Il Super Tele e i gattoni

di Simone Basso
Se non ve ne siete accorti, in questi giorni di giugno con il favore del sole pieno cominciano le Blatteriadi. Roba che non vi permette di distrarvi nemmeno per un attimo: l'onnipresenza mediatica dell'avvenimento è talmente straripante da inseguirvi come in un telefilm distopico, tipicamente inglese ("Hanging on in quiet desperation is the English way" cantò un gruppo di milionari capelluti nei seventies). Ci sono infatti momenti della giornata nei quali vi sentite nel mondo perfetto di "The Prisoner", con un numero sei inciso su una spilletta della giacca e una gran voglia di fuggire da quell'incubo colorato.
Scordatevi le cronache del dopo bomba o i "Martyrs" cattolici, l'inferno dell'al di qua è un villaggio turistico replicato in serie. E' semplicemente una dimostrazione muscolare della globalizzazione: McDonald's cominciò per far consumare un pasto decente agli squattrinati dell'America più profonda, oggi è il simbolo dell'idiocrazia meno biodegradabile. Il calcio ha assunto la funzione rassicurante di alfabeto universale, un esperanto di successo con chiari compiti sociali; prevale un effetto placebo consolatorio che ne ha annullato qualsiasi pretesa sportiva di contorno. E' dunque un veicolo potentissimo, il mezzo ideale per approfondire il concetto di macchinario integrato; nutrito da entità che nulla hanno da spartire con l'umano. Sigle di corporazioni che diventano consuetudini subliminali per centinaia di milioni di (tele) spettatori.
Ma per funzionare, considerando ormai superfluo il personale agonistico (perchè intercambiabile come i commessi sottopagati di una catena multinazionale), c'è ancora bisogno di un'oligarchia pensante: in attesa della gloria eterna di una macchina che sviluppi il pensiero artificiale, ma la cibernetica di Pierre de Latil la confondiamo con Goldrake, riepiloghiamo le politiche vincenti della Fifa. Non osiamo avventurarci nell'elusione fiscale creata dagli scienziati macrofinanziari di Joseph Blatter, l'off shore e i paradisi monetari ci interessano solamente quando producono mostri come Patrick Bateman o Paul Casimir Marcinkus, ma vorremmo sottolineare l'aspetto della gestione sanitaria ospedaliera del fenomeno. Il baraccone è oliato da decenni secondo una morale di marketing feroce, i copyrighter procteriani potrebbero elencarvi le loro massime più efficaci: "Quello che cerchiamo non è la verità, è l'effetto prodotto."; "Più una menzogna è grossa, più passa."
Sono i motti più efficaci del pubblicitario per antonomasia del Novecento, tale Joseph (..) Goebbels, e si adattano come un vestito di alta moda all'immaginario venduto da Pallonia Inc. Raccontare che in questi anni, nello sport di ambito europeo, la medicalizzazione del football ha sorpassato l'immaginazione più fervida non è consentito. Meglio bisbigliarlo nemmeno fossimo Orsoline di Loudun: la priora Jeanne des Anges potrebbe condannarci all'infamia del rogo. L'uso sistematico dei farmaci è la regola pallonara non scritta per eccellenza, quindi la più rispettata omertosamente dall'ambiente: attorno a questo fatto è intervenuto un immaginario che ha depistato qualsiasi analisi logica degli accadimenti.
Nel 2006 il cardinale Richelieu mostrò tutto il suo potere, se vi ricordate la deflagrazione assistita di Operacion Puerto; di quella lista nera si sussurrarono i cinquantotto nomi portati da Manolo Saiz.
Vieni avanti ciclismo... Ne sono stati puniti sei con lo stop preventivo, e nel caso dell'ultimo (l'unico iberico) con la fermata postuma, ma sul resto della ciurma (centoundici atleti professionisti) si è preferito sorvolare. Quando Jesus Manzano, il Buscetta a pedali, fece capire l'importanza degli innominati, si presentò al cospetto dell'ex Kelme un signore in giacca e cravatta: rappresentante legale di un pool di sette avvocati che avrebbero spiegato gli inconvenienti di quella confessione al Gesù ciclistico. Che decise, folgorato sulla via delle Isole Vergini, di lavarsi le mani come Ponzio Pilato...Una beffa teologica. Abbiamo ancora pensato ai santi in Paradiso quando, il 21 Febbraio scorso, non furono aperti i cancelli ai responsabili antidoping dell'Uefa al campo del Barcellona; il bis (voluto dalla folla plaudente?) ad un altro rifiuto di quel mese è costato poco più di 70000 euro di multa ai blaugrana. Noccioline per le scimmie e la loro produzione di guano profumato.
La visione del "secondino" che sporge l'assegno dalla torretta di controllo è felliniana, starebbe benissimo in "Ginger e Fred" tra un cumulo di spazzatura e un incontro di futbalina catodizzato.
Si vive quindi di spifferi, nell'eterna attesa di un uragano improbabile, ma di altissima qualità; come quella volta, tornando a quattro anni fa, che intervistarono un raggiante Johnny Hallyday in un contenitore nazionalpopolare. Il Celentano francese, alla domanda sulla forma smagliante esibita, rispose che il suo amico Zizou gli aveva consigliato una clinica svizzera miracolosa: se ne esce ripuliti come neonati, con il tagliando rifatto. Silenzio catatonico per qualche secondo di imbarazzo collettivo e poi partì una reclame sulla cellulite. Stavolta nessuno della Gendarmeria mosse un muscolo. Son cose che dovrebbero far riflettere, come l'abolizione per i pallonari della reperibilità nella vita privata per esami ulteriori: siccome ci sono stati sfregaselle controllati in pizzeria (Oscar Pereiro Sio), altri al funerale del figlio (Kevin Van Impe), un po' di inquietudine ci soccorre sulla strada della giustizia sociale.
