L'ultimo vero sport

di Simone Basso
La strada Giardino, scenario maestoso con la cornice di una folla straripante, spalanca le porte al Monte Grappa e alla settimana Messner del Giro d'Italia. Con tutti i distinguo, che proporremo in seguito, stiamo vivendo una delle edizioni più belle ed incerte dell'era moderna.
Corsa rosa parecchio gialla, non solo per l'incertezza del finale (Agathie Christie docet) ma soprattutto per lo stile pirotecnico della contesa; che sembra una riedizione di alcune annate del Tour anni ottanta, come i massacri divertiti dell'83 e dell'87. Palio privo di un faro, quindi combattuto e reso durissimo anche dalle restrizioni evidenti ai rabbocchi: scendendo la Cadorna, verso l'Asolo che in cuor gli sta, Squalo Nibali entra finalmente nell'immaginario concreto del pubblico che segue, più o meno distrattamente, il ciclismo dei grandi eventi. La Mestre-Monte Zoncolan, la tappa più dura dell'anabasi rosa, è stata troppo per i denti di Vincenzo ma quell'esibizione funambolica (alla Nencini) è una promessa di giorni di gloria springsteeniani; poi la curiosità di testare a ogni picco i cosiddetti big, dopo la Caporetto del dì aquilano, è veramente ai massimi livelli.
La ciliegina sulla torta sarebbe ammirare a Verona uno che sul podio più alto non parli spagnolo, annoiati dalla prospettiva del trionfo finale di un Arroyo qualsiasi, quello sbagliato: David non è infatti Angel, il diesel della Reynolds che proprio nel 1983 arrivò a una salita (in più) da una Grande Boucle vinta. Dimenticato dagli "storici" degli sfregaselle, l'iberico fu l'apripista della new wave di Picassolandia, primo capitano del gruppo Echavarri; l'anno prima di quel Tour perse al pisciatoio una Vuelta strameritata, sintomo di un ruolo (quello del magnifico perdente) che sopportò con la grinta dei tenaci.
La Zomegnana sembra comunque scivolare, per fortuna sua e nostra, verso una recita dal fascino sicuro: il figliol prodigo Basso e Cappuccetto Iridato Evans come attori principali; Bitossino Scarponi, il lupo Vino e la nonna Sastre co-starring. Ieri, salendo il moloch della Carnia con lo sguardo lisergico, siamo rimasti sorpresi della consuetudine meravigliosa dei gesti pedalati: c'erano centocinquantamila indiani, il Corona vero e il boato della montagna sacra. Quando poi finiremo di parlare di stadi all'aria aperta ma, ribaltando finalmente la prospettiva escheriana, di terza dimensione ciclistica autentica (quella rituale, selvatica e irriproducibile altrove), sarà sempre troppo tardi.
Tecnicamente ci aspettano ancora tre frazioni di pesantezza inaudita: potremmo vedere il 14 Luglio 1789 su asfalto oppure, vista la stanchezza dei protagonisti, la classica montagna che partorisce un topolino. Se poi ai media interessano l'acqua calda (tipo le "clamorose" rivelazioni di Landis) o il capovolgimento della realtà (da ricovero immediato il Riccò intervistato da La Stampa che definisce monotono questo Giro..) sono affari loro: le visioni infangate del Chianti, quelle wagneriane del Grappa e mahleriane dello Zoncolan ci consegnano l'ultimo vero sport (antispot) dello scibile moderno. Malgrado Don Rodrigo e i bravi, ovvero l'Uci, felicissimi del Tour of California: concorrenza veramente sleale, sponsorizzata dai nuovi faraoni e con la partecipazione della crema dei Tourannosauri. In un mondo perfetto un Modigliani come la rosa 2010 andrebbe protetto e coccolato, in questo (tra un Bernie Madoff e l'altro) ci tocca navigare a (s)vista.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)

6 commenti:

king ivan ha detto...

Fantastique :).

Gran Giro, dedicato ai "c'era una volta" e magari anche ai nostalgici di Torriani..

Silvano65 ha detto...

Devo essere sincero: mi é venuto un tuffo al cuore, domenica, vedendo tutta quella gente sullo Zoncolan. Non per la folla in se stessa, ma perchè quella gente si è fatta dieci km a piedi per arrivare lassù, e c'é rimasta delle ore, sotto il sole, per vedersi alla fine cinque minuti di corsa. Il ciclismo ha dentro qualche cosa che gli altri sport non hanno, e la speranza è che non cerchino di ucciderlo con idee strampalate: é uno sport dove la tradizione, la Storia contano moltissimo. Coppi, ancora oggi, é lo sportivo più popolare d'Italia. Gli appassionati una corsa a tappe in California non la capirebbero per il semplice fatto che Coppi, in California, non ha mai corso. Va bene innovare, ma lasciare il solco consolidato ha rischi pesanti: se il grande pubblico non segue, finisce anche il businnes. Si è visto con il soccer: miliardi investiti per coinvolgere gli americani, ma a questi non frega un tubo. In compenso, se spompi gli atleti in California, cosa ti trovi nelle Grandi Classiche Europee, che sono quelle che tirano avanti il Movimento?

Leo ha detto...

Sottoscrivo in toto il commento di Silvano. Al di là del giro, finora bellissimo, domenica dalla tele mi sono commosso per la quantità di gente dislocata lungo il tracciato e per la marea trepidante sullo Zoncolan più che per l'impresa di Basso (a me ha fatto veramente impressione lo zigzagare di Evans che non voleva mollare in nessun modo, che campione!).

Italo Muti ha detto...

@Simone

E' un vero preludio mozartiano, prologo di un finale rossiniano.
Magari fosse sempre così, anche se le fatiche sono omeriche. Lo sai, quando citi il Monte Grappa, parte l'applauso con commozione.
Italo

Simone ha detto...

@King Ivan,Silvano65,Leo,Italo:thanks everybody!
Il senso del ciclismo risiede nei suoi monumenti,senza la foresta di Arenberg o l'Izoard non avrebbe questo immaginario.
Potentissimo,assoluto.
Penso che chiunque abbia assistito allo Zoncolan,al passaggio nelle tre gallerie che portava alla gola zeppa di apache triveneti,sia stato preso dall'emozione di quel momento.
Un brivido che prendeva il cuore.
Oggi nello sport,ahinoi,capita raramente..

Sarà un Giro incertissimo,oggi Evans si è avvicinato a Basso(se l'aussie fosse in maglia Liquigas sarebbe già in rosa..),mentre Arroyo ha dimostrato di essere un bel cagnaccio.
Tre gli appuntamenti per il podio con la coppa:l'ascesa del Mortirolo,la discesa del Gavia,il tavolo da biliardo verso Verona.

Simone ha detto...

Due appunti:la crono di Verona vanta l'erta delle Torricelle a metà percorso.
Venerdì e soprattutto sabadì pioverà;il Gavia potrebbe diventare una trappola...