Il Paradiso che ci attende

di Simone Basso
Se ogni sport ha la sua Classicissima, la Nba ha una Doyenne con la carta d'identità truccata, ma che appare con una regolarità (anche in epoca di salary cap) rassicurante. Celtics-Lakers è la lanterna magica bergmaniana degli appassionati, lo divenne di prepotenza negli Ottanta quando la rivalità si rinnovò con nuovi eroi e tematiche diverse.
Prima, nei Sessanta, riusciva difficile immaginarla così: la banda Auerbach, nei panni di Zorro, e i Lacustri di Baylor e West nel ruolo dei vessati alla sergente Garcia, sempre e comunque. Le sfide di quindici anni dopo invece irruppero con la prepotenza del boom economico; furono proprio quei duelli, il braccio di ferro tra Larry e Magic, con il piccolo aiuto del Doc, a imporre Sternville (che cominciò proprio nell'anno di Orwell...) nel mondo. La battaglia cestistica tra due pianeti diametralmente opposti: i californiani, alle prese con l'utopia vincente dello Showtime, e la Gang Green, prosecutori di una mistica che ricostruì le fondamenta del basket pro. Nemici per la pelle già nelle apparenze delle rispettive arene: il Forum di LA così glam, chic e colorato, il Boston Garden tana minacciosa della tradizione dei C's. Furono tre guerre epocali che regalarono lo scenario di una pallacanestro bellissima, perchè a metà del guado; figlia ancora di un concetto collettivo del gioco ma già legata allo stardom luccicante dei suoi protagonisti.
L'input al duello fu dato, nell'estate 1979, dall'entrata simultanea nella lega dei due attori principali del decennio: Earvin Johnson e Larry Joe Bird, due giocatori che rivoluzionarono l'idea stessa del basket moderno. Gemelli spaiati nella creazione delle loro magie, presero un prototipo a testa (Big O per Buck, Mitraglia Barry per Larry Legend) e lo stravolsero esasperandone le caratteristiche. Osservare quel playmaker ipertrofico di 2 e 07 fu come guardare il futuro anteriore di questo sport; parlando il linguaggio pop dell'epoca, parve di vedere la sequenza di "Ritorno al futuro" nella quale Michael J. Fox suona rock similhendrixiano di fronte a una platea sbigottita degli anni cinquanta. Il biondo, prodotto inarrivabile dello Stato (l'Indiana) con l'atteggiamento più religioso verso i 28 per 15, fu semplicemente l'apogeo della perfezione tecnica; come tutti i modelli unici, malgrado i volenterosi raffronti, rimase un'eccezione maestosa nell'evoluzione (?) della specie.
Caratteristica curiosa dei primi due showdown fu il risultato: si impose sempre la squadra sfavorita, che riuscì a ribaltare l'inferiorità picchiando scientificamente sul difetto principale degli avversari. Il 1984 ebbe un prologo abbastanza rassicurante per Tinseltown, la staffetta quattro per cento schiantò subito i Verdi: quella gara1 fu la conferma della maggiore brillantezza dei Lacustri e dello strapotere della transizione gialloviola. Fu l'ultima serie giocata con la formula classica (2-2-1-1-1) e la programmazione televisiva (già allora imperante..) ebbe un peso decisivo nell'andamento schizofrenico degli incontri: i Lakers buttarono nell'Atlantico il 2-0 con un paio di errori madornali; avanti di due a diciotto secondi dalla sirena, James Worthy si fece scippare la gonfia da uno svelto Gerald Henderson che impattò la partita. Come non bastasse, nell'azione seguente Magic dimenticò il tempo a disposizione e sprecò l'ultimo possesso senza tirare; nel supplementare El Ei, dopo quel disastro, si sciolse di fronte al killer instinct di Bird. Incredibile ma vero, le Finals più mitizzate del decennio avrebbero potuto concludersi molto velocemente; non dimenticheremo mai la perfezione esecutiva del contropiede rileyano in gara3: i 21 assist in un quarto e gli ottanta punti nel secondo tempo furono la conseguenza della più incredibile macchina da canestri di quella era.
Ma l'ingranaggio perfetto trovò un granello che ne interruppe, quasi definitivamente, la fluidità miracolosa: la cravatta delinquenziale con la quale McHale stese Rambis nella quarta puntata fu il punto di svolta della saga. La fisicità e la violenza di quella pallacanestro pro, con l'affaire Kermit Washington a testimoniarla, è oggi (per fortuna) irreplicabile: l'area pitturata, nei momenti decisivi, si trasformava in una tonnara. Tatticamente KC Jones pensò di scombinare le carte vincenti losangeline con due mosse: i suoi si buttarono tutti a rimbalzo, soprattutto offensivo, soffocando le leggendarie ripartenze (..) di Bussland e Dennis Johnson, l'ennesima magata di mercato di Red Auerbach, si incollò a Magic. DJ, uno dei più grandi vincenti di questo giochino, arrivò a Beantown come pacco regalo dei Suns; preceduto dalle feroci polemiche degli ultimi mesi in Arizona (coach John McLeod lo definì "..un cancro all'interno dello spogliatoio"), si prese la sua rivincita evitando accuratamente qualsiasi atteggiamento da All Star. Giocò nella maniera giusta, colmando le carenze fisiche del backcourt biancoverde: spense un Magic fino a quel momento inarrestabile, forzando un numero record di palle perse del trentadue (31), e applicando una saggezza offensiva woodeniana. Applicò il motto "Se sei libero tira/ se ti marcano passala", fabbricando quattro ventelli consecutivi nelle ultime sparatorie; fu lui la vera chiave di quel ribaltamento inaspettato.
Psicologicamente, dal 103-98 a 56 secondi dal termine della quarta sinfonia, i Lakers crollarono; il resto lo fecero le condizioni impossibili di gara5 al caro vecchio Garden.
Un impianto obsoleto già a fine Settanta, privo di aria condizionata, simulacro di un vantaggio casa minaccioso e byroniano: quel pomeriggio, fotografato perfettamente da Kareem con la maschera d'ossigeno, si raggiunsero all'interno dell'impianto i 36 gradi centigradi! La sauna psicofisica fu l'ennesimo trucco di Red, il Fantasma dell'Opera, massimizzato dal clamoroso 29+21 del profeta di French Lick; la truppa di Riley alla sesta rispose con la classe del sommo Jabbar (l'ennesimo trentello) ma andò incontro al proprio destino nella caliente settima. Il 111-102 finale dei Celtics fu incorniciato da una statistica eloquente: il 52 a 33 sotto alle plance, che rappresentò la pietra tombale dell'incompiuta hollywoodiana.
Nel 1985 le parti erano invertite, la regular esibì il Larry Legend più scintillante di sempre e nell'Olimpo dei Grandi si iscrisse definitivamente Kevin McHale: l'ironia della sorte vuole che oggi l'unico corrispettivo del 32 verde sia Pau Gasol. Stessa varietà infinita nei movimenti in post basso, le braccia della dea Calì in difesa. Le differenze? L'uomo dal Minnesota, soprannominato anche The Black Hole, non ha mai passato la palla come il Gesù catalano; in compenso il fratellone di Marc non avrà giammai la cattiveria agonistica dell'ala grande bostoniana. Un giovanissimo Sam Perkins, ad un antico Edb Camp, definì un autentico rito di iniziazione per i lunghi il trattamento di Kevin: una serie punitiva di spinte, pugnetti, graffi e gomitate direttamente dalla Maurice Lucas School of Basketball...
Ma per carpire al meglio lo spirito di quella rivincita si dovrebbe riammirare gara1, ovvero il Memorial Day Massacre:
lo inaugurarono i 15 punti di Danny Ainge nel primo parziale e fu una carneficina vista di rado; Scott Wedman (il settimo uomo in rotazione, un lusso pazzesco..) fece uno stellare 11 su 11 dal campo con quattro triple nel menu. Quel 27 Maggio sembrò scontato l'esito di quelle Finali, ma Pat Riley (Napoleone Bonaparte in missione) giocò sull'orgoglio del suo capitano: Jabbar, trentottenne, dopo quell'esordio fu distrutto dai media e dipinto come un ex giocatore.
I Lakers invece capirono che proprio il suo mismatch con Robert Parish avrebbe potuto aprire contesti tattici differenti. E così fu. The Chief, malgrado la Hall of Fame, visse sempre della coabitazione fortunata con i due dioscuri in frontline, in particolare con Larry Bird: a fianco del passatore, in situazione statica, più strabiliante della storia molti pivot dell'epoca (due nomi "italiani" per esempio, Tom McMillen e Geibì Carrol) avrebbero sfolgorato in quella situazione...
Vantando il più grande di sempre, LA rifornì accuratamente il fu Alcindor e la contesa si modificò: l'ex Bruins (30 punti, 17 rimbalzi, 8 assist e 3 stoppate) distrusse il rivale diretto e cambiò la sceneggiatura della serie. Il nuovo format sperimentato (2-3-2) vide nella terza il prevalere di Tinseltown (Worthy 29) e l'inedita crisi del 33 col trifoglio verde: il 17 su 42 dell'ultimo back to back fu merito anche della marcatura di Michael Cooper, ma nascose un fatto occorso undici dì prima delle Finals. Un cazzotto del biondo all'uscita del bar Chelsea, che stese un certo Mike Harlow durante una rissa, lasciò i segni di una menomazione fastidiosa all'arto e alla manina fatata del Glenn Gould delle ali piccole; il particolare che inalberò i dirigenti bostoniani fu la presenza in quel can can di Nick Harris, amicizia sconsigliata dall'ambiente dei Celtics al buon Larry. Gara4 vide l'ennesima sorpresa, nell'arrivo al photofinish (107-105) prevalsero i Verdi con un jumper sulla sirena del solito DJ.