E poi ricordate i centosessanta controlli a sorpresa del Tour 2006 (giustissimi..) e i meno di zero (Bret Easton Ellis uber alles) della Fifa World Cup in Germania?
Pare di vederli, in una corsa a tappe forzata dei nein tra la Baviera e la Ruhr, i medici della Wada: manco fossero venditori di acqua minerale all'Oktoberfest. Ma andiamo nello specifico, avendo constatato una liberalizzazione nei costumi degna dell'Epolandia anni novanta: col sangue si gioca sul sicuro come con il 4-4-2. Il campo, e le disponibilità economiche, permettono una libertà d'azione assoluta; pochi mesi fa, nell'ambito della manipolazione psichica dei media, il profeta Josè Mourinho lanciò un masso nello stagno e nascose la mano, segnata dalle stimmate. La notte di Inter-Chelsea il santone portoghese (che accumula i miracoli con il cash subitaneo, evirando la perdita di tempo della beatificazione) pronunciò una frase sibillina rivolta al suo vecchio entourage: "Sono sicuro che Cech al ritorno ci sarà. Il dottor Needles gli permetterà di giocare." Poco importa che il portiere non fu poi della partita, ma The Special One ci introdusse nei meandri dei segreti Blues. Bryan English, consulente medico britannico ad Atene 2004, entrò nel club londinese l'anno dopo: introdusse la pratica del "blood spinning", ovvero la centrifuga sanguigna per il recupero degli infortunati. Trattasi di prelievo ematico al Drogba di turno, trattato e arricchito prima di essere nuovamente iniettato nel corpo del gladiatore: i tempi di guarigione si accorciano di cinque volte e l'efficienza fisica deborda velocissimamente oltre lo standard.
E' un rituale sperimentato, da tempo, anche nella Selecao (Ronaldo ne ha abusato..) e per i blatteridi è cosa normale e giusta;
anche se alla vigilia di alcuni match si schiera l'undici titolare di acciaccati e corrono tutti come Beep Beep... Al contrario di quel che cantò l'ugola benedetta di Geoff Tate ("The needle lies"), in questo caso gli aghi hanno sempre ragione. Questi scostumati della perfida Albione ne hanno fatto una religione; le tende ipossiche sono state proposte addirittura da Fabio Capello ai suoi giocatori: allestire una camera ipobarica è un investimento economico quasi modesto.
Trecentoquaranta euro per la struttura, quattromila e cento di generatore; invece l'affitto del kit intero è sui seicentoventi. Il leggendario ormone della crescita è diventato per certi calciatori come la Bibbia sul comodino di un prelato; una presenza rassicurante, ieratica. Pensate alla favola di Messi narrata dal Saviano onnipresente: sostituite al cognome del pedattore il corrispettivo di uno dell'atletica leggera o del ciclismo; immaginate lo sdegno della folla manzoniana di fronte a un tizio imbottito di gh dalla mattina alla sera. Eppure il Palanca argentino fa tanto pop e Cristiano Ronaldo così sexy.
Escludendo, per limiti di trattazione, la Febbre Del Giovedì Sera e i suoi rimedi, John Stravolta è sempre in agguato, sottolineamo l'utilizzo del Dhea, altro preormone, e di un'infinità ambigua di prodotti non inseriti nel bazar proibito.
E' la fiera dell'antidolorifico corroborante per lo spirito: non sappiamo se la Wada lo metterà finalmente all'indice (per Blatter non ponetevi nemmeno la questione..) ma il tramadolo cloridato per adesso è un bel rimedio. Un oppioide sintetico che fa il suo lavoro onesto e pulito, nella stessa maniera dell'eroico Jiri Dvorak, il boss della commissione medica Fifa. Il disoccupato più pagato del pianeta, in un congresso a Sun City, si è lasciato andare a considerazioni desolanti: "Riteniamo che i controlli individuali sistematici, durante e al di fuori delle competizioni, siano realmente inefficaci." Il reality vive di percezioni e in quanto tale prospera, se l'antidoping viene vanificato alla fonte il doping non è un problema. Anzi, non esiste proprio.
La Federazione mondiale spende ogni anno trenta milioni di dollari per i test, le positività riscontrate sono infinitesimali: dieci campioni sui trentatremila a stagione (lo 0,03%!!). Fanno mille presidenti spirati a controllo, una vergogna che ha fatto arrossire gli stessi dottori del calcio; che consigliano una dismissione soft dei pisciatoi, vista l'inutilità conclamata. La fotografia, truccata con Photoshop, sembra eloquente; l'autista che guida il pullman verso la Gerusalemme sudafricana ha accanto una didascalia che suona come un avvertimento: "Non disturbate il conducente del bus". Sarebbe troppo facile smascherare le menzogne che caratterizzano questa edizione. L'ipocrisia di uno stadio a Nelspruit che è significato lo spostamento di un'intera scuola in prefabbricati di acciaio in un sito abbandonato da Dio. Una comunità di ventimila persone, la Joe Slevo Informal Settlement, minacciata di sfratto perchè poco raccomandabile accanto all'autostrada che collega Capetown all'aeroporto. Un portavoce locale, Jimmy Mohlala, ammazzato il gennaio dell'anno scorso per aver fatto notare irregolarità negli appalti. Per tornare al Fellini accennato, ci soccorre un frammento geniale dell'ossianico Toby Dammit in "Tre passi nel delirio". "Nella vita...Che cosa disprezza di più?"
"Il mio pubblico!". Parole sacrosante. E se volete comprare un pallone a vostro figlio, acquistate il poetico SuperTele...
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)

