di Simone Basso
"Ad un certo punto pensavo di morire sulla bici". Se esistesse la pietà per i ciclisti, la Bola del Mundo non dovrebbe esserci; invece gli ultimi tre chilometri, una striscia di cemento in mezzo alle pietraie, sono l'ultimo biglietto (il più costoso) verso la gloria della Vuelta 2010. Vincenzo Nibali da Messina, di rosso vestito, viene attaccato dal carneade trentacinquenne Mosquera; a due e mezzo dall'arrivo temiamo la beffa di un primato strappato per pochi secondi poi, con l'intelligenza e la classe di un campione vero, lo Squalo (in progressione) ricuce metodicamente lo strappo. "Ezequiel està totalmente fundido". Anche i telecronisti iberici comprendono il ricongiungimento prossimo, in un cordone sanitario (?) di folla (mai visto tanto pubblico nelle edizioni settembrine): finisce con i due sfiniti, il viso sporco come i minatori di Lercara Friddi e la spartizione del bottino. A Ezechiele la tappa, a Vincenzo la Vuelta.
Enzino pedala che è una meraviglia anche sotto sforzo; a vederlo seduto, raccolto sul mezzo, ci ha ricordato il Gianni Motta dei dì gloriosi o uno Jan Ullrich meno strapotente. Ha vinto esibendo regolarità e sale in zucca, ben lontano dagli exploit sulfurei dei colleghi del passato; malgrado l'incidente a Igor Anton (l'unico con Vam da supereroe..) è la camisa roja più logica di queste tre settimane di corrida. A venticinque anni raccoglie il secondo podio consecutivo in una grande corsa a tappe, dopo una stagione intensa che ne ha mostrato i progressi tecnici; la continuità ad alto livello lo pone nell'elite contemporanea.
E' un'impresa storica per lo sport italiano perchè, prima di lui, nessun siciliano era arrivato nell'empireo degli sfregaselle; metafora moderna dell'emigrante meridionale, il Nibali da ragazzo partì dal messinese inseguendo il suo sogno. Messo sul velocipede da papà Salvatore, che un dì lo portò sull'Etna a faticare, e adottato dalla famiglia Franceschini in quel di Mastromarco, la frazione di Lamporecchio che lo accolse giovanissimo. Del fuoriclasse in erba ebbe subito tutte le caratteristiche, fin dalla sua rivelazione nell'ultimo anno da juniores: bronzo nella prova iridata a cronometro di Zolder, 2002, pochi giorni dopo la vittoria nel piccolo Tour di quella categoria, ovvero il Giro della Lunigiana, e l'affermazione prepotente (a inizio estate) nel campionato italiano di Asolo. Per uno scherzo del destino, proprio lo stesso luogo che ne ha visto il gesto tecnico più impressionante (per adesso..) della carriera professionistica: la fuga solitaria al Giro, dopo una picchiata alla Steve Podborski, dalla vetta del Monte Grappa fino al traguardo.
La capacità istintiva di guidare le due ruote è una caratteristica della scuola toscana (Magni, Nencini, Moser, Cipollini, etc.): le doti da discesista e acrobata si sommano alla cilindrata del motore (notevole) e a una cabeza rara per un giovinastro di quella età. Gli occhi e il viso antichissimi, il naso triste come una salita, specchiano l'orgoglio della dimenticata Zancle: la maturità di Nibali, quella di un uomo tenace e timido, non ne farà mai un personaggio del circo mediatico. Lo Squalo dello Stretto sarà invece solamente il traghettatore di un movimento, quello italiano, in crisi di vocazioni e talenti; porterà avanti anche la questione meridionale nello sport tricolore, tristemente privo di strutture adeguate al di sotto della Capitale. Un altro Pietro Mennea, magari meno pirandelliano ma maledettamente efficace.