Pivotal game assoluto, il quinto movimento ebbe bisogno di un Jabbar gigantesco: fu Kareem ad occuparsi di un McHale fino a quel momento incontenibile; dall'altra parte del campo Mister Gancio Cielo ne vergò 36.
La maledizione delle otto finali perse contro i Celtics cadde in gara6, malgrado gli spettri del parquet incrociato e di un McHale ancora da antologia.
Il sesto fallo di Kevin, a cinque minuti dalla fine, sancì la resa del Garden: Kareem (29) mortificò gli avversari con uno sky hook in corsa dopo un coast to coast dal suo canestro, Magic scrisse la tripla doppia che mandò i titoli di coda del blockbuster. Fu la prima volta, e finora l'ultima, che i C's persero sul proprio campo una finale Nba. Due anni dopo, nel 1987, il rendez vous non fu così shakespeariano: i Celts si salvarono contro i Pistons con una giocata improbabile del bomber di Indiana State e arrivarono stanchissimi all'appuntamento decisivo. Bill Walton, prezioso nella campagna trionfale del 1986, era ormai al caffè e amaro; McHale giocò a dispetto di una frattura da stress alla caviglia; la panchina, inaffidabile e troppo corta, non permise ai titolari di recuperare le fatiche omeriche della stagione. I trentadue punti di scarto complessivi dei primi due incontri non furono una sorpresa: anche perchè dall'altra parte i Lakers furono chirurgici nell'esporre le lacune dei rivali. Era, quella El Ei, una nuova combinazione chimica: i quarant'anni del Maestro Venerabile KAJ convinsero Riley a forzare la natura altruista di Magic. La squadra divenne definitivamente del ragazzo di Lansing, che si assunse anche maggiori responsabilità offensive nei momenti topici delle contese. Con Johnson a condurre il balletto e i vari Worthy, Scott, Cooper a riempire le corsie il leit motiv delle finali fu quasi scontato. Ad accrescere il potenziale nucleare della portaerei, dietro Jabbar (come back up de luxe) Mychal Thompson: LA aggiunse così la quarta (!) primissima scelta assoluta nel suo roster... Boston si difese a casa, in gara3, con la ferocia consueta malgrado un Magic intoccabile (32 punti); Greg Kite, la riserva di Parish, mise il corpaccione da scaricatore di porto contro Jabbar e, blasfemia pura, ribaltò la dell'incontro.
Gara4 fu uno degli apici estetici di quegli anni dorati: nonostante una banda Bird eroica, i Lakers riuscirono a rimontare da meno sedici. Gli ultimi trenta secondi divennero leggendari, concretizzando l'ideale orgasmico di quello spettacolo: il comando della partita cambiò tre volte, la seconda con un incredibile tiro da tre del 33 biancoverde a 12 secondi dalla fine (106-104). Dopo un 1 su 2 di Kareem dalla lunetta e una disputa a rimbalzo sulla palla vagante, Magic Johnson consegnò ai posteri uno dei canestri più memorabili della storia dell'Nba. Sul 105-106, e sette secondi sul tabellone, rompendo istintivamente un gioco creato per il Big Fella con i goggleroni, l'all around del Michigan (dopo una finta) eseguì un dolcissimo baby hook che beffò l'intervento difensivo di Parish e McHale.
107-106, il referto di un match che parve un capolavoro diretto da Hitchcock.
Se i Verdi non consentirono la festa dell'anello agli arcirivali in gara5, il ritorno al Forum per molti fu quasi una formalità. Invece, nel primo tempo, i campioni in carica sorpresero una Tinseltown arrugginita: i 18 di Kareem nei primi 24 minuti fermarono l'emorragia sul 56-51 per la Gang Green. La ripresa, con l'eterno Dennis Johnson ultimo ad arrendersi (33), vide lo straripare della marea gialloviola: il 106-93 chiuse un'era straordinaria di confronti; l'intoccabile Jabbar (32, roba da etilometro paragonare Cicciobello Shaq al pivot della Power Memorial..) e la pantera Worthy (22) furono gli strumentisti preferiti del direttore d'orchestra col sorriso. Che fece registrare nella serie statistiche apocalittiche: 26.2 punti ad alzata, 8.0 rimbalzi, 13.0 assist, 2.3 recuperi; con il 54 per cento dal campo e il 96 ai tiri liberi.
Siamo quindi al secondo serial in tre anni della Rivalry per eccellenza: il 2008, con i Big Three in missione e i Lacustri palesemente immaturi, fu un 4-2 larghissimo. Ma stavolta i temi agonistici e tecnici proposti da questa serie sono di raro interesse: i Celtics, con questo personale, sono forse all'ultimo giro (o al massimo al penultimo..); i Lakers, che vivono le contraddizioni di una soap opera in divenire, potrebbero subire l'abbandono del loro ammiraglio capo. E' evidente che Sternville, a breve, sarà colpita da un sisma di proporzioni bibliche: il 2011 è a rischio serrata, vista l'inconciliabilità di opinioni tra proprietari e Sindacato Giocatori sull'avvento dell'hard cap. I Verdi, pur conservando intatto il nucleo del combo, rispetto al diciassettesimo titolo non vantano più la profondità di pino di quella stagione: James Posey, spesso Horrybile per la concorrenza, non è stato sostituito; Powe e House, due fattori che scardinarono l'assetto gialloviola, hanno repliche meno qualitative in Glen Davis e Nate Robinson.
Non esiste però una squadra migliore per "attaccare" la triangolo, il sistema difensivo di Tom Thibodeau (un altro dato in partenza..) è infatti basato sull'occupazione dinamica degli spazi offensivi altrui: lo stile jacksoniano può essere messo in difficoltà solamente con quel tipo di aggressività. A comandare il flusso sul campo dei pretoriani, Kevin Garnett: il segreto di Pulcinella della rinascita bostoniana, reincarnazione pippeniana a 2 e 10, deve trasformare l'energia difensiva in palle perse losangeline. E' vitale per nutrire la transizione della Gang Green ed innescare le gambe alla nitroglicerina di Rajon Rondo: migliore point (?) della lega in velocità, cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, gioca benissimo gli ultimi due-tre metri del parquet avverso. Proprio il settore presidiato meglio difensivamente da LA, che è uterina nei cambiamenti di umore ma irresistibile in ogni specialità nei cinque minuti di ispirazione: essendo a rischio la partecipazione di Bynum, Coach Zen utilizzerà più spesso il talento multiforme del grande Lamar Odom, vero collante dell'ensamble yellow and purple. Prevediamo il battesimo reiterato, a metà campo schierata, di Rondo e Perkins: se l'ex Kentucky colmerà la sua insufficienza più clamorosa (cioè l'assistenza con il timing desiderato al tiratore che esce dai blocchi), si annunciano problemi gravi per seguire le tracce dei due frombolieri Celtici, Ray Allen e Paul Pierce. Quest'ultimo, che al contrario dell'incantevole bombardiere di UConn ha anche la dimensione selvaggia dell'uno contro uno creativo, avrà di fronte l'imprevedibile Ron Artest: trattasi di uno dei mismatch che decideranno le contese; l'altro (KG contro Pau Gasol) sarà essenzialmente il momento clou delle Finals, lo scontro tra i lunghi più completi della En Bi Ei contemporanea.
Pensiamo che Phil Jax martellerà il proprio attacco sulla punta della linea Maginot dei C's: la marcatura di Rondo è l'unica debolezza difensiva dei Verdi
e sarà compito del navigato Derek Fisher, l'uomo giusto al posto giusto, segnare i canestri più difficili della competizione, quelli con la visuale aperta ma il pallone di granito per la pressione addosso. Poi c'è, al di là del bene e del male, la creatura nietzschiana chiamata Kobe: nessun closer, in una Finale di Conference, ha mai esibito l'onnipotenza tecnica del Mamba opposto ai Suns. I Celtics conoscono perfettamente il loro compito: separare il 24 dal resto della squadra è essenziale per innalzare l'ennesimo bandierone a Ottobre nel TD Garden. Sanno che dovranno subire momenti nei quali Bryant polverizzerà, col napalm, il canestro avversario; sta a un players' coach come Rivers (che è ancora giocatore nell'anima) guidare le testoline dei suoi fuori dall'uragano. Dall'altra parte della trincea, il lamarometro stabilirà le tonalità del cielo sopra Santa Monica. Concludendo, da italiani veri, riteniamo decisivo il metro arbitrale dei grigi: la fisicità difensiva necessaria ai C's sarà permessa a seconda dell'interpretazione dei ref coinvolti... Il Paradiso di Sternville, l'ennesimo Celtics-Lakers, ci attende.
Simone Basso 
(In esclusiva per Indiscreto). 

