Il muro di Lippi

di Enzo Palladini
Vacanze lunghe, quelle dell'estate '99, ancora una volta. Ma nel frattempo all’Inter era cambiato quasi tutto. Era arrivato Lippi e ad Appiano Gentile fu subito costruito un muro per impedire ai giornalisti di avere contatti diretti con i giocatori nerazzurri. Lippi aveva chiesto uno squadrone e aveva portato suoi uomini come Peruzzi e Jugovic, oltre a Panucci.
Aveva anche imposto l’arrivo di Christian Vieri. Moratti non sembrava molto d’accordo quando si sentì fare questa richiesta, disse che l’Inter aveva già Ronaldo. ''Ma io voglio anche Vieri'', aveva risposto il tecnico. Un acquisto da 90 miliardi di lire, un record.

La filosofia di Lippi prevedeva parità di trattamento per tutti. L’obiettivo era portare Ronaldo a lavorare sul campo come tutti gli altri e lo stesso valeva per Baggio, ma era facile capire come ciò fosse impossibile. I rapporti Lippi-Ronaldo non furono semplici fin dall’inizio, il tecnico si rese conto che il brasiliano non era pervaso dal sacro fuoco degli stakanovisti. Cominciò a punzecchiarlo ben presto. Lo fece divertendosi a sottolineare quando fosse bravo Vieri, quanto si applicasse in allenamento, quanto fosse altruista, quanto fosse dedito al lavoro della squadra. Sembravano semplici complimenti, ma non era così. Erano frecciate che avevano un destinatario preciso ma passavano per strade secondarie. Bisognava capirle e Ronaldo, che non avrà studiato ma possiede la saggezza della gente umile, capì molto alla svelta quali fossero i reali obiettivi del nuovo allenatore.

Poco, troppo poco, giocò Ronie in quel campionato. Il 29 agosto l’esordio stagionale, il secondo tempo di una partita a San Siro contro il Verona caratterizzata dalla tripletta di Bobo Vieri. Poi 59 minuti a Roma contro i giallorossi, 40 e un gol a San Siro il 3 ottobre contro il Piacenza (vittoria 2-1), 63 minuti nella rovinosa sconfitta per 1-0 sul campo del Venezia il 17 ottobre. Ci vollero e un cartellino rosso per portare alla luce quello che sulle panche dello spogliatoio tutti già sapevano: tra Ronaldo e Lippi non sarebbe mai potuto scoppiare l’amore.

Era sabato sera, 23 ottobre. L’Inter era passata in vantaggio proprio con un rigore di Ronie e sembrava in grado di controllare la partita. E il Milan era 3 punti dietro in classifica, poteva essere l’occasione per stare attaccati alla Lazio capolista e davanti alla Juventus. Sembrava tutto indirizzato nel modo migliore, ma al 32’ del primo tempo capitò qualcosa di molto strano: un gesto di Ronaldo, appena accennato ma deciso, nei confronti di Ayala. Gioco fermo, l’arbitro Borriello con il cartellino rosso in mano: per Ronaldo. Ci era cascato, aveva abboccato alle provocazioni dell’argentino. Aveva risposto con quella gomitatina non violenta ma evidente.

L’Inter rimase in dieci, Lippi mise il suo pupillo Domoraud al posto di Moriero, il Milan prese coraggio e pareggiò con Shevchenko. Alla fine Panucci si dimenticò di marcare Weah, 2-1 per i rossoneri con l’Inter risucchiata nel mucchio e raggiunta in classifica proprio dai rossoneri. A fine partita la frase di Lippi: ''La sciocchezza di Ronaldo ci è costata cara''. Il giocatore tentò di giustificarsi: ''Mentre stava arrivando il lancio, ho guardato Ayala per parare il colpo che mi aveva appena promesso. Così sono saltato per prendere il pallone, allargando le braccia per proteggermi e per evitare che Ayala mi facesse ancora male. Quando l'arbitro, richiamato dal guardalinee, ha tirato fuori il cartellino rosso ho tentato di spiegargli che non c'erano nè violenza nè intenzionalità. Troppo tardi. Sono distrutto, ho il morale a pezzi. Penso di aver subito un'ingiustizia sul campo, pagata fin troppo sia da me che dalla squadra. Adesso spero nella giustizia sportiva. Mi rendo conto che le norme non lo prevedono, ma spero che la giustizia prenda in esame anche le immagini tv''. Ovviamente queste frasi rimasero lettera morta, la squalifica arrivò puntuale e il rapporto tra fuoriclasse e allenatore si avviò verso un rapido declino. Salvato nella forma forse solo dai guai di Ronie.


