a livello di fantascienza.
sono pur sempre quelli del derby sospeso per notizie false eh, anche quello caso unico a livello mondiale credo
axel: mi immagino un Lakers-Clippers, un Rangers-Islanders o un Giants-Jets sospesi con le stesse modalita'
Leggerò con interesse i pezzi sulla romanità, ammetto che gia solo il concetto stesso mi intristisce ma sono aperto ad ogni confronto. Però non posso dimenticare che sto scrivendo da bergamo e la squadra della città pur essendo discretamente gloriosa gode di un trattamente da serie B... Poi uno sente Totti delirare e si stizzisce.
concetti quali appartenenza mi fanno venire l'orticaria. A maggior ragione applicate al calcio.Le cose dette possono tranquillamente esser applicate ad altre tifoserie e città. tutti si sentono unici. Le cose, invece, stanno in un altro modo.
A me pare che questa differenza tra Roma è il resto d'Italia sia proprio evidente. Non che nel resto dell'Italia gli ultras e i violenti siano perseguiti con fermezza. Ma a Roma non ci provano nemmeno. E il problema resta sempre uno: il sistema. Perche quando vedi che danno 40.000 euro di multa alle due squadre ma nessun provvedimento disciplinare, credo che le altre 18 squadre di serie A dovrebbero quantomeno incazzarsi. E invece no. E allora sei sicuro che a Roma sono davvero diversi. E sono curioso e aspetto di leggere i perche di questa diversità. Che magari poi mi iscrivo alla Lega Nord.....
certo capire aiuta sempre le menti curiose ... ma non cambia la sostanza da tantri troppi anni l0immagine che si ha del publico del derby di roma è quello di gladiatori spadaccini che se le danno e la cosa non è molto accettabile ne comprensibile
La diversità di Roma... sì, sapendo di farla sempre franca, più incivili, ma l'avevamo già capito.
Un mio conoscente seguì l'Inter '89-'90 nelle tribune di tutta Italia, ma l'unico posto dove venne "sputazzato" fu la tribuna d'onore a Roma.
Roma caput mundi, di questo mondo direi che ne è proprio degna.
Solo per segnalare che le due "civilissime" tifoserie di roma e lazio potranno seguire le loro squadre nelle prossime trasferte. Questa è la saggia decisione
"... fenomeno sociale che va al di là di scudetti o risultati. E' appartenenza e al tempo stesso trasversalità..."
Ma parli seriamente? Neanche i compagni anni settanta erano così fumosi. Che ognuno si scelga i suoi idoli e le sue manifestazioni di idolatria, ma nun ce sta a cojonà, pls.
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