46 commenti:

chad palomino ha detto...

4 giorni di applausi, tanto per cominciare. che poi so già che tra un paio di giorni sarò lì a fremere per sapere cosa hanno fatto l'honduras o la danimarca di turno.

chad palomino ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
GuusTheWizard ha detto...

Devo ancora leggere il post: nell'attesa inizio comunque ad applaudire ....

gareth ha detto...

Ha ha Guus, questo è divismo! :-)
Comunque bellissimo post, of course

Leo ha detto...

Il brutto è che quando ci diciamo che il dribbling stretto non te lo insegna il doping ci vogliamo credere davvero.

E quando critichiamo Giovinco perchè lo spostano con un'ancata, a differenza di altri della sua altezza, anche noi, in un certo senso, approviamo il tutto...

Dane ha detto...

"Il brutto è che quando ci diciamo che il dribbling stretto non te lo insegna il doping ci vogliamo credere davvero."

Infatti il dribbling stretto non ce l'ha più nessuno.....

Leo ha detto...

E' perchè vanno troppo veloce Dane ;-)))

Dane ha detto...

Tipo Messi?!.... :-D

ZoT ha detto...

tema interessante, ma a metà lettura ho dovuto fermarmi per overdose di metafore :-)

antropiovra ha detto...

Concordo sui 92 minuti di applausi.
Nella mia ingenuità di ragazzino all'epoca di 8 anni (appena terminati i mondiali del 1986) pensavo che il doping nel calcio fosse nato e morto con il libro "Anpfiff" di harald shumacher, soprannominato farmacia ambulante...ricordandomi l'entrata assassina su battiston speravo che gli unici effetti fossero un pò di supercarica agonistica e nulla di più..

jeremy ha detto...

Io non credo che sia une questione di indignazione o meno. Semplicemente dobbiamo essere consapevoli di ciò che ci circonda.

Marcosupersonic ha detto...

