di Stefano Olivari
Il meeting di Berlino è uno dei più importanti del mondo, per tradizione ed entusiasmo popolare: 47mila persone paganti per l'atletica, fuori da contesti mondiali o olimpici, sembrano un miracolo. L'edizione di ieri pomeriggio passerà alla storia per l'impresa negli 800 metri di David Rudisha e rimarrà nel nostro cuore per il ritorno ad una grande vittoria di Beppe Gibilisco (coming soon i retroscena del nostro Sam Martin), facendo dimenticare gli inevitabili articoli su Hitler che non volle stringere la mano a Jesse Owens. In realtà l'episodio riguardò un altro nero della squadra americana, il californiano Cornelius Johnson, che nella prima giornata della gare di atletica vinse il salto in alto con il record olimpico di 2,03.
Fino a quel momento il Fuhrer si era congratulato con i vincitori (bianchi) delle altre gare, come si evince anche dalle migliaia di immagini esistenti. Da Johnson in poi decise di non congratularsi più con nessuno, a prescindere dalla razza, quindi nemmeno con Owens. Certamente si trattò di razzismo, visto che quelle dei neri americani furono quasi tutte vittorie annunciate, ma non di un razzismo mirato contro Owens. Che paradossalmente conservò di Hitler un discreto ricordo, sostenendo in alcune interviste di essere stato trattato peggio dai politici statunitensi che da quelli nazisti ed inventandosi anche un cenno di approvazione del Fuhrer nei suoi confronti che nessun altro presente allo stadio aveva notato. Insomma, l'americano che mandò per primo l'atletica di traverso al Fuhrer si chiamava Cornelius Johnson, che quattro anni prima (da studente di high school!) si era classificato quarto a Los Angeles. Ma all'epoca l'Europa non proponeva troppi meeting, così Johnson proseguì la sua esistenza come postino e poi come marinaio prima di morire a 33 anni per una malattia polmonare.
(in esclusiva per Indiscreto)
14 commenti:
bel post
decisamente interessante direttore ... grazie
ps
infatti non è che gli americani all'inizio fossero proprio avversi al nazismo .... poi hanno insabbiato un po tutto ...
Infatti il dibattito sull'eventuale boicottaggio ai Giochi di Berlino fu negli Usa dell'epoca qualcosa che riguardò quasi solo il mondo sportivo...alla fine vinsero le tesi del genere 'Lo sport e la politica devono rimanere separati', che ebbero come principale ideologo nientemeno che Avery Brundage (futuro presidente del CIO per vent'anni), forse non filo-nazista ma di sicuro non simpatizzante degli ebrei...sull'argomento sono state scritte tante cose, mi ha sempre colpito al proposito il silenzio di Roosevelt...
Brundage era filo-nazista. E il suo razzismo riemerse nel '68 a Città del Messico (è lui in basso nella foto del "pugno chiuso" di Smith e Carlos).
Ma la tua ricostruzione mi permette di chiarirmi le idee sui fatti di Berlino '36.
A proposito di Avery Brundage, aggiungo un fatto: alla vigilia delle Olimpiadi hitleriane, alcuni membri del comitato olimpico statunitense proposero di non partecipare, di fronte alla sfacciata esclusione di atleti ebrei dalla squadra tedesca.
Non solo Brundage prese per buone le promesse del regime nazista; si adoperò per escludere dalla squadra nordamericana due quattrocentisti ebrei, non volendo alimentare tensioni con il Paese organizzatore.
Pare che la reciproca "simpatia" fosse rafforzata da un fatto che oggi definiremmo “conflitto d’interessi”: Brundage dirigeva l’impresa alla quale il Terzo Reich affidò la costruzione della nuova ambasciata a Washington.
ciao, Rudi
Glickman e Stoller esclusi dalla 4 per 100 di Berlino (per non irritare i nazisti meglio i negri degli ebrei) furono in effetti uno dei grandi 'colpi' di Brundage...ma senza andare troppo indietro, a proposito di boicottaggio-non boicottaggio non si sono lette cose troppo diverse riguardo a Pechino 2008...''La Cina avrà l'opportunità di aprirsi'', ''Non si possono rubare 4 anni di lavoro agli atleti'', ''I Giochi favoriranno la circolazione di idee''...
Vedendo l'ultimo giro di Rudisha,e considerando anche altri babyboomer,il mezzofondo promette anni di prosperità e sfide appassionanti.
Sugli intrecci tra Partito Nazionalsocialista e gli States si potrebbe compilare una Treccani.
Poi,un bel dì,cancelleremo anche la leggenda metropolitana della "purezza" di De Coubertin e soci...
@Simone
Se è per questo, anche Havelange ha avuto i suoi pensieri prediletti.
Non ti scordare l'Inghilterra, ai massimi gradi.
Italo
A onore di De Coubertin va detto che a Berlino nemmeno si presentò...come fascinazione di parte delle elite per il nazismo rimane imbattibile l'Inghilterra...
Mbe, per schifarsi dell'ipocrisia di quelli che si sono fatti un Nome, collegandomi al caso cinese del 2008 riportato da Stefano, non ce bisogno di andare troppo indietro con gli anni. Solo qualche mese fa', un fresco Premio Nobel per la Pace (???) si rifiutò (con mille stupide giustificazioni) nel nome della "real politik" di incontrare il Dalai Lama, prima di un suo viaggio a Pechino. Certo, lo incontrò dopo, una volta che i cinesi lo mandarono affanculo nemmeno troppo delicatamente...
il primo Premio Nobel per la pace preventivo, giusto?
Esato, axel.
@Italo,Stefano Olivari:la perfida Albione,nel nome della real politik,ne ha fatte d'ogni colore.
Sulla fascinazione per Hitler ci sarebbero anche i paesi scandinavi dell'epoca:nella biografia di Bergman il padre,eminente pastore luterano,considerava i nazisti come la salvezza del mondo...
@Tani,Axel Shut:ehi,i gialli si sono comperati mezzo demanio dello Zio Sam.
Con quel debito mostruoso è meglio tenerseli buoni.
@Simone: per carità, io ironizzavo solo sull'assegnazione del Premio Nobel per la Pace "sulla fiducia" e senza alcun vero merito
poi è ovvio che con chi ha le tue palle in mano non puoi fare tanto il disinvolto
@Simo, nessun dubbio.
Semplicemente si parlava di ipocrisia, e nel suo caso e' ancora piu' accentuata, viste le aspettative (non mie).
Comunque, per me nessuna novita'. Sapevo ben prima come sarebbe andato a finire. Una volta sciolta la cera, e' venuto fuori il nulla che c'era sotto. Diciamo una versione un po' piu' evoluta del suo predecessore.
Pero' qui stiamo andando fuori tema.
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