Tutto il resto non ha sorpreso: la gara anonima di Andy Schleck, l'ennesimo tourannosauro monouso, si è ravvivata unicamente per la sua espulsione (decisa da Rijs) in seguito a un'allegra uscita serale nella movida. Il fratello Frank ha ribadito i limiti tecnici conosciuti, mentre Purito Rodriguez si è confermato l'iberico più continuo della stagione. Buone notizie sono arrivate dalle nuove leve: Peter Velits (terzo nella generale) e Nicholas Roche sembrano pronti per il grande salto.
L'altro Giro di Spagna, quello del plotone con il pensiero rivolto a down under, ha marchiato la rivalità nascente tra le due ruote veloci del gruppo: l'americano Tyler Farrar, prototipo zabelliano, è lo sfidante ufficiale di Cannonball Cavendish, il britannico che ha raccolto l'eredità di Petacchi come ras dello sprint. L'arrivo di Mark a Burgos, quando ha saltato di venti centimetri la fettuccia bianca (!), è stato il momento più folle della competizione iberica assieme alle fucilate di Philippe Gilbert a Malaga e a Toledo: splendidi momenti agonistici che candidano il vallone come favorito d'obbligo a Melbourne. L'Italia ormai outsider, dopo vent'anni nel ruolo di faro della corsa, schiererà Pippo Pozzato da prima punta; il suo ritiro, cento chilometri dopo la partenza della penultima tappa, non ci è sembrato un bel viatico per l'Australia. L'appuntamento, per tutti, è a Domenica 3 Ottobre.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)
27 commenti:
Ciao Magister,
direi verghiano a tutto tondo, con iniezioni epiche. Se nomini Burgos, automaticamente, El Cid Campeador, il mio carissimo Cid, diventa preminente e, prendendo l'aspetto di Nibali, arriva al traguardo. Il vero ciclismo è eroismo puro e, Nibali, mi ha ricordato il Pantani d'antan, quello amatissimo dal popolo delle due ruote.
N.B. Il mio cuore è a Tobruk, a Gorizia, sul Senio, a Tarnova della Selva dove l'eroismo toccò vertici attici, ma che pochissimi conoscono. Ahimè.
Italo
Simone che ne pensi di Ulissi? Ho letto che ha vinto ieri a Prato...
@Italo:mi auguro che lo Squalo non si circondi degli avvoltoi che costituirono la posse del romagnolo.
Le premesse,nella forma,sono incoraggianti.
Questo è il salto di Cannonball a Burgos.
http://www.cicloweb.it/articolo/2010/09/10/vuelta-a-espana-2010-vieni-a-saltare-a-burgos-cavendish-svolazza-in-bici-sul-tra
@Leo:Ulissi arriva da un praticantato juniores esagerato.
Mi auguro che abbia margini di crescita fisica.
Tecnicamente sembra il tipico predatore da classica vallonata,veloce negli sprint ristretti e competente sulle salite di media lunghezza.
Ai tempi dei due campionati mondiali vinti pareva promettere anche come tappista.
Ma non penso abbia la cilindrata di un Velits o di un Felline.
Quella di ieri,a Prato,è la sua prima perla da pro.
E' del 1989,quindi è ancora un bambino...
Ah,nell'articolo c'è un refuso:ci sono due "iridata" nella frase che si riferisce a Zolder 2002.
Non ho potuto seguire la vuelta,purtroppo.Ho visto pero' la tappa di Sabato.Seppure non ci fossero grandi nomi,e quelli che c'erano non erano in gran forma,Nibali ha fatto una grande impresa.Vincere un grande Giro all'estero non e' mai facile (un tour in piu' di quarant'anni,e cinque Vuelta in Totale,per gli italiani)in piu' lo ha fatto non da campionissimo,perche' non lo e',ma da grande corridore,che come hai detto tu Simone, corre con la "Cabeza".Dal mio punto di vista poi,ci ha messo anche tanto cuore;arrampicarsi per un paio di chilometri al 20% e' sempre fatica pura,e a volte le gambe non bastano.
