Mamba number five

di Simone Basso
Finisce con lo Staples in festa, dopo quarantotto minuti in apnea come in una sfida tra Maiorca e Mayol, l'odissea 2010 di Sternville. Constatato che anche in America le madri dei cretini sono sempre incinta (quei fischi a Bill Russell durante la premiazione...), gara7 si consegna per sfinimento alla squadra tecnicamente più logica malgrado uno scenario tattico totalmente ribaltato.
Dopo gara2 la difesa di Thibodeau ha dominato la sfida, modificando le dinamiche della contesa; trattasi in effetti di consuetudine moderna dell'Nba: dall'arrivo dei Bad Boys (1988) l'inerzia della propria metà campo ha storicamente smantellato anche le produzioni offensive più clamorose. E' stato così anche per i Bulls della seconda tripletta, che con le regole attuali costringerebbero al ciapanò la concorrenza di oggi, e per gli Spurs dall'organizzazione difensiva più sofisticata (avere quel Duncan là sotto..). La bella della scorsa notte è stata uno spettacolo burlesque, in salsa lotta nel fango, che un Dennis Rodman avrebbe adorato: non a caso il più rodmaniano di tutti per intensità e affronto muscolare, non per neuroni cestistici naturalmente, ne è uscito come l'uomo chiave. L'Artest battezzato dalla cinica troupe biancoverde ha tenuto a galla, anche con una marcatura super su Pierce, la nave da crociera gialloviola; sul più tredici verde (il numero che ossessiona questa disamina), a metà terzo quarto, è poi arrivato il momento dell'altro deviante dell'AAU di Queensbridge.
Lamar Odom, spaiato da Ron Ron di soli sette giorni nella data di nascita, ha regalato un po' di grecale fresco a una nave fin lì pronta a interpretare il ruolo scomodo del Titanic:
il suo tredici di attivo nel plus minus, frutto del suo pensare basket da point forward, è la statistica più importante della sfida assieme al differenziale rimbalzi che ha sorriso ai Bryanteers, un altro (maledetto per i bostoniani) tredici... La tonnara allestita da un fenomenale Garnett aveva aggiunto pressione all'assillo ibseniano del Mamba, alle prese con una marcatura perfetta dell'ensamble trifoglio e con la tipica rarefazione dell'aria dell'Everest cestistico. Nulla di sorprendente se, nella pallacanestro recente, i più adatti al doom metal della settima sono sempre stati i lunghi (Olajuwon, per esempio); ma la circolazione di palla e il tiro frontale, certe notti, riescono difficili come una Roubaix controvento e con la pioggia. E' d'altronde inumano chiedere lucidità a due compagini giunte alla duecentoundicesima partita complessiva da fine Ottobre 2009; le lacrime del metrosessuale catalano alla sirena (18 rimbalzi in saccoccia) spiegano molto dello sforzo psicofisico del confronto. Qualcosa che potrebbe anche incidere sulla scelta imminente di Phil Jackson, all'undicesimo anello di una carriera da guru della panca, e che prepara un dolcissimo Sunset Boulevard per i guerrieri di Doc Rivers.
Con il senno di poi, il bandierone numero diciotto al Td Garden è stato ammainato nell'assurda gara3; analizzando la settima, sarebbero bastati due canestri nel momento del rientro Lakers nell'ultima frazione.
Forse una tripla di Ray Allen, gigantesco (a trentacinque anni!) in funzione di kobestopper, o un assolo fortunato di PP avrebbero spento gli ardori di El Ei: essendo antitaliani per principio (perchè amiamo troppo il Bel Paese), vorremmo sottolineare la grandezza del combo perdente; un KG da antologia del gioco, il regista dell'assalto difensivo e l'unico con percentuali decenti in attacco dell'intera partita, e un Rondo indecifrabile nella sua unicità. Non sappiamo se sia un playmaker, a noi ricorda una combinazione Nfl tra quarterback e cornerback, ma rimane un giocatore con momenti di assoluto dominio tecnico. E non finiremo mai di sorprenderci del cuore di Big Baby e dello scienziato pazzo Rasheed, uno che se solo avesse voluto avrebbe dominato il mondo...
Laureati all'Università di dietrologia comparata, l'assenza di Kendrick Perkins è stata coperta con uno spirito ammirevole;
ma questa Gang Green, con i gomiti del 43 a togliere spazio ai Gasol sotto le plance, avrebbe ripetuto l'impresa di quarantun'anni fa: la mancanza di controprove ci conforta del nostro teorema. L'incompiuta dei riversiani è comunque struggente, gozzaniana, ma non ci fa dimenticare la follia apparente di uno sport bellissimo: la finalissima è stata, nei limiti del suo climax guerresco, uno spot per Stern e la sua formidabile macchina d'intrattenimento. Le altre due serie dei playoffs da sottolineare sono state Spurs-Mavs e Suns-Lakers; altre hanno mostrato pochi bagliori degne di annotazioni, ma tra qualche anno potremmo riscoprire come un prequel Thunder-Lakers o l'inizio di uno psicodramma in Celtics-Cavs (i dolori del giovane Lebron). Come disse nel 2008 un profetico "Chuck" Barkley, i Lacustri saranno da corsa per almeno un lustro; rimangono dunque un paio di stagioni al massimo, confidando nell'immortalità nietszchiana del 24, per puntare al consolidamento della dinastia. L'unica certezza è che il cielo sempre più blu di Sternville, nel breve, sarà modificato geneticamente dalle scelte degli agenti liberi importanti: in attesa di capire se i nuvoloni all'orizzonte, nell'estate 2011, faranno piovere una serrata che ci rende meteopatici.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)

