E' mancata la fantasia di Baggio

di Stefano Olivari
Ultimo articolo sul Mondiale prima di ributtarci sulle solite cose o anche su niente, perchè non è obbligatorio avere sempre un'opinione. A meno che non ti paghino, nel qual caso con un buon arrangiamento si possono proporre godibili cover. Ci mancano già da morire le partite senza bisogno del doping del tifo, ma ce ne faremo una ragione. Per lenire il dolore proviamo a elencare le poche idee generali che ci sono rimaste dentro e che non ci abbandoneranno tanto facilmente. Mai visto qualcuno cambiare opinione in materia calcistica.
1. Come già nel 2006, è crollato il mito del calcio dei fuoriclasse contrapposto a quello organizzato dei club. In Sudafrica hanno fatto bene solo le nazionali bene allenate, con un'idea di gioco chiara e soprattutto simile a quella portata avanti nei due anni precedenti. Spagna, Olanda, Uruguay, Germania, Brasile, Usa, Messico, Corea del Sud, Giappone, Sudafrica, Usa, Ghana, Paraguay, Svizzera: squadre che hanno chiuso la manifestazione con risultati molto diversi, ma anche la sensazione che sarebbe stato difficile prepararsi meglio. Chi ha puntato sull'improvvisazione, quella con grandi interpreti come nel caso dell'Argentina e quella di serie B come la nostra, ha fallito e non ha permesso nemmeno ai suoi ipotetici campioni di brillare. Troppo facile linciare Maradona, peraltro solo icona carismatica di facciata, più difficile accettare che nel 2010 la nazionale non può essere più una selezione di all star che al momento giusto sappiano trovare le motivazioni.
2. Tatticamente si sono individuate tendenze molto chiare, al di là della facile elencazione numerica dei moduli di gioco. La prima è che la seconda punta è di fatto scomparsa, costretta a riciclarsi sulle fasce nell'ormai imperante 4-2-3-1 (Podolski l'esempio più clamoroso, Kuyt quello più lineare) o a entrare in campo solo nelle situazioni di pura confusione. La seconda tendenza è che gli esterni di difesa spingono molto meno che nel passato, anche quando hanno caratteristiche offensive alla Lahm: non hanno quasi mai un esterno di centrocampo a proteggerli (medaglia d'argento nei moduli è infatti il 4-3-3), nè un allenatore propenso a rischiare. La terza è che nemmeno il Mondiale si gioca più al passo, ma con cambi di ritmo e di intensità che lo fanno assomigliare ad un buon campionato nazionale (possesso palla e verticalizzazione, praticamente la formula della Bundesliga). La quarta? Una sorta di pensiero unico difensivo, come se la difesa a quattro assicurasse automaticamente equilibrio anche negli altri reparti. Addirittura anche Tabarez ha abolito il 'centrale dei centrali' dopo una sola partita.
3. Doveva essere il Mondiale dell'Africa e sicuramente lo è stato nell'aspetto più importante, quello organizzativo. Stadi che rimarranno in larga parte inutilizzati ma comunque bellissimi, ordine pubblico sotto controllo (ma lo era anche nell'Argentina di Videla, gli inviati sanno apprezzare il manganello solo quando difende la loro nota spese), microcriminalità nel mese in esame non peggiore che a Barcellona o Napoli, soprattutto partite giocate giocate davanti a un pubblico che ha risposto in massa. Con il doping del turismo ridotto al minimo, per tre quarti si trattava di residenti locali: un grande successo, inferiore in numeri assoluti solo a Usa '94 e Germania '06. Imbarazzante il paragone con il Mondiale giocato nella patria del calcio parlato e i suoi spalti vuoti. Dal punto di vista calcistico il fallimento africano è stato invece quasi totale. Bene i padroni di casa, con materiale umano modesto ma messi in campo prudenti da Parreira: sono stati i primi nella storia a non superare il primo turno del torneo, ma si sono battuti con onore. Ordinata ma modesta l'Algeria, senza una minima idea Camerun e Nigeria, in rapporto al valore dei giocatori oscena la Costa d'Avorio. Si è salvato ovviamente solo il Ghana iperdifensivo, andato a un rigore dalla storia. Parlare di 'calcio africano' è un po' come parlare di 'cucina africana' o 'politica africana': senza senso, se non si analizzano le singole realtà. A livello aggregato se ne può parlare invece per quanto riguarda i posti nella fase finale del Mondiale: troppi, per quello che si è visto. Gli africani non sono disabili da proteggere con quote, ma calciatori professionisti: se giocano da serie B stiano in serie B. L'idea di togliere una ulteriore europea da Brasile 2014 non ha alcun fondamento sportivo, né tantomeno commerciale.
4. Nessun dirigente sportivo sarebbe uscito vivo dallo scandalo della ISL, che anche sorvolando sugli aspetti giudiziari aveva distrutto l'immagine e le finanze della Fifa. Blatter ce l'ha invece fatta, il suo terzomondismo con i soldi del primo mondo è un miracolo che perpetua il suo potere ma anche quello che rimane del romanticismo del calcio. Il sentimento di appartenenza è rimasto l'ultima cosa a non essere in vendita, anche se qualche segnale negativo c'è. La regola dell'Under 21 che può cambiare nazionale (alla Boateng del Ghana, per dire) rischia di essere il cavallo di Troia che distruggerà il Mondiale. Orde di brasiliani senza futuro ad alto livello sono pronte a diventare arabe o giù di lì, come da anni avviene per gli africani nell'atletica, può diventare un problema molto più grave del gol non visto di Lampard.
5. In comune con il calcio di club il Mondiale ha lo scatenamento di chi a posteriori ha capito tutto, noi compresi. Nell'ultimo mese in ordine sparso si è capito che: a) L'Europa è in crisi, salvo poi ritrovarsi tre semifinaliste europee su quattro; b) Il Sudamerica ha un vivaio inesauribile, peccato che avanti sia arrivato solo l'Uruguay dal buon tabellone; c) Vince il calcio multi-etnico e multiculturale, quando l'unica nazionale multi-etnica che si è comportata bene è la Germania. Che tutto è tranne che multi-culturale: tutti ragazzi cresciuti calcisticamente in Germania, tranne Cacau. Ozil ha respirato da bambino la stessa aria di Netzer, De Jong la stessa di Haan, ma Camoranesi non la stessa di Pepe pur essendo della stessa etnia; d) Al di là della competenza i c.t. devono avere una grande immagine e un grande carisma, salvo poi vedere i grandi nomi (Capello, Lippi, Maradona) ridicolizzati e i 'moderati' andare avanti. Alla fine ha vinto poi il più moderato di tutti, Del Bosque, che nel dopopartita della finale sembrava stesse commentando uno zero a zero fra Albacete e Villarreal; e) Gli arbitri extra-europei sono scadenti, ma fra le peggior prestazioni si ricorderanno quelle di Rosetti e Webb. In generale grossi errori sugli episodi ma buona gestione delle partite, con poche situazioni che sono davvero degenerate: un livello di arbitraggio medio-alto, favorito anche da una maggiore sportività dei calciatori. Forse figlia, questa sportività, anche del giocare lontano dal tifo pro o contro.
6. L'Italia ha ottenuto il peggior risultato della sua storia a pari merito con la mancata qualificazione (ma all'epoca alla fase finale andavano in 16) per Svezia 1958, in un girone di facilità notevole. La storia lavora per Lippi, nel senso che fra dieci anni tutti si ricorderanno di Berlino e pochi del Sudafrica, l'attualità dice che le convocazioni dell'ex c.t. potevano essere giustificate e sostenute solo da idee tatticamente chiare. L'aborto di 4-3-1-2 con Marchisio incolpevole trequartista dopo che si era lasciato a casa Perrotta (il migliore italiano, per quello che Lippi pensa sia utile in quella posizione), ha spiegato meglio di mille editoriali che per quello che è stato un grande allenatore è arrivata l'ora di godersi la barca a tempo pieno. Quagliarella e Maggio congelati dopo tanti discorsi sul campo da allargare, una quantità assurda di capitani non giocatori (Buffon, Gattuso) o purtroppo giocanti (Cannavaro), la qualità solo in mezzi infortunati come Pirlo e Camoranesi. Il problema non è il risultato, perchè tanto in Italia anche arrivare secondi è da sfigati (da vedere e rivedere la festa dei 500mila di Amsterdam per l'Olanda in sfilata sui canali), ma che in due anni non si sia costruito niente. Inserendolo nel contesto giusto, con il vituperato Pepe almeno la Nuova Zelanda la si può battere.
7. Il futuro azzurro è iniziato all'insegna della simpatia, buttando lì in maniera un po' cialtronesca il nome di Roberto Baggio come presidente del Settore Tecnico. Ma come, lo 'schietto' Ulivieri fa il tignoso sui patentini degli allenatori e poi a capo della struttura che dovrebbe dare le linee guida accetta uno che negli ultimi sei anni si è dedicato solo alla caccia? Ah già, manca la fantasia di Baggio...Maldini, Cabrini, magari seguendo i consigli dei mitologici Costanzo-Galeazzi Sandro Mazzola: tutti simpatici e onesti, mancano Fiorello e Bonolis. Prandelli avrà però di sicuro un effetto positivo: tornerà a far tifare per l'Italia tutti gli italiani, scusate se è poco. Poi andrà giudicato sui fatti. Sulle prime teorie già non è piaciuto, con l'oscuro discorso sugli oriundi 'italiani di oggi'. Un passaporto non si nega a nessuno (bastano un bisnonno della moglie e un comune con un'anagrafe polverosa), ma tranne che nel caso di emigrazione adolescenziale (Messi, a Barcellona da tredicenne, è calcisticamente argentino o spagnolo?) l'appartenenza sportiva è qualcosa di oggettivo. Thiago Motta è brasiliano, Balotelli italiano. Camoranesi è argentino, Okaka italiano. Se poi per convenienza vogliamo fare campagna acquisti, come si appresta a fare il Qatar con una serie di brasiliani di secondo piano, non si capisce perchè il calcio per nazionali debba ancora esistere.
stefanolivari@gmail.com

102 commenti:

Felix ha detto...

