di Enzo Palladini
La leggenda secondo cui un vecchio fenomeno sia stato scopritore e mèntore di un giovane fenomeno è sempre affascinante. Ma qualcuno la mette in dubbio e sostiene che in realtà Jairzinho avrebbe sì scoperto Ronaldo, ma avrebbe poi intrapreso l’operazione commerciale in società con Alexandre Martins e Reinaldo Pitta. Poi diventati gli agenti di Ronaldo e tali rimasti per buona parte della carriera, salvo poi essere costretti ad abbandonare il mondo del calcio per guai piuttosto seri con la giustizia.
La storia di Jairzinho in una biografia del genere sta comunque davvero bene. Negli annuari del Cruzeiro si dice che sia stato proprio lui a presentarsi in sede raccontando di avere a disposizione ''Il futuro miglior giocatore del mondo''. Frase che aveva detto anche a Telè Santana, all’epoca allenatore del San Paolo, sentendosi rispondere con una pernacchia: ''Ho già troppi attaccanti''. Ma siccome si tratta un po’ di una favola, ci stanno alla perfezione anche il gatto e la volpe.
Pitta e Martins cominciarono a ronzare intorno a Ronaldo ai tempi del São Cristovão e alla fine riuscirono a inglobarlo nella loro scuderia. Un giorno lo presero da parte insieme a Zillo, uno dei suoi scopritori, e lo convinsero a firmare un impegno con loro. E’ stato proprio Zillo a raccontare quell’incontro, con qualche particolare in più: ''Un proverbio brasiliano dice che 'Chi non ha un padrino muore pagano'. Ai tempi del provino con il Flamengo Ronaldo avrebbe potuto ottenere il rimborso delle spese per gli allenamenti, se solo avesse conosciuto qualcuno con un minimo di potere''.
Al São Cristovão tutto andò subito per il verso giusto perché Pitta aveva investito moltissimo su di lui. Lì Ronaldo si rese conto che quello poteva diventare davvero il suo lavoro, e che lavoro. La logica dice che furono dunque Pitta e Martins a curare il passaggio dal São Cristovão al Cruzeiro. Avrebbero poi curato quasi tutti i successivi trasferimenti del Fenomeno, almeno fino all’8 giugno del 2003. Quel giorno i due vennero arrestati, con l’accusa di far parte della Banda dos fiscais. Cioè gli esattori fiscali che avevano inviato illegalmente 33,4 milioni di dollari presso una banca di Zurigo. Pitta e Martins erano i proprietari dell’agenzia di cambio con la quale la Coplac, l’impresa titolare del conto in Svizzera, aveva realizzato il trasferimento illegale di valuta. I due restarono parecchio in galera e poi decisero di non rientrare, almeno ufficialmente, nel mondo del calcio.
(dal libro 'Paura del buio' di Enzo Palladini, Indiscreto editore)
1 commento:
Ciao Enzo, complimenti sinceri per il libro. Letto tutto d'un fiato in due giorni, davvero ben scritto, senza calcare la mano sugli aspetti più "voyeuristici" per compiacere il curioso e senza enfatizzare quelli positivi, per ingraziarsi il protagonista. Sarebbe bello avere a disposizione biografie del genere per tanti altri calciatori, spero che tu ne abbia altre in programma.
Ciao, grazie a te e al tuo editore..
PS: mi sono permesso di inviare la richiesta di censimento su anobii.com
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