76 commenti:

jeremy ha detto...

MONUMENTALE!

transumante ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
transumante ha detto...

grazie piacevolissimo

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Aspettavo con ansia questo post!

IL TEG ha detto...

fantastico

axel shut ha detto...

92 minuti di applausi

pietro ha detto...

I Celtics non hanno ancora raddoppiato nessuno: né Wade, Nè James, né Howard. Non inizieranno con Bryant.

Se limitano tutti gli altri giocatori, anche buoni, non è un problema far segnare a Bryant 40 punti. Se scommettono di far segnare a Bryant 40 punti ma silenziare Odom, Gasol e Artest la partita rimane comunque aperta, perchè un giocatore - contro i Celtics - non vince mai da solo.

La miglior arma dei Celtics nella difesa è la forzatura degli attacchi avversari, quindi possono permettersi di concedere tiri difficili a Bryant, che comunque in serata buona li metterà, e contemporaneamente concederli agli altri, che non sono propriamente Bryant.

E' così che hanno vinto con Orlando. Hanno tenuto al minimo ogni volta due giocatori: sempre Lewis, quasi sempre Carter, a volte Howard e hanno perso solamente quando ci sono stati attacchi ragionati, in situazioni comunque di vantaggio. Per cui è una sfida che vede favoriti i Lakers per il fattore campo e per il talento migliore complessivo (Bryant in particolare è un giocatore superlativo, grandissimo clutch player).

Detto questo c'è molta tendenza a sottovalutare il valore concreto di alcuni giocatori.

Esempio Pierce, che credo sia il giocatore più sottovalutato del decennio. Si pensa ad Artest che possa contenerlo. E ci sta. Ma la verità è che Pierce sarà un grosso, ma grosso problema se è in serata.

Gran pezzo!

Italo Muti ha detto...

@Simone

Dovrei mandarti a cagare perchè mi hai fatti rivivere momenti estatici inarrivabile e, al contempo, sentire gli anni che passano.
Ma, in fondo, non lo farò, la descrizione delle finali anni 80 tra celtici e californiani è stata come in apresa diretta con la quinta dimensione, sono riuscito ad infilarmi in uno vuoto temporale e volare su ciò che di più bello ho visto su un campo da basket.
Larry e Magic ben rappresentati, solo sullo showtime andrebbe fatta una puntata mirata, sulle facce degli spettatori e sui discorsi dei commentatori quando Magic inventava dei passaggi no-look che solo lui percepiva. L'invenzione del Baby sky hook resterà per sempre nelle cose improbabili che un 2,05 dovrebbe fare contro un centro e un'ala grande e cattiva come NcHale.
Post Perfetto.

Italo

Marattroni ha detto...

Simone, grazie. Sempre il migliore.

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Scusa Simone, ripresomi dall'emozione, mi viene in mente un quesito: secondo te che impatto avrà Sheed su questa serie (ovviamente sono serio dato che il testimone di T boy sembra sia stato rilevato da Kendrick Perkins!). Ha mal di schiena ma sembra che questi giorni di riposo gli abbiano fatto bene.....

Simone ha detto...

Un'aggiunta doverosa all'articolo,alla fine di una frase manca una riga.

"...in Glen Davis e Nate Robinson.
Un discorso a parte merita il mefistofelico Rasheed Wallace: non sapendo chi si presenterà allo Staples giovedì (il panchinaro più devastante della lega o la sua versione psicotica?), rimaniamo in attesa di notizie..."

E prima una parola:

"...e, blasfemia pura, ribaltò l'andamento dell'incontro."

@Jeremy,Transumante,IL TEG,Axel Shut,Marattroni:
Thank you,guys!

@Pietro:merci!
Analisi tattica ineccepibile.
La Verità è sottovalutato da quando uscì dal college.
E dire che lo ricordo mortifero in alcune serate con la maglia di Kansas.
Decimo pick al draft nell'anno di Olowokandi,LaFrentz e Traylor...
Il losangelino(sic)penso stia tranquillamente nei tre quintetti All Time dei C's.
Russell,McHale,Bird,Havlicek,Cousy.
Cowens,Heinsohn,Pierce...

@Italo:ola!
E' la stessa storia del foot,ma con dieci anni di differenza.
L'Arancia Meccanica e i suoi epigoni;i club inglesi;l'ultimo Pelè e i primi Maradona,Platini e Zico;le due generazioni tricolori più forti del dopoguerra,quella di Roma'68/Mexico'70 e l'altra Buenos Aires'78/Madrid'82.
Poi,per la pallacanestro,è arrivata l'espansione e il troppo marketing,mentre il calcio è degenerato nella sua pantomima.
Ma l'Nba odierna,ogni tanto, propone meraviglie come le ultime quattro partite della Finale Ovest.
E questo showdown si annuncia strepitoso...

@Lizardking66:danke!
L'ex Tar Heels al meglio è ingestibile,per gli altri.
Può tirare da tre o andare in post e,dall'altra parte,essere il lungo con la tecnica più raffinata di marcatura a uomo.
E' l'Odom dei biancoverdi per versatilità e talento:sempre che scenda dal letto col piede giusto...

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Eh già! Chissa come è sceso dal letto stmattina!