Era curioso vedere come durante l'inno della Germani Ozil, Kedhira e Boateng fossero sempre vicini e gli unici a non cantare...sarà un caso pero' solo un caso.
Sul 4231 che ha fatto la fortuna di tanti (ancora prima di Mou di Sir Ferguson da Manchester) nulla da eccepire...pero' così poi fra 10 anni ci ritroveremo con tanti cloni alla Pepe sulla fascia visto che i Kuyt saranno un lusso

nanomelmoso ha detto...

direttore ha proprio ragione ... il calcio per nazionali sta diventando un truffa forse allora meglio parlare di nazionali di lega.

il discorso poi sui nuovi italiani mi ha fatto ridere ... perchè l'argentino di vaglia che viene a giocare qua e si trova a poter essere disponibile alla nazionale si sente italiano? perchè il suo arci trisavolo? ma vadano a farmi il piacere.
Nella pallacanestro la cosa è ridicola da anni vedi certi giocatori russi o israeliani con cognome yankee e fisico centrafricano.

vabbeh finchè vediamo in miliardi il mondiale ... andrà avanti così ma non mi chiedano di pensare che la nazionale rappresenti il mio paese o forse si adesso che ci penso ... (e sono sarcastico la patria come il cuore sta dove sta il portafogli)

Nick ha detto...

2) Qualcosa da dire solo sul fatto che non si è giocato al passo: le temperature hanno aiutato non poco, riparliamone fra 4 anni.

6) "l'attualità dice che le convocazioni dell'ex c.t. potevano essere giustificate e sostenute solo da idee tatticamente chiare"
Idee che non c'erano, nè chiare nè meno chiare. Il punto in fondo è tutto qui.

7) Questo è il punto più affascinante di tutti. E' evidente che la discriminante non può essere il passaporto, come è evidente che ci sono dei casi limite (Balotelli/Rossi, Messi) che devono avere soluzione unica e indiscutibile.
Per me la strada è quella delle regole UEFA: puoi giocare per qualsiasi nazione nella quale hai svolto almeno 3 anni di settore giovanile prima dei 18. Ci porteremmo a casa Muntari e Jimenez, ma non vedo altre soluzioni univoche.

Nick ha detto...

(ecco, o quella o le nazionali di lega...)

KBLondon ha detto...

Direttore,
un grande grazie per i commenti post-partita giornalieri. Sempre incisivi e godibili, con titoli geniali. Come i mondiali gia mi mancano, mi mancano anche i commenti.

cydella ha detto...

@felix: precisazione; nessuno dei 6 non-tedeschi ha cantato l'inno durante la semifinale.

@stefano: puoi respirare l'aria che vuoi, essere in Germania dalla nascita, ma se non ti senti tedesco, non lo sei. E infatti nessuno degli stranieri ha cantato l'inno in semifinale, con buona pace di quelli che dicono "ma sono tedeschi come Lahm". Sono loro i primi a non sentirsi tedeschi.

@tutti: perchè Messi non gioca nella Spagna? Se la formazione calcistica di Ozil è tedesca, spiegatemi perchè quella di Messi non è spagnola? O magari si è formato da 0 a 13 anni? Attendo carpiati.

fargo ha detto...

Nella pallacanestro puo giocare un solo naturalizzato nella rosa dei 10 a referto, potrebbe essere un idea da copiare

Unknown ha detto...

@Cydella e Felix: Aogo mi pare abbia cantato l'inno.
Ma neanche Boateng fratello canta l'inno ghanese. MAgari entrambi non si sentono ne tedesco ne ghanesi. Mi chiedo e chiedo cosa devono fare allora.
Quelleo dei secundos é un problema piuttosto serio che va oltre un inno non cantato

cydella ha detto...

@claude: Aogo non era titolare. Certo che è un problema. E sentire "ma Ozil è tedesco come Neuer" fa ridere. Sono solo carpiati per giustificare la convocazione e cercare di vincere.

Felix ha detto...

@ Cydella

A me hanno colpito i tre non tedeschi che tra l'altro erano sempre contigui quando schierati per l'inno.
I "polacchi" sinceramente non ricordo se cantassero o meno.
I Cherundolo gli Onyeewu e i Bocanegra degli Usa lo cantavano sto benedetto inno o no ;-)))
Betai gli spagnoli che almeno la marcia Real non ha parole

Unknown ha detto...

Salve Stefano,
i tuoi articoli ed i vostri commenti mi mancheranno quasi quanto il mondiale.
Trovo positivo la tendenza che citi circa il riciclaggio della seconda punta in esterno del tridente: premesso che nel ruolo ovviamente Podolsky farà sempre meglio di Jendrisk, questa evoluzione consente allargamenti del campo, maggiore partecipazione di centrocampisti e difensori esterni al gioco offensivo. In sintesi, ne dovrebbe guadagnare lo spettacolo.

Un'altra considerazione da aggiungere alle tue: per essere un semplice torneo, ha rispettato in maniera sorprendentemente lineare i valori in campo.

Circa il paese ospitante, al netto dei complimenti per alcuni stadi mi rimane il dubbio che si sia recitato in un teatro. Non ho avuto il piacere di "scoprire" il Sudafrica con gli occhi delle migliaia di giornalisti presenti laggiù. Non li han fatti uscire dagli alberghi per motivi di sicurezza?

Dane ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Dane ha detto...

"@tutti: perchè Messi non gioca nella Spagna? Se la formazione calcistica di Ozil è tedesca, spiegatemi perchè quella di Messi non è spagnola?"

Il caso Messi è particolare perchè sta a metà del guado. Gioca con l'Argentina perchè l'ha deciso lui: a 13 anni sei abbastanza grande da formarti una seppur primitiva coscienza civica e decidere a quale nazionale appartieni. Messi si è sempre sentito argentino, a differenza di Parisse (capitano dell'Italia di rugby) che nato in Argentina da genitori italiani ha sempre guardato all'Italia, dove trascorreva (e si allenava) ogni estate.
Quando lo chiamò una nazionale giovanile italiana lui non vide l'ora di indossare la maglia azzurra.
Quindi mentre Parisse è a livello di senso di appartenenza metà e metà e sportivamente pure, Messi è a livello di appartenenza assolutamente argentino e sportivamente metà e metà. Poi certo, nel caso di Messi la "metà" sportiva che va dai 13 anni ai 18 anni secondo me è quella che pesa di più nella formazione di un professionista..... :-/
Insomma, il caso è intricato: le nazionali nascono come confronto tra scuole (in questo senso Ozil è davvero tedesco come Neuer...), però il senso d'appartenenza pesa molto (vedi Messi).
Questo ovviamente al netto dei casi d'opportunismo: se Messi fosse nato in Nicaragua forse avrebbe scelto le Furie Rosse, stesso discorso per i vari Ozil e Podolsky. Non a caso Rakitic ha scelto la Croazia (anche se fin'ora si potrebbe dire che ha sbagliato i suoi calcoli!... :-D)...

Nick ha detto...

perchè Messi non gioca nella Spagna?
Perchè è nato a Rosario.
Ozil è nato a Gelsenkirchen.
Ozil=Balotelli. Balotelli non è italiano?
No, perchè se Balotelli non è italiano ditelo subito che la chiudiamo qui, eh...

(ma Messi ha il passaporto spagnolo?)

Unknown ha detto...

@cydella: Aogo era titolare nella finalina. E il terzino che ha fatto l'entrata da macellaio nei primi minuti.
Ma per Ozil (a altri) sarebbe lo stesso problema se giocasse per la Turchia. Per lui dal punto di vista calcistico magari non c'é una buona soluzione né tantomeno per i tifosi. Se é nato in Germania che giochi per la Germania.

Unknown ha detto...

scusa. Se é tedesco che giochi per la Germania

Krug ha detto...

cydella sentire "Ozil è tedesco come Neuer" potrà anche lasciar perplesso però sinceramente non vedo 'sto scandalo a vedere Ozil in maglia krukka; è nato in Germania, è cresciuto in una squadra tedesca, a mio modo di vedere è un tedesco di origine turca; non ci vedrei nessuno scandalo, a dirla tutta, nemmeno se lo vedessi in campo con la maglia della nazionale turca; così come non mi sembrerebbe scandaloso trovarmi un Acquafresca con la maglia azzurra o con la maglia della Polonia; mi sembrano casi ben diversi rispetto ad un Marcos Senna o ad un Amauri.

Dane ha detto...

"No, perchè se Balotelli non è italiano ditelo subito che la chiudiamo qui, eh..."

Era su questo forum che qualcuno aveva detto "io farei le nazionali su base genetica" o mi confondo io?!... :-D

matzumura ha detto...

buongiorno a tutti, sono da tempo un lettore di questo sito. prediligo i vostri commenti ma trovo gli articoli a volte molto informativi. Tutti i vostri i commenti sono molto interessanti, talvolta divertenti anche se Dane è in mio "commentatore" preferito.
Oggi colgo l'occassione per dire la mia a riguardo oriundi nelle nazionali. Vivendo da qualche anno in Germania vorrei fare delle precisazioni. Aogo è di madre tedesca. Parla solo tedesco e gioca nelle selezioni giovanili tedesche da quando ha 12 anni. Kedhira, Özil und Boateng sono di madre lingua tedesca come Klose e Trochowsky. Ovviamente questi giocatori crescono in un nucleo familiare straniero. Per ovvi problemi di integrazione tendono ragazzi turchi o polacchi più a stare con ragazzi dalle stesse origini. Resta però il fatto che questi ragazzi sono calcisticamente tedeschi. Il mese di vacanza che trascorrono nelle loro nazioni di origine non li rende sicuramente turchi, polacchi o algerini. Per qusto mi associo a Nick nel punto 7. E viva i Muntari, Balotelli o Klose e Boateng.

Nick ha detto...

Dane, purtroppo non ti confondi...:)

PS: non montarti la testa: tempo 10 giorni e ti manda a cagare anche matzumura!! :D

PPS: benvenuto tra noi matzumura!

Krug ha detto...

"Oggi colgo l'occassione per dire la mia a riguardo oriundi nelle nazionali. Vivendo da qualche anno in Germania vorrei fare delle precisazioni. Aogo è di madre tedesca. Parla solo tedesco e gioca nelle selezioni giovanili tedesche da quando ha 12 anni. Kedhira, Özil und Boateng sono di madre lingua tedesca come Klose e Trochowsky"

Non ci sono più i tedeschi di una volta (soprattutto non ci sono più le tedesche di una volta, ho sempre pensato che il giorno che vorrò morire indosserò una maglietta con la foto di un noto difensore italiano con sopra scritto "Alle tedesche piace..." e mi farò un giretto per la Germania...)! Povero Adolfo, si rivolterà nel bunker della Cancelleria...
Eccheccazzo, vogliamo impedire 'sti cazzo di matrimoni misti? E finitela di fischiettare "Faccetta Nera che è vietata in quanto istiga alla comunione razziale...

cydella ha detto...