Simo un novello Bettini? O più un Bartoli?
@Gaby69it:yes,l'unico grande nome che pareva ben intenzionato era Menchov,coinvolto però in una caduta che ne ha limitato il rendimento.
Lo Squalo quest'anno è il corridore che ha fatto più progressi tecnici;un talento come Andy Schleck,che cinque settimane dopo il Tour è sembrato un cicloturista,non mi sembra inavvicinabile dal Nibali del futuro.
Il messinese,nel 2010,ha vinto la prima corsa il 24 Gennaio.
Ha corso le classiche delle Ardenne,è arrivato terzo al Giro,ha vinto l'Appennino,lo Slovenia e il Melinda.
E questo ciclismo,meno circense e più vero,lo aiuta...
@Leo:considerando le caratteristiche di Ulissi,direi il Grillo.
Bartoli era più potente e completo:vinse un Fiandre e ha corso troppo tardi,ahilui,la Roubaix.
Anche se il bimbo Lampre firmerebbe per avere,a fine carriera,la metà del palmares qualitativo di uno dei due citati nella comparazione...
Simone, faccio un aggiunta la tuo ultimo commento su Nibali. Non solo è il corridore che è migliorato di più quest'anno, ma è anche il corridore attuale italiano che più di tutti è salito di un gradino ogni anno di carriera da quando è pro. Niente exploit improvvisi e poi il nulla come Cunego, niente strappi alterni alla Bugno, etc...
Solo piccoli passi ma sempre in avanti e mai all'indietro. Quest'anno è arrivato terzo al Giro (che non doveva correre, e vabbè...), adesso ha vinto la Vuelta, l'anno prossimo chissà.
Io sono per i talenti matti perchè mi divertono di più, ma la regolarità dello Squalo mi dà più fiducia per il futuro.
Tra l'altro chi gli sta affianco ogni giorno mi dice che sia bravissimo ad assorbire come una spugna gli insegnamenti di esperienze personali (difficilmente fa due volte lo stesso errore, come Chiappucci), dei tecnici (non ha la presunzione arraffona dei talenti moderni, tipo il chiacchierone Riccò), e dei compagni più esperti (e correndo affianco ad un Rommel delle corse a tappe come Basso sicuramente ha "succhiato" molto...).
Sperèm.....
p.s.: OT: vorrei esprimere il mio sdegno per l'improponibile governatore della regione Sicilia che ha detto che quella di Nibali "è una vittoria per tutto lo sport siciliano". Vorrei ricordare a questo ignorante (in materia, ovvio...) che Nibali dalla Sicilia è andato via a 15 anni perchè non c'erano le strutture adatte per coltivare il suo talento...
@Dane:si,infatti la scelta tra un Riccò e un Nibali non si pone nemmeno.
Il potenziale dello Squalo è notevole;molti dimenticano le incredibili capacità di guida del mezzo.
E' abilissimo,allenabile(confermo che Basso è un bell'esempio,pensa invece a un Chiappucci con il Pantani..)e con il motore giusto.
Mi auguro che si sviluppi completamente.
L'esempio di Bugno è estremo:fu il ciclista italiano con il talento all around più incredibile degli ultimi trent'anni.
Ancora oggi trovo assurdo che uno come lui non abbia vinto il Tour,la Doyenne e il Lombardia...
Non mi toccate il mio mito Bugno, troppo forte per abbassarsi a vincere il tour ;-)anche se dobbiamo ricordare che nel 1991, anno in cui arrivò secondo, cancellarono la più dura tappa di montagna e Bugno aveva dimostrato che poteva battere su quel terreno Indurain. Occasionissima fallita. Comunque Nibali ha fatto una grande impresa. Così come tanti atleti corrono durante l'anno solo per il tour (e per me restano mezzi campioni), tanti ciclisti italiani hanno un curriculum troppo casareccio ... Vincere una Vielta non è comunque facile e non dimentichiamo che tanti vincitori degli ultimi Tour hanno iniziato prima con il vincere una Vuelta. Un augurio mica da poco ....