Vi ha detto...

Simone uber alles. Scusate se non riesco a fare disamine tecniche ma sono in clima partita, non ero cosi' teso dal 2008...

Simone ha detto...

@Vi:gracias!
Ci si augura una serie stile 2005,il confronto in quanto a filosofie cestistiche promette bene.

Tani ha detto...

Simone, my man!

Questi giorni hanno fatto vedere le partite della serie da te menzionata del '84. Pur sapendo la fine, sul errore di Worthy mi e' scappato un:"shit!"...

Che i Dei della palla a spicchi siano con Coach Zen e la sua banda!

Simone ha detto...

@Tani:hi Dritan!
Gara2 fu veramente un harakiri gialloviola.
Per il primo tempo,due considerazioni:i C's soffrono troppo le penetrazioni,non solo di Bryant,e talvolta sono troppo piccoli sotto per fermare i Gasol e Bynum di questo mondo.
Sheed,quello visto adesso,è vitale;tiene il catalano e si muove alla perfezione sia in difesa che in attacco.
Doc Rivers deve impiegarlo di più e Rondo comprendere che l'uscita dai blocchi di Allen è fondamentale per stanare i Lacustri.
Grigi molto fiscali,i falli di Odom sono pesanti per le rotazioni di LA.
Buon secondo tempo.

pietro ha detto...

Maaaaale Boston! LA sembrava Boston! Ci vuole più cattiveria sotto! Altrimenti siamo al Kevin Garnsoft quest'anno.

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Che dire? Parafrasiamo Uma Thurman: che botta ragazzi! Ho detto che botta! Ho spento sulla palla persa del Capitano che ci ha mandato a meno 12 a circa 7 minuti dalla fine del terzo. Subito dopo, tra l'altro, una palla buttata via da Perkins su passaggio di Rondo (a naso penso sia stata trattata male dal centro celtico piuttosto che incolpare il passaggio del play). Mamba letale, Pau devastante, tra l'altro non capisco nemmeno io il perchè di Sheed in panca (forse la schiena). Comunque stamattina sono in ufficio per cui alle 5 ne ho avuto abbastanza.

Miky ha detto...

Enciclopedico Simo!

Una cosa, tra le altre: è prassi assodata che chi perde una serie l'anno precedente (qui 2 anni fa) sia chiamato a fare gli aggiustamenti più "importanti" rispetto ai vincitori, ripresentandosi alla nuova serie con maggiori motivazioni ed idee precise su come arginare una squadra rimasta pressochè uguale, nel quintetto addirittura identica ed anzi, con un roster più corto rispetto al precedente scontro. Fattore non marginale, anzi, in una serie a 7 partite.

E non mettiamo in secondo piano la voglia di rivalsa losangelena nel riscattare lo smacco del 08: la cattiveria agonistica di Gara1, risolta nel 3q anche da 3 stoppate dell'insospettabile catalano, oltre a mostrare un Artest subito decisivo (e positivo anche in attacco, attenzione) ha detto che i Lakers sono molto concentrati ed arrabbiati, in una parola determinati a ribaltare il risultato dell'ultimo confronto nelle Finals con i Celtics.

Boston parsa piuttosto stanca (jet-lag?), chiaramente Sheed avrebbe meritato molti più minuti (schiena?), ma chi ha tradito è stato The Truth, 24 punti che nascondono una pericolosità marginale rispetto al solito. KG dominato da Gasol e tutti avevamo capito che era quello il duello chiave: Garnett checchè ne dica la gente NON è quello del 08. Punto. E se un suo contributo al 70-80% può bastare nelle serie ad Est, nelle Finals con i Lacustri di Bynum-Pau-Lamar anche con il 90% fa andare sotto i suoi. Ray Allen è stato tirato fuori dalla contesa dagli arbitri, al resto c'han pensato i lunghi e la difesa di LA, i mini parziali firmati anche Farmar-Brown-Artest ed il Kobe da 14 punti nel solo 3q.

Le differenze dal Banner 17: la prima, la più evidente, iniziare la serie Finale in casa e non al Garden cambia "un po'" l'approccio dei kobisti, inoltre c'è un Odom che si alza dalla panchina, ora (Radmanovic-Odom erano i 3-4 titolari nel 08, cambia un pochetto, grazie anche alla presenza di Bynum)...poi, Posey garantiva con più continuità quella pressione difensiva che Tony Allen ha fornito a sprazzi contro KB24, ma in fase offensiva se Posey puniva con tiro e spaziature la difesa LA, Allen è nocivo, e questo non te lo puoi permettere, così il pino è stato automatico. Ed a proposito di difesa, l'afflosciamento del Thibodeau System è diventato palese su strane penetrazioni concesse con aiuti in ritardo subiti nel primo tempo: ancora una volta, mancanza di reattività dovuta a carenze fisico-atletiche temporanee, o flessione generale di Boston?! G2 e G3 già lo diranno...
Robinson-House paragone che neanche inizia, anche se in una gara casalinga al nano potrebbero scappare 12-13 punti in un amen come in G6 vs Orlando.
Ultima ma non meno importante: Rondo ha giocato sottoritmo ed in una di quelle sere in cui un play più tradizionale ed esperto forse avrebbe fatto più comodo, nel 08 c'era un ancor decisivo Sam Cassell (8 punti in 13 minuti in G1..).

I biancoverdi con due giorni in più di assestamento sul parallelo occidentale saranno sicuramente più pronti fisicamente per G2, dove He got game ovviamente non rimarrà così tanto in panchina e Pierce, con i cugini da Inglewood a spronarlo, ritornerà quello di tutti questi playoffs (KG su Gasol rimane la chiave, cmq). Ricordiamo però che nel 08 Gara2 fu vinta da Leon Powe, 21 punti e 6/7 dal campo: role players del genere Boston non ne ha più, a meno che Sheed non torni a fare con continuità quanto mostrato nel primo tempo di ieri notte.
Ma ancora una volta it's all about defense, a maggior ragione se parliamo degli orgogliosi Celtici.

Marattroni ha detto...

più vedo Kobe e più mi convinco che neanche Gesù bambino gli leva questa rivincita sui verdi.

Italo Muti ha detto...

@Pietro

mi hai fatto morire. Se togli il defense a Boston, resta poco e il mamba con friends ne farà polpette.
Resta il celtic pride, vediamo la consecutio.
Buone anche le seconde linee losangeline, che hanno ampliato il gap.

Simone ha detto...

@Pietro,Lizardking66,Miky,Marattroni,Italo:18 falli fischiati nel primo quarto,con quel metro arbitrale i C's non hanno molte possibilità.

La situazione che più soffrono i Lacustri è l'uscita dal blocco di Ray Allen:è indifendibile perchè i lunghi losangelini sono pigri lontani dal canestro.
Con il giusto timing,quel particolare tecnico può aprire scenari nuovi,anche per Paul Pierce.
Il problema è che Rondo senza transizione non è un fattore:non conosce l'arte di rifornire l'Allen della situazione ed è afasico a metà campo.

Wallace deve essere impiegato almeno 25 minuti:è indispensabile perchè uno contro uno limita il Gesù catalano e in attacco non può essere battezzato come un Perkins qualunque.
Il resto è nelle gambe(stanche in gara1)di KG:avere panchinari come Powe e PJ Brown nel 2008 fu un bel lusso.
Come ribadisce Miky,in verde uno come Posey non c'è più.

Dall'altra parte i tre personali di Odom avrebbero potuto essere un problema ma è da sottolineare la buona prova di Bynum.
I rimbalzi offensivi sono stati la chiave,mentre per gara2 dovranno limitare le troppe palle perse.
L'aspetto più inquietante(per Boston..)è che il Mamba,all'ennesimo trentello,non ha nemmeno messo la quarta.
Sono curioso di vedere gli aggiustamenti del coachin'staff di Beantown.

Italo Muti ha detto...