Ozil è nato, cresciuto,... in Germania, ma non si sente tedesco, come gli altri 5; e infatti non hanno cantato l'inno. Per lui vale la scuola calcistica, mentre per Messi deve valere il senso di appartenenza?
Per Messi deve valere il luogo di nascita, però Rossi è nato negli US, ma gioca nell'Italia per spirito d'appartenenza immagino.

Temo che venga scelto il punto di vista che man mano fa comodo.
Esempio:
Rossi gioca a calcio nell'Italia: "Ma certo, si sente italiano". Avesse giocato a basket, quindi negli US: "Ma certo, è nato là".

@dane: sono io che ho parlato di nazionali per etnia. Ha la stessa fondatezza di regole inapplicabili come "senso d'appartenenza", "scuola calcistica", "passaporto acquisito",... Semplicemente se Balotelli giocasse nel Ghana, Ozil nella Turchia,... si avrebbero delle competizioni più equilibrate. Solo per questo motivo.

Nick ha detto...

cydella, non capisco dove vuoi arrivare...cioè, quale dovrebbe essere il criterio per te?

cydella ha detto...
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cydella ha detto...

Io le farei per etnia, cosa vuoi che ti dica. Con qualsiasi altro criterio, tutti finirebbero (finiscono già) per privilegiare le nazionali più forti (fuga dal 3° mondo verso le nazioni più ricche). Farei una base "etnica" per equilibrare il livello.
Cercherei di evitare il travaso di talenti in nazionale.

Nick ha detto...

Mmmmmmh...cioè?
Cosa vuol dire "per etnia"?

Come distingui per esempio (dico per dire eh, magari è un esempio del cazzo...cerchiamo di capirci però) un ghanese da un togolese o da un ivoriano?

axel shut ha detto...

allora, gli ebrei giocano solo per Israele (mica possiamo favorirli perché un antenato 2000 anni fa è emigrato), il Belgio non esiste più, i tedeschi che discendono dagli Unni possono giocare per la Mongolia e a nessuno venga in mente di ricordare l'Eva mitocondriale

Krug ha detto...
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Tani ha detto...

@Cyd: e' un discorso che abbiamo affrontato mille volte. Capisco il tuo punto, un po' anche lo condivido (quando parli di scelte di comodo), ma nel mondo di oggi, con il tuo raggionamento non si va da nessuna parte.
Io, qualche anno fa, ti ho portato l'esempio di mio figlio:
nonna greca, genitori nati e cresciuti in Albania, lui nato in Italia, ed dall'età di tre anni vive in Canada. Come lo risolviamo 'sto casino? Secondo la tua tesi, lui che in Albania ci ha visutto cinque-sei mesi (per le vacanze) in undici anni, e' che, quando ne avra venti, quei mesi saranno 12 potra' giocare solo per la nazionale albanese? E suo figlio, che magari l'Albania lo conoscera solo sul mappa Mondo, pure? E il figlio di suo figlio?

Te mi parli di inno, come benchmark.
Ma se i giocatori della nazionale italiana non lo hanno cantato per più di quarant'anni!

Non stiamo parlando di andare in guerra, ma di scegliere un criterio il più gusto possibile per convocare dei giocatori in una nazionale di calcio. E fino adesso la linea piu logica e': Balotelli si, Amauri o Camoranesi no.

cydella ha detto...

@tani: quanti casi ci sono come quelli di tuo figlio?

@axel: nazionali sulla base di come "si era" quando è nato il calcio, 80 anni fa. E' un'idea. Non tirarmi fuori la preistoria.

@krug: "i Boateng in una squadra tedesca danno più fastidio perchè non corrispondono alla nostra raffigurazione ideale di uomo tedesco"... ma infatti ho parlato di base etnica.

gareth ha detto...

Come distingui per esempio (dico per dire eh, magari è un esempio del cazzo...cerchiamo di capirci però) un ghanese da un togolese o da un ivoriano?

Il problema mi pare il contrario: nei più grandi paesi dell'Africa ci sono tante di quelle etnie che per capirsi tra di loro parlano in francese o in inglese (caso tipico la Nigeria: a quando una nazionale Ibo e una Yoruba? Perché se è per quello in Gran Bretagna è proprio così che hanno fatto!)

Krug ha detto...

Cydella per favore rispondimi: secondo il tuo criterio etnico Acquafresca deve giocare per l'Italia o per la Polonia?
I Boateng devono giocare per la Germania o per il Ghana?

Tani ha detto...

@tani: quanti casi ci sono come quelli di tuo figlio?

Cyd: circa 200 mila solo in Italia, 500 mila in Grecia, circa 100 mila in nord america, per restare solo con gli albanesi...

Stefano Olivari ha detto...

Stabilire un numero minimo di anni di settore giovanile per poter vestire la nazionale di quel determinato paese mi sembra l'unico criterio veramente sportivo, tutto il resto è troppo dipendente dai criteri 'inclusivi' dei vari stati...nel basket proliferano gli americani di passaporto bulgaro, a volte senza il minimo legame con la Bulgaria (nemmeno farlocco, come un nonno inventato o una finta residenza)...il difetto numero due (l'uno è quello di non mettere anni di settore giovanile per giustificare la maglia) della regola Fifa è che si possa decidere fino ai 21 anni, un'età in cui il valore del calciatore è definito...insomma, è un miracolo che non sia ancora nato un mercato strutturato...

axel shut ha detto...

@Cydella: che criterio è "quando è nato il calcio"? c'era l'impero austro-ungarico e pure quello ottomano "quando è nato il calcio"
e anche in quel caso, Pirlo che è un sinti (almeno mi sembra) può giocare per l'Italia? e Dane invece (tanto per fare un altro esempio all'interno di Indiscreto)?

buran ha detto...

Per me le nazionali vanno bene, più o meno, così come sono ora. Se un giocatore ha "due nazionalità" sta a lui (una volta sola) decidere quale scegliere, senza distinguere fra chi canta l'inno e chi invece, come si usava prima, lo ascolta composto schierato in fila. Unico criterio onorare la maglia col massimo impegno. Altre pagliacciate quali un mondiale per "rappresentative di lega", una specie di Circo Togni messo su per appropriarsi di campioni di altre nazionalità da parte delle federazioni più forti, sancirebbero solo la fine di uno sport e di uno spettacolo che si vorrebbero "ecumenici". Una cosa che puzzerebbe di putrido, tipo G14,lega Europea e simili trovate reazionarie.

delgiu ha detto...

Direttore, il primo periodo del pezzo è la mirabile sintesi di che cosa rappresenta per me il Mondiale. Può piacere o meno, ma che lo guardicchia solo perchè non c'è calcio migliore (cit.) non è mai stato bambino. Il primo grande evento sportivo che ho seguito è stato il Mondiale 1998, considerato uno dei più belli.
Torneo simile al precedente: pochi gol (uno in meno del 2006, la cifra complessiva più bassa con le 32 squadre, si è andati al ribasso ad ogni edizione), diversamente distribuiti, però: pochi nella fase iniziale (bruttina), molti nelle sfide secche (forse mai tirate come quest'anno): solo due concluse ai rigori, solo una sullo 0-0, poche decise i supplementari. Mondiale con pochi espulsi e più che positivo a livello disciplinare. Sono mancate in buona parte le sfide come Nigeria-Grecia, da lei citata nella didascalia al Muro; tatticamente si regala poco, e-luogo comune in buona parte vero-giocano in molti allo stesso modo. I dubbi sul futuro del calcio per nazionali sono legittimi, ma fino a che i casi simil-Qatar sono sporadici può andar bene (a "beneficiarne" sono soprattutto gli Stati non di primo piano calcistico, e raramente i naturalizzati "di forza" incidono granché sull'economia di un torneo del genere). Ottima l'organizzazione, e qui Blatter non teme alcunché: in Europa si va (quasi) sempre sul sicuro, ma variare non è necessariamente un azzardo. Smentiti i cantori dell'"Europa in declino", con immancabili letture socio-politiche alla Minà; comunque in difficoltà le seconde schiere del calcio del vecchio continente, a dispetto di un Sudamerica che si è poi sciolto, ma che ha portato-cosa credo inedita-tutte le sue rappresentanti al dentro o fuori, e qui sono d'accordo con Dane a proposito della formulazione dei gironi per le eliminatorie. Della africane mi hanno deluso Camerun e Nigeria; d'altronde anni fa nel leggere l'11 base i volti noti al pubblico generalista erano molti di più che non adesso. Bene l'Asia, che ha proposto un calcio godibile e potenzialmente più redditizio in futuro; la squadra che mi sembra abbia più margini di miglioramento è quella degli Stati Uniti, che avrebbero meritato un quarto di finale.

delgiu ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
delgiu ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
boskowsky ha detto...

Sono d'accordo con il direttore: l'unico criterio davvero valido per preservare un senso alle competizioni per squadre nazionali e' la formazione calcistica giovanile. Siccome noi quarantenni facciamo sempre riferimento agli anni 80 mi ricordo perfettamente delle pressioni che vennero fatte su Bearzot per chiamare Vincenzo Scifo in nazionale ma lui si oppose proprio considerando il fatto che non fosse calcisticamente italiano di formazione...piuttosto portando in nazionale Di Gennaro :-)
In quanto al 4231 lancio una provocazione: a me sembra una riscoperta dell'acqua calda...L'Italia di Baires '78 non giocava cosi' (al netto ovviamente di Scirea libero)?
Magari mi ricordo male....

Dane ha detto...

"PS: non montarti la testa: tempo 10 giorni e ti manda a cagare anche matzumura!! :D"

Ah ah ah!!!....bastardo!!!.... :-DDD
Comunque Matzumura ha scritto "Dane è IN mio commentatore preferito", quindi magari intendeva qualcosa di strano, tipo reincarnazione o kamasutra!... :-D

"Semplicemente se Balotelli giocasse nel Ghana, Ozil nella Turchia,... si avrebbero delle competizioni più equilibrate. Solo per questo motivo"

Ma che vuol dire?! Allora diciamo che i paesi sottosviluppati possonso chierare liberamente brasiliani e argentini, così....giusto per riequilibrare ancora un po'.....

"@tani: quanti casi ci sono come quelli di tuo figlio?"

Però ci sono, quindi cosa facciamo?!.....

