Confrontare le statistiche dei professionisti con quelle dei dilettanti è sempre utile, soprattutto in un periodo da giocate occasionali come quello del Mondiale di calcio. Bisogna precisare che la fonte sono i bookmaker, che tengono monitorati gruppi di giocatori ben precisi (che dei propri dati sono giustamente gelosissimi).
L’insegnamento numero uno è che quelli ‘veri’ non ragionano in termini di euro ma di unità, cioè di percentuali fisse del capitale: il valore assoluto cambia di giorno in giorno, in ogni caso quasi mai viene messo sul singolo evento più dell’1% del budget. Il numero due è che gli scommettitori professionisti nel breve periodo vincono in realtà pochissimo, quelli bravi in media sul singolo evento circa il 5% dell’unità. Dopo avere ponderato i pesi delle scommesse (una quota a 2,00 vale uno, le altre vengono espresse in rapporto) in modo da avere una situazione del tipo Over-Under, si nota che raramente ci sono bilanci annuali migliori del 55% (cioè, su 100 colpi, 55 vinti e 45 persi). La terza lezione, la più importante di tutte, è che i vincenti giocano tantissimo distribuendo il rischio su una quantità enorme di partite e situazioni. Ipotizzando di non cambiare mai la taglia della puntata, 250 scommesse con bilancio del 55% rendono poco più di 13 unità, circa come 50 scommesse con un irreale bilancio positivo del 65%. Stiamo ovviamente parlando di professionisti al di fuori di circuiti sporchi o di risultati conosciuti in anticipi, quel tipo di giocatore che per il mercato è addirittura necessario per ‘fare la quota’.
Stefano Olivari
(pubblicato sul Giornale)
3 commenti:
"Loew, Loew, Loew...ma se te l'aveva spiegato Josè e te l'aveva ripetuto Gerardo come fermarli, perchè cazzo hai voluto fare di testa tua?". Nick, a me sembra invece che abbia applicato bene la lezione, hanno segnato a 20 dalla fine su corner, prima tre tiri da fuori e basta... E poi i contesti erano diversi, noi partivamo da 3-1, la Germania doveva pur provare a vincere. Classifica dei migliori giocatori del mondiale: 1° Rod Steiger, davvero monumentale, poi Forlan, Snejider (per me meglio di Robben), Pepe :-D. Iniesta e Xavi fuori concorso.
prendo spunto da questo post per una domanda di matematica finanziaria applicata alle scommesse (ma lo stesso dubbio vale per le operazioni in borsa, fortunatamente abbandonate da anni se non per due osceni titoli del nuovo mercato in profondissimo rosso) che da tempo volevo girare al direttore, non avendo trovato in rete risposte soddisfacenti.
come si calcola il rendimento delle proprie giocate?
prendendo il solo evento "mondiali 2010" io posso ritenermi soddisfatto perché ho iniziato con 10 unità e oggi ne ho sul conto del pusher albionico 110.
a mio avviso non è corretto dire che il rendimento è il 1000% perché, pur non avendo più tirato fuori soldi dal mio portafoglio, reinvestendo continuamente parte delle vincite ho comunque rischiato del capitale che era a tutti gli effetti mio.
una formula elementare sarebbe la differenza fra le somme vinte e tutte quelle giocate. o no?
non so se mi sono spiegato in qualche modo, spero di sì.
Sorvolando sui ricordi del nuovo mercato e sui cialtroni che lo alimentavano, la risposta sul rendimento delle scommesse è facile. Almeno stando alla dottrina. Il rendimento si calcola sul capitale stanziato per le scommesse (infatti la famosa unità è espressa come percentuale di tale capitale) e non sul quanto poi si è effettivamente giocato. Perchè anche il capitale inutilizzato è, a livello teorico, utilizzato.
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