@Simone
ieri pomeriggio ho visto un'intervista a Dan Peterson, nella quale sosteneva un 4-3 a favore dei celtici, ma se coach Zen, un genio, vince la prima, non perde la serie.
A voi, esperti di cabala l'ardua sentenza.
Italo

pietro ha detto...

Vero Italo, ma coach Zen quasi sempre ha vinto la prima perché ha avuto il vantaggio del fattore campo, guadagnato con una squadra forte.

E' l'unico record di coach Zen che non vale nulla. Pensa se invece avesse vinto l'80% delle volte partendo dallo 0-1 in trasferta...

Detto questo la prossima è ultra-decisiva. Col 2-0 c'è poco da fare, perchè Boston deve avere i nervi di vincerne 3 sotto pressione costante... difficile davvero. Se vanno 1-1 a Boston, può succedere di tutto. Col 2-2 a Boston dopo il 2-0 Lakers io vedo un classico 4-2 jacksoniano. Quello si. Difficile che perda le partite che servono.

Italo Muti ha detto...

@Pietro
ci buttiamo qualcosa, in senso di cash?
Italo

Tani ha detto...

L'osservazione di Simo sul metro degli arbitri e' importante.
Io non ricordo cosi tante penetrzioni di Kobe nel 2008, nemmeno in tutte le sei gare messe insieme. Per il resto, il Pau di adesso e quello del 2008 sono due giocatori diversi.

P.S. Scena cult il "jump ball" tra Pau e Robinson.

Simone ha detto...

@Italo:il Nano Ghiacciato avrà già formulato dieci pronostici diversi.
L'inerzia mi sembra chiara,il bello di una serie lunga sono gli aggiustamenti tattici.

Piuttosto,se vuoi buttare quattro soldi,scommetterei su Soderling domenica.
Oggi,contro Melzer,l'ultimo quarto d'ora di Rafa è stato sospetto:ha accorciato di almeno uno o due metri sul rovescio e il servizio era molto incerto.
Essendo nadalologo quasi quanto federerologo,l'avrò visto giocare centinaia di volte,potrebbe essere una spia.
Mi riferisco alle ginocchia.
Non succede,ma se il boscaiolo svedese vincesse il primo set...

@Pietro:la sola occasione che una squadra di Phil Jax è andata 2-0 e ha rischiato il tracollo fu nel 1998.
Le finali dell'Est contro i Pacers.
L'incipit di gara7 fu quasi fatale,Indiana fece un filotto di canestri:fu l'unica volta che quei Bulls andarono sotto tecnicamente.
Chicago tirò malissimo ma recuperò con gli intangibles di tutti.
Un rimbalzo di Rodman,una stoppata di Pippen,un recupero di Jordan,un tuffo di Buechler.
Si salvarono di pura voglia,con una forza mentale che è la vera differenza con questi Lakers.
Offensivamente i Bryanteers hanno pure più qualità,un post come Gasol non l'avevano i Jordaniers,ma dall'altra parte del campo le differenze sono impietose.

Italo Muti ha detto...

@Simone
Magister, registrato tutto.
D'altra parte ho avuto un briefing con il direttore oggi pomeriggio e abbiamo scambiato due chiacchere su Wimby.
Ciao

Italo

Miky ha detto...

@Simo

Proprio la presenza di Gasol è La differenza tra quei Bulls e questi Lakers: la forza mentale dei Tori anni 90 (anche biennio 94-95) era sublimata da una fase difensiva incredibile dove Rodman era cardine essenziale e fonte inesauribile di energia contagiosa, questi Lakers in attacco con un passatore/realizzatore come Pau sono sì superiori (rimango però dell'idea che il Triangle lo eseguono ancora meglio i Bulls), ma l'antico adagio "gli attacchi vendono i biglietti, le difese vincono le partite" è sempre d'attualità, ed allora se doveste scegliere come 4 titolare rinuncereste ad un po' di fluidità offensiva prendendo The Worm oppure terreste Pau Gasoft? ;-)

Per il paragone divino con il catalano, te ne propongo un altro estratto da uno dei film di Amenabar: Eduardo Noriega in "Abre los Ojos"...take a look!
Eduardo http://bit.ly/cvsqTV
and Pau http://bit.ly/cDYV1d

Bye!

jeremy ha detto...

Tutta la vita The Worm.

Marattroni ha detto...

non posso lasciare a casa il somaro e mettere il pazzo in posto 4 e Pau centro? Comunque dire che a livello difensivo la differenza è impietosa è ingeneroso nei confronti di questi lakers. A livello difensivo la differenza tra i Jordaniani e il resto del pianeta basket passato presente e futuro è impietosa.

Simone ha detto...

@Tani:pensa che Da Green Dwarf ha pure rischiato di vincere la contesa.
Se fosse almeno 1 e 90 sarebbe la migliore ala rimbalzista dlla lega.
Non scherzo.

@Miky:il boss difensivo di quei Bulls era il 33.
Poteva flottare come un linebacker o marcare a uomo,più o meno dai play alle ali grandi.
Contro i Jazz nel 1998 passò da Hornacek a Stockton per finire a Ostertag.
Il Verme era mostruoso sugli intangibles e nel one-o-one.
Due così obbligavano gli altri ad adeguarsi a quella ferocia:se poi aggiungi uno squalo come il 23...
Prima o poi si ritornerà sull'argomento.
Il culo di Jackson fu che prima di Rodman ci fu Horace Grant,il lungo più veloce per i blitz sui 28 e il ritorno in single cover.
Si,Gasol sta guadagnando punti verso l'Olimpo continentale:sta già realizzando una carriera incredibile.

@Marattroni,Jeremy:con Rodman questi Lakers,in un'Nba annacquata dall'espansione,rischierebbero di vincerne più di 70 in regular.
E 16 nella rumba playoffs,of course.

Miky ha detto...

@Simo
Se tiravo in mezzo anche DaPip non si cominciava nemmeno!! :-)
Allora..si somigliano o no i due iberici?! ;-))

@Jeremy
Too Easy!

@Marattroni
Esatto! per cui anche per i Lakers odierni :-))
Se si riesce a far convivere Verme e Gasoft costruisci una macchina quasi perfetta, anche se il tonnellaggio di alcuni lunghi 90s non lo permetterebbe difensivamente, ma panorama tecnico molto suggestivo!

Marattroni ha detto...

gasol per me è l'europeo non slavo più forte che abbia mai visto, nonostante l'enorme rispetto che io abbia per Dirk. Ma ragazzi andatevi a vedere quel canestro dell'altro giorno in uno contro uno contro kg in post basso. Fake a dx, fake sx, fake a dx, paleggio, due passetti in retromarcia e canestro. In faccia a Garnett. Stavo commuovendomi. Gasol è il primo giocatore di cui abbia la maglia dai tempi della laeggendaria (lacrimuccia) numero 7 biancoverde dell'immenso Toni Kukoc.

jeremy ha detto...

Se per slavo intendi un generico "est europa" probabile che Gasol sia il migliore dei "non slavi", anche di Dirk. Se invece per slavo intendi proprio slavo, beh ti sei dimenticato di un certo Arvidas......;-)

pietro ha detto...

"Ma ragazzi andatevi a vedere quel canestro dell'altro giorno in uno contro uno contro kg in post basso. Fake a dx, fake sx, fake a dx, paleggio, due passetti in retromarcia e canestro. In faccia a Garnett. "


Eh grazie! L'ha fatto per farsi notare dalla divina Charlize seduta poco distante, con dei pantaloni da urlo.

A Boston al massimo incrocia lo sguardo della mamma di Ray Ray...

Marattroni ha detto...

jeremy intendevo OVVIAMENTE per slavo comprendere tutta l'europa dell'est, non dimentico Sabonis :)

supersonicsoul ha detto...