"Stabilire un numero minimo di anni di settore giovanile per poter vestire la nazionale di quel determinato paese mi sembra l'unico criterio veramente sportivo"

Esatto Direttore, lo ripeterò fino alla noia: le competizioni tra nazionali sono nati come confronto tra scuole, quindi ogni nazionale deve essere il frutto dei propri settori giovanili. Numero minimo di anni nei settori giovanili (3? 4? 5?...) per decidere il passaporto sportivo di un giocatore, se poi questo giocatore ha due passaporti sportivi perchè ha fatto 4 anni in un paese e 5 in un altro, deciderà lui in base al suo senso di appartenenza. Col rischio di scelte opportunistiche, certo, però non possiamo metterci a decidere noi per il singolo individuo. Di certo giudicare il senso di appartenenza in base al fatto che canti l'inno o meno è una stupidata. Come ha ricordato qualcuno, gli italiani l'inno lo cantano da pochi anni, e uno come Ozil può magari scegliere la nazionale tedesca perchè si sente cittadino tedesco ma non cantare l'inno perchè non si sente così "crucco". L'inno è una cosa molto patriottica che ha legami con la storia del passato, il senso d'appartenenza spesso è una cosa più lieve (a parte gli USA, dove per l'inno è esattamente il contrario...).

"e qui sono d'accordo con Dane a proposito della formulazione dei gironi per le eliminatorie"

Perchè, che cosa avevo detto riguardo alla formulazione dei gironi per le eliminatorie?!... :-o

"e Dane invece (tanto per fare un altro esempio all'interno di Indiscreto)? "

Infatti io non ancora capito per chi cazzo dovrei giocare........vabbè che siam tre fratelli, quindi potremmo distribuirci un po'.....

Unknown ha detto...

parzialmente off topic. il commento in assoluto più stupido sentito in questo Mondiale (credo sulla Rai): "certo che la Spagna merita di vincere soprattutto perché i suoi giocatori vengono tutti dalla cantera"

Eggià, mentre invece gli scarsi italiani sono nati "imparati", i francesi non hanno fatto le giovanili ...

nanomelmoso ha detto...

nella pallacanestro c'è stato il caso di un giocatore che nato in italia. italiano a tutti gli effetti non poteva contare come italiano perchè ha fatto pochi anni di settore giovanile ... adesso non ricordo

Nick ha detto...

Nano, ci sta.
Una volta stabilito il criterio, che sia quello.
Sempre meglio dell'accozzaglia attuale.

nanomelmoso ha detto...

beh si certo ma lui può giocare in nazionale non conta come italian per il numero di italiani ceh giocano ...
anche perchè non ci sono altri che possano accampare il diritto

nick out of topic
ma dicono che le malgie dell'inter sono a zigo zago come le squame del biscione ... ma scusa la juve non ha lo stesso zigo zago?

Nick ha detto...

Beh, certo: ma quelle richiamano le asperità delle Alpi.
Quelle del Barcellona saranno identiche, ma richiameranno le guglie della Sagrada Familia.

Ci vuole più fantasia a inventarsi ste cazzate che a disegnare quelle maglie.

Scherzi a parte, comunque, il motivo non è lo stesso: quelle della Juve sono a zig zag, quelle dell'Inter hanno una specie di "effetto pixel", con dei quadrati che si fondono e vanno a sfumare un colore sull'altro.

Due cagate uguali, comunque.

Mi resta il sospetto che quella dell'Inter da vicino faccia schifo, ma in compenso da lontano (tv o stadio) renda meglio proprio per l'effetto sfumato...non so...

(PS: non credo di aver capito bene la questione del giocatore di basket)

nanomelmoso ha detto...

mo ti spiego nel campionato di basket devono giocare un tot di italiani per formazione e passaporto.
per stabilire la formazione devi aver passato un certo numero di anni nelle giovanili.
Chiacig è italiano e gioca giustamente in nazionale solo che aveva giocato meno anni nelle giovanili perchè si era avvicinato tardi allo sport ... e quindi non contava contro il tetto del numero massimo di giocatori di passaporto ma non di formazione

Nick ha detto...

Ah, fantastico!
La burocrazia eletta a sistema! :D

Vabè...forzature del sistema (fra l'altro facilmente eliminabili). Sempre meglio questo dell'accozzaglia attuale, secondo me...

Nick ha detto...

(nano, mi ridaresti la tua mail? Me la sono persa...oggi ti metto alla prova sul serio però! :D)

Locatelli ha detto...

scusatemi, ma leggendo alcuni post sul tema "germania" ho letto una serie di inesattezze, per cui desidero dare un contributo.
"sentirsi tedesco": se leggo che secondo alcuni ozil etc non si sentono tedeschi, mi viene sinceramente da ridere. se la dimostrazione di tale teoria è non cantare l'inoo, il ridere fa colare le lacrime dagli occhi.

questi ragazzi sono tutti nati in germania, molti da matrimoni misti (khedira, aogo), e non posso che sottolineare che vivendo e crescendo insieme in zone "popolari" (ozil nella zona della ruhr, boateng a berlino), il sentirsi "tedesco" viene naturale, aldilà degli stereotipi molti italiani per cui in germania non ci sarebbe "integrazione" fra le culture (non scritto da nessuno, ma un pò traspare).

l'inno lo cantava aogo (non titolare), ma lo cantava anche cacau, che non in germania non è nato, e lo cantava klose, di genitori poacchi.
tra l'altro, i vari ozil, boateng, podolski non solo vivono e si sentono tedeschi (vedere i loro siti e profili FB per farsi un'idea), ma parlano anche con l'inflessione tipica delle zone da cui provengono (ozil appunto dalla ruhr, boateng ha un fortissimo accento berlinese, podolski un quasi incomprensibile dialetto di colonia che lo fa assomigliare un pò a cassano con il barese). in questo sono esattamente quello che rappresenta balotelli (e okaka).
probabile che abbiano tutti il doppio passaporto, ma quello è un diritto, non un vezzo o un modo per aggirare le regole. io stesso ho diritto ai due passaporti ita e ger, essendo figlio di padre emigrante italiano e madre emigrante tedesca.

la questione è che per la germania, nazione abituata all'immigrazione da più tempo dell'italia (paese più che altro esportatore di migranti, a parte gli ultimi 20 anni che hanno visto alcuni flussi arrivare e statilizzarsi qui), questa nazionale è l'evidenza della normalità: che sia una classe elementare ad amburgo, un pullman di liceali a berlino, una serata di amici in una locanda bavarese, o per l'appunto 23 ragazzi spediti in sudafrica a giocare a pallone, la presenze di origini straniera è sempre molta alta, nonchè appunto normale e accettata, con l'eccezione del 4/5% di conservatori ultra nazionalisti.

sapete qual'è la cosa che invece più mi stupisce? che non ci sia un figlio di figli di emigranti italiani in questa nazionale: un popolo come quello italiano che ha letteralmente "invaso" la germina con gastarbeiter non è "riuscito" a portare nessuno in nazionale, cosa riuscita invece a polacchi, turchi e afrincani vari. nella "cantera" del bayern c'è tale diego contento che ha già giocato qualche partita in prima squadra.
essendo potenzialmente un buon difensore, se scegliesse la nazionale tedesca, voi visitatori/commentatori cosa pensereste? gridate al tradimento delle origini italiche?

ps: sono nato e cresciuto a varese, eppure, grazie al legame materno, tifo da sempre per la Nationalmannschaft e canto l'inno.

pps di curiosità: montolivo ha la mamma tedesca, quindi era utilizzabile anche per la nazionale tedesca.

Locatelli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
clinter ha detto...

Qualcuno potrà pensare che gli spagnoli mi stiano antipatici, il che non è, ma visto l'argomento in discussione mi sorge spontanea una domanda.
Com'è che in Catalogna e nei Paesi Baschi, luoghi in cui la maledetta etnia vien tenuta in gran conto, tralasciando ogni considerazione storico-politica, la nazionale vincente fa dimenticare i problemi etnici? E ancora, l'etnia italiana quale sarebbe? Lasciamo perdere, per ovvi motivi, gli altoatesini, ma tra un giocatore nato nelle valli bergamasche e uno nato a Palermo quali affinità genetiche ci saranno mai? Ergo la discriminante etnica è una stronzata colossale. Ne consegue che la nazionalità è una pura questione amministrativa, ne discende allora che un giocatore amministrativamente italiano possa giocare nella rappresentativa nazionale italiana. Non capisco perchè i sciatori altoatesini possano, legittimissimamente, far parte della nazionale di sci italiana e il nipote di due abruzzesi emigrati in qualunque paese no. Se proprio si vuol porre una limitazione amministrativa, l'unica logica è quella proposta dal Direttore, con la clausula che se un ragazzo ha doppia nazionalità conseguita prima dei 18 anni, può scegliere per quale nazionale giocare.

Calvin ha detto...

Com'è che in Catalogna e nei Paesi Baschi, luoghi in cui la maledetta etnia vien tenuta in gran conto, tralasciando ogni considerazione storico-politica, la nazionale vincente fa dimenticare i problemi etnici?

Eh??? A dire il vero una buona parte dei miei amici catalani su FB si è appositamente iscritta ad un gruppo "siamo catalani ma tifiamo per la nazionale spagnola", che fa da contraltare ad altri gruppi del tipo "siamo catalani, non spagnoli, quindi non festeggiamo per il mondiale". Tra l'altro penso vada di lusso che in questa spagna ci siano tanti catalani, per cui in molti a Barcellona e dintorni sentono la squadra molto più "loro" rispetto al passato. E cmq mai sentito parlare di Oleguer?

Nick ha detto...

Figata.
Scrivo una cosa dopo 3 commenti e non la caga nessuno, la ripete il Diretto e diventa teoria dominante e condivisa.

Questa la metto nei miei studi sull'influenzabilità delle masse...

:D

clinter ha detto...

Vins, persino io ho sentito parlare di Oleguer, ma dimostra poco. La domanda è : a Barcellona hanno festeggiato il mondiale?
Sì? Allora quelli che hanno festeggiato se ne fottono dell'etnia, quando c'è di mezzo il calcio. Tanti non hanno festeggiato? vabbè questi aspetteranno l'ufficializzazione della nazionale catalana. Io volevo solo sottolineare l'assurdità delle discriminante etnica. C'è un muraiolo che ne tratta un casino di problemi baschi, non mi ricordo chi è, forse lui sa se nei Paesi Baschi hanno festeggiato o meno.
Può essere che sia Gareth?

clinter ha detto...