Concordo con i 90 minuti di applausi. Fatta salva l'overdose di retorica, sembra un articolo di un giornalista vero, tipo quelli che non si leggono oramai più da nessuna parte (salvo che su Indiscreto).

nanomelmoso ha detto...

simone: splendido post la tua presa è epica ed evocativa l'unica cosa cui posso accostarla è ai magnifici filmati della nfl films con quella musica e quelle voci

Nello sport ormai vanno tutti a sostanze chimiche ... lo dicessero e saremmo tutti più mettere voi l'aggettivo.

Certo qualcuno dice il doping nel calcio è meno importante hce nel ciclismo perchè nel calcio non conta correre più dell'avversario come nel ciclismo.

Ma sarebbe un discosro ignorante perchè nello sport ella pedivella conta la tecnica e la tattica se nel calcio contassesoprattuttto la tecnica ronaldinho e seedoorf potrebbero vincere le partite seduti nelle poltrone poste al centro del campo di san siro ed invece non è così.

Mi ricordo milan parma degli anni 80 dove le due squadre si umiliavano a turno a seconda di chi fosse più in forma quel giorno.

ps

da non sottovoalutare il pezzo del post dove si parla di una specie di enorme villaggio vacanze sud afriano.
E nn perchè gli atleti vadano come turisti ma perchè saranno isolati dla mondo come tutti noi in certi paesi del mar rosso o dei caraibi

spike ha detto...

ovazione e applausi a scena aperta!

Ps.
la lotta al doping è una causa persa, tanto vale liberalizzare

nanomelmoso ha detto...

@spike
sottoscrivo ... che diano dei precisi protocolli medici ...

gaby69it ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
gaby69it ha detto...

Hanging on in a quiet desperation is not only the English way...purtroppo...

Saluti

Gabriele

Simone ha detto...

@Chad Palomino,Gareth,Leo,Dane,Jeremy,Spike,Nanomelmoso:
Moolte grazie.
L'intento era di far comprendere che la percezione della realtà è fondamentale.
Una formidabile macchina di consenso politico e finanziario come la Fifa è andata oltre il concetto di inviolabilità.
E chi lo dovrebbe denunciare ha le tasche riempite di dobloni creati dal sistema dei blatteridi.

@GuusTheWizard:lo so che la visione del Super Tele regala scenari inebrianti.
Il calcio da cortile,ovvero il foot vero.

@Zo T,Marco_Supersonic:merci!
I feedback continui sono divertenti.
Se poi qualcuno,leggendo un articolo su Blatter,si accosterà ad Huxley o a Fellini avrò ottenuto il mio scopo..

@Antropiovra:danke!
Bella citazione,lo Schumi pallonaro fu veramente un personaggio oltre i limiti consentiti..

@Gaby69it:ciò che ho sempre amato della cultura inglese è la paranoia.
Penso sia merito soprattutto di Shakespeare e della sua impronta sul resto dello scibile britannico.

GuusTheWizard ha detto...

@Simone
Effettivamente il SuperTele rimane imbattibile.
Da rimarcare la sua indubbia polivalenza: si passava tranquillamente dal calcio al volley senza nessun problema.
Forse un pò "debole" dal punto di vista della tenuta (specialmente in zona valvola od in prossimità di aiuole spinose/roseti), ma considerando il prezzo (vado a naso, ma direi sulle 500 Lire) era comunque un eccellente investimento.

Anonimo ha detto...

Splendido articolo e applausi... Poi anch'io da Venerdì inizierò a drogarmi con i Mondiali facendo finta che sia tutto vero...
Però qualche metafora in meno non guasterebbe: renderebbe più semplice la lettura...

Detto questo, soluzioni? Cioè,visto che a quanto pare nello sport di oggi (perchè non parliamo solo di calcio e ciclismo vero?) è facile aggirare le regole, cosa si potrebbe fare?

P.S.
Complimenti anche a Gaby per la meravigliosa citazione

Simone ha detto...

@GuusTheWizard:il Super Tele accontentava tutti.
Anche i cani da giardino che,all'arrivo del pallone,si avventavano come Godzilla sulla preda e lo facevano scoppiare in un nanosecondo.
Le partite col vento erano epiche,impossibile da decifrare,e anche il suono della pedata era tipico.
Era più alto di frequenze,come uno schiaffo al deretano di una signorina vestita di lattice.

Francesco74:grazie.
La soluzione non ci sarà mai.
Stiamo assistendo a sport liberalizzati ed altri penalizzati.
L'ideale sarebbe una legalizzazione intelligente.
Il sangue come limite invalicabile per lo sport.
Gli ormoni e gli anabolizzanti per i giochi.

transumante ha detto...

simone:come che fa la pacca alla signorina vestita di lattice? :)

io ne ho distrutti diversi a causa delle spine delle rose in giardino. Poi sono passato al cuoio e ho fatto capire alla natura chi e' che comanda

Dane ha detto...