Bello quel canestro di Pau in faccia a Garnett. Ma mentre il catalano e' all'apice della carriera, l'ex wolves oggi non e' che al 40-50% della gloria di un tempo. Anni e infortuni alle ginocchia sono implacabili.

Non male invece la stoppata che il catalano si ' preso da Sheed.

Simone ha detto...

@Miky,Marattroni,Jeremy,Pietro:oltre che il paragone(difficile)con epoche diverse,il problema è la globalizzazione del gioco.
C'è stato un periodo del basket SOLAMENTE continentale(fino al 1988),uno "meticcio"(direi che arrivò al 2000) e l'ultimissimo,nel quale il terreno di confronto vero tra europei è l'Nba.
Se discutiamo di lunghi,Gasol è sicuramente il migliore del terzo periodo;Sabonis del secondo;Cosic del primissimo.
Inserendo tutti i ruoli,nel pre Sternville ci sono tanti pretendenti:oltre al grande Cresimir,Sergei Belov,Mirza Delibasic,Mishkin,Corbalan,Menego e potremmo allungare la lista a una ventina di nomi.
Il limbo fu invece molto più semplice..
Le due guardie?Petro e Marciulonis.
Una combo?Galis.
Due ali?Schrempf e Kukoc.
Due lunghi?Sabas e Divac.
Dal 2000 in poi,c'è solo un giocatore che non provò l'Nba in quell'empireo:Bodiroga.

Calvin ha detto...

buone notizie iniziali: rondo sta guidando bene la transizione ma difensivamente proprio non legge il P&R, tanti minuti a sheed che DEVE diventare il primo cambio dei lunghi, bello vedere allen cosi' aggressivo e anche in difesa farsi valere su kobe. problemi: gasol, incommentabile, ecco cosa succede quando un fuoriclasse acquisisce perfetta sicurezza nei mezzi. KG, secondo fallo molto fiscale e se il 5 non entra in ritmo partita boston non vince.

Simone ha detto...

Primo quarto della seconda puntata.
I C's hanno recepito la lezione.
Transizione,altrimenti Allen a go go;Sheed da parata.
I falli però...
Dall'altra sorprendente Bynum,il lamarometro segnala bassa pressione;atteso il morso del Mamba.

Calvin ha detto...

ahah ciao simone, come va? :D

Simone ha detto...

@Vins:ola!
Fa fresco..
La situazione che si accennava dopo gara1 è piuttosto evidente:l'uscita dai blocchi LA non è capace di fermarla.
Con Allen significa il rischio del tracollo e può aprire altre strade per Pierce ed altri.
Finalmente i Verdi vanno a rimbalzo e soprattutto affrettano la transizione:è la dimensione ideale di Rondo.
Eccellente Sheed,pessimo KG.
Dall'altra parte Pau e AB reggono la baracca,il finale di Kobe promette scintille per la ripresa.
Artest imbarazzante per l'insipienza offensiva...
Partita bellissima ma impossibile da arbitrare,i falli saranno decisivi.
Yes,la serie è cominciata in gara2.

Tani ha detto...

Simone, una sola parola per il RA del primo tempo?

Simone ha detto...

@Tani,Vins:è una macchina,non solo per l'esecuzione.
Ha timing,velocità,mani fortissime,tocco e può anche riaprire per i compagni.
Un grande.

Tani ha detto...

Why the fuck Kobe is still in with 5 fouls?!
This is risking big.

Calvin ha detto...

tani perche' e' pur sempre NBA e non gli fischiano il sesto nemmeno se sodomizza un arbitro.

Tani ha detto...

Se il primo tempo dei Celtics si chiama RA, il secondo definitivamente si chiama Rondo.

Calvin ha detto...

Dio c'è. Commenti più approfonditi domani, che tra tre ore mi devo salzare...

pietro ha detto...

Applausi a scena aperta per Simone, che dovrebbe chiedere il posto vacante lasciato da Thibodeau tra qualche settimana! Il segreto dei Celtics sta nella difesa, ma la difesa è nulla se non comporta un gioco forzato e falloso degli avversari, rimbalzi recuperati e contropiedi fulminei gestiti da Rondo. Gasol continua a brutalizzare il suo leggendario avversario.

Ma quante triple ha messo Ray Ray? Pazzesco, che giocatore!

Serie apertissima anche perchè molto fallosa, con arbitraggi che secondo me non lasciano spazio allo spettacolo. Ritengo che si andrà via da Boston con un 2-2, a meno che ovviamente i Celtics non alzino ulteriormente il livello facendo scendere in campo Garnett.

Ah KG sta giocando? Sheed tutta la vita, per ora :-)

Calvin ha detto...

la formula e' 2-3-2 quindi da BOS si potra' andare via solo sul 3-2 o sul 2-3 :)

pietro ha detto...

eh si! Chissà a cosa stavo pensando. Forse al fatto che potrebbe anche finire tutto a Boston :-D

Italo Muti ha detto...

mai sottovalutare coach Zen, sarà una serie lunga e i dettagli, come sempre, faranno la differenza.
di scontato in una finals nba non c'è nulla se i contendenti hanno dei numeri da far valere.
Italo

transumante ha detto...

Grande gasol, quello che volete, ma quando lo marca wallace (che e' vecchio e con la faccia di uno che scende in ciabatte a comprare il giornale) lo spagnolo si ridimensiona molto

garnett per 3 quarti sembrava il ronaldo della finale 98: in evidente stato confusionale, poi nel finale si e'un po' ripreso
rondo infernale: 3-4 zingarate su kobe davvero esaltanti
il tiro di ray allen e' esteticamente la cosa piu' bella visibile su un campo da basket, anche se facesse 0/28

nanomelmoso ha detto...

grandi celtics .... ma mi sa che non uoi sempre vincere con il tiro da 3 ... più spesso ci muori ...

Leo ha detto...

Un paio di considerazioni:

Sulle triple doppie di Rondo non si sprecano gli aggettivi riservati solo al prescelto. Come mai (non voglio paragonare Rondo a Lebron ma semplicemente ribaltare la questione: le triple doppie di James sono spesso gonfiate eppure la stampa in genere, e per contratto, le mitizza anche contro Charlotte, mentre le triple doppie di Rondo non sono per niente gonfiate...)?

La serie 2-3-2 non mi piace perché nasconde il trappolone. Non sarebbe meglio 2-2-2-1?

Leo ha detto...

Ho sbagliato prima, volevo dire 2-2-1-1-1...

nanomelmoso ha detto...

penso che il 2 3 2 sia la coas più equa per i viaggi transcontinentali e anche la più ambientalista :O

Miky ha detto...

MESSAGGI IN BOTTIGLIA DA UN'ISOLA CHE NON E' LOST:

"La serie è appena cominciata ed è Sternville al suo meglio.
Coach Zen deve rispondere per le rime a Doc.
Idea: 15 minuti di Bynum, Gasol e Odom. E i C's? Più Sheed su Gesù."

Simone Basso

[che per motivi "tecnologici" non potrà postare fino a Mercoledì].

Miky ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Miky ha detto...

Ora invece una riflessione un po' atipica sulla difesa su Ray Allen in Gara2.
La lettura, in my opinion e ne sono convinto da tempo, è leggermente più complicata del "LA non può difendere sulle uscite dai blocchi", perchè, per definizione, una qualsiasi squadra gioca schemi con uscite dai blocchi per un proprio giocatore non più di 5-6 volte in 48 minuti, e le percentuali di realizzazione non sono mai vicine al 100%, quindi al massimo puoi portare a casa 12-13 punti di media, se va bene. "Cavalcare" questa soluzione quindi non ha senso dal punto di vista proprio del Gioco, anche se può aiutare a scavare parziali. Ma come visto nonostante 7 triple su 7 di Allen LA era a meno 6 a fine primo tempo.