'«Viviamo l’orgoglio di seguire una squadra che piace a chi ama il calcio - aggiunge Jon Aguirano del quotidiano bilbaino "El Correo" -. Nei Paesi baschi c’è chi non tiferà per essa e spera nella sconfitta ma sarà al massimo un 25 per cento, molto meno che nel passato e questo nonostante in Nazionale non ci sia più l’assoluta prevalenza di giocatori baschi come ai tempi delle Furie Rosse. Si gioca un calcio accattivante e in fondo abbiamo molto più da spartire con gli spagnoli che con gli olandesi».

Krug ha detto...

Locatelli concordo in parte con te, in parte sono dubbioso; concordo sul fatto che in Italia si sia condizionati dagli stereotipi, concordo che la Germania conviva da più tempo con l'immigrazione e che quindi magari certi meccanismi di assimilazione e di accettazione siano in uno stadio più avanzato che da noi (leggi non sorprende trovare dei figli di immigrati in nazionale). Sono dubbioso sul quel "sentirsi tedesco" da parte degli immigrati di prima o di seconda generazione (hai mai visto "Gegen die Wand - La sposa turca ?) e sul livello di inserimento nel tessuto sociale tedesco, oltre che sull'accettazione dei tedeschi "indigeni", e non parlo degli ultraconservatori, degli immigrati stessi; per l'amor del cielo forse sarò anch'io condizionato dagli stereotipi però la Germania e molti tedeschi li conosco abbastanza bene anch'io e la tua ricostruzione, senza offesa, mi sembra un po' troppo idilliaca.

Dane ha detto...

"Figata.
Scrivo una cosa dopo 3 commenti e non la caga nessuno, la ripete il Diretto e diventa teoria dominante e condivisa.

Questa la metto nei miei studi sull'influenzabilità delle masse...

:D"

Nick, ho pensato la stessa cosa io, anche perchè il primo in ordine di tempo "in questi giorni" ad aver citato la regola sul numero minimo di anni nelle giovanili in un altra pagina, ero stato io... :-D

"C'è un muraiolo che ne tratta un casino di problemi baschi, non mi ricordo chi è, forse lui sa se nei Paesi Baschi hanno festeggiato o meno.
Può essere che sia Gareth?"

No, credo fosse Andrea K, anche se il più esperto di cose basche era Guido (il fu Ekstroem) che è di mamma basca....

"sapete qual'è la cosa che invece più mi stupisce? che non ci sia un figlio di figli di emigranti italiani in questa nazionale"

Ha sempre stupito anche me, anche perchè l'immigrazione italiana è ben datata. Ho sempre pensato dipendesse dal fatto che gli italiani fatichino molto più degli altri (a parte i cinesi.....) ad integrarsi, nonostante le agiografie.

p.s.: Contento comunque a me piace molto.....

"per l'amor del cielo forse sarò anch'io condizionato dagli stereotipi però la Germania e molti tedeschi li conosco abbastanza bene anch'io e la tua ricostruzione, senza offesa, mi sembra un po' troppo idilliaca"

Krug, la ricostruzione di Locatelli sarà un po' troppo idilliaca però il suo tentativo di aprire gli occhi al mondo che vive di luoghi comuni è giusto ed efficace. Al netto di alcuni casi estremi le cose in Svizzera o Germania stanno in effetti abbastanza così, anche se le cose sono abbastanza sfumate e variano poi da caso a caso. In ogni caso un conto è l'integrazione sociale, un conto le simpatie personali.....

stero ha detto...

ma la mamma di neuville non era mica calabhrese?

jeremy ha detto...

Dane, dopo il Belgio moderno (una cosa su cui, se non te ne fossi accorto, ho steso davvero un velo pietoso perche le tue teorie sono degne di un leghista che parla di Napoli.....), questa della mancanza di "italiani" nella Nazionale tedesca, per una non ben definita mancanza di capacità di integrazione, è un'altra cazzata bella e buona. Ti ricordo che per esempio Neuville è italiano da parte di madre (per dirti uno che nella Nazionale tedesca ha giocato e anche alla grande), Gaudino giocava in nazionale 15 anni fa e, the last but not the least,si sta facendo le ossa Contento, il terzino del Bayern. Per non parlare di tutti gli altri italotedeschi che giocano in Bundesliga. Senza ricordarti i vari Scifo e Platini (giocatori marginali in Belgio e Francia.....). E se andiamo sul rugby, Lawrence Dallaglio capitano dell'Inghilterra......Cioè si parla sempre di minoranze, ma non è che parliamo di "incapacità di integrarsi" se non gioca un veneto o un pugliese in Nazionale! Scusa, quali poi sarebbero le agiografie? Ti ricordo che in Belgio, solo un mesetto fa, un "italiano" di seconda generazione, stava diventando Primo Ministro.....

Krug ha detto...

"sapete qual'è la cosa che invece più mi stupisce? che non ci sia un figlio di figli di emigranti italiani in questa nazionale"

Beh Labbadia e Gaudino qualche partita nella nazionale krukka l'hanno giocata; Gaudino fu convocato anche per i Mondiali del 1994; indubbiamente non hanno avuto una carriera lumimosissima con la Nationalmannschaft però qualche paisà in maglia bianca l'abbiamo avuto...

"Krug, la ricostruzione di Locatelli sarà un po' troppo idilliaca però il suo tentativo di aprire gli occhi al mondo che vive di luoghi comuni è giusto ed efficace. Al netto di alcuni casi estremi le cose in Svizzera o Germania stanno in effetti abbastanza così, anche se le cose sono abbastanza sfumate e variano poi da caso a caso. In ogni caso un conto è l'integrazione sociale, un conto le simpatie personali....."

Dane ho premesso che sono d'accordo sul cercare di sfatare i luoghi comuni e magari di finire di far passare i krukki come dei naturalizzatori di oriundi veri o presunti come... gli italiani; resta il fatto che per quello che conosco io della Germania capita spesso di trovare un immigrato turco anche di seconda generazione che si senta in tutto e per tutto turco e non tedesco e che la diffidenza del tedesco verso di lui non sia inferiore a quella che il padre nutriva nei confronti del padre del turco; questo esclusivamente per onor di cronaca; ho già scritto, e qui penso che siamo d'accordo, che non mi scandalizza affatto che Ozil (o Boateng o a suo tempo Gaudino...) giochi per la Nationalmannschaft, anzi... E ti dirò di più, lo ritengo un ottimo spot in favore dell'integrazione.


"@tani: quanti casi ci sono come quelli di tuo figlio?"
Cydella non vorrei dire eresie ma l'otto per cento dei residenti nel Bel Paese sono di origine straniera; considerato che hanno un tasso di natalità più alto del nostro fra una ventina d'anni più di otto calciatori su cento potrebbero essere nella situazione del figlio di Tani...

Dane ha detto...

@Jeremy, cerchiamo di chiarire alcune cose:

1) Sono sempre ironico quando scrivo e volutamente forzato, se mi prendi alla lettera non ci capiamo...
2) Quella sul Belgio era una provocazione: mi stan sul cazzo gli abitanti di quel paese (soprattutto la parte francofona), ok?! E siccome so che si incazzano se gli dico che il popolo che abita il Belgio si divide in fiamminghi e francesi di serie B li chiamo così per perfidia.
A parte le battute però so benissimo cos'è il Belgio: alle medie ho avuto qualche difficoltà ma le elementari le ho fatte, grazie...
3) Se per smentirmi mi citi la mamma di Neuville o Gaudino che in nazionale non ho mai visto giocare (che non fa testo, ma solo per dire che non è che abbia avuto sto ruolo determinante) mi metto a ridere. Io mi aspetterei che mezzo vivaio dello Stoccarda fosse composto da italiani come mezzo vivaio dell'Ajax è composto da surinamensi, invece mi citi il solo Gaudino, la mamma di Neuville e forse Contento?!...
4) Il mito degli italiani caciaroni amichevoli con grande capacità di adattamento vale fino ad un certo punto, perchè quando vai all'estero noti spesso che gli italiani fanno gruppo fra di loro e faticano ad integrarsi (tipico il caso di Londra, pieno di studenti andati là ad imparare l'inglese ma che poi fanno gruppo tra loro per parlare italiano). Lo stesso atteggiamento lo si nota anche in Italia, dove mi pare evidente la resistenza all'integrazione straniera, non tanto nelle forme più estreme (vedi Lega e partiti di destra) quanto proprio nel cittadino medio: io la lamentela sui "negher, che vegnen chi a ruba' el laura'!!!" la sento ogni 5 minuti.....
5) Non so se dipende da questo, io ho fatto solo una battuta. Però resta il fatto che a livelli di numeri gli italiani all'estero "arrivano poco". Non so se dipende da questa scarsa capacità di adattamento (si cancella facilmente la propria patria, ma si fa fatica ad riconoscere quella nuova), ma noto ad esempio che è stato uno degli ultimi paesi europei ad aver giocatori in NBA: possibile, visto il movimento cestistico che storicamente ha sempre avuto l'Italia?!...
Quando lavoravo per le sfilate di moda venivo spesso accusato (come tutti) di avere la fissa delle straniere, quando in realtà le modelle son quasi tutte straniere perchè le italiane la modella non han voglia di farla.....

@Krug: "resta il fatto che per quello che conosco io della Germania capita spesso di trovare un immigrato turco anche di seconda generazione che si senta in tutto e per tutto turco e non tedesco e che la diffidenza del tedesco verso di lui non sia inferiore a quella che il padre nutriva nei confronti del padre del turco"

Sì, sì, ma su questo siamo d'accordo. Difatti ho detto che le cose sono abbastanza sfumate e dipendono anche da caso a caso. Il film "La sposa turca" dice molto, ce n'era anche un altro carino su una donna turca che alla fine spsava un tedesco che aveva ucciso suo marito turco e lì certi costumi all'interno della famiglia turca lasciavano veramente perplessi. Quello che intendevo dire io è che la Germania veramente ha fatto passi da gigante (soprattutto rispetto a paesi come l'Italia, ben più razzista ed arretrata di quanto facciano credere gli "accoglienti italiani"). Come dicevo, un conto è l'integrazione sociale (che in Germania è un fatto) e un conto le simpatie personali (che determinano spesso il fatto di cantare l'inno, quali luoghi frequentare, usi e costumi nella vita di tutti i giorni, etc...).
Tanto per fare un esempio, a me sta sul cazzo la "napoletanità" pertanto frequento pochi napoletani (pochissimi, selezionatissimi e che per la maggior parte dei casi la pensano come me...), ma non posso certo dire che i napoletani a Milano non siano integrati!... :-D

p.s.: lo so, l'esempio è un po' forzato, prendilo con le molle..... ;-)

Locatelli ha detto...