"L'intento era di far comprendere che la percezione della realtà è fondamentale.
Una formidabile macchina di consenso politico e finanziario come la Fifa è andata oltre il concetto di inviolabilità.
E chi lo dovrebbe denunciare ha le tasche riempite di dobloni creati dal sistema dei blatteridi."

Poi quando parlo di Codesal la gente mi chiede "e perchè la sai solo tu sta storia?! Va là che te la sei inventata..."

"Effettivamente il SuperTele rimane imbattibile. "

Non mi è mai piaciuto, troppo leggero e quindi "europeo". Il migliore resta sempre l'arancione Super Santos, molto più "sudamericano". Un vero e proprio mito sulle spiagge...

Simone ha detto...

@Transumante:pensa che mi ricordo di un pallone in similcuoio con il quale giocavo da gagno.
Nel giardinetto dei nonni.
Era ispirato al mondiale tedesco del 1974...E' passata una vita.

@Dane:ho cercato su Wikipedia perchè il nome mi ricordava qualcosa.
Quella finale fu indirizzata dalle conseguenze ambientali dell'eliminazione azzurra.
Malgrado quel leggendario quarto d'ora di recupero nel supplementare...
Germania-Argentina fu uno schifo tecnico ed agonistico.
I maradoniani erano impresentabili tatticamente(un catenaccio da antologia),i crucchi(superiori atleticamente)se la fecero addosso.
Ci pensò il fischietto a decretare il risultato già scritto da qualche giorno.
Fu il trionfo della volontà pop degli havelangelici:notti maggiccheee...

Dane ha detto...

Simone, guarda, senza offesa ma potete spiegarmi e raccontare tutto tranne quella finale e quell'arbitro. :-D
Anzi, potrei raccontare io la storia, ma non verrei creduto (come non vengono creduti quelli che parlano di una foto di un Fuentes seduto in tribuna affianco al papà di un Nadal ad inizio carriera) e quindi... ;-)

Simone ha detto...

@Dane:è la mia penultima finale di un Mondiale di foot.
Ma a Pasadena'94 ero già insofferente di fronte al fenomeno.
Fu uno spettacolo agghiacciante,compresi i fischi all'inno argentino.

Silvano65 ha detto...

Caro Simone, potrei raccontarti delle facce che fecero gli sciatori qualche anno fa quando mia moglie si presentò per fare i prelievi di sangue per l'antidoping, uno dei primi nella storia del Circo Bianco...

Italo Muti ha detto...

@Simone
Stavolta sei andato oltre l'improbabile, quotato su tutto, anzi perchè scrivo? Potrei parafrasare MArco Antonio nell'elogio di Cesare, ma ormai marzo è passato.
Fra le cose in comune abbiamo anche il disprezzo per Blatter e le sue contumelie e il ricordo, di un calcio differente. Il mio ricordo più nitido e mai ripetuto fu per Monaco74, mai superato, compresa Cile-Australia.
Sul doping sai già come la penso, chi bara, chi mente, soprattutto nello sport, non merita niente, niente onore niente gloria, solo indifferenza e disprezzo. Ho solo l'impressione di essere in posizione abbastanza solitaria.
Italo

Simone ha detto...

@Silvano65:allora fu il 2004,quando Hans Knauss(al primo colpo)fu sacrificato come l'agnello dalla carne più tenera.
A Tignes,a metà Novanta,alcune persone mi raccontarono delle cyclette per la notte nelle camere austriache.
No comment.

@Italo:grazie!
Si dovrebbe saper distinguere dal d****g sistemico,o così o addio sogni di gloria,e quello fraudolento,antigerarchico.
Torneremo sull'argomento.

Questo filmato dovrebbe
essere visto,dai tifosi pallonari di oggi,sui sassi ed in mistica devozione.

http://www.youtube.com/watch?v=M5YLG57a2GE

michelroj ha detto...

Simone, cosa ti sei messo in testa, di diventare il Saviano del calcio? Proprio alla vigilia dei Sacri Giochi? E non ci pensi ai tifosi pronti ad acclamare gli idoli della squadra del cuore? Sempre a parlar male del calcio, invece di sottolineare anche i tanti aspetti positivi, chessò il tifo colorato, le partite di beneficenza, i valori di lealtà, sportività, onestà. Ci hai pensato a Borriello? Non gli bastava l'esclusione dai 23, ora gli tocca anche far fronte a queste tue illazioni. Per non parlare poi di Ombretta Colli, che ora starà piangendo a dirotto per questa indegna mostra delle atrocità. Speriamo che almeno il premier rimedi impedendo in futuro l'uscita di analoghi articoli che gettano il discredito sul giuoco più bello del mondo.