14 commenti:

Italo Muti ha detto...

@Simone

Magister o signore delle metafore?

I maledetti dettagli che sfuggono all astrategia hanno deciso ciò che gli Dei avevano predisposto da tempo. I celtics hanno dato tutto, più di così non potevano, il resto lo hanno fatto i lacustri baciati da qulache piccolo sassolino che ha indirizzato la contesa.
Per i Celtics è la fine del piccolo mondo antico? e i Lakers dureranno? Discussioni da tenere sul muro di bimini e attendere che l'atlantideo signore del triangolo dia la sua riposta inappellabile.
Bye magister
Italo

carloblacksun ha detto...

Bellissimo articolo, in particolare ho apprezzato la citazione di Odom, per me decisivo nel ricucire lo strappo nel momento peggiore.

La cosa piu' bella della serata, in un mondo dove le dichiarazioni banali "alla inzaghi" sono la regola, e' stato quando Kobe ha salutato con sfregio massimo Shaq...

Mi chiedo da sempre una cosa, magari potete aiutarmi a capire: ma perche' i coach della NBA sono considerati dei guru quando tutto quello che sanno dire sono banalita' tipo "get the ball, don't give up the ball" o "play the right way" invece di indicazioni tecniche tipo, che so, di cercare di penetrare su sheed per caricarlo di falli oppure cose del genere? magari non ci arrivo io eh, ma mi sembra che questi coach dicano un mucchio di banalita'

Tani ha detto...

@Simo, a me dispiace un sacco che il mio compagno di merende di questi PO (di soli 11 anni) non sa leggere in italiano. Ieri notte e' stato sveglio fino all'una di notte per vedere anche le interviste e la premiazione.
The kid loves basketball.
E se poteva leggere i tuoi pezzi lo amerebbe ancora di piu'.

zoleddu ha detto...

Bella Simò
"Dopo gara2 la difesa di Thibodeau ha dominato la sfida" semplice no?
e ammetterlo non significa sminuire gli avversari e non riconoscernerne i meriti.
certo è che l'intensità l'umiltà (qualità che manca al 24 che ha provato a vincerla da solo quando palesemente non gliene entrava una..)e il cuore che ci hanno messo i 3 all star più sheed rondo big baby e perkins (48 min. in piedi a soffrire per tutta gara 7) è stata commovente.
a volte nella sconfitta ci sono molte più cose positive che nella vittoria...
e chissenefrega se Stockton e Malone non hanno mai vinto un anello..per me sono 2 vincenti proprio come i C's 2010
mvp: (per quello che conta questo premio)tutta la vita Gasol nettamente più continuo di Kobe nelle 7 gare

pietro ha detto...

A me ha intristito la faccia di Garnett al momento del sorpasso, piegato in due, sul fallo fischiato a favore di Gasol (mvp in questo caso Crawford :-P), se non ricordo male sul 64-64 dopo che i Lakers erano stati a -2 per cinque o sei possessi. Azz... ci ha messo l'anima, lui era l'unico che sui centimetri se la stava giocando, visto che Sheed era fuori con 5 falli e Big Baby non ha quella statura.

Comunque Boston non penso possa ricostruire facilmente. Ho letto di ipotetici scambi di Pierce. Impossibile. Pierce rimarrà a Boston fino a scadenza del contratto, in più c'è quello pesantissimo di Big Ticket. Considerando la crisi e il taglio degli stipendi, dubito che se lo accollino così su due piedi.