@Dane e Krug:
si, sicuramente un pò idiliiaca la mia versione, ma la base del pensiero è quella.
"resta il fatto che per quello che conosco io della Germania capita spesso di trovare un immigrato turco anche di seconda generazione che si senta in tutto e per tutto turco": ma certo, ma questo non gli vieta, in generale, di sentirsi anche tedesco, e non ospite in terra straniera.

"la diffidenza del tedesco verso di lui non sia inferiore a quella che il padre nutriva nei confronti del padre del turco": qui sono assolutamente contrario. la probabilità che quel tedesco arrivi da conscenze e condivisioni con stranieri (compagni di classe, di sport, amicizie e innamoramenti) durante la sua fase evolutiva adolescenziale è alta, e dunque l'eventuale intolleranza vs qualcuno nasce più sul comportamento che sulla provenienza. cioè "se rubi ti odio".
a mio modestissimo avviso, evidenza di questo fatto la da la vita politica: se il sentimento comune fosse come quello sopracitato, un eventuale partito "tipo lega", portatore del concetto "immigrazione=paura" produrrebbe risultati elettorali territoriali perlomeno simili. invece, oltre che non esserci un partito simililare, quelli che stanno su queste tematiche sono evidentemente partiti di stampo xenofobo che si aggirano per l'appunto sui vari 4/5%, in media europea. in italia invece un partito come la lega tocca punte in alcuni territori del 30.

Gaudino e Labbadia: me ne sono dimenticato. allora cambio idea e dico "che sfiga che in questa germania non c'era neanche un rappresentante della migrazione itaiana"

gareth ha detto...

La domanda è : a Barcellona hanno festeggiato il mondiale?

Sì, però non hanno cantato l'inno :-)

PS no, io non so proprio granché di Paesi Baschi e ho visitato solo la parte francese (Biarritz e dintorni), mai quella spagnola, però ho una certa simpatia per l'Athletic Bilbao, se può essere utile...

stero ha detto...

"Il mito degli italiani caciaroni amichevoli con grande capacità di adattamento vale fino ad un certo punto, perchè quando vai all'estero noti spesso che gli italiani fanno gruppo fra di loro e faticano ad integrarsi (tipico il caso di Londra, pieno di studenti andati là ad imparare l'inglese ma che poi fanno gruppo tra loro per parlare italiano"

tutto vero. non che le altre comunita` siano differenti.
prima barriera la lingua sopratutto per latini (francesi inclusi e sopratutto) e asiatici. detto tra noi: marmaglie di svedesi con invicta che cantano ciao mamma le ho viste di rado....

"Però resta il fatto che a livelli di numeri gli italiani all'estero "arrivano poco"."

mi attengo all`australia, che e` la mia realta`. numeri non ne ho, ma quelli si possono sempre truccare... tuttavia il sindaco di perth (la mia citta`) e il governatore del nsw sono italiani. tale d`ascenzo gestisce il taxation department. questi tra i primi che mi vengono in mente.
un gran numero di giocatori di footy (da afl al league) sono di chiare origini italiane. senza contare i bresciano, grella e valeri.
puo` non significare molto. pero` esistiamo e non e` che i nostri emigranti abbiano sempre trovato i cartelli di benvenuto alle frontiere. io tutt`ora vengo chiamato wog (dispregiativo assai) da qualche celebroleso wasp... ma guardo e passo.

non martelliamoci sempre le palle. non siamo il popolo eletto, ma non facciamo cosi` cagare come ci descriviamo (e mi ci metto pure io).

jeremy ha detto...

Dane, beh non mi sembra proprio il massimo della spiegazione quella sul Belgio...come minimo dici non "faccio testo perchè mi stanno sul cazzo a prescindere", visto che non c'è una sola base solida e reale nel tuo discorso...sui nazionali emigranti: la media italiana non è dissimile da quella delle altre minoranze, quindi non c'entra una fava il discorso dell'integrazione, visto che gli italiani che vanno all'estero faran gruppo ma si integrano benissimo. Citami altri "turchi" che hanno giocato nella Nazionale tedesca e vediamo quanto è grande questa differenza con quelli italiani. Fermo restando, che non è obbligatorio giocare a calcio.....Se poi mi parli degli studenti che vanno ad imparare l'inglese hai stravinto, visto che non gliene frega un cazzo di restare li magari e quindi di integrarsi. Ti potrei citare le miriadi di dottorandi o studenti in scambio che conosco qua in Italia e che fanno fatica, dopo anni, a spiccicare una parola in italiano. Dane, l'immigrato italiano che va via vive sicuramente di ricordi, ma è integrato alla perfezione ed arriva ad ogni livello sociale (ti cito sempre il Belgio, ma anche nel resto d'Europa è facile vedere italiani di seconda generazione in ogni posizione sociale, dalla più alta alla più bassa). Che poi faccia gruppo è normale, visto che si trova in minoranza. Se poi tutta questa tua sicurezza deriva dai quattro cazzonelli di ventanni che hai visto al pub a Londra, ripeto, hai stravinto....

Peo ha detto...

@Dane: ma almeno le modelle estere eran più facili da cuccare? :)

cydella ha detto...

@locatelli: "se la dimostrazione di tale teoria è non cantare l'inno, il ridere fa colare le lacrime dagli occhi"
... e posso anche essere d'accordo. Ma se le prove dell'integrazione sono
"non solo vivono e si sentono tedeschi (vedere i loro siti e profili FB per farsi un'idea), ma parlano anche con l'inflessione tipica delle zone da cui provengono"
permetti che mi piscio sotto dal ridere anche io.

"vivendo e crescendo insieme in zone popolari, il sentirsi tedesco viene naturale"...
quindi se tu piazzi degli immigrati in zone popolari, l'integrazione è matematica?! Direi che è l'esatto contrario.

Dane ha detto...

@Stero: "detto tra noi: marmaglie di svedesi con invicta che cantano ciao mamma le ho viste di rado...."

Appunto.....

"mi attengo all`australia, che e` la mia realta`. numeri non ne ho, ma quelli si possono sempre truccare... tuttavia il sindaco di perth (la mia citta`) e il governatore del nsw sono italiani. tale d`ascenzo gestisce il taxation department. questi tra i primi che mi vengono in mente."

Stero, un conto è l'immigrazione breve, un conto le origine lontane generazioni. L'italiano fa sempre fatica ad adattarsi a contesti estranei al proprio, e in questo senso tra gli europei mi pare quello con più difficoltà d'adattamento o d'integrazione. Poi certo, se prendiamo l'italiano newyorkese da 5 generazioni allora sicuramente vive da americano.....

@Jeremy: "Dane, beh non mi sembra proprio il massimo della spiegazione quella sul Belgio...come minimo dici non "faccio testo perchè mi stanno sul cazzo a prescindere", visto che non c'è una sola base solida e reale nel tuo discorso..."

Ancora?! Okkazzo, ma devo esser processato per ogni battuta?! Mi stan sul cazzo i belgi per una certa spocchia razzista che hanno, quindi li definisco perfidamente nella maniera che loro più odiano. Esattamente come qualcuno di loro magari chiamerà gli italiani "pizza e mandolino", chi se ne frega.
Mi dispiace che tu per i tuoi risvolti sentimentali ti senta colpito, ma qua dentro ho letto di tutto su croati, argentini e austriaci, potrò avere le mie antipatie e simpatie personali?!.....

"Citami altri "turchi" che hanno giocato nella Nazionale tedesca e vediamo quanto è grande questa differenza con quelli italiani."

Memeth Scholl, e allora?! Non è questo il punto, i turchi (asiatici, mussulmani! ¿Entiendes?...) prima o poi ci sono arrivati, se Neuville ha la mamma italiana ciò non toglie che sia inequivocabilmente tedesco. Stoccarda è stata invasa da italiani, chi emigrante e chi figlio (di prima generazione) di emigrante, tutti con la passione del calcio e mi si cava un misero Gaudino?!...

"Dane, l'immigrato italiano che va via vive sicuramente di ricordi, ma è integrato alla perfezione ed arriva ad ogni livello sociale (ti cito sempre il Belgio, ma anche nel resto d'Europa è facile vedere italiani di seconda generazione in ogni posizione sociale, dalla più alta alla più bassa)."

Di seconda generazione, perfetto.....

"Che poi faccia gruppo è normale, visto che si trova in minoranza."

No, non è normale un cazzo, perchè tra gli altri (se escludi mussulmani e cinesi, ma lì le barriere culturali sono ben diverse, come sai...) questo non succede. Se mi limito agli europei, forse solo i greci son così chiusi. Avevo fatto apposta l'esempio delle modelle, ho già spiegato 200 volte perchè odio quelle italiane.....

"Se poi tutta questa tua sicurezza deriva dai quattro cazzonelli di ventanni che hai visto al pub a Londra, ripeto, hai stravinto...."

No, hai stravinto tu perchè hai costruito un castello su una mia battuta senza capirla (perchè se mi citi le "posizioni sociali" è evidente che non mi hai capito).....

@Peo: "@Dane: ma almeno le modelle estere eran più facili da cuccare? :) "

Ovvio. Premesso che il mio interesse verso le modelle a cui mi riferivo era prettamente professionale, restano ancora sempre affascinate dall'italiano che con le rose rosse le apre le porte sperando di essere ricambiato (!...). Abituate, nella maggior parte dei casi, a vichinghi che sulla scala di valori mettono la gnocca dopo la birra......

Krug ha detto...