Il super tele era una sfida alle leggi della fisica in 3 movimenti: dopo l'impatto partiva sparato per i primi due metri, poi la resistenza dell'aria diventava eccessiva e frenava vistosamente, e infine cambiava direzione a seconda degli umori del vento. Era un pallone effeminato, buono per le bambine che giocavano a palla avvelenata, già attorno ai 6 anni noi duri decidemmo di dismetterlo a beneficio del più virile supersantos.

Italo Muti ha detto...

@Simone

quoto il filmato, aggiungerei anche la lettura obbligata delle pirme 40 pagine del de bello gallico senza traduzione a fronte, precedentemente.
Rilancio con questo filmato dell'altra grande sorpresa di quel mondiale, la grande Polonia

http://www.youtube.com/watch?v=0na23er9vt8

Italo

Simone ha detto...

@Michelroj:il desiderio sarebbe quello di essere un Baudillard da trattoria;aglio,olio e peperoncino.
L'unica cosa che ho invidiato a Saviano è la copertina di un libro con un'opera informale del grande Burri.
Ma la Mondadori qualche spicciolo lo possiede,anche per acquistare i diritti più turbolenti dell'arte contemporanea italiana.

Il Super Tele per me significava la fine della scuola:era l'ideale per palleggiare in casa e coinvolgere qualche signorina in spiaggia.
Poi un bel mese senza le pallonesse in cuoio di quell'evo era una bella cosa...

@Italo:Deyna era proprio un giocatore di quei tempi.
Polivalente,elegante,potente.
Ha avuto un destino simile,ahilui,a quello del nostro Scirea.

michelroj ha detto...

Deyna morì solo qualche giorno prima di Scirea. Ricordo l'intervista a uno sconsolato Boniek:"Sono distrutto, in una settimana ho perso due amici!"

Tani ha detto...

@Simone, tu pero' mi vuoi fare del male.
Il filmato dell' arancia mecanica mi porta indietro nel tempo.
Avevo solo sei anni, in una stanza piena di adulti e di fronte ad un bianco e nero di 21 pollici, ero l'unico che tifavo Olanda (forse perche gli adulti tifafano in maggioranza i tedeschi.
Ricordo le mie lacrime quando quel branco di fumatori esulto' di gioia alla fine della partita.
Quel di' nacque il mio amore per il foot e per The Flying Dutchmen.

@Tutti: siete un branco di bastardi capitalisti.
Ma quale Super Tele del cazzo! Mentre voi, viziati, culi bianchi, vi riempivate di merende e palloni colorati, noi eravamo "fortunati" ad avere nella nostra comitiva Ardi, il quale con cura maniacale riusciva a costruire un pallone perfetto, con dei stracci vecchi, arrotolati in una carta presa da un sacco di cemento vuoto, il tutto tenuto insieme con dello spago. Si giocava, che era una meraviglia, scalzi, su un "campo" fatto di sassi e terra.

Dopo, molto dopo arrivo una specie di palla fata di gomma. Lo stesso vostro problema. Rimbalzava troppo e finiva quasi sempre nel giardino del vicino, il quale molto sadicamente ci infilava il coltello.

Simone ha detto...

@Tani:abbiamo tutti subito il fascino dell'Arancia Meccanica in quel periodo.
Erano molto scapigliati,alternativi,ma si applicavano con una disciplina quasi militaresca.
Rappresentarono un ossimoro colorato.
E poi,dulcis in fondo,erano fenomenali:JC 14,Rensenbrink,Krol,Neeskens...

Beh,il sottoscritto a Cinisello ricorda gli uno contro uno nei corridoi degli appartamenti di case popolari.
Il pallone era un ammasso di pagine di giornale legato con il nastro adesivo.
Sembrava calcio fiorentino:gomitate,testate,vasi in frantumi,calci ai mobili,porte rigate...
E la fuga all'arrivo degli adulti.

nanomelmoso ha detto...

come il nostro pallone di carta nei corridoi della scuola ...

Dane ha detto...

