Testa libera contro testa pesante

di Oscar Eleni
Simone Pianigiani apparecchia la tavola di Azzurra che ci presenterà a fine play-off, ma ancora non annuncia se userà prezzemolo o melissa perché è rimasto colpito dalla dichiarazione di guerra del Piero Bucchi. L’avversario che incontrerà da domani in una finale scudetto al meglio delle 7 partite fra Siena e Milano che finirà nel buio del mondiale di calcio ascoltando il suono noioso delle vuvuzela. L’allenatore dei campioni in carica da tre anni si domanda come l’Armani abbia potuto diventare farfalla nascendo fra le erbacce di una stagione modesta se pensiamo che con il bilancio dell’Olimpia Cantù potrebbe giocare almeno tre stagioni alla grande come l’ultima che ha chiuso proprio contro Siena.
Certo Milano si è liberata dell’incubo del fallimento totale: fuori subito in Europa, fuori subito in coppa Italia, terza in campionato per il regalo della NGC al Forum. Di sicuro l’Armani ha una panchina lunga almeno come quella del Montepaschi, ma ora bisognerà vedere come i generali muoveranno le loro torri e i loro cavalli. Uno per difendere lo scudetto che sembra già assegnato da ottobre, l’altro per dare scacco matto almeno nelle partite di Milano dove avremo, quasi sicuramente, il record stagionale di pubblico già ottenuto in gara tre contro Caserta, quella che poteva far crollare tutto perché il tiro di Jones aveva aperto una botola sul mare dell’infelicità. A livello quintetti non c’è un giocatore di Siena inferiore a quelli di Milano e in panchina Bucchi non ha certo un Lavrinovic, anche pensando al Mancinelli magico di gara quattro contro Sacripanti. Testa libera quella degli sfidanti, testa giusta, ma comunque pesante quella dei detentori che hanno costruito il loro regno su fortificazioni che mandano in crisi qualsiasi attacco. Vedremo se questo potrà bastare all’Armani per evitare un quattro a zero come l’anno scorso.Oscar Eleni

2 commenti:

Demiurgo ha detto...

Ho visto gara 4 al Forum e sono rimasto basito, l'ultimo Milano-Caserta era stata la gara 5 decisiva di qualche anno fa, quella della prima sconfitta casalinga nel nuovo impianto.
Sembrava un altro sport, o meglio credo si giocasse così in serie C, all'epoca.
E' solo miopia di un vecchio 42enne inacidito?

saluti

Simone ha detto...

@Demiurgo:no,sei solamente un 42enne con una buona memoria.
Lasciando stare i sistemi di gioco di D'Antoni e Marcelletti,la qualità degli italiani coinvolti(Gentile,Dell'Agnello,Pittis,Montecchi,Riva),basterebbe immaginarsi cosa farebbero i Vincent e gli Shackleford nel deserto tecnico di oggi.
La Serie A contemporanea,tranne alcune eccezioni,vale l'A2 della zona retrocessione di vent'anni fa.