Ovviamente Perk + Rondo + Davis e quanto rimane dei due col contrattone, sono tutti una buona base. Ma non ci vinci il titolo e non fai quello che hanno fatto quest'anno, battendo le prime della RS e perdendo di niente con la più forte dell'Ovest.

Doc Rivers ha ripetuto: il quintetto di partenza non ha mai perso una serie. Verissimo: è lo starting five più amalgamato della Lega. Ma nasconde anche la verità sul futuro immediato della franchigia: già perdendo Allen o comunque invecchiando, si perde molto.

I Lakers invece non li reputo al capolinea: Gasol + Bryant sono al top della carriera, Bynum può solo migliorare, Artest non è così anziano, è meglio di Bowen secondo me.

Possono tranquillamente arrivare a 4 titoli di fila, a meno di sconvolgimenti, a partire dal Maestro Zen, che secondo me si è invaghito dell'idea di Lebronare :-)

Bryant rimane comunque l'uomo degli anni 2000, ha superato anche Duncan e anche Shaq.

transumante ha detto...

carlo: il coaching non si vede in un time out di enti secondi, dove al massimo puoi appunto ricordare a certi psicopatici come wallace e artest di "to play the right away"

la difesa di boston non e' mica solo cuore, ma anche grande organizzazione

la "triangolo" dei lakers non la possono giocare tutti

Simone ha detto...

@Italo:ola!
Penso che sia stato decisivo anche il destino,in fin dei conti anche quel rimbalzo volante di Artest contro i Suns(in una gara5 che stava sconvolgendo tutto)è stato un momento chiave per comprendere le fortune lacustri.

@Carloblacksun:molte grazie.
L'ho sentito Kobe,nella press conference,molto sincero e divertito.
I conciliaboli degli allenatori sono drenati al minimo dalle tivù:è già essenziale,per i vari Rivers,evitare troppe annotazioni tecniche in quel trambusto.
Comunque,i lati tattici della contesa vengono tagliati dalla regia televisiva.
Soprattutto quelli nello spogliatoio.

@Tani:mi farebbe piacere che leggesse le mie(nostre) elucubrazioni cestistiche.
Se vuole imparare il gioco,prima lo comprende meglio lo gioca.
Il basket,a parità di cilindrata,favorisce l'intelligenza di chi lo interpreta.
Non diciamolo a Ron Ron,che legge i tagli nella triangolo come Totò che detta la celeberrima lettera a Peppino...

@Zoleddu:merci!
Concordo sui Jazz.
Negli anni zero,offensivamente,la squadra più forte del decennio sono stati i Kings 2002-2003,quelli fino all'infortunio di Webber.
L'anello talvolta è un attimo che fugge;i Pacers 2005,che il 19 Novembre 2004 deflagrarono nella maxirissa,erano potenzialmente il miglior combo difensivo di quel periodo.
Kobe Mvp ci sta,anche dal punto di vista emotivo:il secondo tempo di gara5,il suo e quello della Gang Green,rimarranno nella storia.

@Pietro:yep,i Lakers saranno da titolo per almeno un paio di annate.
Il Garnett delle ultime quattro partite è il migliore difensore dell'Nba,oltre che il lungo più forte come impatto tecnico complessivo.
La generazione di power forward come lui,Duncan,Rasheed Wallace non ha ancora avuto eredi degni.

VVVVVVVVVVVVVVVV ha detto...

Giornata pesante oggi, anche perché è ovvio che non sono più riuscito a dormire pensando a quel lay-up di Gasol o al suo rimbalzo con Rondo a contenderglielo (?!?). Mi sono venuti in mente certi tiri di Allen usciti letteralmente dal canestro e le due triple di Rondo e Artest nell'ultimo minuto. Come facevo ad addormentarmi? Comunque bellissimo articolo come sempre. Sicuramente i Lakers possono fare la dinastia, per i C's invece era l'ultima chance. Spiace anche a me per il bigliettone, ma soprattutto per Sheed commovente! Dopo il rimbalzo d'attacco di Pau su Rondo hanno inquadrato insistentemente Perkins intristito sulla sideline, sembra strano con un trio di stelle ed una giovane promessa come Rajon rimpiangere Kendrick, ma quanto avrebbe fatto comodo per arginare la marea gialloviola degli ultimi 5 minuti? Vabbè comunque grandi C's.

cydella ha detto...

Adesso vi sparo il mio commento da profano che sono incazzato come una iena dopo gara 7...

Allen da mandare a casa a piedi! Sì, ha difeso, ok. Ma non può non metterne neanche una, siamo seri. Generoso Graziani? Forse Zlatan Ibrahimovic in champions.