Direi che ci siamo passati tutti da quel tipo di calcio....

p.s.: io vanto anche una palla di cuoio, nel senso di un pallone fatto di avanzi di tappezziere rubati al nonno il tutto rinchiuso dentro un avanzo di pelle o cuoio accartocciato cucito alla meglio con pochi punti in punto preciso a chiudere il tutto un po' come i palloni da football. E in effetti il risultato non era molto sferico e simmetrico.... :-P

Italo Muti ha detto...

@Simone, Tani

Io me ricordo le partite a porticine nella stradina vicino casa in Toscana. Fino all'ultimo second prima di cena. Dopo cena discussioni a non finire se era migliore Beckenbauer o Cruyff. Imparammo tutti l'inno della DDR, che già avevamo masticato con le olimpiadi del 1972, Cornelia Ender dove sei?
La fine del sogno con il palo di Resenbrink a Buenos Aires...ancora un pò di incazzatura c'è, non lo nego...
Italo

Simone ha detto...

@Tani,Nanomelmoso,Dane,Italo:il "mio" mondiale fu quello argentino.
Perchè fu il primo televisto a colori.
Per gustarlo meglio si andava dagli zii,trenta chilometri più in là,dove si poteva ammirare la partita con un technicolor.
Ricordo la celeberrima Italia-Argentina con il gol di Bettega e cena pantagruelica inclusa.

nanomelmoso ha detto...

il mio mondiale forse fu messico 86 .... 82 non seguivo ilcalcio ancora ... lo sentii tutto alla radio perchè in vacanza non avevamo la tv e fu la prima volta he scoprii che il mondi si fermava per i mondiali,
messico 86 lo seguiii su una tv con commento in spagnolo e scopriii il goooooal alla sud americana ....

Italo Muti ha detto...

@Guys

Il primo mondiale seguito dal sottoscritto fu Mexico70, con squadre improbabili e scelte scellarate e la guerra fra i sostenitori di Mazzola e quelli di Rivera, con Giggi RRRiva a mettre d'accordo tutti. L'amore vero fu Monaco74, e su Antenne2, riuscivamo a seguire la partite a colori.
Comunque, se rivedete bene i goal dell apolonia con l'Italia a Monaco, Zoff si muove sempre in ritardo, come sarà evidente in Argentina, Brandts, Haan, Nelinho e Dirceu, i capi d'accusa.

Italo

Roberto Gotta ha detto...

@ il grande Simone, Italo, tutti: la casa dove abitavo io era in lieve salita, l'unico angolo praticabile era in pendenza, la porta era il fianco dell'edificio con gesso a segnare pali e traversa, e insidiosissima gradinata che iniziava 1m oltre il palo, sulla quale si ferì un mio amico con ambizioni da Zoff (e anche lui si tuffò in ritardo, giustissimo Italo). Raggio massimo di azione 10m dalla porta suddetta, i crossi partivano da quei 10m e in salita... Innumerevoli palloni (credo SuperTele, con i loro ghirigori nell'aria) finirono, dato lo spazio angusto, in strada, iniziando a rotolare rapidamente verso fondo via, con la nostra speranza che si incastrassero sotto un'auto. Una volta il SuperTele uscì in contemporanea con il passaggio di un'auto, ricordo ancora con un sobbalzo cardiaco l'inchiodata del conducente che ovviamente non poteva sapere che quell'oggetto non avrebbe fatto nemmeno un graffio al parabrezza.
Primi Mondiali di cui ho ricordi 1970, avevo 6 anni ma certamente vidi Italia-Germania e la finale, al mare. Struggente il ricordo del 1974 (è anche per questo che mi sono commosso girando per i Mondiali 2006 e vedendo per la prima volta certi posti, se ho tempo scriverò qualcosa oggi sul mio blog - scusa Stefano!), visto in tre luoghi diversi: mare (a colori, su Capodistria che in hotel si prendeva), paesello dei nonni, montagna (??? mi sa che all'epoca in proporzione costava meno andare in vacanza, se facemmo una settimana di mare e PURE una in montagna in Friuli), e persi il gol iniziale su rigore perché pur di non obbedire a mia madre non scesi al suo "guarda che sta iniziando la partita", ottimo il ricordo del 1978 con partite serali e musichetta, buono - parlo di nitidezza e importanza dei ricordi - quello 1982 anche se segnò l'inizio del mio distacco+scetticismo verso il modo con cui i media trattavano il calcio, più sfumato 1986, indimenticabile 1990 ma solo perché firmai il mio primo contratto di lavoro il 31 maggio e iniziai a lavorare l'1 giugno, e qui vi lascio per non tediarvi (mi sto annoiando pure io a fare questo elenco...).