Allora...
Probabilmente sbaglierò (e sinceramente spero di NON sbagliarmi) ma da noi OGGI nel 2010 si nota di più la resistenza all'integrazione straniera perchè rispetto a Paesi quali la Francia, il Regno Unito e la Germania è fenomeno decisamente più recente e "fresco" e perdonatemi ma da quello che so, certo potrebbe essere un luogo comune non avendola vissuto di persona, non è che in quei Paesi l'integrazione sia stata così "soft" e probabilmente non si è ancora verificata del tutto; faccio un esempio idiotissimo; quand'ero piccolo se camminavo per città ed incrociavo una persona di colore mia madre mi diceva: "Guarda il negretto!" perchè per noi a Trieste, città di provincia, vedere una persona di colore, generalmente uno studente africano dell'Università locale, era un avvenimento (vita triste, lo so; se vi consola però noi abbiamo un occhio allenato nel riconoscere i balcanici, difficile che scambi uno slavone per un dalmata... Dane non ti offendere, sto scherzando ;))))) ; nello stesso periodo nel Regno Unito c'erano grossissime polemiche a "causa del Balotelli d'oltremanica", tale Viv Anderson che andava ad indossare, accolto da parecchi mugugni, la maglia che era stata di Bobby Moore.
Riguardo all'Nba per me la spiegazione è semplice; Dino Meneghin è stato uno dei primi ad essere chiamato nell'Nba, non ci andò perchè se fosse tornato a giocare in Italia avrebbe potuto essere tesserato solamente come straniero, la pallacanestro all'epoca era ancora ufficialmente dilettantistica; quando l'Nba ha iniziato a guardare VERAMENTE all'Europa l'Italia cestistica viveva un periodo di crisi cosicchè non c'erano giocatori italiani appetibili per le franchigie NBA; ciononostante Esposito e Rusconi una comparsata l'hanno fatta; in seguito altri giocatori italiani avrebbero potuto finire nell'Nba, penso a Fucka che a dir il vero non è cestisticamente italiano di formazione, ma che non andò nell'NBA perchè al doversi mettere in discussione negli States preferì ricchi contratti europei decisamente più facili e sicuri; altri giocatori validissimi e stimati a livello internazionale, penso a Meneghin figlio, a Galanda, a mio parere non avevano le caratteristiche per sfondare negli States.
Riguardo alle modelle italiane... Sono totalmente ignorante in materia ma siamo sicure che le italiane non lo vogliono fare; non è che semplicemente per le italiane, essendo mediamente di statura più bassa è più difficile entrare nel circuito della moda?

Locatelli ha detto...

@cydella: permetto qualsiasi cosa, figurati.
con l'annotazione rispetto alla lingua volevo togliere un pò l'idea di ozil, podolski, boateng, khedira che a stento parlano il tedesco, tipo "oriundo del qatar". questo perchè si partiva dal riferimento che non cantando l'inno, non si sentono tedeschi. almeno ridiamo in due.

"quindi se tu piazzi degli immigrati in zone popolari, l'integrazione è matematica?! Direi che è l'esatto contrario". per carità, non mi sono espresso sicuramente al meglio: nella ruhr e a berlino (per restare a ozil e boateng), provenire da famiglie straniere e sentirsi poi comunque un pò/anche/molto tedeschi è una cosa che avviene da 60/70 anni, quindi da generazioni, e il territorio è più avanti nell'integrazione.

avete ragione a sottolineare la mia visione troppo idilliaca, ma ripeto che in germania un movimento "anti-straniero" che prende il 25/30% (quindi un espressione politica estremamente netta e forte) mostrando il suo credo in questo modo
http://www.fabioruini.eu/blog/wp-content/uploads/2008/04/indiano-riserve-immigrazione-elett08.gif

proprio non ce lo vedo per come è fatto il paese.

jeremy ha detto...

Dane, ah beh allora poi non ti lamentare che qua si campa di stereotipi......scusa: gli italiani sono chiusi, i greci sono chiusi, i mussulmani generico sono chiusi, i cinesi sono chiusi. Qua sono finite le nazioni a forte immigrazione in paese esteri. Quali sono queste fantomatiche popolazioni che si sono integrate senza far gruppo?! No per dirti che in Belgio, dove c'è di tutto e di più, gli unici che davvero sono integrati sono proprio gli italiani.....

Locatelli ha detto...

@krug/nba:
andrea meneghin è stato fermato dal suo problema all'anca (nonchè da una vita non proprio da superatleta..). nel 99/00 i raptors si interessavano a lui e lo invitarono alla summer league, ma declino l'offerta. passando in fortitudo il problema divento sempre più evidente ai più.
era a mio avviso per determinate caratteristiche (fisico, difesa, ball-handling) un giocatore che poteva dire la sua in nba, non era ginobili, per carità, ma più di esposito sicuramente avrebbe potuto fare.
fucka era troppo magrolino per fare il 4 (contro karl malone? contro duncan? contro garnett giovane?..) e troppo lento per fare il 3.
myers era troppo basso e sopravvalutato, non aveva il palleggio di sinistro.
pozzecco aveva tutto per l'attacco (sarebbe piaciuto molto ai tifosi e alle tifose) ma la sua squadra avrebbe sempre perso perchè non ha mai neanche provato a difendere. però almeno ha tentato una SL, mi sembra 2003, ma potrei sbagliare.
Gus Binelli era stato scelto da atlanta, per fortuna sua (e loro) non potè andare.
esposito era modo per incentivare gli italo.canadesi ad andare al palazzetto.
rusconi è un grande mistero, di cui proprio non mi capacito.

altri giocatori (eccetto chi c'è già) non mi vengono in mente. saltando le epoche 60/70 perchè non ne sono assolutamente avvezzo.

concordo che quando l'nba iniziò a guardare in europa, non c'era granchè in italia. ve lo immaginavate gentile che cerca di superare in velocità isaiah thomas?

Krug ha detto...

"avete ragione a sottolineare la mia visione troppo idilliaca, ma ripeto che in germania un movimento "anti-straniero" che prende il 25/30% (quindi un espressione politica estremamente netta e forte) mostrando il suo credo in questo modo".

Locatelli nel 1992 ho fatto il giro della Germania; nell'ex Germania est "andava di moda" l'assalto agli ostelli popolati dagli stranieri... Per fortuna loro i tedeschi non hanno "un movimento anti-straniero che prende il 25/30% dei voti" (non sono assolutamente leghista, anzi non li sopporto anche se non soprattutto per quel manifesto che hai linkato ma perdonami la tua mi sembra una versione un po' troppo qualunquista), ma in parecchi Lander i repubblikaner sono arrivati vicino al 10%; e non mi pare che propugnino l'amore razziale; ora se vogliamo discutere dei notevoli sforzi fatti in Germania sulla strada dell'integrazione ti quoto completamente; se vogliamo comparare la perfetta armonia etnica della Germania alla xenofobia dilagante in Italia beh magari qualcosina da obiettare ce l'ho. Sai, qualche ex "Katzelmaker" ritornato a casa sua in Veneto o in Friuli lo conosco anch'io e magari loro hanno una versione un po' diversa dalla tua...
P.S. Non ho assolutamente nulla contro la Germania, Paese civilissimo che conosco ed ammiro profondamente...

Krug ha detto...

Locatelli, butto lì per avere un tuo parere; Gigli e Galanda nell'NBA li avresti visti? Io personalmente adoravo Jack Galanda (nonostante sia friulano, siamo veramente alla frutta...) e viste le caratteristiche difensive fosse andato da giovane negli States avrebbe potuto ritagliarsi uno spazietto (anche lui non è Gasol ma magari qualcosina...); Gigli non è un fenomeno, anzi, però ho visto partire gente non tanto meglio di lui. Fucka credo che avrebbe passato il primo anno a raddoppiare la stazza e poi se ne sarebbe parlato, di contatti ce ne sono stati ma non c'era entusiasmo nè da una parte nè dall'altra...

Dane ha detto...

"scusa: gli italiani sono chiusi, i greci sono chiusi, i mussulmani generico sono chiusi, i cinesi sono chiusi. Qua sono finite le nazioni a forte immigrazione in paese esteri."

Davvero?! Irlandesi, slavi, polacchi....boh, hai vinto tu...

"Quali sono queste fantomatiche popolazioni che si sono integrate senza far gruppo?! No per dirti che in Belgio, dove c'è di tutto e di più, gli unici che davvero sono integrati sono proprio gli italiani....."

Bene, sono contento e ti ringrazio. Non avendo il paraocchi registro la cosa sul mio taccuino. Ma non cambio idea, perchè al momento resta un eccezione sul mio taccuino... ;-)

p.s.: e comunque non cercare di rendermi simpatici i francesi di seconda scelta"... :-D

"Probabilmente sbaglierò (e sinceramente spero di NON sbagliarmi) ma da noi OGGI nel 2010 si nota di più la resistenza all'integrazione straniera perchè rispetto a Paesi quali la Francia, il Regno Unito e la Germania è fenomeno decisamente più recente e "fresco"

Questo è certamente uno dei motivi, difatti io mi ero limitato ad una battuta senza voler fare un'analisi completa...

"penso a Fucka che a dir il vero non è cestisticamente italiano di formazione, ma che non andò nell'NBA perchè al doversi mettere in discussione negli States preferì ricchi contratti europei decisamente più facili e sicuri"

Ecco, questo è tipicamente italiano. Anche i calciatori italiani hanno più problemi d'adattamento extrasportivo che non dal punto di vista tecnico......

Dane ha detto...

"Riguardo alle modelle italiane... Sono totalmente ignorante in materia ma siamo sicure che le italiane non lo vogliono fare; non è che semplicemente per le italiane, essendo mediamente di statura più bassa è più difficile entrare nel circuito della moda?"