(dal libro 'Paura del buio' di Enzo Palladini, Indiscreto editore)

7 commenti:

Unknown ha detto...

Sarà anche vero, ma queste ricostruzioni postume fatte con l'aria di chi la sa più lunga degli altri, mi lasciano sempre perplesso. Mi sembra un pò come tutte quelle rivelazioni sui grandi giocatori, in cui si dice: Moratti l'aveva preso poi fu convinto a lasciar perdere...

transumante ha detto...

Ma e' una biografia, un'agiografia o un'apologia?

Ronaldo non aveva voglia di lavorare, con nessun allenatore. Non ci vedo niente di poetico, ne' di umile (povero diverso da umile, ok?) Se anche questo e' colpa di lippi...

Contraddittorio sulla gomitata: o era caduto nella provocazione (e allora l'espulsione e' giusta), o non voleva dare la gomitata (e allora spiegami perche' e' saltato in quel modo)

axel shut ha detto...

ma se Ronaldo non avesse avuto davvero nessuna voglia di lavorare la sua carriera sarebbe finita il 12 aprile 2000
poi certo, non era uno di quelli che credeva che la partitella del giovedì fosse importante quanto una gara di campionato

transumante ha detto...

axel: ma ti prego, un giocatore se si infortuna e inizia la riabilitazione sara' mica un eroe???? E cosa dovrebbe fare tutto il giorno? Che impegni avrebbe? E' il suo lavoro, la societa' lo paga, gli sponsor lo pagano

La partitella del giovedi' sarebbe sempre questione di un'ora e gli allenamenti poco di piu, non mi sembra uno sforzo immane essere professionali due ore al giorno

And86 ha detto...

si potrebbe usare questo post come luogo fisso per parlare di "Grazie Marcelo", come il muro del calcio.

Sulla sua esperienza con Ronaldo: si erano effettivamente presi male perchè Lippi non era disposto a riconoscerne l' "eccezionalità", ma se Ronaldo fosse stato abile e arruolabile l'avrebbe messo sempre in campo, gli aveva pure dato inizialmente la fascia di capitano per il ritiro di Bergomi (sbagliando, perchè è l'ultimo giocatore che potrebbe essere il capitano di una squadra). Sarebbe molto più interessante capire i motivi dell'emarginazione di Baggio...va bene voler puntare su Recoba dopo il mezzo campionato a Venezia, ma tenere ai margini una risorsa fenomenale come Baggio è stato autolesionismo puro, specialmente visto che a centrocampo non avevi nessuno capace di creare, nè dal centro nè dalle fasce.

axel shut ha detto...

@Transumante: se fosse stato un infortunio normale ok ma, siccome si dubitò per un anno intero se Ronaldo sarebbe mai tornato a giocare, per me quello non fu un recupero "normale" (e sinceramente penso che parecchi altri al suo posto si sarebbero ritirati e tanti saluti, altro che tornare a un livello ancora ottimo come fece Ronaldo)
liberissimo di liquidarmi come un ronaldiano senza speranza

transumante ha detto...

axel: non ti liquido, posso capire lo scoramento iniziale, ma come fai a ritirarti a 26 anni? Chiunque avrebbe provato a ritornare, contento per lui ce l'abbia fatta.
Oh, ci sono altri che l'etica del lavoro ce l'hanno sempre avuta anche senza subire infortuni gravi (e ribadiamo che si tratta di un paio d'ore al giorno e di alimentarsi in maniera corretta, stop)