Silvano65 ha detto...

Per i Mondiali del 1974 feci la raccolta delle figurine Panini. Fu il primo veramente vissuto, il mio primo incontro con il fùtbol risale infatti al 22 Novembre 1970, a mondiali messicani trascorsi. I mondiali venivano dopo le Olimpiadi di Monaco (infatti mi domandavo "Ma fanno tutto là?"), le prime che avevo vissuto con un po' di partecipazione.
A quell'età il pallone di cuoio era il vero salto di qualità. Organizzare una partita "con il pallone di cuoio" significava assegnare il crisma della sacralità all'incontro, e non tutti potevano giocare, ma solo i più forti. L'apertura degli spogliatoi (il bagno si faceva a casa) e udite udite, la partita serale con i riflettori erano un mondo a parte: ad una certa ora ci dovevamo accomodare fuori e arrivavano loro, gli adulti dei tornei aziendali, con maglie tutti uguali, palloni di cuoio, scarpette che noi sognavamo e basta. Il Super Tele era il pallone da spiaggia per antonomasia, venduto nei negozietti di articoli di mare di Pinarella di Cervia. Era definito "il pallone che volava". Il mio finì, spedito dolosamente da uno s****o (anni dopo però ebbi la possibilità di vendicarlo, con mio sommo piacere... il fascino della divisa ;-) ) in un orto chiuso dietro il campo dell'oratorio, dove non potei mai più recuperarlo. Mi sorprendo ancora oggi per il desiderio che mi assale ogni volta che ci passo davanti di scavalcare il muro per andarlo a cercare.

gareth ha detto...

Ah che ricordi! Primo mondiale per me Mexico 1970, a partire dal quarto di finale contro i campioni di casa. La sera della semifinale, i miei mi mettono a letto ed escono, poco dopo mia nonna mi sveglia e mi riporta davanti al televisore...
Al Mondiale 1974, dopo l'eliminazione ingloriosa degli azzurri ho tifato Germania, più che altro perché avevo il mito di Netzer (poi fatto fuori dall'11 titolare) e di Gerd Müller, a tutt'oggi il "mio" centravanti del cuore. L'arancia Meccanica non mi piaceva, troppo anarchica, io da bambino amavo ancora molto le cose schematiche...

michelroj ha detto...

Nel '74 ero ancora troppo piccolo, avevo l'album Panini, tifavo Polonia, ma non vedevo ancora le partite. Ricordo mio fratello più grande davanti alla tv durante la finale, mentre io, pirla, me ne scendevo a giocare giù in cortile. Nel '78 non persi neanche una partita di quelle in diurna, più dura fu seguire quelle a mezzanotte, ero ancora piccolo (ma quanto ci voleva per crescere?) e mio padre non voleva. Allora mio fratello mi svegliava di nascosto e seguivamo in clandestinità il match a volume bassissimo. Ricordo che durante Ungheria-Argentina crollai dopo pochi minuti, con Francia-Argentina invece ressi stoicamente. La pastetta col Perù non la vidi e soffrii moltissimo perchè avvertivo distintamente il boato ad ogni gol dalla tv del vicino, e mi chiedevo che cacchio stesse succedendo di così clamoroso...

Simone ha detto...

@Italo,Nanomelmoso,Silvano65,Michelroj:
Il primo ricordo di un Mondiale fu Germania 1974,ma anch'io ero più interessato(giustamente)alle figurine dell'album Panini che a quel gioco bizzarro su un prato ben rasato...
Ma,avendolo perso tra un trasloco e l'altro,ho dimenticato un particolare fondamentale:le immagini erano adesive o si incollavano con il fai da te?

@Roberto Gotta:ola!
L'ultima edizione televissuta,a sprazzi,fu Usa 1994;ma ero già abbastanza disinteressato.
Quando scrivi delle ferie nel ventennio Settanta-Ottanta riveli il "segreto" della crisi attuale.
Il Pil è un indice matematico,lo stile di vita italiano(con meno soldi,lussi e sprechi)era decisamente invidiabile.
Niente weekend mordi e fuggi,ma quasi un mese di vacanze vere.
Il sottoscritto,figlio di operai,si faceva due settimane di albergo in Trentino.
Il confronto con le difficoltà di oggi è impietoso.
Yes,si stava meglio quando si stava peggio.

@Gareth:potresti intercettarla su qualche canale tedesco.
C'è una finale di Coppa di Germania,metà anni settanta,favolosa:Colonia-Borussia M'blach.
Netzer versus Overath,una meraviglia.