Analizziamo le 8 triple segnate da "He Got Game":
1: Errore difensivo LA: pick and roll con Perkins, Fisher si schianta, Pau non aiuta
2: Uscita dai blocchi enciclopedica su Fisher, nulla da dire, anche perchè Bynum aiuta in ritardo
3: Situazione di transizione secondaria Rondo-to-Allen
4: Situazione di transizione, ancora Rondo-to-Allen
5: Errore difensivo LA: clamoroso, raddoppio su Perkins (!) lasciando libero Ray in ala
6: Uscita dai blocchi enciclopedica al quadrato perchè a difendere c'era Kobe, rilascio fulmineo strepitoso
7: Errore difensivo LA: situazione di transizione, consegnato di Rondo nel 2vs1 ravvicinato vs Il Pesce di nome Derek
8: Riapertura di Glen Davis da fuori su traffico in area dove era collassata tutta la difesa LA

9: uscita dai blocchi, è un tiro da due, quello del 17 pari, ma è la singola azione più tecnica della partita: un classico che non si può eseguire però al di sotto di Nba, Eurolega e campionati maggiori, tanto è difficile e delicato come timing. Rondo in punta, blocco di Perkins per Allen in lunetta, Fisher sceglie di passare "sopra" al blocco e di non "inseguire" (tecnicamente sono le uniche due opzioni senza cambiare con il difensore del bloccante), Allen se ne accorge ed invece di uscire in ala esce sull'angolo. Rondo legge, lob a scavalcare Perkins e palla che arriva perfetta ad Allen, che coglie in controtempo Fisher in ritardo nel recupero e pronto a saltare per contestare il tiro da tre che sarebbe dovuto arrivare subito dopo la ricezione: palleggio-arresto-tiro. Solo rete. Chapeau.

Tutto questo per dire: di uscite dai blocchi "pure" Allen ne ha trasformate positivamente solo 3 su 9 canestri. Quindi non è difendere sulle uscite dai blocchi che sposterà gli equilibri nelle 3 gare
ad Est, ma evitare errori banali che, commessi su Allen o su Pierce soprattutto come rimorchi da dietro l'arco durante le situazioni di transizione, possono fare veramente male.
E sulle uscite dai blocchi mettete Artest per 3-4 possessi su Allen: non segnerà o cmq farà tanta fatica, se ricordate la difesa del True Warrior su Durantula nel gioco senza palla, paragonabile per talento tecnico e velocità di rilascio (magari segnerà Pierce lasciato finalmente libero da Ron Ron, ma uno dei due finisce fuori ritmo cmq).

Buona Gara3 a todos, si preannuncia la più bella partita finora delle Finals, con Kobe arroventato per la sconfitta con 8/20 dal campo!

transumante ha detto...

Miky: e se i lunghi lakers (soprattutto odom) cambiassero sul blocco?

I verdi devono far qualcosa per cambiare la situazione sotto canestro, dando piu' minuti a wallace

Miky ha detto...

@transu

In un sistema difensivo è la soluzione estrema, quando sei spalle al muro (ritardo del difensore del piccolo in uscita, pochi secondi al termine dell'azione, ecc), adottarla come soluzione sistematica significherebbe, dopo magari alcuni attacchi efficacemente inceppati, esporsi a mismatch che, se abbastanza tollerabili in Europa dove altezza, atletismo e peso ormai si sono abbastanza omogeneizzati, in Nba provocherebbero miriadi di raddoppi, rotazioni difensive, flottaggi frenetici che nessuna difesa saprebbe sostenere senza concedere spaziature esagerate e uomini liberi agli avversari.

@leo

Una parziale risposta alla tua critica l'ha data AmericanSB nell'ultimo numero, quando ha dedicato la copertina a Rondo scrivendo sotto un orrendo ma significativo "Leb Rondo", spiegando poi che per un LeBron che fallisce la corsa all'anello ce n'è uno nuovo che sembra ormai lanciatissimo.
La disparità mediatica rimane cmq esorbitante tra stelle forzatamente volute dall'Nba per la propria immagine e gli Altri, un 50ello di Abdul-Rauf non sarà mai esaltato quanto i 55 di un Jennings....notte

pietro ha detto...

Miky, a livello generale, mi pare l'abbia detto anche Rivers, il problema degli avversari rimane sempre lo stesso (e appunto le uscite dai blocchi di Allen diventano relative a questo punto): leggere le giocate di Rondo.

Se Rondo diventa dominante, soprattutto quando cattura un rimbalzo o cattura la palla persa o la palla vagante smanacciata sotto canestro (fatto abbastanza frequente) e lancia la transizione, di fatto diventa immarcabile. Perchè la soluzione, come ha detto Rivers, a un certo punto diventa quella di mettere un marcatore più fisico su di lui, col risultato di trovarti Fisher su Allen, che ovviamente si prende le triple in faccia, considerato la rapidità di tiro Allen sullo scarico e la differenza di centimetri.

Se invece tieni la guardia normale su Rondo, preferibilmente l'1, come Fisher, o al massimo Bryant, ti ritrovi sempre sotto in termini di velocità.

Infatti lo scontro con Nelson dei Magic è stato abbastanza equilibrato, anche se alla fine la prestazione complessiva di Rondo è stata superiore (per non dire dell'abuso totale su Mo Williams).

La soluzione migliore per i Lakers mi sembra Farmar, rinunciare a Fisher, se non per i momenti caldi, e spostare il gioco tutto sui lunghi, anzichè cercare le soluzioni esterne. E mi sembra che Jackson l'abbia mezzo rimproverato a Bryant su questo punto.

lorenzozanirato ha detto...

Ray Alien finisce il primo tempo di gara 3 con 0 punti. 0/5 da 2 e 0/4 da 3 ! Preciso che non la sto vedendo ma seguo il temporeale sul sito nba.com. Immagino stiano difendendo alla morte su Allen e lasciano libero KG visto che ne ha segnati 15..

lorenzozanirato ha detto...

E il Black Mamba sta caricando di falli gli avversari..Pierce e' gia' a 4 a inizio del terzo..Rondo e KG a 3..

Bryant 0 falli ! Quando vuole e' proprio il classico son-of-a-bitch

lorenzozanirato ha detto...

vittoria LA ! Allen 0 su 21 dal campo chiude a 2 punti giocando 42 minuti ! Credo che Fisher sia stato l'hombre del partido ma attendo commenti ben piu' competenti per capirne di piu'. Che palle essere in ufficio e non poterla vedere..

Miky ha detto...

Ha detto tutto Jeff Van Gundy durante la telecronaca (non avendo sky seguo sul pc in lingua originale, e fede e flavio mi mancano di brutto): "Ray Allen, from the best shooting performance ever to the worst shooting performance ever!" Oh, come ha detto poco più tardi un mio geniale amico, ricordando il film He Got Game: "non più Jesus, ma Jude Shuttlesworth!"

E dal punto di vista tecnico oltre a fare un plauso alla difesa di LA, che rispetto a Gara2 ha "inseguito" Allen sui blocchi senza mai provare ad anticiparne l'uscita, impedendo inoltre tiri facili da situazioni di transizione causandogli maggiori difficoltà, semplicemente in g2 l'ha messa ed in g3 no! this is basketball man!
Cmq in due partite la spiegazione del perchè Ray non sia mai stato posto al livello delle primissime stelle del firmamento negli ultimi 10 anni. Mentalmente troppo fragile..è da leggere in questo senso la sciocchezzuola del fatto che subito dopo lo 0/13 abbia cancellato il proprio account twitter seguito da migliaia di persone?? ;-))

Aggiungeteci che l'unico in palla era KG, Pierce c'ha provato alla fine ma con pochi esiti positivi se non ritardare la fucilazione, Rondo è andato a sprazzi e non nei momenti che contavano, la panchina ha fornito pochetto e solo con Davis in attacco e qualcosina di Sheed e Tony A. in difesa, e la difesa stessa non è stata enciclopedica e super intensa come si attendeva nella prima al Garden ed avrete alcuni dei tanti "why" Boston is down 1-2.