Doping nel ciclismo: 5 arresti.
In manette anche un giornalista
In carcere anche un corridore. Indagate altre 35 persone, tra ciclisti amatoriali, professionisti, medici e preparatori
eseguite 40 perquisizioni domiciliari e personali in tutta iItalia
Doping nel ciclismo: 5 arresti.
In manette anche un giornalista
In carcere anche un corridore. Indagate altre 35 persone, tra ciclisti amatoriali, professionisti, medici e preparatori
MILANO - Ci sono anche un ciclista professionista e un giornalista tra i cinque arresti eseguiti dai Nas tra Roma e Rimini nell'ambito di un'operazione antidoping. Gli ordini di custodia cautelare in carcere che riguardano anche un ciclista dilettante, un farmacista e un'infermiera sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Perugia. Al momento non è ancora stato diffuso il nome del ciclista arrestato. A quanto si apprende sarebbe un gregario di buon livello.
INDAGATE 35 PERSONE - I cinque, informa una nota, sono ritenuti responsabili di aver costituito un'associazione per delinquere dedita al traffico illecito di sostanze dopanti, utilizzate da atleti appartenenti a squadre di ciclismo professionistiche e dilettantistiche. Nel procedimento sono state indagate in stato di libertà, per i medesimi reati, altre 35 persone, tra ciclisti amatoriali e professionisti, medici sportivi, preparatori atletici, farmacisti e frequentatori di palestre. I Nas hanno anche eseguito 40 perquisizioni domiciliari e personali nelle province di Roma, Rimini, Forlì-Cesena, Modena, Prato, Bergamo, Reggio Emilia, Milano, Pistoia, Parma, Latina, Perugia e Bari. (Fonte Agi)
Simone, mi sembra che qualche mese fa avessi anticipato l'arrivo di una nuova bufera doping.... Cosa ci dici di questo titolo del Corsera?
"Il potenziale dello Squalo è notevole;molti dimenticano le incredibili capacità di guida del mezzo.
E' abilissimo,allenabile(confermo che Basso è un bell'esempio,pensa invece a un Chiappucci con il Pantani..)e con il motore giusto."
Quello che intendevo dire io: questo ha tecnica, testa e gambe. Per questo mi fido più della sua lenta ma costante crescita, che di altri nomi "mortaretto"... ;-)
p.s.: al momento ha davanti due esempi eccellenti come mostri di tattica: Basso e Bettini. Se apprende anche da Bettini la capacità di decidere una strategia (Paolino Paperino secondo me uno dei più intelligenti di sempre da questo punto di vista, vedi i due Mondiali) ma impara da Basso a beneficiarne personalmente (Bettini è sempre stato un mostro a fare la tattica per.......i compagni! Uno stratega atipico, più che un capitano di ciclismo è sempre sembrato un quarterback del Football Americano o un regista del calcio: vedi Mondiale di Ballan...) può davvero rendere onore la suo soprannome..... ;-)
"L'esempio di Bugno è estremo:fu il ciclista italiano con il talento all around più incredibile degli ultimi trent'anni.
Ancora oggi trovo assurdo che uno come lui non abbia vinto il Tour,la Doyenne e il Lombardia... "
Simone, Bugno era il mio ciclista preferito ai tempi. Anch'io trovo assurdo abbia vinto così poco, ma lo imputo proprio ai suoi strappi alterni. Era capace di colpi da fuoriclasse (i due Mondiali li reputo tra i più belli di sempre) così come di corse a tappe da ronzino aggregato alla carovana.
Inspiegabile, così, senza un vero motivo. Una specie di Savicevic del ciclismo, ma noi piacciono così: se no i xe mati, no li volemo ciò...