No Krug. Carla Bruni, Maria Carla Boscono, Eva Riccobono sono Top-Model tra le super-top e la tv italiana è piena di puledrone, dai...
Il problema è un altro, l'ho spiegato tante volte ma mi ripeto volentieri. L'italiana media non vuole fare la modella per fare la modella, vuole fare la modella per poter dire "faccio la modella". All'aperitivo, in vacanza, in discoteca con gli amici e coi vicini. Per tirarsela e basta, ma non ha le palle per regger i ritmi.
La professione di modella non è così semplice come la gente pensa. Inanzitutto chiariamo che per modella intendo un certo tipo di donna, con certe misure, certe peculiarità professionali, inquadrata in un'agenzia seria del sindacato e che lavora solo per moda o circuito pubblicitario d'alto livello. Escludo dal mio discorso tutte quelle maialone scosciate che vengono erroneamente definite "modelle" e che sono più altro ragazze immagine di vario utilizzo, dal catalogo del negozio per abiti da sposa sottocasa all'inaugurazione di un supermercato.
Ora, la professione di modella che intendevo io è un mestiere articolato e frenetico: puoi stare un mese, massimo due in una città: fai le tue sfilate, i tuoi servizi fotografici, poi sei già "vecchia" come immagine (un'azienda non investe su una faccia che 15 giorni prima è diventata nota al grande pubblico tramite la pubblicità di un'altra azienda...) e devi sloggiare. Vai in un altra città e ricominci il circo, poi dopo un mese riparti. Arrivi a New York, fai la tua stagione della Moda, poi riparti per Milano, fai MilanoCollezioni, poi riparti per Mode Paris, poi le Passereles Cibeles, poi Cape d'Antibe per un calendario, subito dopo Tokio per una campagna per una compagnia automobilistica, etc...
Le italiane no, vogliono fare la modella ma vicino casa, perchè devono sentire al telefono tutti i giorni la mamma, c'hanno il fidanzato, sentono la nostalgia di casa, gli manca il cagnolino, etc. etc... Cioè, io ti sto pagando 2000€ al giorno per sculettare su una passerella e tu mi interrompi le prove per rispondere al cellulare alla mamma che vuol sapere se hai messo la maglia di lana?! Ma io ti prendo a calci in culo! E questo succede quasi ed esclusivamente con le italiane (mito negativo anche le brasiliane: sono andate di moda per 3 anni, poi tutti si son rotti i coglioni di avere i backstage pieni di mamme invadenti e cagnolini al guinzaglio.....sciùra, si faccia i cazzi suoi e porti fuori sto cazzo di topo impellicciato! Raus, e affanculo Gisele Bundchen...).
Così poche italiane (ne ho citate tre, farei fatica ad arrivare a 50...) reggono l'urto ed arrivano a grandi livelli (la maggior parte preferisce virare al più presto sull'opzione velina, con la prospettiva di un Ministero...): calcolate cosa rappresenta il Pret-à-porter per l'Italia e contate quante Super-Top ha l'Italia, è imbarazzante. Le straniere son più dutttili, spesso cominciano girando il mondo per pagarsi gli studi, rientrano in patria ogni tanto per dare gli esami e laureatesi (se non diventano super-top oppure a fine carriera) si cercano una carriera differente.
Quando lavori presso la Torre di Babele certe peculiarità nazionali si notano maggiormente.....

Krug ha detto...

"pozzecco aveva tutto per l'attacco (sarebbe piaciuto molto ai tifosi e alle tifose) ma la sua squadra avrebbe sempre perso perchè non ha mai neanche provato a difendere. però almeno ha tentato una SL, mi sembra 2003, ma potrei sbagliare."

Confermo, Pozzecco provò una SL ma non fu preso; a mio modo di vedere più che la difesa (assolutamente nulla tanto che lui stesso diceva che a Varese Meneghin difendeva anche per lui) al Poz mancava proprio la "testa" per giocare nell'NBA...

Nick ha detto...

E' incredibile la facilità con la quale da queste parti si riesca a passare da eva riccobono a gianmarco pozzecco.
Estraniante.

Dane, tutto molto affascinante...in effetti una cosa che mi sono sempre chiesto è come sia possibile -al di là dei grandi nomi- vedere sempre facce diverse nelle pubblicità. Non per le pubblicità, chiaro (di belle tope è pieno il mondo): per le modelle stesse. Figure mitologiche -per me- che vivono una vita con i ricavi di UN solo contratto! :)

jeremy ha detto...

Dane, "Irlandesi, slavi, polacchi" mi hai citato proprio popolazioni che non fanno gruppo, soprattutto gli irlandesi..... (che poi nell'immigrazione intereuropea centrano zero.....)questo per dirti che chiunque immigra fa gruppo con i suoi conterranei. E, solo in pochi casi, l'integrazione è minima (vedi i cinesi, ma sono davvero un caso a parte). Lungi da me renderti simpatici i belgi (non è che io impazzisca per loro, soprattutto per i fiamminghi....).

Locatelli ha detto...

@Krug:

ma l'ex germania dell'est nel '92 era un pò diversa dal resto del paese, non credi?
io passavo le estati da mia nonna sul mare baltico in quegli anni, era un dolore estremo veder cosa succedeva: ma mi ricordo anche l'opinione pubblica, i tg, giornali, i politici alzare la voce con forza.
non voglio dire che c'è una "perfetta armonia etnica": il disagio e le problematiche irmangono. però sento/vedo una strada, ben chiara, verso un'idea. possibile che in italia non ci sia? non, in italia non si ha la minima idea di dove si dovrà andare.

axel shut ha detto...

@Krug: vero ma (soprattutto in una NBA a 30) mi sembra ce ne siano tanti che hanno poca testa esattamente come il Poz però sono nati lì e la possibilità di farsi qualche stagione l'hanno avuta

Locatelli ha detto...

@krug/nba:
Jack Galanda per carisma e tiro sarebe stato un buon 4: diciamo un "Robert Horry" ovviamente meno musculare e veloce ma con più intelligenza tattica. in questa nba del "ciapa e tira", inserito in un contesto che lo avrebbe potuto utilizzato sempre per il tiro frontale, secondo me poteva ambire a un ruolo di lungo nelle rotazioni (15/20 min a partita) in una squadra media (tipo nesterovic, che non mi sembra molto superiore).
Gigli? no dai, scherzi? è un tuo parente? ha il fisico per fare il 3, neanche mezza movenza da 4 o 5 (gioco in post basso mai visto, tiro idem, non so se sappia palleggiare). hai ragione che c'è di peggio, però lì almeno atleticamente sono tutti nei loro ruoli.
con fucka secondo me non potevano ripetere l'operazione-kukoc (15kg in 15 giorni): comunque troppo lento con i piedoni che aveva, poco propenso al sacrificio estremo, ovviamente molto meno talento di toni.

Locatelli ha detto...

pozzecco:

io l'adoro. però in nba avrebbe pagato tanto anche il fisichino.

Krug ha detto...

"il disagio e le problematiche irmangono. però sento/vedo una strada, ben chiara, verso un'idea. possibile che in italia non ci sia? non, in italia non si ha la minima idea di dove si dovrà andare."

Su questo non posso che quotarti.
In Italia oltre a non saper dove andare c'è una puntuale strumentalizzazione del problema.



axel il Poz provò ad entrare nell 'NBA quando aveva sul gobbone già 30 primavere... Un po' tardi perchè qualcuno scommettesse su di lui...

Poli ha detto...

@Locatelli: che Fucka avesse poca propensione al sacrificio estremo scusami ma non sono d'accordo.
Chi cresce con Tanjevic per un periodo della sua vita non vede la la luce del sole o quasi...

jeremy ha detto...

Contiamoci: chi vuole partecipare alla cena di martedi 20?

nanomelmoso ha detto...

due

Leo ha detto...

Se rimandate di una settimana io ci sono. Dal 26 al 30 sono in provincia

jeremy ha detto...

Signor Righi, io parto il 23. Comunque se sei a Milano puoi organizzarti con gli altri per un caffe. Sempre se non vai in modalità ringambone.......

Leo ha detto...

o chi tu ma messo?

jeremy ha detto...

hihihihihihi

Leo ha detto...

Tu lo sai non son strutto.

PS: vai in Belgio? Imparato il francese?

jeremy ha detto...

A parte il fatto che dovresti ringraziarmi per la fatica di aver trovato questa magnifica foto del Righi....vado il 23 per il corso di francese.....

Dane ha detto...

"Dane, "Irlandesi, slavi, polacchi" mi hai citato proprio popolazioni che non fanno gruppo, soprattutto gli irlandesi....."

Non ricordo "New Dublin" o "Other Varsavia" a New York o in qualsiasi altra metropoli Mondiale. Le Little Italy e le Chinatown non si contano... :-/

"questo per dirti che chiunque immigra fa gruppo con i suoi conterranei. E, solo in pochi casi, l'integrazione è minima"

Un conto è fare gruppo, un conto è la fatica d'adattamento: ritrovarsi in un pub irlandese alla sera per bere la birra della tua patria non ha nulla di male, il mammismo all'italiana è devastante. Tu hai dalla tua il caso belga, io ho dalla mia almeno 20 casi diversi. Poi ognuno è libero di restare dalla sua..... ;-)

"Lungi da me renderti simpatici i belgi (non è che io impazzisca per loro, soprattutto per i fiamminghi....)."

Vorrà dire che quando scoppierà la guera civile in Belgio ci ritroveremo su fronti opposti, come comunisti e fascisti italiani nella Guerra Civile Spagnola..... :-D

"con fucka secondo me non potevano ripetere l'operazione-kukoc (15kg in 15 giorni): comunque troppo lento con i piedoni che aveva, poco propenso al sacrificio estremo, ovviamente molto meno talento di toni"

La prossima volta che leggo Fucka nella stessa frase con Kukoc mi rivolgo all'ambasciata.........okkio che mando in vacca le recenti strette di mano di Napolitano!....

Leo ha detto...

Avere libero e incontrollato accesso al mio prestigiosissimo acccount su blogger mi pare un attestato di stima superiore ad ogni altro ringraziamento possibile. Detto questo organizzaci qualcosina te, dato che ormai sembri il pr del blog! ;-P

spike ha detto...

sull'organizzazione di gioco che prevale, riparliamone ai 30 e passa gradi del brasile con umidità connessa, mi sa che il fresco ha influito molto sul mondiale.

Sui calciatori naturalizzati dico la mia: non si deve permettere a chi ha scelto una nazione nell'U.21 di cambiare poi.
La cosa fondamentale, però, è il concetto di cittadinanza dal quale deriva poi tutto.
L'Oezil della situazione da noi sarebbe ancora extracomunitario per l'anacronistico ius sanguinis, esteso poi con una legge demenziale fatta solo per cercare di raccatere voti per vincere l'elezioni del 2006.
I tempi sono maturi per l'introduzione dello ius soli, ovviamente mediato per evitare le distorsioni(donna che entra illegalmente per far nascere il figlio in Italia).
Oezil nato e cresciuto in Germania è molto più tedesco di Motta e Amauri.

jeremy ha detto...

Righi, per Milano organizzati te e gli altri che sono qua. Per il resto, sto già lavorando per voi che vivete into the wild.....;-)

Nick ha detto...

L'Oezil della situazione da noi sarebbe ancora extracomunitario per l'anacronistico ius sanguinis
Veramente l'Ozil della situazione da noi è italiano.
Anche se qualcuno dice che non esistono negri italiani.

spike ha detto...

no nick
Balo è italiano perchè adottato,oezil è+ nato da genitoti turchi senza cittadinanza, ma reisdenti li da più di x anni, ed è tedesco per il solo fatto d'esser nato li.Da noi sarebbe ancora extracomunitario.

Nick ha detto...

E' vero, hai ragione tu...in Italia lo ius soli vale solo con genitori apolidi...
(gran cazzata, posso dirlo?)

Leo ha detto...

Spike non vorrei dire una cazzata ma anche in Germania dovrebbe esserci lo ius sanguinis... Lo ius soli c'è sicuramente in Francia e Usa