Gasol: siamo alle solite. Se aspetti che la baracca te la tenga a galla lui, ti saluto. Poi quando tutto va bene, va bene anche lui.

Wallace e Artest: fantastici. Tutto o niente. E in gara 7 sono stati tutto. Comunque non se la sono fatta in mano come alcuni dei loro compagni.

Boston ha perso troppi palloni da pirla, passaggio sbagliato, palla buttata, recupero e farsela fregare. E anche qualche fallo non gli è stato dato. Una volta superati, perso ogni speranza.

transumante ha detto...

cydella: allen in questi playoff ha tirato con le stesse percentuali di sempre, ovvero molto buone. Praticamente ha vinto gara 2 da solo, nelle altre ha difeso in modo eccellente su bryant (se poi quello e' un mostro non ci puo' fare niente)

l'ibrahimovic e' dwight howard

gasol e' stato molto molle a boston, a LA molto bene

Simone ha detto...

@Lizardking66:thanks.
I C's durante la regular ne hanno vinte 50;all'Ovest rischiavano di non fare i playoffs.
Dopo la partenza super,Doc e la commissione interna hanno deciso di vivacchiare aspettando la rumba.
Sono arrivati a un paio di tiri,nell'ultimo quarto,dall'anello.
Per me rimane un'impresa favolosa.
L'ultima squadra che vinse il titolo con il fattore campo contro furono i Rockets 1995:quella Houston fece filotto con quattro serie in territorio nemico!
Perkins è il classico boscaiolo d'area che non si vede ma si sente tantissimo.
Con lui a fianco di Garnett non ci sarebbero stati 23 rimbalzi offensivi dei gialloviola...

@Cydella:il problema delle palle perse è semplice da spiegare.
Il tipo di difesa bostoniano non prevede un autentico playmaker.
Rondo,che è una guardia solamente per la statura(206 centimetri di apertura alare..),è un defensive stopper mediocre ma un cornerback inenarrabile.
Siamo ai livelli di Alvin Robertson o Sugar Robinson,un mostro.
Però offensivamente,se non comanda la transizione,non ha il timing del passaggio al compagno che esce dal blocco.
Lo ha avuto nel settore centrale di gara7,per qualche minuto,ed i Verdi parevano già prossimi alla parata.
In queste condizioni,con un Rondo indecifrabile,ne soffrono soprattutto Allen e Pierce.
L'ex UConn è in declino,ma l'altra notte ho contato almeno una mezza dozzina di occasioni nelle quali,dopo aver girato il blocco del lungo,non ha ricevuto la gonfia.
Andare in ritmo,per un tiratore così,è quasi impossibile.

cydella ha detto...

@transumante: semplicemente per me Allen non è da gara 7. Se la fa sotto. Va bene tutto, ma non metterla proprio mai. Wallace e Artest saranno pazzi, ma a gara 7 non tremano. Allen ci ho scommesso che se la sarebbe fatta addosso.

@simone: giusto quello che dici, ma ho notato un altro tipo di palle perse. Tonnara, palla recuperata, malinteso e palla buttata fuori dal campo. Tonnara, palla recuperata, si addormentano e Artest va lì e gliela stappa di mano. Questo che mi fa incazzare.

Simone ha detto...

@Cydella:la scena madre del rimpianto C's non è di gara7,giocata benissimo,ma risale alla terza.
Quel canestro di Fisher in transizione,con tre biancoverdi che non rientrano in tempo,e il gioco da tre del Maestro Venerabile gialloviola.

A proposito,addio Manute.

Copparoni ha detto...

La cosa triste è che questi Lakers hanno la possibilità di dominare ancora per anni.. Al di là di Bryant questi hanno Gasol, Artest e Odom (oltre a Bynum, secondo me un fattore non secondario dei gialloviola), gente che sarebbe (ed era) primo violino in qualsiasi squadra da playoffs della lega.

Sono appena trentenni ed in giro non c'è molto; il talento è diluito e i grandissimi stanno uscendo di scena (O'Neal, Garnett-Allen, Duncan, Nash..)

Speriamo nell'esplosione di Lebron o nel formarsi di qualche altro "agglomerato" altrimenti questi non li fermano più..(oh, poi diciamocelo chiaro e tondo: i Celtics del 2008 ,come roster e come età, avrebbero avuto bisogno di solo sei partite per avere la meglio dei lacustri!)

La vedo grigia, troppe squadre e troppi talenti sopravvalutati sin da subito (vero Melo?).