Bugno non ha vinto poco. Poteva vincere di più questo è vero. MA poco direi proprio di no. A parte 1giro da dominatore, ricordo due mondiali, 1 coppa del mondo, diverse classiche di grande prestigio (wincanton, San Sebastian, Milano-Torino, Fiandre). Uno dei pochi ad avere vinto almeno una tappa nei tra grandi giri Nazionali, dove ha vinto alcune delle tappe storiche (Alpe D'Huez per esmpio). Due podi al Tour. Conosco gente che jha vinto meno e si atteggia di più ... Certo, con quel motore doveva fare molto ma molto di più. Avesse avuto la stessa testa del Grillo, penso che avrebbe portato a casa Tour, Vuelta e tutte le classiche del Nord.
"Poco" in confronto alle possibilità, e senza quegli allori che in quel carnet ci sarebbero stati di diritto....che poi è quello che dici anche tu alla fine.....uff, che fatica... :-P
@Jeffbuckley:speak of the devil.
Si era appena finito di esprimere scetticismo sull'entourage di Riccò.
Il pro coinvolto è il cognato;mi sembra un'inchiesta rivolta soprattutto al mondo under 23.
Una delle imputazioni di Rossi è il possesso di una camera ipobarica:avrà letto pure lui l'articolo sulle Blatteriadi?
@Mizio71,Dane:il Gianni possiede il miglior palmares di un tricolore del dopo Moser.
Vinse tanto malgrado avversari tostissimi.
Prima Fignon,Lemond,Kelly e Argentin.
Poi Indurain,Rominger,Museeuw e Fondriest.
Perse un Tour(1991)nella discesa del Tourmalet;quella Grande Boucle,con un Echavarri diesse,l'avrebbe vinta lui.
Il resto fu bipolarità poetica...
Correva male,in fondo al gruppo,e guidava il mezzo anche peggio.
Vi ricordate il Lombardia 1992?
Eppure fece cose assurde:il Fiandre era la corsa più agli antipodi per le sue caratteristiche di pedalatore "pigro".
Chiunque veda quella gara alla tivù,soprattutto l'approccio ai muri,si renderà conto che è una follia tecnica.
Si deve limare,davanti ma nascosti nel gruppo,prendendo rischi di ogni tipo:si passa sul marciapiede,in mezzo agli spettatori,dietro le moto,etc.
Ebbene,uno come Bugno(esibendo un motore clamoroso)vinse la Ronde...
Appunto, alla fine siamo tornati a quelli che avevo definito "strappi alterni".....
Penso che chiunque, arrivato tra i pro, firmerebbe anche per una carriera alla Tafi. Figuriamoci alla Bartoli o Bettini (più vincente di Bartoli ma meno forte).
Però tra Shleck e Nibali c'è ancora troppa differenza, l'abbiamo visto al tour... Insomma, andiamoci piano.
@Leo:Schleckino ha grandissima classe.
Vanta ancora margini di miglioramento notevoli,soprattutto sul passo e nella gestione tattica della corsa.
Tecnicamente,in salita è meglio del messinese;a cronometro gli è inferiore.
Quest'anno,per adesso,ha corso tre settimane:in Spagna alla prima salita ha preso un quarto d'ora.
Un mese dopo il Tour è un atteggiamento inquietante,mi auguro che l'ossessione per la Grande Boucle non diventi un handicap.
Uno con le sue doti dovrebbe puntare ad altre gare:a Ottobre,per esempio,c'è il Lombardia.