Gli Altri sono che Kobe nei momenti topici ha sempre segnato 1-2 canestri impressionanti per tenere la testa della gara (in faccia a Ray Allen che non lo potrà mai marcare con efficacia), che Lamarvelous, chiamato a gran voce da tutti i media dopo g2, sin dal primo possesso è stato concentrato ed alla fine decisivo (un rimb off ed il successivo canestro nel finale è stato vitale!), che la difesa di LA ha limitato le transizioni dei padroni di casa rinunciando ai rimbalzi offensivi per impedire il sovrannumero, che Gasol e Bynum hanno lavorato bene a rimbalzo pur non eccellendo in fase offensiva nel secondo tempo e che.......il pesce di nome Derek ha vinto da solo l'ultimo quarto con 5 canestri ultra difficili, per peso specifico e difficoltà esecutiva! Il Mamba a guardare e Da Fish a colpire con l'ultimo e più importante canestro, un incredibile contropiede 1vs3 chiuso l'amata mancina ed un 2+1 in faccia a Garnett, Davis ed Allen determinati a stopparlo! +7 a 48sec e game over.
Ci asteniamo dal commentare gli arbitri.

Cosa significhi Fisher nel Mondo Lakers lo capite dai primissimi secondi dell'intervista post gara...non servono nemmeno le sue parole, solo i suoi occhi. La Devozione non ha latitudini. 2-1 LA.

http://bit.ly/dAxQqh

Miky ha detto...

*chiuso CON l'amata mancina.
sorry

nanomelmoso ha detto...

Insomma come sempre la differenza l'ha fatta fare canestro ... ti entrano tutte le tua squadra gioca meglio per forza non ti entrano la tua squadra gioca peggio.

Una cosa simile è successa a milano nei primi minuti sia a caserta in gara 2 che a milano in gara 3 alcuni tiri secondo me ben presi no sono entrati ieri sera al buon mancio entrava tutto come se il canestro fosse diventato una vasca da bagno.

Simone ha detto...

Bella la discussione tattica su Sternville.
Finalmente.

Tempo di Gara4,C's con le spalle al muro.
Penso che Rivers e Thibodeau siano preoccupati delle gambe dei loro veterani:le sole quarantotto ore di riposo hanno inciso sui garretti di Ray Allen.
Wallace non è ancora a posto per un minutaggio cospicuo(che sarebbe benedetto..).
Devono comunque andare dalle uscite dai blocchi dell'ex Sonics per sperare nella riaccensione del meccanismo.
Pierce è la chiave dell'arcano:deve battere Artest e penetrare per caricare di falli i cristoni.
Solo penalizzando i tre lunghi Lacustri si può riaprire la serie.
Più transizione,per innestare Rondo,e maggiore qualità nei rientri e nei flottaggi.
Le Finals hanno preso la strada di Tinseltown,solamente con un'aggressività speciale si ricreano le condizioni della seconda partita.

Jacksoniani nel limbo più dolce.
Bynum,la sorpresa dello showdown,ha il ginocchio sempre più malconcio;Odom diventa indispensabile per allungare la coperta difensiva(chiedete ai tiratori bostoniani..).
Una modifica tecnica sarà necessaria:troppe ricezioni statiche per il Mamba,che vorrebbe essere servito in movimento per distruggere meglio gli adeguamenti dei Verdi.
Fisher,eroico,sarà la cartina tornasole del quarto episodio:se non metterà i canestri di granito,il sistema difensivo altrui collasserà felicemente sul duo Kobe-Pau.
Limitare al massimo le licenze poetiche di Ron Ron,battezzato appositamente dai trifogli.

Una previsione.
Se i grigi non provvederanno subito,la contesa sfocierà nella rissa da saloon.
Entrambe le squadre alzeranno il volume della radio:gara3 è stata parecchio afasica...

lorenzozanirato ha detto...

ma cazzo hanno giocato gara4 stanotte ??? ma che hanno fretta di andare in vacanza ? pensavo la facessero domattina :(

Simone ha detto...

Definire questa serie finale bipolare è un eufemismo.
I Verdi impattano contro una versione depotenziata gialloviola.
La chiave agonistica è la panca con Big Baby e KryptoNate,tecnica è la perfezione difensiva sul Ko-Pa.
Produce 11 palle perse del duo che condizionano la contesa almeno quanto l'ennesima partita con un Odom troppo falloso.
L'altra cattiva notizia losangelina è il ginocchio di Bynum,quasi kappao.
I flottaggi dei C's continuano a costringere il 24 in punta,il luogo del parquet dove è meno letale;proseguono i possessi con un Bryant servito da fermo e stavolta Fisher non è la sentenza in cassazione di gara3.

La quinta sarà pivotal in tutti i sensi,perchè esploreremo la durezza psichica di due squadre costrette a vincere.
Hanno un dì in più per preparare una trappola per l'avversario.
Due annotazioni:
1.Il Mamba non ha ancora morso un quarantello.
Il lamarometro è pessimo,finora.
2.Ray Allen,zero triple nelle ultime due sfide,prima o poi tornerà a far suonare la retina.
Attenti ad un Wallace fresco e riposato.

Miky ha detto...

@Simo

Io non ho visto Kobe e Pau così tanto limitati, soprattutto Bryant quando ha voluto segnare ha messo canestri in faccia a chiunque (gli 8 punti fulminei nel 2q, oltre alla tripla con palleggio dietro la schiena contro Tony Allen, assurda per difficoltà e fuori ritmo ed equilibrio) ma nel finale ed anche all'inizio della partita ha tirato spesso sul primo ferro, segnale incontrovertibile di stanchezza, oltre a ricordarci che sta pur sempre giocando con un ginocchio malandato. Sicuramente con ricezioni più dinamiche sarebbe ancor meno marcabile....

Più che altro è stato il sistema offensivo losangeleno che stranamente ha girato a vuoto per gran parte di Game Four, grazie ad una difesa molto più intensa ed attenta di Boston (fisicamente i C's hanno messo molto di più "addosso" il corpo ai diretti avversari) che ha fatto entrare con grosse difficoltà i Lacustri nel Triangolo, con troppi esitazioni da parte di troppi giocatori nell'andare ad occupare gli spazi giusti (Artest e Farmar i più impacciati), facendo perdere tempo e ritmo a tutto l'attacco, con tutte le conseguenze del caso ed una panchina surclassata da quella di casa.
Odom sufficienza scarsa perchè qualche sprazzo l'ha regalato, ma troppo poco per risultare decisivo, e non c'è sempre Fisher a salvare il c**o.
Bynum in condizioni fisiche pietose purtroppo per lui ed i Lakers. LA dipende ancora troppo dalla sua presenza in post in attacco ed in area a rimbalzo per potersene privare: gli chiederanno sicuramente uno sforzo ulteriore, ma è evidente che il centrone potrebbe giocare con grandissimi limiti tutto il resto della serie.

Gara5 ultra decisiva, alle tue due annotazioni aggiungo:
3.Boston non ha ancora avuto una partita con tutti e i Big4 decisivi insieme.
4.Se non accade quanto detto al punto 3 coach Rivers s'è già giocato il jolly del record di triple di Allen, il jolly del super KG in G3 ed il doppio Jolly del duo più atipico della Lega, Davis e Robinson, che in comune hanno una testa "complicata" ed il fatto di essere entrambi molto undersized rispetto ai propri pariruolo.
Rimangono quindi ancora Rondo e Pierce le ancore più affidabili per la prossima, cruciale, partita.

Miky ha detto...

Ovviamente intendevo "con tutti e quattro i Big4 decisivi insieme".
Sorry

Simone ha detto...

L'energia è tutta dei Verdi.
Tranne forse l'Isiah dell'ultimo quarto di gara5,primo turno 1984,non ricordo uno spettacolo come il Kobe del terzo parziale.
Quinta sinfonia mahleriana per bellezza ed intensità.