Bartoli-Bettini si che è una bella sfida ... peccato che Bartoli abbia avuto due gravi incidenti in carriera, altrimenti avrebbe vinto anche di più. ma si può accontentare ... Certo che la mania del Tour de france sta praticamente rovinando il ciclismo moderno. è assurdo vedere grandi campioni correre al massimo solo in quelle settimane. Assurdo e anche sospetto, diciamola tutta. I grandi campioni di questo sport sono per me quelli che si confrontano su tutti i grandi avvenimenti. Capisco che se vuoi vincere il Tour non devi sprecare energie in gare insignificanti, ma non cercare di vincere mai il Giro è una prova di debolezza e non certo di forza. Indurain al giro faceva classifica, vincendola pure, ma prendendo anche sonore mazzate a volte. Ma quello era un campione vero. Inutile citare poi i vari Lemond, Fignon, Hinault, che correvano il giro e le grandi classiche. A dire il vero, A. Schleck le classiche soprattuto del Nord le corre e bene, anche se ha vinto solo la Liegi Baston Liegi. Per me resta un corridore più da classica che da grande giro nazionale. Non so se ne vincerà mai uno ... anche se ha al suo attivo secondi posti sia al Tour che al Giro. Ma a cronometro ha troppe lacune. E sulle salite va forte, ma quando le pendenze sono al massimo, perde sempre da qualcuno
Bèh, non è che Bettini di colpi di sfiga ne abbia avuti meno, lo chiamavano Paolino Paperino e un motivo ci sarà... :-D
Tra Bartolini e Bettini scelgo il secondo, poi io son di parte, ma vabbè..... :-P
Schleck per entrare nella storia deve cambiare squadra e liberarsi dell'ombra del fratello, se no farà anticamera in sezione per tutta la vita come i dirigenti della sinistra italiana....
@Dane: concordo in toto ...
@Simone:D'accordo sul ciclismo meno circense di Nibali.Come ho detto precedentemente non e' un campionissimo(e lui lo sa)ma e' un grande corridore,quasi completo,e molto forte di testa.Proprio per questo,dira' la sua anche al tour.Non ne vincera' 7, ma se fossi un avversario di Nibali,saprei gia' con chi devo fare i conti nei prossimi cinque anni se volessi vincere il Tour.
Non sottovaluterei nemmeno il suo coraggio, vedi numero fatto al giro.
Per il resto spero che continui ad essere il corridore che e':cioe' correre tutto l'anno.
Per me sono questi i corridori veri.Non gli Armstrong e compagnia varia.Il ciclismo e' uno sport di corse con specificita' diverse,non una kermesse (seppur di grande valore) di tre settimane da vincere il le piu' volte possibile;ingaggiando costosissimi gregari.
Come avrai ben capito:pollice totalmente verso sull'era Armstrong!
"La capacità istintiva di guidare le due ruote è una caratteristica della scuola toscana (Magni, Nencini, Moser, Cipollini, etc.)...".
Perdona in anticipo nel caso stia per sparare una cavolata colossale... ma Moser non è trentino?
Magari aveva un allenatore toscano... :-D
@Mizio71,Dane:Schleckino ha divorziato da Rijs per costituire una nuova formazione con il fratello Andy.
Il danese,sulfureo il giusto,era duro ed esigente;penso che Contador,se in sintonia con i metodi militari di Bjarne,ci guadagnerà...
@Gaby69it:la notizia migliore del 2010 è la continuità ad alto livello dei Gilbert,Nibali,Cavendish,Farrar,etc.
Il ciclista monouso vorremmo lasciarlo al decennio appena trascorso.
Tra l'altro il texano è a un passo da un fallout di proporzioni clamorose...
@Antonio:Francesco Moser,come Nibali,è di scuola tecnica toscana.
Fece il dilettante,consigliato dal fratello Aldo,alla Bottegone di Pistoia.
Così evitò di ripetere gli errori del primogenito della dinastia.
E divenne un fuoriclasse.
Si,speriamo che quel modo do fare ciclismo stia per estinguersi.
Su Armstrong non ho molto da dire.
Mi e' sempre sembrato sospetto che,per anni, desse dei minuti a gente dopata,e lui non lo fosse.....
Mah!
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